Capitolo 28
Vedo il conflitto interiore che Liv sta combattendo e spero con tutto il cuore che decida di...
Una melodia dapprima fioca e poi sempre più potente interrompe il fatidico momento.
Si tratta della colonna sonora di un vecchissimo film che il mio bisnonno adorava immensamente.
Credevo di aver impostato il mio cellulare sulla modalità silenzioso, ma, invece, mi ero addormentato prima.
Dopotutto, vedere quella donna stupenda dormire nel mio letto aveva azzerato i miei pensieri.
Trattenendo una bestemmia, a malincuore, libero Liv dalle catene che sono diventate le mie braccia e mi allungo verso il piccolo comodino a fianco del letto, dove ho posato il telefonino.
Controllo il numero e mi lascio sfuggire l'imprecazione, facendo trasalire la donna vicino a me.
《Signora Smith! Qual buon vento...》Saluto così il mio capo provvisorio mentre, in realtà, vorrei solamente gettare il cellulare contro la parete e riprendere il discorso con Liv.
《Vento di tempesta.》È la serafica risposta che ottengo.
Mi zittisco subito e cerco di capire il motivo di questa telefonata mattutina: scocco un'occhiata al display del telefonino e vedo che sono soltanto le otto del mattino.
Abbiamo dormito tre ore...
Quasi un record per me...
《Vuol darmi qualche indizio oppure tiro ad indovinare?》domando, in tono sarcastico, raddrizzandomi e poggiandomi, con la schiena, alla testiera del letto.
È gelata e mi fa rabbrividire, ma questo è nulla rispetto all'espressione con cui mi sta fissando Liv.
Ovviamente indossa ancora i vestiti del giorno prima: io le ho solo ripulito il volto e un poco i capelli prima di metterla a letto.
I suoi occhi verdi non sono più foschi e pesanti bensì lucidi e acuti. Ha compreso che qualcosa non va e sta cercando di capire cosa succede.
《So che la sconosciuta che il Centro ha curato non ha subito la cancellazione della memoria. Gradirei una spiegazione visto che sto leggendo il tuo rapporto, secondo cui tale cancellazione è avvenuta. Una cosa strana vero?》
Le parole della signora Smith rimbombano nella mia testa mentre milioni di domande imperversano nel mio cervello come una pioggia di asteroidi.
《Mi perdoni, ma chi le ha dato questa informazione?》le domando, riuscendo a mantenere un tono di voce pacato.
《Ho le mie fonti.》È la criptica risposta che ricevo.《Vi aspetto entrambi fra mezz'ora.》La chiamata si chiude su queste dolci note.
Maledizione!
Con rabbia, getto il cellulare di lato, dove atterra sul pavimento, producendo un leggero rumore.
《Che c'è? Che succede?》mi chiede, ansiosa, Liv, posandomi una mano sul braccio.《Sei arrabbiato. E sono abbastanza sicura che sia io la causa...》
La guardo, addolcendo la mia espressione. Le carezzo una guancia e medito su cosa dirle.
《Non mentirmi.》Mi anticipa Liv, con aria di rimprovero.《Si tratta della mia vita. Per quanto sia assurda e fuori luogo qui la mia presenza, ho tutti i diritti di sapere che ti ha detto la Signora Smith.》
《Sei impossibile》ribatto, ammirandola e invidiandola.《Ti costa così tanto farti coccolare e proteggere?》
A quelle parole, Liv si ritrae, privandomi del suo caldo tocco, e si accoccola al centro del letto. È arruffata e le serve, indubbiamente, una doccia, però, rimane la donna più incantevole su cui io abbia posato gli occhi.
Non tanto per il suo aspetto fisico, anche se sarei un idiota a non notare la sua bellezza esteriore, quanto per il suo spirito indomabile e inflessibile.
Lei è dispersa nel tempo, esattamente come me, ma, a differenza mia, Liv lotta e combatte per tornare a casa.
Battaglia in cui io ho fallito.
Così come la mia missione.
Non sono riuscito a trovare la persona che cercavo e sono passati tre anni ormai.
《Ero sposata, sai?》La voce sommessa di Liv mi strappa dai miei foschi pensieri.《Lui era così dolce all'inizio. Appassionato e deciso. Poi gli è successo qualcosa... È scomparso per anni e quando l'ho ritrovato. Era l'ombra dell'uomo che ho tanto amato. Nel periodo passato senza lui, ho riscoperto qualità che credevo perdute: è stato come nascere nuovamente.》Si blocca un minuto, guardandomi imbarazzata prima di chiarire.《Con questo non voglio dire che ero felice della sua sparizione, tutt'altro. L'ho cercato senza sosta, ingaggiando persino alcuni detective privati...》La sua voce sfuma, lasciando il posto ad un silenzio pieno di segreti svelati e misteri ancora avvolti dal buio.
《Capisco. Sei una donna forte e indipendente. Lo so. Si vede》osservo, mettendo insieme i vari tasselli della personalità di questa donna incredibile.《Ma ora ti trovi in un mondo sconosciuto, in cui nemmeno esisti, magari. Perché non vuoi che io ti protegga?》
Prima di rispondere a questa domanda, Liv mi rivolge un sorriso così meraviglioso che mi entra dentro, nel cuore e nell'anima.
《Sei gentile a volermi proteggere, però... Non posso sempre fare affidamento sugli altri. Hai mentito per me, mi hai salvata, mi hai dato un tetto sulla testa... Ti ringrazio per questo, ma è giunta l'ora di giocare a carte scoperte. Voglio parlare con la Signora Smith. Sono certa che capirà. Dopotutto esiste anche nella mia realtà, sai? Più o meno...》
A quelle parole, mi incuriosisco e mi vengono in mente alcune domande che vorrei porle, ma che è meglio che rimangano solo pensieri.
《Anche il tuo Centro è diretto dalla signora Smith?》le chiedo, optando per terreni meno accidentati.
Appena sente la domanda, Liv scoppia a ridere: una risata straripante di gioia fanciullesca.
《Oddio... No...》farfuglia, asciugandosi le lacrime derivanti dal riso.《Nel mio Centro c'è un signor Smith!》
Cosa?!
Quando il vero senso delle sue parole attecchisce nel mio sovraccarico cervello, mi unisco a lei e ridiamo come due pazzoidi ricoverati in un manicomio.
Troppo presto, però, le risate si esauriscono e la realtà ripiomba su di noi come un macigno.
Con un movimento fluido, Liv abbandona il letto e si dirige alla porta, ora illuminata da un lieve raggio di sole mattutino. L'unico che riesce a oltrepassare le spesse tende grigie della mia finestra.
Quando entra in quella pozza di luce, Liv assomiglia ad una dea, uno di quelle splendide fanciulle di cui narrano i tomi di mitologia.
《Ehm... Credo che sia meglio che io mi faccia una doccia... Mi dici dov'è il bagno, per favore?》
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