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𝚜𝚝𝚛𝚎𝚜𝚜𝚎𝚍 𝚘𝚞𝚝

⟿ ✿ ship :: KuroKen

➭ ✧❁ SMUT alert :: "Sorride davanti alla mia faccia irritata."

➥✱ song :: "Stressed Out", Twenty One Pilots

⤜⇾ parole :: 5.630

➠♡༊ written :: 11/09/20

⧉➫ genre :: fluff

─── ・ 。゚☆: *.☽ .* :☆゚.───

Quando esco da lavoro sono sempre stanco.

E' una stanchezza che mi piace, però. Mi piace avere gli occhi indolenziti dagli occhiali protettivi, la pelle dei polsi macchiata dai prodotti chimici e i pelucchi bianchi del camice attaccati alla camicia.

Mi infilo il cappotto senza rimettermi la giacca del completo e faccio squittire la suola usurata delle mie converse nere mentre esco dal laboratorio.

Alzo una mano verso l'alto mentre passo velocemente nell'ingresso.

- Ci vediamo domani, stronzi! - grido, agitandola.

I miei colleghi ridono, il segretario che mi alza il medio mentre mi sorride.

Amo il mio lavoro.

Il tragitto fino alla macchina è breve e lo faccio quasi correndo, non ne posso più di questi pantaloni stretti e mi manca il mio micetto che ora si sta rotolando fra le lenzuola di casa.

Appena chiudo lo sportello noto una notifica sul cellulare.

E' Twitter.

Kenma ha twittato che avrebbe fatto una live dell'ultimo minuto un'ora fa. Una di quelle dove non gioca ai videogiochi ma si siede con una felpa enorme davanti allo schermo e si beve un bubble tea fatto in casa mentre chiacchiera con i suoi fan.

Sono quelle che preferisco.

Scorro veloce con le dita fino all'icona di Twitch, impaziente di vedere il musetto timido e proporzionato di Kenma, anche se solo attraverso lo schermo. La sua live è la prima che apro, dando un'occhiata affettuosa al suo sfondo. E' strano che non sia nel suo studio, ma il letto rifatto alla bell'e'meglio e la mia cravatta appoggiata pigramente sullo schienale della sedia rendono piuttosto chiaro che stia trasmettendo dalla nostra camera da letto.

Indossa un paio di pantaloni della tuta che continuo a dirgli dovrebbe buttare perché sono troppo larghi per il suo fisico minuto, gli orli tirati su alle ginocchia a mostrare la superficie liscia e chiara delle sue gambe delicate.

Il fatto che abbia indosso la mia maglietta, quella che definisce orrenda, dove la scritta "nonostante io abbia fatto una battuta sulla chimica non c'è stata nessuna reazione" campeggia al centro, mi fa stringere il cuore.

Le sue manine delicate stringono una tazza sbeccata da un lato pieno di quello che so essere tè alla cannella con perle alla vaniglia, il suo preferito, e la sua voce pacata risuona nell'abitacolo dallo speaker del mio cellulare.

- Scusate se ho fatto una live fuori programma, è che mi annoiavo. Il mio ragazzo sta per tornare a casa e non ho niente da fare mentre lo aspetto. - lo sento dire, un sorriso innocente e lo sguardo fuggevole che raggiunge quello che so essere il suo cassetto, dove una nostra foto è appoggiata, vicino alla Nintendo Switch Lite che Kenma usa prima di addormentarsi.

Collego l'audio del cellulare all'impianto bluetooth della macchina e lo appoggio sul sedile del passeggero con lo schermo all'ingiù. So che se fosse visibile l'immagine del mio adorabile fidanzato che beve il tè non riuscirei a concentrarmi sulla strada.

Metto in moto con la sua voce che risuona cristallina nelle mie orecchie.

Guidare non è mai stato così rilassante.

- Se sono un tipo da coccole, chiedete? Non lo so, non ci ho mai pensato. Dovreste chiedere a Tetsurou! - lo sento ridacchiare, e mi trovo a sorridere anche io.

- Tetsurou dice che sei decisamente un tipo da coccole. - rispondo ad alta voce, come se potesse sentirmi.

Mi piace guardare le sue live e i suoi video.

Kenma è di solito un tipo taciturno e timido, parla poco e nella maggior parte delle occasioni è mio lavoro a tempo pieno cercare di interpretare il suo misterioso linguaggio del corpo.

Ma nel suo lavoro ha dovuto imparare anche ad aprire la bocca. Deve parlare, deve intrattenere. E nonostante all'inizio sembrasse odiarlo, scommetto che ora quasi direbbe che si trova a suo agio, a parlare con il suo tono sommesso e dolce con milioni di fan che lo guardano da tutto il mondo.

- Sì, Tetsu va a lavoro tutti i giorni, quindi io rimango per la maggior parte del tempo in questa casa enorme da solo. Ma mi piace stare da solo. Qualche volta Shouyou viene a farmi compagnia...e poi esco spesso con i miei amici. - continua, con la voce dolce e pacata e che sembra sciogliere la mia stanchezza ad ogni ansa e ad ogni inflessione.

Le mie mani sul volante sembrano essere fatte di gelatina.

- Non lo so...quando torna da lavoro di solito è molto stanco, non so se abbia voglia di passare a salutarvi. Poi glielo chiedo, ma preferirei che si riposasse. Ultimamente ha delle occhiaie che fanno paura. - dice.

Sorrido di nuovo.

Ovviamente i suoi fan mi adorano. Mi adorerei anche io, se mi vedessi apparire sporadicamente sullo sfondo del mio youtuber preferito, mentre gli porto gli orsetti gommosi della Haribo o gli arruffo i capelli.

Lo sento ridere.

- Sì, lo so che è bello, ma se continuate a dirlo poi si monta la testa. E' piuttosto sensibile, da questo punto di vista. - risponde a qualcuno, e non posso fare a meno di infilare la lingua fra i denti e sibilare.

Eh già, lo so. Il mio aspetto è la chiave del mio successo.

Supero una macchina bianca svoltando piano verso destra. Non manca molto.

- Sì, penso che verrà anche lui a Los Angeles, la prossima settimana. Però voglio che mi promettiate di non importunarlo, so che non sembra ma Tetsu diventa un po' pazzo quando ha tanta attenzione rivolta su di sé, quindi fate i bravi. -

Rido forte, appoggiando per un secondo la fronte sul volante. "Un po' pazzo" è il modo carino di Kenma per dire che sono una troia quando si tratta di attenzioni. Sarei disposto a buttarmi nudo in una piscina delle palline piena di infanti bavosi per le luci della ribalta.

Scalo la marcia, dondolo la testa facendo oscillare i capelli scuri da una parte all'altra.

- Se sapesse che in questa live abbiamo parlato praticamente solo di lui il suo ego farebbe i salti di gioia. - continua, accompagnato dal rumore della cannuccia che sbatte contro le pareti della tazza.

- E comunque questo tè è fantastico. -

Lo so che è fantastico. Lo faccio tutte le settimane a mano e poi lo metto in grandi brocche di plastica sullo scaffale più basso del frigo, solo per Kenma. A me fa schifo, è dolce in un modo spropositato, ma lui ne va matto.

Intravedo la porta di vetro dell'edificio dove viviamo. Ci metto un attimo a infilarmi nel parcheggio sul retro e a lasciare finalmente la macchina. Appena in tempo per osservare un commento nello spazio adibito. "Dovresti aprire un Only Fans, hai una faccia da troia" dice un tale Anonymous578.

Apro la tastiera immediatamente.

"Sei un figlio di puttana" digito, prima che il mio schermo si annerisca. C'è scritto che Kodzuken mi ha buttato fuori dalla live.

Sbuffo.

Come abbia fatto a beccarmi così in fretta, non lo so. Per quanto provi a fare mille account fake ci mette sempre pochissimo a bannarmi.

Mi infilo nell'entrata, rivolgendo un saluto alla portinaia e correndo verso la pulsantiera dell'ascensore in mezzo secondo.

L'arco di tempo che passo fra l'attendere l'ascensore e l'attendere in ascensore prima di infilare le chiavi nella toppa della porta e girarle per entrare in casa è decisamente infinito. Maledetto Kenma e i suoi soldi che ci hanno comprato un attico in centro a Tokyo.

Mi lascio chiudere la porta alle spalle con un tonfo, per avvertirlo che sono arrivato a casa.

La porta della camera è aperta e lo sento parlare dall'ingresso.

- E' tornato, ora vado un attimo sotto. Arrivo subito. - dice, prima che una gamba circondata da un paio di pantaloni troppo, troppo larghi spunti dalle scale.

Poi un corpicino minuto e una testa bionda.

Non mi si lancia addosso ma non ci mette molto ad avvicinarsi e allacciare le braccia dietro il mio collo, baciandomi con calma.

- Hai visto tutta la diretta? - mi chiede poi, quando le mie mani sono pigramente poggiate sulla sua vita.

Annuisco.

- Come hai fatto a beccarmi, tra l'altro? -

Sorride, appoggia il viso contro il mio petto.

- Sei l'unico che risponde ai commenti degli hater. - risponde, e io rido, lo sterno che trema contro il suo orecchio. Effettivamente ha ragione. Non riesco proprio a trattenermi, alle volte.

Affondo il naso fra i suoi capelli decolorati. E' scioccante come, nonostante li tinga regolarmente, rimangano morbidi e lucidi. Dev'essere uno dei suoi poteri magici.

Profuma di buono. Profuma di casa.

Ogni respiro circondato dalla sua fragranza è tremendamente rinvigorente. Mi sento rinato.

- Mi sei mancato, micetto. - confesso, mentre ascolto con attenzione un rumore molto simile alle fusa provenire dal suo corpo minuto.

- Anche tu. - ribatte.

Mi stringe più forte.

- Tantissimo. -

Sorrido contro i suoi capelli. E' un gattino coccoloso, non c'è dubbio.

Rimaniamo per qualche secondo ancorati nel nostro abbraccio che fa evaporare la nostalgia.

Sono io a staccarmi per primo.

- Mi pare di aver capito che i tuoi fan vogliono vedermi. - commento, mentre le manine di Kenma allentano il nodo della mia cravatta. Lascia che le unghie traccino solchi invisibili sulla superficie ruvida del cappotto. Me lo sfila dalle spalle con delicatezza.

- Sai che non vedono l'ora di veder comparire quel tuo ghigno seducente, Tetsu. - mi risponde, appoggiando il tessuto spesso sul lato del divano.

Dovrei dirgli di rimetterlo a posto e non lasciare le cose in giro, ma in questo momento non ne ho proprio voglia.

- E tu? Tu vuoi che vedano il mio ghigno seducente? - lo stuzzico, ridacchiando.

E' da quando ha messo in piedi quello show per allontanare Fumiko da me che lo prendo in giro. Anche se, e lo sappiamo entrambi, quella sera è stata una delle migliori della mia vita.

Vederlo eccitarsi e strusciarsi su di me come un adolescente eccitato al pensiero di farsi scopare davanti a lei è stato trascendentale. Meraviglioso. Sopraffino.

Mi pizzica la pelle della guancia, piano.

- Se non ti spogli in diretta, per me va bene. - si lascia andare poi, sospirando piano.

Si volta verso le scale, ma non lascia la mia mano.

Vuole salire assieme a me, e questa cosa è così carina che sento che potrei esplodere da un momento all'altro.

Percorriamo gli scalini con calma, lasciandoci cullare dal calore reciproco dei nostri corpi vicini. E' così tenero e bello, vederlo arrossire mentre le mie dita si stringono con le sue.

Entra in camera e si piazza sul bordo del letto, le gambe incrociate e un rossore sbiadito sulla punta del naso.

Quando mi siedo accanto a lui, circondandolo con un braccio e tracciando delle linee sul suo fianco con le dita, la chat esplode.

- Vi sono mancato, eh? Beh, eccomi qua! - esclamo, sorridendo a trentadue denti e mentre osservo la mia immagine riflessa sullo schermo del PC di Kenma in bilico su una pila di libri.

- Ve l'avevo detto che si sarebbe montato la testa. - commenta il ragazzo al mio fianco, ma so che gli piace mettermi in mostra. Almeno un po'.

Cerco gli occhiali nella tasca dei pantaloni, prima di infilarmi e avvicinarmi allo schermo del computer per leggere quello che gli spettatori stanno commentando con tanta foga. Kenma mi dà un colpetto e mi porge il suo cellulare, la chat aperta e decisamente più leggibile di quella dello PC a qualche metro da noi.

- Sei veramente un vecchio. - commenta, portandosi la mano alla bocca e ridacchiando sommessamente.

Oh, se potessi vederlo ridere come un gattino timido tutto il giorno. La mia vita sarebbe perfetta.

Scuoto la testa e alzo le spalle, accettando la critica. E' vero, non sono proprio il cow-boy più brillante del West quando si tratta di tecnologia.

Sorrido allo schermo. Una ragazza chiede di raccontare com'è Kenma nella vita di tutti i giorni.

- Mi chiedono di te nel quotidiano, micetto. -

Arrossisce, ma non mi dice nulla.

Rivolgo i miei occhi dorati allo schermo, scostando una ciocca nera ribelle dalla mia visuale.

- E' letteralmente un gatto. Si sveglia alla mattina tutto arruffato, non parla se non gli do prima un caffè. Adora farsi coccolare, mi sta costantemente appiccato anche se fa altro, dice che lo scaldo perché sono un termosifone in versione umana. E mangia ad orari improponibili, tanto che passare la domenica mattina nel suo studio a pulire è come scavare in un sito archeologico, trovo pezzi del mio servizio di ceramica italiana sparsi in ogni dove. - rispondo, sorridendo e lasciando che la mia mente vaghi attraverso le immagini di Kenma che ho appena descritto. Il suo faccino imbronciato quando si sveglia senza di me a fianco, le occhiaie di quando rimane sveglio fino a tardi attaccato ai videogiochi, i movimenti impercettibilmente sensuali che fa quando si siede sul mio grembo.

E' perfetto.

Il suo labbro sporge un po' quando finisco di parlare.

- Non è colpa mia se hai la temperatura corporea di una stufa. E poi mi porti sempre da mangiare quando ho fame, quindi è colpa tua quanto mia se mangio a tutte le ore. -

La chat è piena di "OOOOH" e "CUTE" e "UwU" mentre affondo i miei occhi nei suoi.

Il riflesso della mia immagine nella sua pupilla ha l'aspetto di un idiota innamorato.

Mi ruba il telefono dalle mani.

- Mi chiedono perché hai i capelli così spettinati. - comunica, sorridendo ancora.

Stringe le sue dita sul mio capo massaggiandoli con calma.

- Kuroo sarà anche bello e popolare, ma quando facevamo le medie era un nerd fissato con le scienze che ascoltava i My Chemical Romance, ragazzi. E' semplicemente rimasto bloccato nella sua fase emo. -

Ridacchio al ricordo della mia buffa pre-adolescenza. Alle ragazze che mi abbordavano nei loro modi goffi e infantili mentre l'unico pensiero che mi turbava era che non riuscivo a ricordare il numero atomico dell'arsenico.

Annuisco.

- Sono diventati un marchio di fabbrica, ha iniziato a piacermi portare la frangia lunga tanto che non ho più smesso. - aggiungo.

- A me sono sempre piaciuti. Lo fanno sembrare fuori di testa, ma gli stanno bene, non credete? -

La voce di Kenma mi fa arrossire. Non mi fa complimenti così di frequente.

Lo vedo aggrottare le sopracciglia quando vede di nuovo la chat, e affannarsi alle impostazioni per bloccare un utente. Il suo commento era una cosa del tipo "gli stanno bene quanto starebbe bene lui nudo e addosso a me".

Scoppio a ridere.

- Sapete che Ken è anche geloso? E' una cosa nuova, ma non la trovate adorabile? - faccio notare, meritandomi un buffetto sul braccio e uno sguardo costernato mentre sorrido alla telecamera.

- Non sono geloso. E' che un sacco di ragazze ti ronzano attorno e io non posso essere sempre da tutte le parti a tenerti a bada, idiota. E tu sei molto più possessivo di me, Testurou. - mi stuzzica, sorridendo sotto l'aspetto di finta indignazione che cattura il suo viso.

Non che abbia torto. Esco semplicemente da ogni grazia di Dio se vedo qualcuno provarci con Kenma, e la cosa è molto più frequente di quanto non ci si aspetti. Non avete idea del numero delle volte in cui ho dovuto trascinarlo fuori dalle più disparate situazioni, solo perché è troppo timido per rifiutare qualcuno in maniera diretta.

Ghigno alla telecamera.

- Vero. - mi ritrovo a dire.

Ken ridacchia.

Scorre il dito sottile nella chat e si blocca un secondo, senza dire nulla. Raggiungo la linea del suo sguardo e leggo ad alta voce "Da quanto state assieme? Avete perso la verginità assieme? C'è qualcosa che è cambiato da quando state assieme?" e sento un nodo formarmisi in gola.

Brutta, brutta storia.

Tiro su la testa.

- Stiamo assieme da quando Ken aveva sedici anni e io diciassette, quindi sono sette anni. Da quando stiamo assieme io sono diventato un tipo più riservato e ho capito che alla fine mi piace più stare a casa a guardare un film piuttosto che uscire in mezzo alle persone e Kenma ha iniziato a parlare più spesso e a non tenersi tutto dentro. - mormoro con un sorriso spento, prima di prendere fiato. - E no, non abbiamo perso la verginità assieme. -

Non voglio mentire.

Non ha senso, non c'è niente di male.

Questo è quello che dovrei pensare, ma il senso di colpa fiorisce nel mio petto quando osservo gli occhi chiari e felini di Kenma posarsi su di me con comprensione e fastidio mascherato.

Non lo negherò, quando avevo sedici anni penso di aver fatto una quantità di sesso disumano. Le ragazze andavano pazze per me, biasimatele, e io ero veramente un idiota.

