Gli amici di Betsy (prima parte)
《Avete un aereo? Sul serio?》domanda Connor, sgranando gli occhi.
È domenica e ci troviamo nell'ufficio del signor Smith: il capo ci ha convocati perché si è aperto un varco in terra straniera.
《Non è quello che ci interessa ora》replico, sospirando con la pazienza quasi al limite.《La cosa importante è: perché noi?》
《Vi ho assunti per questo. O mi sbaglio?》ribatte l'uomo, col tono saccente che lo contraddistingue.
Stiamo parlando da quasi dieci minuti eppure ancora non capisco il motivo di questa convocazione. Liam non mi ha anticipato nulla e ora il signor Smith continua a girare intorno al problema senza esternarlo.
《Non proprio. In realtà non ho ancora capito perché ci ha assunto》commento con sincerità.《Però noi non siamo spie né soldati. Questo incarico è più adatto al capitano Becker.》
Il capo sospira e incrocia le braccia al petto, probabilmente credendo di intimidirmi. Come al solito, indossa un completo scuro, ma oggi è privo di cravatta, segno che è domenica anche per lui.
Accavallo le gambe e lo fisso quietamente, in attesa che ci dica il vero motivo che si cela dietro questa nuova missione.
Connor, dal canto suo, ci sta guardando affascinato come se si trovasse di fronte a un esperimento scientifico.
《Non si preoccupi, professoressa. Verrà anche il capitano assieme a voi》ci spiega il signor Smith.《Solo che sarà una specie di missione sotto copertura. Dovete solamente recarvi in Russia e scoprire che tipo di varco si è aperto. Non mi pare di chiederle qualcosa di anomalo.》
Forse no.
Eppure il mio sesto senso grida a squarciagola.
《Cos'è che non ci sta dicendo?》domando, curiosa di capire la motivazione che spinge il signor Smith a organizzare una missione del genere.
Qualcuno bussa alla porta e interrompe il nostro interessante colloquio: tutti e tre ci giriamo in direzione della porta, dalla quale sbuca il capitano, vestito in abiti civili.
《Scusate l'interruzione》esordisce l'uomo, scoccando un'occhiata al capo.《Volevo soltanto avvisare che è tutto pronto per il viaggio.》
《Ottimo.》Il signor Smith sorride in modo inquietante a quella notizia, ma Connor pare non accorgersi di nulla.
《Il Centro possiede un aereo. Ci crede, prof? Un aereo!》blatera il ragazzo, ancora elettrizzato da quella piccola informazione.
Nonostante sia domenica, il mio caro studente si abbiglia come ogni altro giorno della settimana: infatti, indossa un paio di pantaloni rossi abbinati a una maglia viola e una sciarpa gialla, nonostante il clima sia mite.
Mi massaggio le tempie con due dita, inspirando ed espirando, in un vano tentativo di mantenere la calma.
《Connor. Fidati che l'aereo del Centro è la cosa che mi interessa meno ora come ora》affermo con voce bassa.《L'unica cosa che voglio sarebbe una spiegazione, ma evidentemente è chiedere troppo.》
Mi alzo, trafiggo i due uomini con uno sguardo di ghiaccio, dopodiché trascino Connor fuori da quell'ufficio troppo affollato.
Cammino a passo sostenuto finché non ci allontaniamo da Liam e dal capo poi rallento l'andatura finché non siamo scesi dalla breve rampa di scale.
《Che ne pensi?》sussurro a Connor, appoggiando la schiena al freddo muro e mantenendo gli occhi fissi sulla porta dell'ufficio del signor Smith.
Liam è entrato non appena noi siamo usciti per chissà quale losco motivo e io sono davvero molto curiosa di scoprire cosa c'è dietro questa storia.
《Che non ho mai volato prima d'ora. Spero di non vomitare》risponde lo studente, in tono incerto e preoccupato.
Il mio sguardo abbandona la porta dell'ufficio per trafiggere Connor con un'occhiata in tralice dopodiché ritorna al punto di partenza.
《Ehm... Volevo dire che... Non so assolutamente che nasconde il capo. Anche ultimamente scompare spesso: Kelly deve sempre chiamarlo tramite perché non si trova mai in ufficio》rettifica il ragazzo, dandomi finalmente una risposta sensata.
《Quindi Leo sa che succede》commento con voce riflessiva.《Ottimo.》
Afferro Connor per un polso per poi attraversare la grande sala del Centro e raggiungere gli ascensori. Una volta all'interno dell'abitacolo chiamo l'intelligenza artificiale che rappresenta il cervello dell'agenzia governativa.
《Leo. Ci sei?》chiedo, sentendomi un po' stupida, soprattutto vedendo Connor sorridere.
《Certo, professoressa. Sono sempre a sua disposizione》risponde prontamente il computer.
La sua voce, leggermente metallica, risuona lieve nell'ascensore come se Leo si trovasse esattamente accanto a noi.
《Grazie. Sei davvero gentile. Avrei bisogno di sapere una cosa. Tu rappresenti gli occhi e le orecchie del Centro quindi sai tutto quello che succede qui, giusto?》La prendo alla lontana e decido di abbellire la mia richiesta con lodi ed elogi.《Di sicuro saprai anche che combina il signor Smith ultimamente. Vero?》
Leo si prende alcuni minuti prima di rispondere e, quando lo fa, percepisco una nota di titubanza nella sua voce.
《Beh, certo. Però... non so se posso dirvelo. Cioè, non si tratta di un'informazione riservata, ma...》
Bingo!
《Il problema è che stiamo per andare in missione all'estero, come ben saprai, e il signor Smith non ci ha dato tutte le spiegazioni che ci servono per portare a termine il nostro incarico. Qualcosa potrebbe andare storto a causa del suo silenzio》spiego il mio punto di vista, aggravando un poco la nostra situazione, giusto per dare l'input che serve a Leo.
《Se la mette giù così, professoressa, non mi lascia molta scelta.》L'intelligenza artificiale sospira rumorosamente per dopo vuotare il sacco.《Il signor Smith ultimamente si reca molto spesso nel serraglio. Visite abbastanza lunghe a dirla tutta.》
Appena Leo finisce di parlare, l'ascensore entra in azione e comincia una lenta discesa.
《Nonostante io la conosca da poco tempo, ho immaginato che volesse dare un'occhiata al serraglio così mi sono permesso di anticiparla, professoressa》aggiunge il super computer del Centro mentre Connor alza i pollici in segno di piena approvazione.
Prima non gli interessava nulla e ora Leo ha risvegliato la sua curiosità.
Perfetto.
Quando l'ascensore si ferma, l'intelligenza artificiale ci comunica un paio di cose di fondamentale importanza.
《Ci tengo a dirvi due cose prima di aprire le porte: tenevi lontano dalle sbarre e non arrabbiatevi.》
《Perché dovremmo arrabbiarci?》domando, confusa da entrambe le richieste.
《Come le ho già detto, un po' la conosco, professoressa》commenta Leo per poi spalancare le porte dell'ascensore.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro