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Africa (seconda parte)

Credo di essere maledetta.

E non sto scherzando.

Il treno fila tranquillo sulle polverose rotaie africane: il paesaggio è monocromatico e decisamente noioso.

Pianure a perdita d'occhio e qualche sparuto animale che alza la testa al nostro passaggio.

Matt si è addormentato dopo la nostra scaramuccia. Un po' lo invidio: io non riesco a dormire in un posto diverso dal mio letto, con la mia coperta rossa, un regalo di Victoria, sulle gambe.

Io, infatti, sono sveglia come un grillo e leggo una rivista scientifica per passare le lunghe ore che ci separano dalla tanto agognata destinazione.

Fortunatamente il panorama cambia e le pianure cedono il passo alla boscaglia, prima bassa e quasi secca poi sempre più verde e rigogliosa.

I cambiamenti climatici hanno influenzato anche il continente africano, riuscendo ad innalzare la temperatura, permettendo così alla flora di svilupparsi e riducendo i deserti a qualche macchia arida qui e là.

Quando il treno entra nella foresta, il sole diventa una luce lontana e, finalmente, riusciamo a respirare: i vagoni sono privi di aria condizionata ed ormai stavamo soffocando nella calura africana.

L'Africa è rimasta tecnologicamente arretrata, nonostante i cambiamenti subito nel corso degli anni.

Chiudo la rivista, un vecchio numero di Science che ho trovato alla stazione di Wadi Halfa, e mi scollo la canottiera dalla pelle. Al contrario di Matt ho optato per abiti chiari, in tessuto leggero, adatti ad una scampagnata nella calde terre africane.

Guardo il mio compagno di viaggio e sbuffo leggermente: dorme come un bambino e sembra non patire l'afa, nonostante sia vestito completamente di nero, come un ninja o un rapinatore.

Ridacchio sommessamente quando il mio stanco cervello crea l'immagine di Matt che tenta di rapinare una banca.

《Mmhh...》borbotta lui mentre si desta.《Che succede, Liv? Perché ridi?》

Il ragazzo sbadiglia svogliatamente, stiracchiandosi come un micio e  dando un leggero calcio al mio zaino.

《Ehi! Stai attento!》Lo rimprovero, lanciandogli un'occhiataccia e recuperando lo zaino da terra.

Non contiene nulla di fragile: è pieno di attrezzi per lo scavo, oltre ad una macchina fotografica digitale ed un sacchetto di caramelle alla violetta.

《Scusa》bofonchia Matt, sbadigliando nuovamente.《Siamo arrivati?》

Alzo gli occhi al cielo mentre ripongo il mio zaino sul sedile accanto a me per poi guardare fuori dal finestrino gli alberi verdi e frondosi che sfrecciano ai lati del treno, diventando una macchia indistinta.

《Mi dispiace dirtelo, ma... No. Non siamo arrivati. Abbiamo appena sorpassato Atbara quindi dovremmo avere altre quattro, forse cinque, ore di viaggio.》

《Almeno il paesaggio è cambiato...》commenta lui, in tono asciutto, chinandosi per prendere una barretta proteica dal suo zaino, ovviamente nero.

Riportiamo entrambi lo sguardo sul panorama che non riusciamo a vedere distintamente; a causa dell'elevata velocità tenuta dal treno, infatti, il paesaggio ai nostri occhi appare come un quadro astratto dai colori sgargianti.

Finché...

《Hai visto?》domando a Matt, posando le mani sul finestrino polveroso e premendo forte i palmi, quasi potessi uscire e toccare quello strano bagliore che avevo intravisto.

《Uhm? Cosa?》Il tono del mio compagno di viaggio mi basta come risposta: lui non ha visto nulla.

Che me lo sia immaginata?

Di solito non sono una persona dall'immaginazione galoppante come la mia amica Victoria, che crede agli unicorni. Io appartengo a quella fascia di persone che credono solamente ai loro occhi: praticamente una scettica di natura.

《Mi sarò sbagliata...》borbotto, continuando, però, a sondare il fogliame in cerca di...

Non so...

Di qualcosa!

Passano pochi minuti che lo rivedo nuovamente: uno scintillio argenteo che balugina fra il verde di cespugli.

《Eccolo! L'ho visto di nuovo!》esclamo, allungando una mano verso Matt e prendendolo per un polso.

《Guarda!》gli ordino, puntando l'indice dov'era comparso quel bagliore.

Il ragazzo sospira sonoramente, ma fa come gli ho detto: resto molto delusa quando, però, mi comunica che lui non vede assolutamente nulla.

《Forse sei stanca, Liv...》cerca di smussare la mia cocente delusione.

Ero così sicura ed invece...

《Prova a dormire un poco. Ti sveglio io fra qualche ora》mi consiglia Matt, allontanandosi dal finestrino ed aspettando che io lo imiti.

《Forse hai ragione... Sono sveglia da più di ventiquattro ore...》acconsento alla sua proposta di malavoglia, ma, appena mi metto comoda sul sedile graffiato, le palpebre cedono al richiamo di Morfeo ed io sprofondo in un sonno senza sogni.

****************************

Ho avuto molti bruschi risvegli nella mia vita, soprattutto da quando ho conosciuto Victoria, che ha la pessima abitudine di entrare nel mio appartamento al campus e strillare, con la sua voce squillante, improperi contro i nostri professori.

Però mai, e sottolineo, mai sono stata svegliata da un missile terra-aria.

Il boato squarcia il velo del sonno e mi ritrovo catapultata in una realtà molto dolorosa.

Il treno, infatti, frena bruscamente, con un odioso e potente stridio che mi fa scoppiare i timpani, scaraventando i passeggeri ed i loro bagagli sul pavimento decisamente lurido del mezzo.

Fortunatamente Matt mi prende al volo: mi abbraccia e mi stringe al suo petto mentre il treno deraglia e finisce la sua corsa fra la bassa boscaglia.

Quando, finalmente, il peggio sembra essere passato il ragazzo rilassa la presa e torniamo entrambi a respirare, anche se abbiamo il cuore che ci scoppia nel petto tanto è stato il terrore provato.

Alzo la testa, scostandomi leggermente da lui, e noto che sta parlando, forse da qualche minuto, ma io non lo sento: le orecchie mi fischiano tremendamente ed io scuoto la testa, facendogli capire che non riesco ad udire le sue parole.

Lui annuisce con aria greve, allora mi fa segno di accucciarmi a terra: alzo il pollice per fargli capire che ho compreso e scivolo sul pavimento ora pieno di frammenti di vetro, a causa dei finestrini esplosi.

Matt scivola a terra, accanto a me, per poi sporgere lentamente la testa dal riparo sicuro dei sedili: rimane fermo uno o due secondi poi torna da me.

Nel frattempo, per fortuna, recupero l'udito, anche se permane un leggero fischio in sottofondo: Matt ha l'aria spaventata e gli occhi allucinati.

《I ribelli... Liv! Stanno arrivando!》

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