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FudoKidou


Allora, dopo mesi e mesi sono tornata ad aggiornare questa storia ^^ Purtroppo wattpad mi dice che l'utente che ha richiesto questa ship non esiste più ://
Eniuei ora lo giuro, farò tutte le one-shot richieste anche se con un poco di ritardo, e le pubblicherò a breve :3

~ Maledetti Occhialetti ~

Caleb...

È mezzanotte, e sono solo in casa, non c'è nessuno, solo io, infatti si può sentire un silenzio tombale qui dentro.
Decido di estrarre un accendino e una sigaretta dallo zaino di scuola, cioè dove le nascondo da mio padre, si non è un perfetto nascondiglio ma non controlla mai lì, inoltre ora è impegnato in un viaggio per lavoro.

Apro la finestra, si vede tutto il panorama urbano : palazzi, qualche parco qua e là, le luci delle case delle persone ancora sveglie e dei lampioni.
Prendo l'accendino e accendo una sigaretta che avevo già portato tra le mie labbra.
Se alzo un po' lo sguardo posso vedere anche la luna in tutto il suo splendore.
Espiro ed esce il fumo, e si forma una nuvola grigia che piano piano scompare, nel frattempo continuavo a osservare il paesaggio urbano, fin quando la sigaretta non si esaurisce, è il momento che meno preferisco in quanto vorrei sempre fumarne un'altra, ma non sarebbe l'ideale due di fila, per cui devo trattenermi.
Chiudo la finestra e mi sdraio nuovamente sul letto, ma niente, non riesco a dormire, i pensieri si affollano nella mia mente e non mi lasciano tregua, così decido di alzarmi e uscire dalla mia camera. Accendo la luce in salone, mi siedo sul divano e mi guardo intorno, e il silenzio comincia a darmi fastidio, questa casa in sé non mi aggrada, regnano brutti ricordi qui... E se ci fosse stato mio padre ora, sarebbe stato peggio, spesso attribuisco a lui la colpa di tante cose.

Questa casa mi soffoca ogni volta, sento che non mi appartiene, non mi sento realmente a "casa". Decido così di andare via da lì, torno in camera e mi vesto con dei jeans neri strappati e una felpa, in realtà siamo in estate e queste sarebbero le vacanze estive ma a volte la sera fa comunque fresco.
Mi porto le chiavi e il cellulare appresso, poi guardo il pacco di sigarette che ho appoggiato distrattamente sulla scrivania e sono indeciso se portarlo o meno, magari mi verrà voglia, ma alla fine decido che per oggi basta.
Generalmente, durante questi tipi di notti estive noiose, dove l'insomnia mi prende di mira, vado in un piccolo parco vicino casa, circa a 5 minuti da qui a piedi.

Così esco, e con le mani nella gramde tasca centrale della mia felpa blu scuro, mi avventuro nella buia città notturna illuminata solo dai lampioni. In breve tempo dunque arrivo lì, vi è uno spiazzo con i giochi per i bambini e poi un prato con degli alberi piantati ordinatamente.
Anche qui c'è una buona illuminazione, e quindi riesco a orientarmi e vado verso le altalene, dove generalmente mi siedo per fumare, e visto che non ho le sigarette mi limito a dondolarmi leggermente.
Anche qui c'è silenzio, ma è rilassante, è confortevole, credo il problema sia effettivamente la mia casa, come immaginavo.

Che ci fai qui a quest'ora?

Sento una voce provenire dall'entrata del parco, a qualche metro da me. La riconosco subito, sbuffo e mi giro verso di lui.

Perché è una novità? E poi potrei farti la stessa domanda.

A braccia conserte vi è un fastidioso quattr'occhi, abita qui vicino e andiamo a scuola insieme, a dire il vero siamo anche nella stessa classe, l'ho conosciuto bene a metà di quest'anno scolastico, quando avevo debiti in tutte le materie nel primo quadrimestre e il professore mi ha assegnato lui come tutor, ero davvero scettico all'idea, non avevo proprio voglia di studiare, e non ce l'ho tutt'ora, ma nonostante questo è riuscito a farmi recuperare e sto cercando di mantenere le sufficienze, dopo ciò lui non mi ha più parlato per qualche settimana, probabilmente non aveva interesse in me, fin quando non sono stato io a chiedergli nuovamente aiuto per studiare, avevo difficoltà in matematica, così non sapendo a chi chiedere mi rivolsi a lui nonostante...

