Capitolo 22
All'improvviso qualcosa mi si aggrappa alla gamba destra, ferendomi a sangue e strappandomi un grido di dolore.
Contemporaneamente Nina inizia a singhiozzare mentre Ian si avvicina a me, cercando di aiutarmi a rimanere in piedi.
Poi un lungo fischio riempe l'aria, costringendo tutti e tre a mettere le mani sulle orecchie in un futile tentativo di arginare quel suono penetrante.
《Che diavolo succede?》urla Ian, anche se non sento la sua voce riesco a scorgere le sue labbra formare queste parole.
Io scuoto la testa, in segno di impotenza.
Non so cosa sta succedendo, non ho mai visto nulla del genere, ma Nina evidentemente sì perché si rannicchia sul lungo tavolo, prendendosi la testa fra le mani, piangendo copiosamente.
Uno strattone alla gamba mi rammenta che sono sotto attacco.
Anche se le orecchie mi sanguinano a causa di quel fischio assordante, levo le mani dal mio volto e cerco di liberarmi da qualsiasi cosa mi stia tenendo in ostaggio.
Le mie dita si tuffano nella nebbia all'aroma di zolfo e incontrano una massa molliccia, gonfia e ruvida, che mi fa emettere un verso di disgusto.
Sembra quasi un verme...
Anzi, un bruco.
Il corpo, infatti, è lungo e diviso in segmenti, a quanto posso toccare. Muovo le dita verso il basso e trovo piccoli uncini, che fungono da zampette, ancorate alla mia pelle. Lentamente comincio a sfilarli da me senza incontrare alcuna resistenza e, proprio quando inizio a rilassarmi, un altro verme mi si aggrappa alla gamba, facendomi perdere l'equilibrio.
Cado a terra e sparisco nella nebbia, che mi riempie i polmoni, facendomi tossire.
Avverto i corpi molli degli animali sfiorarmi e strusciarsi contro di me così inizio a dimenarmi senza posa, in preda al terrore.
Non voglio diventare come il cadavere che ha visto Ian.
D'un tratto, le mie mani vengono afferrate da un paio, più grandi e forti, e mi ritrovo, come per magia, in piedi, stretta al petto di Ian che annaspo in cerca d'aria.
Il fischio è cessato, anche se il mio cervello non riesce a convincersi che il silenzio è tornato a regnare. Provo dolore alle gambe e alle orecchie, ma non credo di essere ferita gravemente.
Ian non aspetta un secondo di più e mi aiuta a salire sul tavolo per poi raggiungermi e sedersi al mio fianco, posandomi un braccio sulle spalle con fare protettivo.
L'uomo lancia una veloce occhiata a Nina per sincerarsi che stia bene e poi rivolge a me tutte le sue attenzioni.
Io sto ancora tossendo mentre lui mi controlla le ferite alle gambe.
《Sono solamente graffi. A parte uno, lungo la coscia, dove servono alcuni punti...》Sfiora il punto in questione con dita leggere come ali di farfalla.《Gli altri non sono gravi. Un paio di cerotti e sarai come nuova.》
Il suo tono forzatamente allegro mi irrita enormemente e gli rifilo un'occhiataccia mentre, per fortuna, la tosse inizia a scemare.
Ho ancora mal di gola, però riesco a parlare, anche se con voce roca.
《Quei vermi schifosi volevano mangiarmi!》esclamo, spaventata, ripiegando le gambe sotto il corpo.《Non possono saltare fino a qui, vero?》
Non appena la domanda sgorga dalle mie labbra, mi pento di averla posta: non credo che sopporterei una risposta positiva.
《No...》La voce fioca di Nina mi raggiunge. Mi giro verso di lei e la trovo intenta ad asciugarsi le lacrime con una manica dell'elegante tailleur.《Boris mi ha fatto salire qui prima di...》Tira su col naso, in maniera decisamente poco femminile, prima di continuare.《Prima di andare in cerca di aiuto...》
《Boris, per caso, indossava una cravatta rossa e blu?》domanda Ian con uno strano tono di voce.
Mi giro nuovamente verso di lui e capisco che il cadavere in cui sono inciampata appartiene al collega di Nina.
A giudicare dal singulto di dolore, credo che abbia compreso cos'è successo al suo amico.
《Mi dispiace...》le dico, schiarendomi la gola un paio di volte prima di riuscire a parlare.《Lui era... un tuo amico...?》
Mi mordo la lingua un secondo dopo aver pronunciato quelle parole.
《No... Lui è... era il mio segretario》mi risponde Nina, trovando una parvenza di calma.《Un bravo ragazzo davvero... Anche se il suo caffè è imbevibile... Oddio! Non dovrei parlare male dei morti! Io...》
La ragazza arrossisce e nasconde il viso fra le mani, confusa e triste. Esco dall'abbraccio sicuro di Ian e raggiungo la mia sconosciuta amica. Le accarezzo i capelli con fare materno e mi accoccolo vicino a lei.
《Ricorda il giovane Boris per com'era... E non sentirti in colpa per ciò che pensi. È normale in queste situazioni, ma sono sicura che riuscirai a riprenderti. Sei una donna forte, Nina. Non dubitare mai di questo.》
Lei scosta le mani dal volto e mi scruta con i suoi dolci occhi blu, umidi di lacrime appena versate.
《Grazie... Io la ringrazio...》mormora, un pochino più calma.
Senza abbandonarla, mi rivolgo a Ian e lo trovo intento a scrutare nella fitta nebbia in cerca di un segno rivelatore della presenza di quegli animali.
《Non sporgerti troppo》gli raccomando con un filo di paura nella voce.
《Tranquilla》ribatte lui, con un gesto di noncuranza.《Non ci tengo a morire giovane. Non prima di averti portata fuori a cena.》Mi rivolge il suo sorriso da scapestrato per poi tornare serio.《Non abbiamo molte opzioni a disposizione. Possiamo rimanere qui finché il varco non sarà chiuso, sperando che questo basti a risolvere il nostro problema. Oppure potremmo accompagnare la dolce Nina fuori di qui, cercando di non farci mangiare. Oppure potremmo andare in cerca di Connor e aiutarlo col Chiudi Varco.》
Elenca le nostre possibilità sulle dita di una mano con aria meditabonda e assorta, quasi le stesse vagliando davvero.
《Non mi inganni. Tu hai già deciso》lo rimprovero io, storcendo il naso davanti alla prospettiva della sua scelta.
Ian si gira verso di me e mi rivolge un sorriso angelico prima di annuire con un cenno della testa.
《Non mi piace stare con le mani in mano e Nina qui è perfettamente al sicuro quindi...》
《Raggiungiamo Connor...》finisco la frase per lui e, devo ammetterlo, per una volta sono d'accordo con Ian.
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