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Connor il cavaliere (quarta parte)

《Seguiamolo!》esclamo, mettendomi a correre senza alcun indugio.

Appena giunti in quest'epoca, siamo già costretti a lasciarla per tornare al nostro tempo e la cosa mi rammarica immensamente, però, non possiamo di certo rimanere qui mentre dinosauro e cavaliere vagano per Londra.

Chissà che stanno combinando...

Connor è sempre al mio fianco ed attraversiamo il varco all'unisono. Quando riapriamo gli occhi, ci troviamo di fronte ad uno spettacolo alquanto bizzarro.

Come prima cosa noto che ormai è pomeriggio inoltrato: il tempo fra la nostra epoca e quella a cui appartiene il cavaliere scorre in maniera molto diversa.

Pochi secondi equivalgono ad intere ore.

Una cosa spaventosa e destabilizzante allo stesso tempo.

La seconda cosa su cui poso gli occhi è il dinosauro. Si tratta di indubbiamente di un carnivoro, teropode, ad occhio e croce lungo fra i sette e gli otto metri con una testa dalla forma insolita: infatti possiede una specie di cresta che mi ricorda molto lo spinosauro.

《Che ne pensi?》domando, bisbigliando, a Connor che si è fermato un paio di passi dietro a me.

《Che forse dovremmo lasciarlo fare》risponde lui, in tono pensieroso come se davvero volesse che il cavaliere sbrigasse questa faccenda.

《Connor!》sibilo, rimproverandolo, mentre cerco di pensare a come agire.

Il dinosauro getta la testa all'indietro e lancia un ruggito che mi sconvolge l'udito, ma il cavaliere non si lascia impressionare e gli grida qualcosa in tono aspro, quasi sfidasse la creatura, dopodiché parte alla carica. Lo stallone, dal manto fulvo, cavalca senza esitazioni in direzione del grande animale, che attende paziente l'arrivo della preda.

Mi porto entrambe la mani alla bocca per frenare il grido che lotta per uscire dalle mie labbra quando vedo il cavaliere, spada alla mano, aggredire il dinosauro. Quest'ultimo tenta di azzannare l'uomo, ma lui è rapido e controllato così riesce a sfuggire alle potenti mascelle dell'animale.

Il cavallo viene sbattuto contro una pila di auto ed il suo nitrito di dolore risuona nel silenzio mentre il cavaliere sbotta in quella che, alle mie orecchie, suona come una colorita imprecazione d'altri tempi, perdendo la sua arma, che cade a terra con un tonfo sordo.

Il dinosauro, allora, spalanca la bocca e ruggisce in segno di sfida, però, prima che possa fare qualcosa, un potente tuono squarcia il cielo di Londra, spaventandolo. Così l'animale ci rifila un'occhiata di puro odio per poi scappare via, attraverso il labirinto di macchine da rottamare, scomparendo alla nostra vista in pochi secondi.

«Non può essere successo davvero...» mormoro, sbigottita da tutta questa situazione.

Batto le palpebre un paio di volte, sperando fanciullescamente che tutto scompaia, ma il cavaliere si trova ancora qui davanti a noi, che controlla le condizioni del suo destriero. Fortunatamente pare che il cavallo non abbia riportato ferite in seguito al piccolo diverbio avuto col dinosauro.

«Oh, sì, invece» ribatte, emozionato, Connor, mettendosi a correre verso l'uomo di un'altra epoca.

«Aspet...» Cerco di fermare il ragazzo però lui è molto più veloce delle mie parole così lo inseguo, arrivando appena in tempo.

Il cavaliere, infatti, credendo lo studente, vestito in maniera abbastanza eccentrica, una minaccia, lo agguanta con forza per la maglietta e lo sbatte contro la carcassa di una Cadillac giallo, ormai sbiadito.

«Ehm... calmo, Artù...» balbetta Connor, alzando le mani in segno di resa, ma, l'uomo non accenna a lasciarlo andare, così mi aggrappo al braccio del cavaliere, strattonandolo con energia affinché liberi il ragazzo.

Lo sconosciuto di un'altra epoca, preso in contropiede, molla la presa sul mio studente, che balza lontano e tenta di nascondersi dietro al cavallo, il quale gli rivolge una confusa occhiata. Liberato Connor, il mio corpo si tende, pronto ad uno scontro, che, però, non avviene: il cavaliere mi scruta con occhi attenti per poi mormorare qualcosa, inchinarsi dinnanzi a me e regalarmi un baciamano.

Wow...

«Io...» farfuglio, imbarazzata da questo atteggiamento, che per l'uomo rappresenta la normalità, e rimango immobile.

Il cavaliere mi rivolge altre parole, dal significato arcano, e poi mi abbandona: recupera la sua arma, risale in sella al fedele destriero, scoccando un'occhiata malevola a Connor e poi galoppa via, lasciandoci da soli, immersi in un silenzio quasi innaturale.

«Questo è stato davvero strano» commenta il mio studente, rialzandosi in piedi, un po' a fatica. «Beh, più del solito, intendo...»

《Molto più del solito》concordo con lui, in tono atono.

Prima che io possa dire altro, un allegra musichetta ci fa sobbalzare entrambi: Connor mi guarda con intenzione e realizzo che si tratta della suoneria del mio cellulare.

《Scusa》borbotto, recuperando il telefonino dal fondo della borsa, con gesti frenetici.《E ora? Che gli dico?》chiedo aiuto a Connor, che si avvicina circospetto a me.

Sul display lampeggia il nome del capitano: mi sta chiamando ed io non voglio proprio rispondere.

《Ciao?》risponde il ragazzo, con voce esitante, senza aiutarmi davvero.

Gli lancio un'occhiataccia dopodiché accetto la chiamata: la voce di Liam, forte e autoritaria, mi perfora i timpani non appena avvicino l'orecchio.

《Cosa ci fai lì? Non venirmi a dire che ci sei andata per caso! A te non serve uno sfasciacarrozze!》afferma, praticamente gridando, il capitano Becker.

Allontano, infastidita, il cellulare e lascio che l'uomo sbraiti per un quarto d'ora prima di riaccostare il telefonino all'orecchio.

《Ora sei più calmo?》gli domando, col tono di voce più pacato che riesco a mettere insieme.

《No》sbotta lui per poi sospirare. 《Sì. Raccontami tutto》ordina e sto per farlo quando aggiunge:《Inclusi i particolari.》

Alzo gli occhi al cielo, sbuffando leggermente, prima di rispondere alle sue "gentili" domande. Peccato che il mio resoconto porto ad altre invettive contro il mondo, l'intelligenza e gli studenti dai vestiti sgargianti.

《Se continui così, probabilmente il cuore ti scoppierà sai?》commento in tono mordace.《Al posto di inveire contro tutti, perché non ci raggiungi?》suggerisco con voce candida, aspettandomi altre parole che non tardano ad arrivare.

《Perché non vi...?!》esclama lui, incredulo.《Sono già per strada! Cercate di non fare altri danni! Se serve, non respirare nemmeno!》

Detto ciò, chiude la chiamata in malo modo. Scambio un'occhiata con Connor che sorride in maniera incerta.

《È andata bene no?》

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