Possibilità (seconda parte)
Nella sala principale del Centro si respira un'aria di agitazione controllata: Kelly pigia tasti sul computer mentre Connor cammina nervosamente in circolo.
Il signor Smith ovviamente non è presente.
《Che succede?》esordisce il capitano, facendo trasalire la ragazza e bloccare la nervosi del mio studente.
《Kelly ci vuole uccidere!》esclama Connor, con gli occhi fuori dalle orbite.
Io e Liam ci scambiamo un'occhiata perplessa e leggermente confusa: quello che dice Connor non ha senso.
Il giovane oggi indossa una maglia verde brillante abbinata ad un paio di jeans gialli, lunghi fino al ginocchio, e bretelle rosse.
E nemmeno questi accostamenti cromatici hanno senso.
《Ma dove li trova certi vestiti?》mormora il capitano, a bassa voce, cosicché lo possa udire solo io.
《Sicuro che sia Kelly quella che ci vuole uccidere?》domando con un sorriso, trattenuto a stento.
《Ovvio! È lei che ci vuole mandare in pasto ai fantasmi!》esclama Connor, terrorizzato, mettendosi le mani nei capelli.
Fantasmi?
Fra il vestiario eccentrico del ragazzo e le sue parole sconclusionate non sto capendo molto della missione che ci attende.
《D'accordo》sospiro, alzando le mani, frenando sul nascere del proteste di Connor.《Facciamo un passo indietro. Leo ci ha avvisati dell'apertura di un nuovo varco. È vero, Kelly?》
La diretta interessata si gira verso di me e annuisce con aria decisa. È davvero carina con quell'abito verde pastello che ben si armonizza con i suoi capelli chiari.
《Più precisamente si è spalancato all'interno dell'ospedale psichiatrico Bennett》chiarisce Kelly, scoccando una rapida occhiata al capitano, che sta fissando il monitor del computer con aria concentrata.
La ragazza arrossisce e abbassa gli occhi prima di ritornare al suo lavoro.
Strano...
《E cosa c'entrano i fantasmi di Connor?》chiedo, evitando commenti riguardo i bizzarri comportamenti della ragazza.
《È un luogo infestato. Lo sanno tutti, prof》interviene il mio studente con voce stridula.
《Quasi vent'anni fa si è verificato un incendio nell'ala nord che si è propagato a tutto l'edificio. I vigili del fuoco non sono riusciti a domarlo e molti pazienti sono morti》ci spiega Kelly, richiamando sullo schermo del suo computer vecchi articoli di giornale.
《Ora quei pazienti si aggirano all'interno dell'ospedale e rapiscono chiunque varchi la soglia di quel maledetto posto》aggiunge Connor, mordicchiandosi il pollice con fare nervoso.
Sciocchezze!
《Professoressa, Connor. Aspettami in garage. Mi cambio e vi raggiungo》ci ordina Liam, insensibile alle preoccupazioni del giovane.
《Sissignore》lo prendo in giro, facendo anche il saluto militare.
Lo studente, invece, ci fissa come se fossimo impazziti, restio ad abbandonare il Centro.
《Quale parte della storia non avete capito?》strepita, vedendo me e il capitano incamminarci verso l'ascensore.
《Incendio. Fantasmi. Varco》riassumo magnificamente il quadro generale con tre parole chiave.
Liam ridacchia sotto i baffi mente Connor lancia un grido di protesta, raggiungendomi con poche falcate.
Leo apre le porte metalliche, entriamo in ascensore e la missione ha ufficialmente inizio.
《Prima fermata: gli alloggi dei soldati》annuncia il supercomputer del Centro, fermando la nostra discesa.
《Due minuti.》Liam ci abbandona per farsi una doccia e recuperare divisa e armi.
《Allora, da quando uno come te ha paura dei fantasmi?》domando, finalmente, a Connor.
Appoggio la schiena alla fredda parete e gli accordo tutta la mia attenzione: non volevo parlarne davanti agli altri del gruppo così ho zittito la mia curiosità fino ad ora.
《Da sempre》mi risponde lui, a bassa voce.《Da piccolo ero un bambino pauroso. Credevo che nel mio armadio vivesse un mostro. Così andavo ogni notte nella camera dei miei genitori. Ma poi...》
Il ragazzo serra le labbra, fino a che illividiscono, per poi prendere un profondo respiro.
《Ho scoperto che i mostri peggiori non vivono negli armadi》sussurra con un filo di voce e lo sguardo perso nei ricordi più brutti della sua vita.
Mi avvicino a lui e lo attiro fra le mie braccia, offrendogli un conforto che gli è mancato fin da piccolo.
《In più...》Il giovane riprende la parola, scostandosi lievemente da me.《Ieri sera ho visto un film horror ambientato proprio in un manicomio.》
Ma cosa...?
《Sul serio?》ribatto, guardandolo male.
Il momento di comunione e affetto è finito nel peggio dei modi.
《Lei non c'era e io mi annoiavo.》Connor scrolla le spalle, allontanandosi di un paio di passi, mentre l'ascensore arresta la sua corsa.
Le porte si aprono con un leggero sbuffo e una folata di aria fresca invade l'abitacolo, facendomi venire la pelle d'oca.
《Salvato dal gong》replico, con tono volutamente duro.
Ovviamente non sono arrabbiata con lui, però, alle volte, Connor può dimostrarsi un ragazzo davvero impossibile.
《Cos'altro sai della missione che ci aspetta?》gli chiedo, camminando verso il SUV più vicino all'ascensore.
《Solo che nell'arco degli ultimi anni, l'ospedale psichiatrico Bennett è stato teatro di molte sparizioni》 mi spiega lo studente, con voce lugubre e tetra.《Chi entra lì dentro, non fa più ritorno.》
《Sono soltanto dicerie》commento, razionale e pragmatica.《Gli edifici non fanno scomparire le persone.》
《Esattamente》esclama una voce all'improvviso, facendo sobbalzare me e Connor.
《Liam!》sibilo, seccata dal suo arrivo a sorpresa.《Evita di spaventarci la prossima volta.》
A tradimento, l'uomo ridacchia mentre si avvicina a noi. Sblocca le portiere dell'auto e ci fa cenno di salire a bordo.
《Ci proverò, ma non ti prometto niente》dichiara il capitano, accomodandosi al posto di guida.
Con indosso la divisa nera del Centro e la pistola nella fondina, Liam mi appare come un collega e il nervosismo, misto ad un certo grado di imbarazzo, scompare magicamente, facendo tornare la quiete fra noi.
Meglio così...
Sospiro mentre prendo posto accanto a lui. Connor si siede dietro e si mette subito a controllare i dati che Kelly li ha inviato sul suo pc portatile: il ragazzo non si separa mai da quel computer.
《Il manicomio si trova un po' in periferia. Dovremmo raggiungerlo in una mezz'ora circa》ci spiega Liam, accendendo la radio su una stazione di musica anni ottanta.
Così per tutto il tragitto, mi perdo fra le noti di una canzone del mio passato, fissando svogliatamente il panorama, mentre il SUV vola sull'asfalto, sicuro e silenzioso come il proiettile di un cecchino.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro