Capitolo 39
Dieci ore.
Sono passate dieci interminabili ore prima che il dottor Corbett ci desse la lieta novella.
Liam è fuori pericolo.
Deve stare a riposo per almeno tre settimane, però, il veleno è stato neutralizzato e la spalla è stata ricucita.
Sospiro di sollievo mentre fisso Liv dormire.
È stata al capezzale di Liam per tutto il tempo.
Non è nemmeno voluta tornare a casa per cambiarsi.
La cosa mi ha dato un enorme fastidio, ma la posso capire.
La stanza che hanno riservato a Liam è davvero molto grande, con due ampie finestre che danno su un giardino molto curato: si vede che la signora Smith ha un occhio di riguardo per lui come per Connor.
Un sorriso amaro m'increspa le labbra.
Mi avvicino lentamente, e senza far rumore, al divanetto sotto la finestra di destra. Prendo la coperta color panna e la drappeggio sulle spalle di Liv, ricevendo un mugolio in risposta.
Per fortuna non si è svegliata altrimenti mi avrebbe certamente preso per uno stalker.
Sogghigno ricordando lo scambio di battute che abbiamo avuto nella mia cucina.
Mi sono dimenticato cosa significa condividere la casa e, in un certo qual modo anche la vita, con un'altra persona.
Ora non farti prendere dalla malinconia, soldato!
Distolgo lo sguardo dalla dolce donna addormentata e lo porto sui monitor: il battito e la pressione sono regolari.
Sono molto felice che Liam se la sia cavata, anche se Liv ha occhi solo per lui.
Ecco, riparti con la gelosia...
Gelosia, fra l'altro, totalmente infondata.
Io e Liv non stiamo insieme quindi non dovrei irritarmi se ha tenuto stretta la mano di Liam fino all'arrivo in ospedale oppure se ha aspettato fuori dalla sala operatoria finché non hanno annunciato la sua salvezza.
《Se continui a guardarmi, mi consumerai》commenta, sarcasticamente, una voce roca e debole.
《Ehi, amico》saluto il redivivo, prendendo posto sulla scomoda seggiola accanto al letto.
Liv si trova dall'altra parte, per metà seduta e per metà sdraiata sul letto, al fianco di Liam.
《Stavolta l'hai combinata davvero grossa》lo rimprovero amichevolmente, celando la preoccupazione che ho provato.
Non sempre condivido il suo modo di fare, ma certamente non voglio che muoia divorato da bestie preistoriche.
《È stata una svista》spiega lui, chiudendo gli occhi, che ha socchiuso per rivolgere una veloce occhiata a Liv.
Forse crede che non me ne sia accorto.
Illuso...
Il suo volto è di un pallore cadaverico a causa della sofferenza e della quantità di sangue perso.
《Non parlare. Ora devi pensare solo a riposarti e rimetterti in piedi.》Alzo una mano per fermarlo, anche se non può vedere il mio gesto.《Stai bene. Sei vivo. È questo l'importante.》
Un leggero sorrisino gli incurva le labbra secche e screpolate.
《Lei... È merito suo se ora sono qui a parlare con te...》bisbiglia Liam, cercando di schiarirsi la gola.
《Aspetta. Ti do un po' d'acqua...》
Allungo la mano verso il bicchiere di plastica colmo di acqua fresca, lo prendo e gli poggio la cannuccia rossa sulle labbra.
Liam non fa battutine né commenta in alcun modo: vuol dire che è davvero messo male.
《Grazie, mammina》bofonchia lui, non appena smette di bere.
Come non detto...
《Non farci l'abitudine. Ho solo pietà del moribondo》ridacchio, sollevato nel sentirlo scherzare con me.
《Tre settimane...》sospira, cambiando leggermente posizione, senza svegliare la bella addormentata.《Morirò di noia...》
Alzo gli occhi al cielo: Liam è sempre il solito.
《Ti porterò qualche rivista di armi così non ti annoierai》brontolo, prendendolo in giro per quella sua fissazione.
《Lei...》aggiunge l'uomo prima di bloccarsi.
Gira la testa dall'altra parte e stringe i pugni.
Il lenzuolo candido gli copre il petto, lasciando scoperta la spalla e l'imponente fasciatura.
《Ti è rimasta sempre accanto》finisco io per lui.
Lo vedo trasalire, anche se, ovviamente, non commenta in alcun modo.
Testardo...
《È una donna incredibile. Ha rispedito il branco indietro e chiuso il varco tutto da sola》gli racconto, con una punta di orgoglio come se fosse merito mio, quando in realtà non ho fatto nulla di che.《Quindi... Trattala bene altrimenti ne risponderai a me.》
La, non tanto, velata minaccia lo fa voltare nuovamente verso di me. I suoi occhi azzurri e appannati dal dolore mi fissano impenetrabili.
《Lo sai che non posso. Ho chiuso con queste cose molto tempo fa》mi rammenta lui, a voce bassa e vibrante di tristezza.
《Me lo hai detto, però...》Sospiro, passando una mano fra i capelli corti.《Liv è speciale. Lei...》
Mi fermo prima di raccontargli tutta la verità sulla donna.
《Cosa?》m'incalza Liam, d'un tratto attento a ciò che dico.
《Cosa?》replico io, facendogli il verso.
《Stavi per dirmi qualcosa di importante quindi sputa il rospo》mi ordina lui, cercando di incrociare le braccia al petto, senza, però, riuscirci.
《Davvero? Non me lo ricordo...》
Appoggio il mento sulla mano, pensieroso.
《Sei un idiota》sibila Liam, brontolando.《Tanto scoprirò cosa mi nascondi.》
《Non ti conviene.》
Fisso Liam negli occhi, lasciandogli intravedere una piccola parte della verità che celo al mondo.
《Ciò nonostante, Liv non fa per me. Sai che sono incapace di...》L'uomo cambia discorso, riportandoci all'argomento principale della mia visita.
《Di amare?》domando, incredulo davanti alla sua stupidità.《Lo so quello che hai passato, ma so anche che possiedi un cuore d'oro quando lo mostri agli altri, ovviamente. Fai troppo l'orso per un tipo della tua età, sai?》
《Non conosci tutto il mio passato altrimenti non saresti mio amico. Le cose che ho fatto...》La sua voce si riduce ad un flebile bisbiglio mentre Liam cade preda dei ricordi, dolorosi e violenti.
《Le cose che hai fatto le hai fatte per necessità. Per questo sei qui, vivo e vegeto!》esclamo, a voce forse un po' troppo alta.《Nemmeno tu conosci per filo e per segno tutti gli eventi che mi hanno portato in questa camera a cercare di far ragionare il mio migliore amico eppure... Daresti la vita per me e io farei lo stesso. Lascia stare il passato e vivi il presente. Te lo meriti.》
Liam non ribatte in alcun modo, ma non serve: ora è tutto nelle sue mani.
《Non far soffrire Liv altrimenti ti picchio.》
Detto questo, mi alzo e me ne vado, lasciando il soldato in ottima compagnia.
Io devo fare una cosa.
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