Capitolo 36
Mi sembra di aver sentito rumore di spari, però, non voglio abbandonare Liam: il mio cuore è lacerato.
Da una parte, la ragione mi ordina di uscire per tornare da Ian e chiedergli aiuto.
D'altro canto, non posso lasciare il capitano solo in mezzo ad un branco di lupi preistorici.
Il mio sguardo cade sul volto sudato e febbricitante dell'uomo: è così simile al mio Liam eppure così diverso.
《Cosa devo fare?》sussurro, carezzando la sua fronte bollente con dita leggere.
《Vai... Torna... da Ian...》Parole spezzate, pronunciate con molta fatica, lasciano le labbra secche del capitano.
《Non posso》ribatto con voce ferma, tergendogli il sudore dal volto.《Non posso abbandonarti.》
Le sue palpebre fremono per poi schiudersi. Due iridi azzurre, opache ma pur sempre stupende, mi fissano debolmente.
《Liv...》
Il mio nome sulle sue labbra mi sembra così sbagliato eppure...
Avverto una goccia di dolore scivolare lungo la mia guancia, fermandosi sul mio mento.
Liam allunga una mano tremante verso di me e percorre la mia gota, asciugando la lacrima sfuggita al mio ferreo controllo.
《Sciocca... Non piangere... Non per un uomo come me...》farfuglia lui, lasciando cadere la mano, ormai privo di forze.《Non sono... un tipo nobile né gentile... Io...》
Gli poso un dito sulle labbra per zittirlo: deve conservare le forze e non sprecarle delirando.
《Zitto. Non dire più nulla》gli ordino, con un leggero tremore nella voce.《Mi confesserai i tuoi peccati in un altro momento, soldato. Ora dobbiamo pensare ad uscire da qui.》
Le sue labbra s'incurvano in un sorriso stanco ma orgoglioso.
《Prendi la... pistola...》afferma, allungando una mano verso la sua gamba destra e scostando un poco i pantaloni.
Un baluginio metallico attira la mia attenzione: mi scosto da lui e sgancio la fondina da caviglia.
Liam è un tipo previdente in ogni realtà.
Infatti, trovo una piccola pistola da sei colpi, al sicuro in una piccola fondina di pelle marrone.
《Hai già sparato... vero?》mi domanda l'uomo, scrutandomi con sguardo attento.
《Mi è stato insegnato》tergiverso io, senza dargli una vera risposta.
Come posso dirgli che vengo da un altro tempo?
Come posso dirgli che lo conosco in un'altra realtà?
No...
Non devo dirgli nulla...
È meglio così...
《Ora devi... uscire da qui e... trovare Connor... lui ha il... Chiudi Varco...》mi ordina Liam, cercando di spostarsi dalla porta.
Appoggio la pistola a terra e lo raggiungo immediatamente. Evitando di toccare la spalla ferita e fasciata alla bell'è meglio, lo trascino lontano dall'uscio.
Conclusa l'operazione, mi fermo a guardarlo, ancora indecisa sul dà farsi: il cuore mi grida di rimanere al suo fianco, però...
《Vai...》brontola lui, con voce sempre più flebile.《Non preoccuparti per me... Io... starò bene...》
Le sua palpebre si abbassano fino a chiudersi nuovamente mentre il respiro diventa più affaticato ogni minuto che passa.
《Oh, Liam...》mormoro, con le lacrime agli occhi.
Avvicino al mio volto al suo e gli poso un leggero bacio sulle labbra immobili: non è il mio capitano ma le sensazioni che provo in sua compagnia sono così forti, così intense, che il fatto di provenire da un'altra epoca passa letteralmente in secondo piano.
Senza indugiare ancora, mi allontano da lui, recupero la pistola e mi rialzo in piedi. Prendo un respiro profondo e mi avvicino alla porta. La schiudo leggermente, risucnendo a non fare rumore, e do un'occhiata fuori.
Da quel che vedo, i membri del branco dormono e nessuno si è destato: prego che continuino a russare.
In punta di piedi, esco dal rifugio provvisorio che è diventata la dispensa, e mi chiudo la porta alle spalle.
Bene...
Arretro con calma, misurando i passi, e raggiungo l'altra porta che mi separa dalla mensa. Riesco ad uscire e a raggiungere il bancone dove le inservienti servono il pranzo.
Appoggio la schiena al muro e tiro un sospiro di sollievo: gli animali sono nel mondo dei sogni e nessun'altra belva ha attraversato il varco.
Ora, però, devo muovermi.
Rapidamente, ripercorro i miei passi, ma appena il mio sguardo spazia sulla mensa, un brivido di paura mi scende gelido lungo la spina dorsale.
I tavoli, che prima erano ordinati in maniera quasi maniacale, ora sono rotti e gettati a terra in modo scomposto come se qualcuno, o qualcosa, li avesse scagliati con forza.
In più le finestre sono state rotte e migliaia di frammenti costellano il lindo pavimento del locale.
Possibile che ci sia qualche altro animale, oltre al branco?
Ora come ora, però, non è questa la cosa importante: devo tornare da Ian e raccontargli cos'è successo a Liam.
Mi affretto a raggiungere la porta oltre la quale si trovano i miei compagni però rimango interdetta quando la spalanco e non trovo anima viva.
《Connor? Ian?》Provo a chiamarli a voce medio-bassa per non allarmare eventuali bidelli o custodi, che potrebbero esserci in questa scuola di prim'ordine.
Ma dei miei compagni non c'è traccia.
《E ora? Che faccio?》
La domanda risuona nel corridoio vuoto, tetra come i rintocchi di una campana.
Pensa, Liv, pensa!
L'unica soluzione che immagino è quella di tornare dentro e trasportano Liam fuori di lì, solo con le mie forze.
Ce la posso fare.
Devo farcela.
Prima di avere ripensamenti, ritorno indietro, nella mensa, ma, appena dentro, inciampo su qualcosa che non avevo notato durante la mia fuga.
A terra, accanto ad una piccola chiazza di sangue scuro, trovo uno zaino nero, identico a quello che Connor aveva sulla spalla quando siamo entrati nella scuola.
Possibile che...?
Con mani tremanti e il cuore gonfio di speranza, tiro la cerniera per svelarne il contenuto e scorgo un treppiede estensibile, alcuni oggetti di cui non saprei dire l'utilità e poi, in fondo, avvolto in un panno bianco, il Chiudi Varco.
Bingo!
Rimetto tutto a posto, velocemente ma delicatamente, e richiudo lo zaino. Lo prendo e me lo metto in spalla poi cammino verso il bancone per tornare da Liam.
Appena dentro la porta con la scritta PRIVATO, mi inginocchio a terra e preparo il congegno: devo chiudere il varco senza l'aiuto di Connor.
Però...
Come faccio a farlo attraversare dal branco?
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro