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Capitolo 24

Appena la nebbia sulfurea ci fa sprofondare in un mondo fatto di penombra e paura, Ian mi ordina di prendergli la mano così da non separarci, ma la cosa risulta alquanto difficile.

Odo un grugnito di dolore e subito capisco che i vermi hanno attaccato il mio compagno così cerco, a tentoni, di raggiungerlo, però, uno di quegli animali la pensa diversamente.

Infatti, non so come riesce a saltarmi sulla schiena e ad aggrapparsi a me con le sue piccole zampette: inizio immediatamente a dimenarmi nel tentativo di liberarmi di lui, ma la cosa non sortisce alcun effetto.

Allora prendo una decisione drastica: prima che il raziocinio torni in me, con un movimento forte e fulmineo, schiaccio il verme contro il muro, procurandomi qualche ammaccatura alla schiena e alle spalle.

Ahi...

Quello che non ho previsto è stato il seguito.

L'animale, morendo, è praticamente esploso, inondandomi di un liquido caldo e puzzolente che mi fa arricciare il naso.

Che schifo...

《Liv! Dammi la mano!》Il grido di Ian è davvero vicino a me così allungo un braccio alla cieca, sperando di incappare in lui.

Una mano grande e forte racchiude la mia in una presa ferrea e mi sento strattonare in avanti.

Incespico leggermente e mi ritrovo avvolta in un protettivo abbraccio. Le sue braccia mi circondano, creando una gabbia dalla quale, però, non voglio scappare, e finalmente lo riesco a vedere in volto.

Anche lui deve aver ucciso il suo aggressore perché è fradicio e puzzolente quanto meno, ma la cosa è decisamente superflua ora come ora.

《Stai bene?》mi domanda, preoccupato, mentre mi scannerizza i corpo con i suoi occhi nocciola.

《Certo》gli rispondo con un sorriso soddisfatto.《Ne ho passate di peggio. Che vuoi che sia un verme cannibale?》

Ian ridacchia sommessamente prima di sciogliere l'abbraccio e scostarmi da sé. Subito avverto l'assenza del suo calore, ma, poi, mi do della stupida: non è il momento di pensare a certe cose.

Dobbiamo trovare Connor.

Probabilmente Ian la pensa come me perché il suo sguardo diventa affilato e serio, cancellando desiderio e preoccupazione in un istante.

《Andiamo. Però stammi vicina》mi raccomanda, iniziando a camminare lentamente lungo il corridoio nebbioso.

《Ci puoi contare》lo rassicuro, rinserrando la presa sulla sua mano.

Avanziamo per quella che mi sembra un'eternità, ma che, invece, saranno solamente una decina di minuti, e andiamo quasi a sbattere contro una porta tagliafuoco, parzialmente chiusa.

《Andate via! Dannati vermacci! Che volete da me?》

Udiamo la voce acuta di Connor strepitare e subito ci affrettiamo. Spingiamo la porta e scorgiamo, in mezzo alla nebbia, le luci sfolgoranti del varco aperto.

Il ragazzo non è riuscito a chiuderlo.

Ma dov'è...?

Aguzzo la vista, cercando il Genietto, ma non lo trovo da nessuna parte.

Dovremmo gridare il suo nome oppure continuare alla cieca?

Ian risolve il mio dilemma.

《Connor! Dove sei?!》grida, fermandosi e rimanendo in allerta.

《Qui! Dove vuoi che sia?!》È la risposta sarcastica che riceviamo.

《Ti dispiace essere un poco più preciso? Sai non vediamo un bel niente...》Anche Ian ci sa fare con l'ironia.

All'improvviso mi sento sfiorare i capelli e non riesco a trattenere un gridolino di paura. Balzo al fianco di Ian e mi guardo intorno senza vedere alcunché.

《Scusate...》La voce di Connor giunge da un punto imprecisato sopra di noi.《Non eri tu Ian, vero? Oppure eri tu ma con una parrucca?》

Cosa?!

La sorpresa è così tanta che non riesco nemmeno ad offendermi per le parole del giovane. Dopotutto Connor è sempre stato un tipo... genuino.

《Ero io...》chiarisco e ricevo in risposta un silenzio imbarazzato.《Ti avevo scambiato per un verme...》

Un sorriso mi incurva le labbra e una strana nostalgia mi prende il cuore: mi manca scherzare con il mio Connor, mi mancano persino i suoi look alternativi.

《Perfida...》La voce calda e sommessa di Ian mi sfiora l'orecchio, facendomi rabbrividire.

Ripiombo nella dura realtà di quel mondo alternativo e cerco di liberare la mente da qualsiasi pensiero.

Dobbiamo chiudere il varco: questa è la cosa più importante adesso.

《Connor!》Chiamo il ragazzo, stando attenta a possibili attacchi da parte dei vermi cannibali.《Che ci fai lassù?》

《Stava andando tutto bene, ma poi la nebbia è aumentata mentre stavo sistemando il Chiudi Varco e così... Sono finito quassù... Quei cosi volevano mangiarmi!》Il tono di voce di Connor sfocia nell'isterico per poi zittirsi. Quando riprende a parlare è molto più calmo di prima.《Il congegno si trova a circa una decina di passi da voi.》

Io e Ian ci scambiamo un'occhiata e poi ci mettiamo a caccia del Chiudi Varco.

Facciamo circa cinque passi e veniamo avvolti dal tepore del varco dimensionale. L'aria si fa sempre più irrespirabile perché esce senza sosta da quel buco luminoso che ci mette in connessione con chissà quale epoca.

《Trovato!》esclama Ian di punto in bianco, facendomi trasalire.

Allungo la mano libera e trovo un treppiede con, appoggiato sopra, una specie di cannone in miniatura. Muovo la mano lungo la superficie liscia e incappo nel Chiudi Varco.

《E ora? Come si usa?》domanda al mio compagno, ritraendo la mano.

《Lascia fare a me》dice lui prima di lasciarmi sola e scomparire nella nebbia.

Rimanere in piedi in mezzo ad un branco di vermi che potrebbero assalirmi da un momento all'altro non è proprio la mia situazione ideale, ma mi impongo di restare calma e aspettare.

Comincio a respirare lentamente. A fondo, per quanto possibile. E la paura si trasforma in una sensazione lontana.

Proprio quando sto per perdere le speranze, avverto uno spostamento d'aria e percepisco il calore del varco affievolirsi fino a scomparire del tutto, segno che il congegno di Connor ha funzionato egregiamente.

Appena la nebbia smette di salire, riesco a respirare più profondamente e riesco persino a scorgere la schiena di Ian di fronte a me.

《Ce l'hai fatta...》osservo stupidamente mentre l'odore penetrante di zolfo si dirada così come la foschia.

Ora possiamo vedere meglio gli animali che ci hanno attaccato, però è davvero uno spettacolo che mi sarei volentieri risparmiata.

《Ce l'abbiamo fatta》mi corregge Ian, girandosi verso di me e sorridendomi orgoglioso.

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