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Capitolo 38


Rapidamente e senza far rumore, svuoto lo zaino di Connor: devo sistemare il Chiudi Varco e far sì che il branco attraversi il buco spazio-temporale prima di serrare l'anomalia.

Allora...

Il battito del mio cuore scandisce i secondi che perdo nel tentativo di capire qualcosa del congegno di quel geniale ragazzo.

Ho montato il treppiede estensibile e, sopra di esso, ho posizionato una sorta di mini cannone, nero e lucido, alla cui estremità ho avvitato il Chiudi Varco.

Fin qui tutto bene...

Lo zaino contiene, inoltre, un cavo che collega il dispositivo al tablet che Connor si è portato appresso.

È qui che le cose si fanno difficili.

Non appena sono on-line, sullo schermo, appare una tabella con diversi simboli e cifre che davvero non capisco.

Scorro velocemente la serie infinita di scritte e ne trovo solamente una che ha senso per me: il conto alla rovescia.

Se riuscissi ad impostare il countdown, avrei il tempo necessario per condurre il branco dall'altra parte.

Tentar non nuoce...

In piedi, accanto al congegno appena montato, mi metto a pigiare i pulsanti che, ai miei occhi, paiono giusti e, noto con piacere, di aver azzeccato la giusta combinazione.

Sì!

Quindici minuti dovrebbero bastarmi quindi programmo il conto alla rovescia e appoggio il tablet a terra, vicino al treppiede.

Studio la situazione un'ultima volta prima di prendere d'un respiro profondo e premere il via.

I numeri scorrono rapidamente mentre io mi avvicino al branco ancora dormiente.

Scocco una veloce occhiata alla porta della dispensa e il mio pensiero va a Liam, ferito e febbricitante.

Ti salverò!

Con rinnovata determinazione, giungo al varco, che si trova ad un paio di metri di distanza dai lupi.

Il calore e la luce accecante, che ho imparato ad amare e odiare, mi inondano il corpo mentre attraverso il buco spazio-temporale, sperando di non finire nelle fauci di una belva feroce.

Il viaggio è breve, come al solito.

Quando riapro gli occhi, mi ritrovo in mezzo ad una fitta boscaglia, quasi identica a quello della mia epoca, a parte le libellula grandi quanto un auto che si librano nel cielo al mio passaggio.

Perfetto...

Il mio sopralluogo è stato proficuo: ho capito che il branco può attraversare il varco senza problemi e, in più, ho trovato un nascondiglio per evitare di essere sbranata da loro quando capiranno che li ho ingannati.

A passi svelti, ripercorro la strada a ritroso e compaio di fronte agli animali che avevo lasciato addormentati ma che trovo belli svegli.

《Oh, cavolo...》mormoro, mentre decine di occhietti gialli mi fissano curiosi.

《Buoni...》

Alzo le mani, arretrando per immergermi nelle luci sfavillanti alle mie spalle.

Parlo ai lupi in tono dolce e pacato per non farmi etichettare come minaccia però...

Vedo i loro nasi, umidi e neri, saggiare l'aria per carpirne il mio odore e poi si leccano le labbra con la lingua rosea e ruvida.

Non so quanto tempo mi rimane perché ho perso il conto, ma so quello che devo fare.

《Volete mangiarmi? Fatevi avanti!》Li aizzo per farsi inseguire, anche se potrei evitare una cosa del genere.

Non faccio in tempo a finire la frase che subito si scrollano, come se volessero scacciare gli ultimi stralci del sonno, per poi lanciarsi all'attacco.

Io mi giro e corro dritta nel varco.

Fortunatamente il bosco è ancora privo di predatori. Non abbasso, comunque, la guardia perché il pericolo può essere annidato ovunque.

Velocemente, prima che il branco mi raggiunga, trovo l'albero che ho addocchiato qualche istante fa e inizio ad arrampicarmi.

La corteccia è davvero molto liscia, ma io non mollo. Devo muovermi a trovare un riparo perché avverto i passi delle belve avvicinarsi.

Con molta fatica, e dopo essermi sbucciata i palmi di entrambe le mani, finalmente, giungo ad un ramo abbastanza solido da sostenere il mio peso eppure così in alto da proteggermi dalle eventuali aggressioni.

Giusto in tempo...

Proprio quando sto tirando un sospiro di sollievo, i lupi escono dal varco, correndo e sbavando, in cerca della loro preda.

Si bloccano non appena capiscono di trovarsi in un altro luogo.

Non sono più nella calda mensa con cibo in abbondanza e odori interessanti bensì nella vecchia giungla dove i predatori possono diventare prede.

Alcuni uggiolano intimoriti mentre altri mettono il naso a terra per cercare di comprendere cosa sia successo.

Da un lato mi fanno tenerezza: sembrano cuccioli impreparati alla vita.

D'altro canto, uno di loro ha ferito Liam, strappandogli mezza spalla.

I lupi gironzolano nei pressi del varco, in cerca di qualcosa, per poi seguire un'altra, più interessante, traccia, svanendo tra i cespugli.

Per precauzione, attendo altri due minuti prima di scendere dal mio albero. Atterro a piè pari sul terreno fangoso e mi passo le mani sui pantaloni per ripulirle dalla resina che mi appiccica le dita.

Dei lupacchiotti non c'è traccia quindi torno tranquillamente nella mia epoca.

Faccio appena in tempo ad allontanarmi dal varco che il dispositivo di Connor entra in azione: il varco viene, così, costretto in una sorta di gabbia rossastra che lo contiene e impedisce a qualsiasi forma di vita di attraversarlo.

《Wow...》commento, davvero ammirata dalla genialità di quel giovane ragazzo.

《Ma che ti salta in mente?!》

Un grido giunge alle mie orecchie talmente inaspettato che mi fa sobbalzare.

Mi volto rapidamente e vedo Ian sulla porta, con i vestiti sporchi e laceri, che mi fissa preoccupato e infuriato.

《Ah, sei qui》osservo stupidamente, percorrendo con gli occhi la sua asciutta figura.

Per fortuna non è ferito.

《Devi darmi una mano: Liam è stato avvelenato!》esclamo, correndo nelle dispensa dove ho lasciato il soldato.

Spalanco la porta con forza e il corpo inerme dell'uomo cade a terra in una pozza di sangue fresco.

《No, no, no...》ripeto come un disco rotto, inginocchiandomi accanto a lui.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime mentre gli poggio due dita sul collo per sentire le pulsazioni.

Non sento nulla.

Io...

《È vivo!》Grido a Ian, concitatamente.《Chiama un'ambulanza! Presto!》

Prendo una mano gelida di Liam fra le mie e prego.

È l'unica cosa che posso fare.

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