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Long time //Yamaguchi Tadashi\\

Avevi appena cinque anni quando ti eri trasferita in una piccola città nella prefettura di Miyagi. Eri molto triste all'idea di aver abbandonato la tua migliore amica [N/A], eravate legate... come sorelle.

Ricordi veramente poco della tua infanzia.
Quando ti capitava di incontrare i tuoi compagni di classe, era davvero dura per la tua memoria capire con chi stessi parlando.
"Non sono smemorata, ricordo solo ciò che ritengo importante!"
Ripetevi sempre queste parole, più a te stessa che agli altri.
Ogni volta che qualcuno ti chiedeva un esempio di 'ricordo importante' non ci riflettevi due volte a raccontare un aneddoto di quando avevi cinque anni.

Ti eri trasferita da poco. Tu e tua madre stavate cercando un parco giochi dove tu potessi divertirti e magari conoscere qualche nuovo amico.
Così fu.
Mentre eri intenta a giocare con una bambola, un curioso bambino con un dinosauro in mano si avvicinò a te.

"La principessa adesso è in pericolo! Un dinosauro vuole rubarla e portarla nel suo regno!"
Guardasti quello snello bambino davanti a te. Aveva dei capelli scuri con un ciuffo all'insù sopra la testa; anche i suoi occhi erano scuri e in quel momento sembravano sprizzare gioia da tutti i pori. Notasti delle adorabili lentiggini sul suo viso, a tuo parere lo rendevano molto dolce.

Sorridesti al bambino di fronte a te.
"La mia principessa sicuramente riuscirà a cavarsela e certamente non aspetterà un principe azzurro!"
Eri fatta così. Nonostante avessi solo cinque anni, non credevi nel principe azzurro e nel 'vissero felici e contenti'. Piuttosto strano, vero?

Tu e quel dolce bambino cominciaste a correre per il parco con i vostri giocattoli.
"Tsukki il Dinosauro vorrebbe scusarsi con la principessa per aver cercato di rapirla. Ha capito che è molto meglio avere un'amica al suo fianco. Credi che possa mai perdonarlo?"
"Certo che sì! [N/P] (nome principessa) crede che tutti possano pentirsi delle loro azioni e diventare delle persone migliori!"
Ridacchiaste insieme finché tua madre non ti chiamò per tornare a casa.
"[T/N], saluta il tuo amico, si è fatto tardi e dobbiamo tornare a casa!"
Ti voltasti verso il tuo 'amico'. Salutandolo con la mano.
"Ci vediamo! Aspetta... ma come ti chiami?"
"Che imbarazzo! Non gli ho neanche chiesto quale fosse il suo nome..."
"Sono Tadashi Yamaguchi. Tu sei [T/N]?"
Annuisti freneticamente.
"Ciao Tadashi, ciao Tsukki, ci vediamo il prima possibile!"

Tornasti ogni giorno il quel parchetto, ma di Tadashi non c'era neanche l'ombra. Passarono giorni, mesi, addirittura anni. Finché smettesti di andare in quel parco. Avevi capito che non avresti mai più rivisto Tadashi con il suo dinosauro in mano.

Passarono 14 anni.
Ormai sei una 'donna' di 19 anni e studi all'università [N/F] (nome facoltà).
Sei appena entrata nella caffetteria. Il dolce profumo di cornetti appena sfornati ti rallegra subito la mattinata. È sempre dura alzarsi presto, ma quel delizioso odore rendeva tutto migliore.
Ti sei seduta al tuo tavolo preferito. Lontano dalla vetrina, attaccato alla parete. Il tavolo di per sé è piccolino ed è in betulla. La tua sedia, dello stesso colore, scricchiola appena quando ti muovi. Ma ciò non ti infastidisce.
Uno dei camerieri ti si avvicina.
"Buongiorno [T/N], cosa ti porto?"
"Buongiorno Daichi, il solito grazie."
Vi sorridete a vicenda. Tutti ti conoscono in quel bar. Da Daichi, il proprietario, al suo fidanzato Sugawara.
Prendi un quaderno dalla tua borsa per sistemare gli appunti, quando la porta della caffetteria si apre lasciando spazio a dei ragazzi molto rumorosi.
"Kageyama! Se i miei amati Muffin sono finiti giuro che me la prenderò con te!"
Il ragazzo che parla è molto, molto basso e ha i capelli di un arancione acceso. Si sta rivolgendo ad un suo amico più alto dai capelli corvini.
"Taci idiota. L'importante è che non abbiano finito il latte o lo yogurt."

Daichi e Sugawara li salutano affettuosamente, quando l'uomo dai capelli bianchi inizia a parlare.
"Tsukishima e Yamaguchi si sono persi per strada?"
"Yamaguchi? Può essere quel Yamaguchi? Non può essere [T/N] sarebbe un qualcosa di troppo bello nella tua vita."
"Preferiscono prendere l'autobus. Quindi arrivano più tardi di noi... ma dovrebbero arrivare a momenti!"
Spiega il basso dai capelli arancioni.

Dopo poco, un ragazzo alto dai capelli biondi corti entra nel bar, seguito da quel Yamaguchi.
Resti pietrificata e lo guardi attentamente.
È semplicemente adorabile. Porta lo stesso taglio di capelli di quando era bambino e non è cambiato affatto. Ha una voce più virile ora ed è cresciuto molto in altezza.
Osservi il modo in cui parla con i suoi amici e come arrossisce di tanto in tanto. Noti che ha il vizio di toccarsi l'orecchio quando si trova nel bel mezzo di una discussione imbarazzante.
Sposti lo sguardo sul suo zaino. C'è un simpatico portachiavi raffigurante un dinosauro.
"Chissà perché gli piacciono tanto i dinosauri."
Ti chiedi istintivamente.