《Mi sembrava di averti detto che non ti avrei più aiutato. Non ho tempo per seguirti.》

Disse il ragazzo dai capelli rasta tenuti in una coda alta, con quei soliti occhiali che gli coprono gli occhi.

《E dai! Lo hai fatto neanche un mese fa, cosa ti costa spiegarmi questo argomento?!》

Mi lamento io lasciando cadere il quaderno di matematica sul suo banco.

《Il professore me lo aveva chiesto in cambio di crediti, non ho più motivo di farlo.》

A quelle parole la rabbia cominciava a ribollirmi nelle vene, ma cerco di calmarmi pensando che effettivamente ha ragione, perché dovrebbe aiutarmi? Sono solo una fatica in più.

《Perché non chiedi a qualcun'altro? Ci sta anche Nathan che è molto bravo in matematica.》

Già, perché non chiedo a qualche altro studente? Perché sono andato subito da lui? Certo, perché non ho una buona fama e nessuno vuole aiutare uno come me, mi vedono come un teppista irrecuperabile, e lo so perché il professore mi ha chiaramente detto "Per te Stonewall... È difficile trovare qualcuno disposto ad aiutarti sai.."
E il giorno dopo è tornato presentandomi lui, Jude Sharp, un ragazzo che ho sempre ignorato, come tutti gli altri, per me era solo il nerd studioso che non ha una vita sociale, quando poi in realtà non è che io la abbia.

《Ho capito non te lo chiedo più!》

Dico riprendendomi il quaderno e tornando al mio posto contrariato. Come faccio ora per la verifica che si terrà la prossima settimana? Non ci ho capito nulla, il prof. mi odia come tutti gli altri, tranne qualcuno che mi sopporta ma che non saprebbe spiegarmi questa materia, devo studiare da solo.

Quella sera, non c'era mio padre perché era nuovamente partito per un viaggio di lavoro, e quindi mi reco per la prima volta in un luogo per cercare di studiare, sono quasi le 23, e con il quaderno in una mano, e una penna nell'altra, cammino fin quando non vedo quel parco, e penso che sia un luogo ottimale per studiare.
Mi siedo sull'altalena e poso il quaderno sulle gambe, qualche appunto lo ho preso ma non è abbastanza, mi sono addormentato troppe volte e mancano dei pezzi, cerco di ricordare cosa ha detto il professore i giorni passati, ma proprio non mi viene in mente nulla.

《Questi appunti sono un casino, mi sembra naturale che tu non ci capisca nulla.》

Sento una voce che mi giudica severamente appena dietro di me e mi prendo un colpo e mi giro di scatto, quando è arrivato?!

《E tu che ci fai qui!?》

Chiedo istintivamente, chi verrebbe in un luogo poco raccomandabile di notte? Oltre a me, ovviamente.

《Facevo una passeggiata, abito qui vicino, non ti ho mai visto qui, quindi sarei io a dovertelo chiedere.》

Sbuffo e giro nuovamente il volto sul quaderno cercando ancora di ricordare, inutilmente.

《Pensavo di averti insegnato a prendere gli appunti durante quella settimana.》

《Sei ancora qui?!》

Ma cosa vuole?! Oggi mi ha chiaramente detto che non voleva più saperne nulla di me, e ora è ancora qui che mi rompe?

《Ho davvero sprecato una settimana di tempo per insegnarti a studiare come si deve, e questo è il risultato?》

《E a te cosa importa?! I cosi... crediti... Li hai presi comunque.》

Dico senza neanche guardarlo, spero se ne vada via presto se deve continuare a criticarmi.

《Comunque lo sai che è pericoloso stare qui fuori a quest'ora? Per giunta in un luogo come questo.》

《Perché? Non mi sembra che tu stia a casa tua.》

Lo ha davvero detto a me quando anche lui è qui? Cosa passa per la testa di questo ragazzo?!

《Mi sento più a casa mia qui. Quindi perché sei qui?》

Quelle prime parole mi hanno per un attimo sorpreso, è ciò che penso sempre, per questo non riesco mai a concentrarmi a casa, per lui per caso è lo stesso?

《Non mi andava di stare a casa.》

Mi giustifico io, cominciando a mordicchiare la penna nervoso, stufo di questa inutile materia. Dopo neanche un secondo prendo il quaderno e lo butto per terra.

《Ma alla fine cosa serve!? A niente!》

Lo avrei bruciato quel quaderno, se solo mi fossi portato il mio fidato accendino dietro... Invece sono uscito con solo le chiavi e il quaderno, ah e la penna. Ad un certo punto vedo davanti a me Jude, che si china prendendo in mano il quaderno, per poi pulirlo scuotendolo un po' vista la terra che c'è finita sopra.

《Ti manca un passaggio, dammi la penna.》

Sorpreso e confuso gli passo la mia penna blu e lui la prende cominciando a scrivere su quel quaderno malconcio.

《Vedi? Hai scritto solo l'inizio e la fine dell'equazione che ha spiegato il professore la volta scorsa.》

Mi spiega mostrandomi il quaderno indicando con la punta della penna ciò che aveva scritto. Mi ero perso un bel pezzo... Ora che ci penso bene è accaduto perché dopo poco l'inizio della lezione ho chiesto al professore di andare al bagno, e poi sono andato fuori sulle scale antincendio a fumare e sono rientrato verso la fine.

《Che fai? Ora mi aiuti? Pensavo che senza crediti ti rifiutassi di sprecare il tuo prezioso tempo.》

Senza neanche ridarmi il quaderno si siede sull'altalena accanto.

《Cosa è che non hai capito?》

《Vuoi smetterla di evitare quello che dico?!》

Esclamo irritato, non riesco a capire, perché cavolo vuole aiutarmi ora?! È bipolare o incoerente per caso?!

《Sono di buon umore, approfittane prima che cambi idea.》

Sospiro, questo ragazzo mi fa letteralmente impazzire!

《Uff... Non ci ho capito nulla ok?!》

《Capisco. Ora sono stanco, domani pomeriggio torniamo qui e ti spiego questo argomento.》

Detto ciò mi lascia il quaderno sulle gambe e se ne va.

Da quel momento ha continuato ad aiutarmi, e circa per tre volte a settimana si prestava a spiegarmi alcune materie, non credo ne fosse realmente contento, lo ammetto : sono un caso perso. Facevo le domande più stupide e basilari, che neanche un bambino delle elementari farebbe, la pazienza di Jude a volte mi spiazza, per cui non ho mai capito cosa lo spingesse ad aiutarmi. Ma non so neanche perché io, ogni sera, tornavo in quel parco sperando sotto sotto di rivederlo... E in effetti molte erano le volte in cui lo incontravo. Anche se dall'inizio dell'estate, sono passate circa un paio di settimane dall'inizio delle vacanze estive, questa è la prima volta che riesco a beccarlo qui.

Non riuscivo a dormire.

Esordisce lui, io rimango in silenzio poiché era la mia stessa motivazione... A volte penso che siamo gli opposti, io e lui, basta guardarci del resto e si capisce, però in momenti notturni come questi, quando i nostri motivi di fuga sembrano essere simili anche se non ho idea di cosa lui stia passando, penso che non siamo così diversi.

Tu invece...

Si avvicina a me e tossisce leggermente, a causa del fatto che poco fa ho fumato e ora puzzo anch'io del medesimo odore del fumo.

Hai fumato, quando la smetterai?

Ovviamente sa che fumo perché una volta mentre eravamo al parco di pomeriggio mi sono acceso una sigaretta davanti a lui, ma Jude ho scoperto non sopportare il fumo e quindi ha preso la sigaretta e l'ha spenta.

Non sei mio padre.

Non c'entra nulla, ti fa male e basta.

Quanto può importarmene secondo lui? Niente, mi rilassa e quindi il resto non importa.

Che ti frega?

Sospira e rimane in silenzio sedendosi sull'altalena accanto e comincia a dondolare leggermente. Rivolgo lo sguardo verso di lui, e sinceramente ci ho passato molto tempo ma oltre a non sapere nulla di lui, non so neanche come sono fatti i suoi occhi, che colore avranno? Anche se mi impegno non riesco a vedere attraverso quelle lenti oscurate, ma poi perché porta degli occhiali così strani?

C'è qualche problema?

Chiede girandosi verso di me visto che lo sto osservando da un po', io mi volto di scatto imbarazzato per la figura che ho appena fatto.

Eh?! No, no... Mi domandavo solo perché portassi quegli occhiali.

Perché ho problemi di vista forse?

Risponde con fare ovvio.

Quello l'ho capito, ma sono... strani.

Rimane per un po' in silenzio, e si sente solo la catena dell'altalena arruginita che cigola, poi il rumore si interrompe perché Jude si ferma, ha lo sguardo rivolto verso il basso.

Sono occhiali sperimentali, la mia famiglia possiede una ditta oculistica, e sin da piccolo ho avuto un tipo di occhi che non è adeguato, i miei genitori dissero di indossarli per nasconderli poiché ricordano il diavolo, e sono speciali in quanto dovevano aggiustare per lo meno il colore o qualsiasi cosa non andasse bene per loro, ma non hanno funzionato.

Rimango in silenzio stupito ad ascoltare la sua storia. Che significa che richiamano il diavolo?! E come potrebbero degli occhiali modificare gli occhi? È una pazzia.

In che senso? E perché li tieni ancora se neanche funzionano?

Li tengo perché ormai da piccolo ero abituato a indossarli, inoltre dopo quello che mi hanno detto... Ho quasi paura a farli vedere agli altri, e anche a me stesso.

Ammette con un filo di imbarazzo nella sua voce. I suoi genitori lo hanno rovinato... Deve avere un rapporto complicato con loro, insomma dire al proprio figlio che ha gli occhi del diavolo non è esagerato?  

Come fai a tenerli ancora? Io li avrei odiati.

Dico io non capendo, davvero, non posso capirlo, io li avrei buttati via e non l'avrei mai più voluti  rivedere.
Fatto sta che non sa come rispondere, perché rimane in silenzio con ancora entrambe le mani che stringono le catene dell'altalena.
L'unica cosa che è certa, è che mi da fastidio non poterlo guardare direttamente negli occhi quando parlo, non sopporto il fatto di non poter vedere l'espressione completa che fa.
Così mi alzo e mi posiziono davanti a lui.

Non ho mai visto i tuoi occhi, riesco solo a intravedere qualcosa, è fastidioso. Togliti 'sti stupidi occhialetti.

Alle mie parole fa un'espressione a dir poco confusa.

Eh? Assolutamente no, perché dovrei toglierli e far vedere i miei occhi a te?

Mi chiede scettico, in effetti non lo farà mai. Non credo di averlo mai visto un secondo senza anche in presenza dei suoi amici.

Perché mi irrita e basta. Non posso conoscere qualcuno senza averlo visto in faccia davvero.

Alza un sopracciglio, immagino abbia una visione delle cose diversa dalla mia, ma non mi interessa per cui stanco allungo il braccio verso il suo volto cercando di afferrare quegli occhiali strani, ma si scansa indietro con il volto, ma io lo rincorro con la mano e cercando di evitare l'inevitabile Jude cade all'indietro, proprio quando ormai li avevo quasi presi.

M..ma che fai?!

Quasi urla da per terra, sistemandosi per bene gli occhiali. Io scavalco l'altalena e in modo molto veloce li afferro e glieli tolgo.
Ciò che esce fuori è un bellissimo volto imbarazzato, d'un tratto mi sembra di perdere un colpo, è totalmente rosso e si copre il volto allungando le mani verso di me, pensando che effettivamente funzioni, ma ormai io riesco a vedere i suoi bellissimi occhi color rosso carminio e rimango immobile a fissarli perdendomici.

Ridammeli!

Esclama rialzandosi velocemente cercando di riprenderseli, ma io mi risveglio e salto sopra l'altalena portando la mia mano più in alto possibile.

Perché mai dovrei farlo?

Dico io ghignando divertito, non avrei mai pensato di poter vedere il nostro carissimo mister perfettino così spiazzato, e imbarazzato.
Il che a dire il vero, lo rende adorabile... Ma, no, cosa diamine sto pensando?! Ok mi sento strano sta sera, ma ammetto che mi sto anche divertendo.

Perché me li hai rubati!

No, sei tu che non volevi toglierteli.

Mi giustifico cominciando a farli roteare sul mio indice.

Fermo che se ti sfuggono si rompono!

Continua a lamentarsi, infastidito dal fatto di non poterli raggiungere.

E dai! Mi stai davvero irritando Caleb! Perché non vuoi ridarmeli?! Ti diverte davvero tutto ciò?

Continua con ancora del rossore evidente sulle guancie, a dire il vero non so cosa darei per vederlo così tipo ogni giorno.

Innanzitutto si, mi sto divertendo abbastanza, e poi perché stai meglio così, lo sai?

Per un attimo rimane in silenzio a guardarmi, è rimasto sorpreso dalle mie parole.

N-non è vero, e poi vedo tutto sfocato, quindi devo avere uno sguardo tremendo.

Lo guardo attentamente e si nota che non ci vede, qualche volta è costretto a socchiudere gli occhi cercando di mettere a fuoco.

Tremendo? Non direi, a dire il vero sei carino così indifeso, hai anche dei bei occhi, altro che occhi del diavolo.

A questo punto non so più cosa mi è uscito fuori dalla bocca, l'ho detto davvero?! Credo di esser sorpreso più io che lui!
Sembra non essere abituato a ricevere complimenti simili, infatti rimane lì immobile senza sapere cosa dire, fin quando non trova il coraggio di proferire qualcosa.

E-ehm... Grazie suppongo..

Afferma a voce bassa distogliendo lo sguardo imbarazzato, grattandosi la nuca.

Facciamo così: io ti ridò gli occhiali a patto che quando stiamo da soli te li togli.

Annuisce senza ancora guardarmi, poi io scendo dall'altalena e decido di ridargli gli occhiali e glieli porgo, lui per prenderli sfiora la mia mano e in quel momento sento che il mio cuore accellera come non ha mai fatto.

Comunque ora devo andare.

Si gira e si incammina verso l'uscita del parco, io lo seguo perché a questo punto vado a casa anche io. Poi d'un tratto, proprio sull'uscita del parchetto si ferma.

Lo so che non lo pensavi davvero, quello che hai detto prima...

Dice infilandosi gli occhiali, io capisco subito che intende quando gli ho fatto i complimenti. Perché mai non dovrebbe essere la verità? Insomma, è vero che non so neanche io perché e cosa ho detto, ma lo credo davvero.

Ti sembro un bugiardo?

Forse volevi solo prendermi in giro... Alle persone come te non vanno a genio quelli come me.

Afferma con un tono un po' triste, però non posso dire che espressione sta facendo perché è ancora girato.

È vero, all'inizio ti reputavo noioso.

Dico senza un minimo di tatto, non voglio continuare questa conversazione, cos'altro devo dire?

Appunto. Quindi smettila di prenderti gioco di me.

Mentre lo dice stringe i pugni e comincia a camminare per la sua strada.

Non ti stavo prendendo in giro, non sono così perfido.

Si ferma nuovamente.

Non riesco a crederti, devi dimostrarmelo.

Se vuoi domani pomeriggio io sto di nuovo qui.

Non risponde e riprende a camminare, e decido di non seguirlo più e di tornare a casa.
Mentre tornavo non riuscivo a capire cosa fosse accaduto, in realtà è vero all'inizio prima di conoscerlo lo trovavo noioso, neanche ci facevo caso a lui, ma poi quando ha cominciato a darmi ripetizioni ho provato dell'interesse nei suoi confronti, nel senso che non riesco mai a capire cosa gli passi per la testa e ciò mi incuriosisce, e oggi sono rimasto molto sorpreso, non pensavo che lo avrei mai visto così, non avrei immaginato cosa nascondesse dietro quella maschera... Mentre ripenso a lui imbarazzato, a quanto adorabile fosse tutto rosso, sento un gran calore inondarmi il volto e il battito del cuore che accellera ancora.
Poi mi ha detto di dimostrargli che dicevo il vero, e l'ho "invitato" al parco il pomeriggio, ma come dovrei dimostrarlo?! Cosa significa? Cosa dovrei fare?!

Non riesco a trovare risposta a queste domande, nonostante ciò appena arrivo a casa crollo sul letto stanco, e forse anche soddisfatto della mia avventura notturna.
Il giorno a seguire vengo risvegliato dai raggi che penetrano dalla finestra della mia camera, apro a fatica gli occhi, mi alzo e guardo che ho fatto piuttosto tardi infatti è quasi mezzo giorno, dunque tra poco dovrò prepararmi il pranzo.
Mentre mangio mi ricordo quello che è accaduto la notte, e anche che io non ho effettivamente dato un orario a Jude, non so neanche se verrà visto che non mi ha risposto.
Tanto vale la pena provare, per pomeriggio si intende comunque le 16 o le 17, giusto? Andrò per le 16, e succeda quel che succeda, non è che mi interessi molto.
Una cosa sola non capisco, perché l'ha presa così seriamente ieri? Quando mi ha detto che lo stavo solo prendendo in giro e si è rattristito... Mah, chi lo capisce.

Appena arriva l'orario che mi ero prestabilito, sono già pronto per uscire con pantaloncini corti neri e una maglietta semplice a maniche corte, ma ammetto che mentre mi allacciavo le scarpe ho pensato di non andare, ma avere tutte quelle paranoie non è da me così le ho lasciate indietro e sono uscito. Giungo al parco in breve tempo e sfortunatamente è pieno di gente, e il parco giochi con le altalene e gli scivoli è occupato dai bambini che corrono e giocano felici, per cui mi metto in attesa accanto all'entrata appoggiato al muretto che circonda i confini del parchetto. Guardo il cellulare ed è già passato un quarto d'ora, ma è ancora presto, diciamo che attenderò fino alle cinque... Facciamo cinque e mezzo, per sicurezza. 

Però il caldo si fa sentire sempre di più, e non sto neanche all'ombra sfortunatamente, malgrado ciò rimango qui, a fissare il cellulare come se dovessi ricevere un messaggio importante anche se... Non ho il suo numero, ho dimenticato di chiederglielo in tutto questo tempo! Non so dove ho la testa certe volte, se lo avessi potrei chiamarlo o mandargli un messaggio, almeno mi sarei risparmiato di aspettare inutilmente sotto il sole cocente qualcuno che mai verrà. Decido comunque di rimanere un altro po', ma la mia pazienza finisce, e non sono una persona granché paziente, del resto sono le cinque e un quarto, se desiderava vedermi sarebbe già qui... Quindi io desidero davvero vederlo così tanto da aspettarlo tutto questo tempo? Sciocchezze, sono stato solo stupido ieri a proporgli di vederci oggi pomeriggio, forse alla fine sono stato preso in giro io. Quando stavo per voltarmi per andare via, sento una voce chiamarmi.

Vai via?

Mi blocco e una strana felicità mi inonda tutto il corpo, mi volto e vedo il ragazzo dai capelli rasta a qualche metro di distanza da me, con ancora gli occhiali indosso.

Mi sembrava di averti detto di toglierti quegli occhialetti quando siamo da soli.

Dico fingendo indifferenza per quanto riguarda la sua presenza, rimanendo fermo dov'ero. Lui si guarda intorno, poi torna a guardare nella mia direzione.

Ci sono tante persone qui, se vuoi che me li tolgo dobbiamo essere soli, sto facendo come mi hai detto tu.

Mi fa rabbia quando fa così, sa benissimo cosa intendo, ma trova modi troppo intelligenti per rigirare la situazione come vuole e non riesco a controbattere. 

Fa' come vuoi a questo punto!

Dico stufo schioccando la lingua sul palato a fine frase, voltandomi per tornare a casa.

Conosco un luogo dove non viene mai nessuno, lì posso togliermeli.

Nuovamente mi fermo e decido di dargli un'altra possibilità, a dire il vero non avevo intenzione di tornare a casa lasciandolo qui a prescindere, non dopo aver aspettato tutto questo tempo. Mi giro e lui comincia a camminare nella direzione opposta alla mia facendomi segno di seguirlo, e così faccio. Camminiamo per un po' di minuti, e alla fine arriviamo davanti a un'altra specie di parco avente un pendio e in fondo una piccola porzione di terreno in pianura e dopo di ché un fiume che scorre limpido. Lui scende e si ferma poco dopo sedendosi sul pendio, e io faccio lo stesso posizionandomi accanto a lui. Rimane per un po' in silenzio a guardare il panorama, dove oltre il fiume si può scorgere la vastità della città. Ad ogni modo aveva ragione, non c'è tanta gente qui, siamo quasi soli, solo qualcun'altro che passeggia sotto la discesa. Quando mi stufo del silenzio, lo guardo che ne sta approfittando per non togliere quegli stupidi occhialetti, eppure io voglio rivedere i suoi occhi, sono davvero belli... Così senza preavviso, in modo furtivo, afferro gli occhialetti e li prendo, proprio come ieri rimane sorpreso dalla mia reazione e si imbroncia imbarazzato.

O-ohi! Che bisogno c'era, lo avrei fatto io!

Si, certo, come no. Sai cosa? Odio questi stupidi occhiali, ora vado a buttarli nel fiume.

Quando sto per alzarmi sento d'un tratto il mio corpo spinto a terra, difatti Jude... Per fermarmi si è buttato su di me a cavalcioni, è tutto rosso, e il problema più grande e che lo sono anche io.

Sei pazzo per caso?! Ridammeli.

Cerca di riprenderseli ma io allungo il braccio il più in là possibile.

Ovvio che no, levati quattr'occhi che li vado a togliere di mezzo.

Dico cercando di scostarlo, ma inutilmente poiché non si arrende.

Lo sai che se volessi potrei alzarmi e buttarti via facilmente? Prima che ti fai male, spostati.

Lo avverto, ma niente non demorde.

Sei proprio stupido Caleb! Poi inquini il fiume! E poi perché ci tieni tanto a vedermi senza occhiali?!

Esclama alzando il tono di voce, al che io rimango per un po' in silenzio a osservarlo, per poi trovare la risposta.

Perché i tuoi occhi sono bellissimi e non vedo perché dovresti nasconderli, forse perché sei stupido.

Affermo con la mia solita noncuranza, ma lo intendo davvero, è solo un fatto oggettivo.

E-ehi... Non è vero, quindi smettila con questa pagliacciata e restituiscimeli.

Detto ciò si sporge spostando tutto il suo peso in avanti cercando di afferrare gli occhialetti strappandomeli dalla mano, ma non finisce bene perché sposto la mano da un lato e lui cade con il busto in avanti, si ferma per poco dallo schianto su di me parandosi con gli avambracci, e in breve tempo mi ritrovo il suo volto a pochi centimetri dal mio, e i nostri corpi sono davvero vicini, e comincio a sentire davvero molto più caldo di prima e non credo che le radiazioni solari si siano intensificate negli ultimi secondi. Ormai sento il suo respiro su di me e non capisco più nulla, il mio cuore sta volta sta per uscire fuori dalla cassa toracica, e il mio sguardo dai suoi occhi lentamente si sposta sulle sue labbra, anche lui è immobile, non si sposta, non si ritira su, e senza neanche pensare al perché di tutto ciò lancio via quei maledetti occhiali lontano e uso la mano che era impegnata nel tenerli per andare a posarla sulla sua guancia e in meno di un secondo porto leggermente in avanti la mia testa, e le nostre labbra si scontrano in un semplice, ma soffice e gradevole, bacio. Appena ci stacchiamo riprendo un po' coscienza di me, e ancora non comprendo il perché delle mie azioni ma...

Non rincorri il tuo amore?

Dico sarcasticamente riferendomi ai suoi occhiali volati chissà dove.

Riesci a rovinare anche un momento del genere... Sei incredibile.

Io rispondo ridendo, mentre lui mi guarda stranito, chiedendosi perché mai dovrei ridere, adesso soprattutto, ma la verità è che sono solo felice, e perché finalmente ho capito il motivo di tutti i miei pensieri.

Ohi quattr'occhi, io non so bene cosa sia ciò che provo, ma puoi spostarti che stai diventando pesante?

Jude con espressione leggermente offesa si sposta e si siede accanto a me, come in precedenza.

Quindi, non sai perché lo hai fatto?

Chiede con un tono avvilito continuando a guardare il fiume davanti a noi, forse agendo così gli ho fatto capire qualcosa che non intendevo.

Forse c'è una possibilità che tu mi piaccia, non come amico.

Si gira verso di me arrossendo ancora, poi scaccia l'imbarazzo.

Lo dici solo perché così ti fai dare altre ripetizioni da me!

Esclama contrariato, io rispondo a tono infastidito dalla sua deduzione errata.

Eh?! Guarda che dopo quest'anno non ne ho più bisogno!

Così non sapendo cosa dire porta le ginocchia al petto e si rannicchia nascondendo la testa.

Forse anche tu mi piaci... Da un bel po'..

Ora è il mio turno di arrossire, e mi sento sempre più entusiasta nel sentire le sue parole, e nel frattempo comincia a farsi sera, e l'ora del tramonto è vicina ormai, avrei davvero voglia di fumare una sigaretta con un tempo e un momento così piacevole ci vorrebbe proprio, ma ricordo anche che a Jude non piace affatto il fumo, e quindi evito, e non mi da fastidio non poter fumare per la sua presenza, anzi meglio così, sto in compagnia della persona che mi piace, la quale ricambia, cosa c'è di meglio?





P.s. : eniuei ho cambiato la copertina, lol è più carina dai

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