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Odio il deserto (terza parte)

Quando riapro gli occhi, quasi non riesco a credere a dove ci troviamo, eppure ormai dovrei essermi abituata alle stranezze che hanno invaso la mia vita.

Davanti a noi si estende una distesa sabbiosa così ampia che non riusciamo a scorgerne la fine: il sole è alto nel cielo e, ben presto, cominciamo a sudare.

«Siamo nel deserto...» commenta Liam, in tono asciutto e leggermente irritato.

Mi affianco a lui, o almeno ci tento, dato che i piedi affondano nella sabbia dorata e incandescente, facendomi barcollare per un istante. La mano di Becker viene in mio soccorso, sorreggendomi ed evitandomi una figuraccia.

«Grazie» borbotto, impacciata, rassettandomi i vestiti.

Liam mi rivolge un sorrisino strafottente per poi scrutare quella landa desolata con occhi critici e pensierosi.

«Prof!» Mi sento chiamare da Connor e mi accorgo che non si trova con me e il capitano.

Mi volto e controllo i dintorni per capire dove si trova il ragazzo. Lo vedo accovacciato a terra, parecchi metri lontano da noi, e non posso fare a meno di arrabbiarmi.

«Connor!» esclamo, tesa, incamminandomi verso di lui, che non mi degna di uno sguardo. «Quante volte ti ho detto che non devi allontanarti quando attraversiamo i varchi? Non sappiamo dove ci troviamo né quando ci troviamo. Dobbiamo stare attenti e...»

Le parole mi muoiono in gola non appena abbasso gli occhi per vedere che cos'ha attirato l'attenzione del ragazzo.

《Oh, mio Dio...》mormoro, scioccata dalla sua scoperta.

Connor, infatti, è inginocchiato accanto ad alcune ossa, di origine indubbiamente umana a giudicare dal teschio, gettate alla rinfusa sulla sabbia.

《Secondo lei può essere un Homo sapiens?》domanda lo studente, allungando una mano per sfiorare la superficie del cranio.《Non presenta le tipiche caratteristiche degli ominidi primitivi...》aggiunge, in tono accademico.

Mi accuccio accanto a lui e studio le ossa con sguardo professionale, mettendo da parte i sentimenti. Devo trattare quello scheletro come se fosse un fossile perché altrimenti potrei non farcela.

A molti può apparire come un brutto modo di pensare e di rapportarsi, però, è l'unico modo che mi permette di svolgere al meglio il mio lavoro di consulente del Centro.

《Hai ragione》concordo con Connor, dopo un breve esame del teschio.《Queste ossa appartengono ad un uomo bianco, a cui hanno rotto mascella. Le vedi queste viti?》Indico i pezzi di metallo con un dito: ne trovo solo tre.《Di certo proveniva dalla nostra epoca o forse qualche anno prima. Non saprei dire da quando questa tipologia di viti venga usata in medicina.》

《Ma perché mai un tizio qualunque avrebbe dovuto strisciare in un tubo di cemento per venire a morire qui?》La domanda del mio studente fa bestemmiare Liam a denti stretti.

《Che succede?》chiedo prontamente, distogliendo lo sguardo dai resti e portandolo sul capitano.

L'uomo si trova in piedi alle mie spalle, ma non sta guardando me bensì un punto sulla sabbia. Seguo la direzione dei suoi occhi, allungo una mano, affondandola fra i granelli bollenti, e le mie dita toccano qualcosa di duro e metallico.

Libero il mio trofeo dalla polvere e scopro che si tratta di una piastrina, quelle che l'esercito da in dotazione ai suoi soldati.

《Amici o nemici?》domando a Liam, porgendogli la placca e alzandomi velocemente.

Non ho mai pensato che qualcun altro, oltre a noi, potesse essere a conoscenza dei varchi ed attraversarli. Forse è stato un poco ingenuo da parte mia, ma, dopotutto, sono ancora "nuova" nell'ambiente.

《Non lo so》borbotta Becker, ripulendo la piastrina e leggendo il nome inciso sopra.《Non è possibile!》esclama, subito dopo, con gli occhi sgranati ed increduli.

《Che c'è? Che succede?》Connor balza in piedi, preoccupato e nervoso, realizzando solo ora che potremmo essere in pericolo.

《Non ne sono sicuro... Io...》farfuglia Liam, passandosi una mano fra i capelli.

Se non lo conoscessi, potrei dire che sembra spaventato eppure ha sempre affrontato con coraggio ogni genere di situazione e dinosauro.

Mi accosto all'uomo e gli poso una mano sul braccio in segno di conforto. Lui alza gli occhi da quella maledetta piastrina ed i nostri sguardo si incrociano.

Leggi il tormento e un'infinita tristezza nelle profondità delle sue chiare iridi: Liam mi appare come una persona in lutto eppure...

《Chi?》bisbiglio la domanda, senza sperare in una risposta.

Dopotutto io non sono nessuno per lui.

《Si chiamava Lisa》mormora, muovendo appena le labbra, come se parlare potesse avere un effetto distruttivo su di lui.《Ed era mia sorella...》

Sua... sorella...?

Ammetto che vorrei subissarlo di domande perché, finalmente, mi sta facendo vedere un lato nascosto di lui, celato sotto la maschera del soldato perfetto e invulnerabile.

Però non è ne il luogo adatto ne il tempo giusto per avere questa conversazione.

《Connor, hai un binocolo, per caso, nella tua borsa?》domando al mio studente con voce pacata ma decisa.

《Ce l'ho io》interviene Liam, frugando nella tasca dei pantaloni e traendone un oggetto grande quanto una mano.

Lo prendo e scopro che si tratta di un binocolo pieghevole, costituito da una lega molto flessibile. Le lenti non credo che siano di vetro dato che posseggono una tonalità verdognola.

《Un prototipo del Centro. Binocolo con visone notturna e mirino incorporati.》Ci spiega il capitano con parole asciutte, continuando a fissare quella maledetta piastrina.

Il Centro non finirà mai di stupirmi...

《Connor, prova a dare un'occhiata in giro》gli ordino, lanciandogli il leggero binocolo, che lui prende al volo.《Sai com'era vestita la ragazzina?》domando a Liam, mentre percepisco il tempo scorrerci fra le dita come i granelli di sabbia da cui siamo circondati.

《Portava un... vestito a fiori rosa. E il cane è piccolo e nero》mi risponde lui, con la mente ancora bloccata nei ricordi.

《Fiori rosa... Facile da trovare...》borbotta il mio studente, mettendosi all'opera.

Io rimango al fianco del capitano, cercando parole adatte che, però, non riesco a trovare. Quindi mi limito a stargli accanto e fargli sentire la mia presenza.

Poca cosa in confronto all'immensa tristezza che scorgo nei suoi occhi azzurri.

《Grazie》mormora, così a bassa voce che lo riesco ad udire a malapena.

《L'ho trovata!!》grida Connor proprio quando sto per aprire bocca.

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