Capitolo 29
Mi rifugio in bagno come se avessi le fiamme dell'inferno che mi lambiscono i piedi.
Ian mi confonde e mi affascina, rendondomi difficile persino pensare a cose elementari come respirare; infatti, in sua compagnia, polmoni e cuore seguono un ritmo tutto loro, lasciandomi priva di forze.
Chiudo la porta alle mie spalle e appoggio la schiena ad essa mentre cerco di calmare il vortice di pensieri che mi annebbia il cervello.
Ian.
La sua richiesta.
La signora Smith.
Il nostro imminente faccia a faccia.
Che farò se non riuscirò a convincerla?
Non posso farmi cancellare la memoria...
Nella mia mente si alterano vari scenari: uno più inquietante dell'altro.
Alla fine, per fortuna, il mio lato razionale e concentrato prevale su tutto: prendo un respiro profondo e ricaccio dubbi e incertezze nel mio io più remoto.
Devo pensare positivo.
Se la signora Smith assomiglia al mio signor Smith...
Un rumore di passi mi fa trasalire, ma poi mi dico che è solamente Ian e non un dinosauro che vuole divorarmi.
《Ti lascio dei vestiti puliti qui fuori. Così ti puoi cambiare.》La sua voce bassa e calda mi fa venire i brividi tanto che gli rispondo solamente dopo alcuni istanti.
《Sì. Grazie. Mi faccio una doccia veloce e sono subito da te》lo rassicuro prima di mordermi la lingua.
Pessima scelta di parole...
《D'accordo. Ti aspetto in cucina》mi dice lui, apparentemente calmo, allontanandosi dalla porta e lasciandomi sola.
Il bagno consiste in una stanza davvero molto grande e dotata, oltre che di sanitari, di un'ampia vasca da bagno sulla sinistra e di una splendida doccia sulla destra. Un morbido tappeto scuro divide in due l'ambiente, armonizzandosi magnificamente col bianco accecante delle pareti
In verità, rimango un po' stupita dall'arredamento e non posso fare a meno di paragonarlo a quello di Liam. Dopotutto questa è la seconda volta che mi sveglio a casa di un uomo.
Il mio capitano e Ian mi hanno salvata: il primo aiutandomi a superare la morte di Nina e il secondo proteggendomi da questa nuova realtà in cui sono capitata.
Entrambi si sono ricavati uno spazio nel mio cuore, però...
《Smettila, Liv. Fatti la doccia e muoviti》ordino a me stessa, scuotendo la testa per liberarmi di tutti questi pensieri.
Mi spoglio velocemente, ammucchiando i vestiti sporchi in un angolo, e poi mi rifugio sotto il caldo getto della doccia, lasciando che mi lavi via tutte le preoccupazioni.
Quando, finalmente, mi sento pulita e rinvigorita, esco dal box e mi avvolgo in un caldo asciugamano nero. Non mi guardo allo specchio, non sono un tipo vanitoso, e mi dirigo alla porta per recuperare gli abiti puliti.
Ian li ha poggiati sulla maniglia cosicché io non debba uscire.
Dolce...
Con gesti rapidi, mi asciugo il corpo e mi tampono i capelli per poi vestirmi velocemente: stavolta l'uomo mi ha portato una maglia bianca e un paio di pantaloni della tuta, di colore blu scuro. Niente scarpe, ma spero di trovarle da qualche parte: non voglio passeggiare per Londra scalza.
Faccio un respiro profondo e poi esco da quel rifugio caldo e sicuro che è diventato il bagno.
A piedi nudi e coi capelli ancora umidi, mi dirigo verso la cucina, guidata dal mio naso: infatti, nell'appartamento si spande un fantastico aroma di caffè.
Un profumo a cui è impossibile resistere.
《Ti ho preparato una leggera colazione per addolcire l'imminente incontro con la signora Smith》esordisce Ian quando mi scorge.
Mi sono fermata sulla soglia del piccolo e intimo ambiente perché, appena l'ho visto, dietro al bancone intento a preparare uova e bacon, mi sono bloccata a fissarlo.
Il sole illumina la cucina e colpisce Ian alla schiena, mettendo in mostra i muscoli sotto l'aderente maglietta nera. Un paio di jeans scuri completano il look, assieme a scarpe da ginnastica, anch'esse nere.
《Sembri un assassino!》Lo prendo in giro, avvicinandomi al bancone dove ha poggiato una tazza bianca colma di caffè e un piatto di uova e bacon.
《Chi ti dice che io non lo sia?》mi domanda lui, girandosi quel tanto che basta per farmi vedere il suo sorrisetto ironico.
《Intuito femminile.》
Mi siedo sullo sgabello e mi fiondo sulla colazione come se non mangiassi da una settimana. La spazzolo in pochi minuti, dedicandomi poi alla bevanda scura e profumata che mi chiama, deliziando il mio naso con il suo forte aroma.
《Allora...》Ian mette la padella nel lavello dopo essersi riempito il piatto.《Come procediamo?》mi domanda prima di iniziare a mangiare, rimanendo in piedi di fronte a me.
《Beh...》Bevo un sorso di caffè bollente che mi aiuta a concentrarmi sull'incontro con la signora Smith piuttosto che sull'uomo davanti a me.《Io direi di lasciare a lei la prima mossa. Nutro una certa fiducia sul signor Smith, ma non conosco la sua controparte femminile.》
《Ottimo piano》approva Ian, finendo la colazione.
Prende il mio piatto e lo poggia nel lavello assieme al suo.
《Ah. Prima che mi dimentichi... Vicino alla porta troverai un paio di scarpe nere. Dovrebbero andarti bene》mi annuncia, indicando l'ingresso con un gesto della mano.
Con lo sguardo seguo i suoi movimenti e scorgo le calzature in questione accanto ad un mobiletto svuotatasche.
《Grazie》gli dico, aggrottando le sopracciglia.《Ma... Dove le hai trovate?》
Mi ha detto chiaramente di essere solo però...
《Se ti lo dicessi poi dovrei ucciderti》mi risponde lui con un sorriso angelico in volto.
Stupido...
Finisco il mio caffè e poi recupero le scarpe che Ian ha fatto comparire come per magia. Indossandole noto con sorpresa che l'uomo ha azzeccato il mio numero.
《Sei un tipo pieno di sorprese》commento, incrociando le braccia al petto e fissandolo con ammirazione.
《Lo so》sogghigna lui, prendendo le chiavi dalla tasca posteriore dei pantaloni e avvicinandosi a me.《Ci conviene andare, Liv. Mai far aspettare la signora Smith.》
Usciamo da casa sua ridacchiando mentre una mattinata stranamente calda e limpida ci accoglie, rasserenandomi momentaneamente l'animo.
Il quartiere dove abita Ian è una zona periferica, scarsamente abitata, ma non per questo meno carina.
《Un po' fuori mano...》commento giusto per fare conversazione mentre raggiungiamo il SUV del Centro.
《Mi piace la solitudine. Preferisco stare tranquillo quando finisce una missione》afferma lui con una nota di tristezza nella voce.《Ma non parliamo di me. Raccontami del tuo signor Smith, piuttosto. Sono sicuro che sarà divertente.》
Accetto il suo cambio discorso senza fare una piega.
Ognuno ha i propri segreti e, anche se sono curiosa, rispetto il riserbo di Ian.
Forse un giorno...
Con la speranza nel cuore e l'animo leggero, comincio a raccontargli aneddoti divertenti sul signor Smith, stupendomi dello strano sentimento d'affetto che provo nei confronti di quel nanerottolo.
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