A risvegliarti dai tuoi sogni è proprio Sugawara
"Il solito."
Ti dice porgendo il tuo ordine. Ti augura una buona colazione a torna al suo lavoro.
Porti lo sguardo malinconico sulla tazza fumante di caffè, rassegnandoti al fatto che Tadashi non si ricorderà mai di te.
Ormai sei di cattivo umore, quindi bevi velocemente il tuo caffè e lasci i soldi sul tavolino. Ti dirigi velocemente verso l'uscita, senza salutare nessuno.

La lezione sta per iniziare, perciò ti sistemi in fondo ed estrai dalla tua borsa tutto l'occorrente per prendere appunti.
Nell'estrarre l'astuccio, noti che il tuo quaderno degli appunti non c'è ed è proprio in quel momento che capisci di averlo lasciato sul tavolo della caffetteria. Ti maledici mentalmente e ti rassegni al fatto che non avresti più fatto in tempo a tornare indietro.

In tarda mattinata, hai terminato i tuoi corsi. Esci dall'aula e ti fermi ad una grande finestra. Puoi vedere tutto ciò che ti circonda: il cortile è immenso e accanto a delle panchine di pietra ci sono dei graziosi alberi di ciliegio. Sono sempre stati i tuoi preferiti. Quel rosa così delicato ai tuoi occhi è rilassante e ti dona un senso di speranza. Il fiore di ciliegio rappresenta la fragilità e la bellezza della vita. Serve a ricordare che la vita può essere di una meraviglia quasi eccessiva ma anche tragicamente breve.
Pensi di nuovo a quel dolce bambino incontrato ormai 14 anni fa. Lo vedrai ancora nella caffetteria? Magari quando troverai abbastanza coraggio nel profondo di te stessa potresti anche provare a parlare con lui.
"Ciao! Sono una ragazza che hai conosciuto tanti anni fa in un parco. Giocavamo con dei giocattoli-"
Porti la mano sulla tua fronte, assumendo la posizione del 'facepalm' e non fai che pensare a quanto sia stata stupido anche solo il voler provare a parlare con lui.

Continui a fissare tutto ciò che accade nel giardino, vedi alcune coppiette innamorate e qualche uccellino che canta, finché qualcuno ti tocca timidamente la spalla.
Ti volti velocemente, chiedendoti chi mai possa essere. Rimani allibita quando vedi lui.
È davanti ai tuoi occhi, con le guance paonazze e l'aria chiaramente imbarazzata. Ha un braccio lungo il suo busto, mentre l'altra mano sta toccando nervosamente il suo orecchio sinistro. Ha lo sguardo rivolto verso il basso inizialmente, ma quando vede che ti sei voltata verso di lui, immerge i suoi scuri occhi nei tuoi [C/O].

"Ecco... io sono Yamaguchi Tadashi. Questa mattina ti ho vista al bar e ho notato che hai lasciato sul tavolino un quaderno. Ho chiesto a Daichi e Sugawara dove potessi trovarti... ed eccomi qui!"
Dice il castano sorridendo a malapena e prendendo il tuo quaderno dalla sua borsa.
Resti qualche secondo in silenzio e inizi a chiederti se ti trovi in un sogno o nella realtà.

"Oh... grazie mille Yamaguchi-San."
È tutto ciò che riesci a dire, prendendo il quaderno.
Sei lì pietrificata. Le guance vanno a fuoco. Il cuore batte all'impazzata. Le tue pupille sono più dilatate che mai.
"Chiamami semplicemente Tadashi, abbiamo la stessa età!"
Lui ti sorride calorosamente, proprio come faceva sempre da bambino.
"Durante tutti questi anni non sei minimamente cambiato, lo sai?"
Lo vedi chiaramente confuso.
"Credo tu abbia una storia da raccontarmi, che ne dici di pranzare insieme?"
Accetti senza pensarci due volte e insieme vi dirigete verso un ristorante giapponese.

Gli racconti del vostro incontro da bambini e lui sembra ricordarsi quel giorno.
"Mi ricordo! Ogni tanto mio nonno mi portava in quel parco quando aveva un po' di tempo libero. Piano piano non ha più avuto tempo di portarmi al parco, purtroppo. Ho sempre sperato di rincontrarti, ma alla fine mi sono rassegnato e ho smesso di cercarti."
Sorridi spontaneamente alle sue parole e posi una mano sulla sua.
"Vedo che hai ancora la passione per i dinosauri. Anche questo si chiama Tsukki?"
Gli chiedi indicando con la testa il portachiavi sul suo zaino.
"Veramente il mio amico Tsukishima è sempre stato un grande amante di questi grandi rettili. Alla fine me ne ha parlato così tanto che ho ceduto anche io al fascino irresistibile dei dinosauri."
Ridete insieme e vi guardate negli occhi.

Alla fine del pasto, decidete di scambiarvi i numeri di telefono per non perdervi più di vista.
I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare, ci uniscono anche quando sembra che si debbano spezzare. Certi legami sfidano le distanze, il tempo e la logica. Perché ci sono legami che sono semplicemente... destinati a essere.

per Malloforever210

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