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Gli amici di Betsy (quarta parte)

In effetti, l'autorizzazione ce l'abbiamo.

Ovviamente falsa, però Liam la sbandiera come se fosse autentica.

Siamo atterrati da qualche minuto e Connor continua a rimanere al mio fianco mentre il capitano parla con i soldati che ci hanno scortato fino a terra.

《Secondo lei ci uccideranno? O ci porteranno in un gulag? Fra l'altro, esistono ancora i gulag?》Il ragazzo è iperattivo a causa della tensione e non riesce a stare fermo e zitto.

《Se continui a comportarti in maniera così sospetta, è possibile》gli rispondo, incurvando le labbra in un sorriso.

Non voglio che i soldati si interessino a noi. Se Liam riesce a fregarli, poi, saremo liberi di andare, ma se uno di loro si incuriosisce troppo...

Meglio non pensarci...

《E, comunque, dovresti iniziare a darmi del tu e chiamarmi "zia"》aggiungo, prendendo Connor per mano.

Il ragazzo si aggrappa a me come se fossi la sua ancora di salvezza.

《Già. Ha ragione》commenta lui, annuendo più volte col capo.《Ops. Volevo dire, hai ragione zietta.》

Scoppio improvvisamente a ridere nell'udire quell'appellativo: sono figlia unica e non vi è alcuna possibilità che qualcuno mi chiami così. Però mi piace sentirlo sgorgare dalla bocca di Connor, uno studente a cui voglio bene quanto un figlio.

《Bravo, nipote》lo elogio, per poi sbuffare.《Perché Liam non si sbriga?》

I miei occhi sono fissi sui soldati russi, per fortuna, senza notare alcun atteggiamento aggressivo nei confronti del capitano. Proprio quando sto per perdere le speranze, Liam stringe loro le mani e volta le spalle incamminandosi verso noi due.

《Allora? Com'è andata?》gli chiedo, non appena arriva a portata d'orecchio.

《Mi hanno fatto un sacco di domande, ma ne sono uscito vivo》risponde Liam, passandosi una mano fra i capelli corvini.《Ci vogliono accompagnare fino in città. E, prima che tu me lo chieda, no, non ci possiamo sottrarre a questa... richiesta.》

Detto ciò, il capitano prende i nostri bagagli, che i piloti avevano scaricato mentre lui veniva interrogato, e ci esorta a muoverci.

《Andiamo. Meglio non farli attendere.》

Io sospiro e Connor gli trotterella dietro, pregando di non essere spedito in un gelido gulag.

Quando arriviamo alla macchina, un SUV governativo di colore bianco, un soldato ci saluta e ci apre la portiera.

《Buongiorno, signora Fairchild》dice l'uomo, portandosi una mano al cappello.《Si accomodi. Saremo in città in pochi minuti.》

《Grazie.》Gli rivolgo un sorriso radioso per poi sedermi sul sedile dietro a quello del guidatore.《Non vedo l'ora di vedere il vostro bel Paese.》

Liam si siede accanto all'autista mentre Connor si mette accanto a me.

《Eh già. Proprio un bel paese》commenta il ragazzo, guadagnandosi un'occhiata da parte del soldato.

《Lo scusi》intervengo, posando una mano sulla gamba di Connor pizzicandolo per invitarlo al silenzio.《È giovane e ipereccitato dalla prospettiva di trovarsi in un altro stato. I ragazzi!》

Il soldato, un uomo sulla quarantina con capelli sale e pepe, scoppia in una fragorosa risata ai danni del giovane per dopo allontanarsi, scuotendo la testa.

Il militare che ci accompagnerà in città, invece, è un tipo taciturno, con occhi e capelli scuri, che mi fissa dallo specchietto retrovisore finché il suo collega non gli da l'ordine di partire.

Dopodiché io e Connor ci rilassiamo mentre Liam sta in allerta, pronto a intervenire in caso di problemi, anche se spero vivamente che il viaggio prosegua tranquillamente nonostante l'incerto inizio.

《Allora, dove siamo diretti?》mi domanda il giovane a bassa voce, scrutando il paesaggio fuori dal finestrino.

《Nella città più vicina, suppongo. Anche se non ho idea di quale sia》mormoro, in risposta, scoccando una rapida occhiata al nostro guidatore.

Man mano che ci allontaniamo dalla posta di atterraggio, mi rilasso impercettibilmente: avevo pensato che i soldati ci avrebbero fatto mille domande per poi buttarci in qualche carcere russo mentre invece tutto si stava svolgendo nel migliore dei modi.

Volgo lo sguardo verso il finestrino per passare il tempo: sto fissando un albero dalla chioma verde brillante quando accade.

L'auto sbanda bruscamente mentre rumori di lotta invadono l'abitacolo. Riporto gli occhi ai due uomini seduti davanti a me e Connor e li trovo intenti a contendersi il volante.

Ma che succede?

Connor si è fatto piccolo piccolo nel sedile accanto al mio come se volesse fondersi con esso mentre io non so proprio che fare.

Il guidatore russo prova a colpire Liam al collo, ma il capitano para il colpo con l'avambraccio per poi dare una gomitata all'uomo.

La testa del soldato rimbalza contro il poggiatesta e dopo ciondola senza forze, segno che Liam gli ha fatto perdere conoscenza.

《Ma che combini?》gli domando non appena la situazione si risolve.《Così ci arrestano di sicuro.》

《Tranquilla, dolcezza》replica il capitano, fermando l'auto seppur con qualche difficoltà.《Non ci stava affatto accompagnando in città bensì nella caserma che si trova a quattro chilometri da noi.》

《Che cosa? E come lo sai?》chiede Connor, riprendendosi di colpo.《L'hai ucciso? Ti prego dimmi che non l'hai ucciso.》

《Non l'ha ucciso》rispondo io mentre Liam sta legando le mani e i piedi del soldato incosciente.《E, comunque, come facevi a sapere che eravamo diretti in una caserma?》

《Parlo russo》mi rivela il capitano, aprendo la portiera e gettando fuori dall'auto il russo.《Beh, non benissimo, però lo capisco abbastanza e ne mastico qualche parola.》

Davvero?

《Wow》dice, con tono ammirato, Connor mentre Liam mette in moto la macchina.《Quando l'hai imparato? Sai dire il dinosauro è sul tavolo in russo?》

Alzo gli occhi al cielo, indecisa se ridere o piangere, ma il capitano non avverte tutta questa incertezza: difatti si mette a ridere fragorosamente.

Dopodiché svolta a destra, imboccando una strada anonima identica a quella che stiamo percorrendo. Non so come faccia a orientarsi in terra straniera.

《L'ho imparato sul campo, diciamo》si decide a rispondere Liam, accelerando e controllando lo specchietto retrovisore.《So che eravamo diretti nella caserma solo perché ho origliato i discorsi dei soldati prima di tornare da te e Connor. L'autorizzazione aveva convinto tutti, però, quando hanno chiesto il loro comandante, ho sentito che lui aveva ordinato la nostra cattura. Pare che Natascia Putin stia cercando una coppia di stranieri sospetti così ammanetta chiunque capiti a tiro.》

《È ufficiale. Odio la Russia》affermo, appoggiando la schiena al sedile.《E ora dove stiamo andando?》

《Ardon. La cittadina dove dovrebbe essersi aperto il varco》mi spiega Liam.《Le coordinate sono salvate nel navigatore dell'auto. Un colpo di fortuna ogni tanto ci vuole!》

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