La mia cotta per Kenma è nata quando ero piccolo, ed era una cosa che pensavo sapessero tutti. E pensavo anche che non mi avrebbe mai ricambiato. Sono un maschio, dopotutto, no?

Le feste a base di alcool e erba alle quali ho partecipato sono innumerevoli.

Ricordo poco, solo il gusto amaro del sakè in fondo alla gola e la mente che si annebbia, le mie mani da ragazzo che si infilano sotto una gonna troppo corta e la sensazione che i capelli che sto tirando siano troppo scuri e troppo lunghi. Che la pelle sia troppo ruvida, gli occhi non abbastanza grandi, la voce rumorosa e per niente pacata e dolce come la immaginavo.

Ho perso la verginità da ubriaco. Con una ragazza di cui non ricordo nemmeno il nome.

E questa cosa mi imbarazza moltissimo.

Non sono mai stato un tipo particolarmente sensibile a queste cose, ma mi sono reso conto di quanto in realtà io abbia sbagliato quando ho avuto la mia prima volta con Kenma. Quando lui si è spogliato con il viso chino per la vergogna e mi ha detto con un filo di voce che "potevo toccarlo, per favore". Mi sono reso conto di quanto mi abbia riempito il cuore che Ken mi stesse dando questa cosa che per lui era importante e privata. E che avrei tanto voluto che anche lui si sentisse così.

La mano del mio ragazzo si accoccola fra le mie, nel mio grembo, e alzo il viso per essere abbracciato da un paio di accoglienti occhi dorati e sentire la preoccupazione affievolirsi.

"Non importa se non era con me, Tetsu. L'importante è che tu mi abbia dato tutto te stesso quando eravamo noi due, e nulla di più" sembra dirmi, e le parole non dette mi accarezzano come se fossero le sue mani morbide a muoversi.

E' un mio demone. Ma è un demone buono, che mi ricorda che ho fatto degli errori in passato e che non voglio farne più.

- Bene, ragazzi, penso che per stasera possiamo chiudere qui. Inizia ad essere tardi e ho decisamente sonno. - sento dire dalla voce di Kenma, mentre mi gusto quel suo sguardo caloroso senza parlare.

Annuisco brevemente e sento come in lontananza i saluti e il rumore del mouse e del PC che si chiude. Poi il corpo di Ken si schianta contro il mio e mi fa cadere disteso sul letto, arruffato e completamente coperto da lui.

- Lo so che ti dispiace, Tetsu, ma non importa davvero. - dice, accarezzandomi il retro del collo e tirandosi su per potermi guardare negli occhi.

- Non sai quanto mi faccia stare male questa cosa. E' una cazzata di secoli fa, ma mi dà fastidio ancora adesso. - ribatto.

Pizzica la punta del mio naso fra le dita.

- Tu mi ami? - mi chiede.

Spalanco gli occhi.

- Da morire. -

- E fai sesso solo con me? -

- Ma che domanda è...certo! -

- E ti basta fare sesso con me? Cioè, ti piace? - abbassa lo sguardo, intimidito dalle sue stesse parole.

Arrotolo una ciocca dei suoi capelli sul mio dito e mi avvicino al suo viso.

- Adoro fare sesso con te, micetto. Amo quel tuo corpicino ossuto che trema quando te lo metto dentro e i versi che fai e come ti aggrappi a me quando vieni e... - mi interrompe baciandomi.

E' un bacio pigro, lento, tranquillo. E' rassicurante.

- E allora non mi interessa con chi hai fatto sesso prima di me. - conclude.

Scende dalle braccia tese sulle quali si reggeva e si accoccola al mio fianco, stringendomi il collo.

- Ora ho sonno, faccio un pisolino. - commenta, prima di chiudere gli occhi.

Sì, Kenma è in grado di aspettarmi a casa per ore e poi addormentarsi appena lo abbraccio.

E'. Un. Diavolo. Di. Gatto.

Mugugno addosso alla sua pelle.

- Micetto, devo farmi una doccia, sono appena tornato da lavoro. -

Un gemito spento giunge dalla sua gola al mio orecchio.

- Il bagno. -

Sorrido.

Pungolo la sua pancia che spunta appena dalla maglietta troppo larga.

- Vuoi fare un bagno, micetto? Con me, magari? - lo stuzzico.

Annuisce con gli occhi ancora chiusi e un brivido percorre la mia spina dorsale.

Oh sì. Non c'è niente di meglio del sesso scivoloso e bagnato nella vasca da bagno per trascinare via le tracce della stanchezza della giornata.

Mi alzo di scatto, facendolo sobbalzare.

Forse l'idea mi ha resto un po' troppo entusiasta.

Corro in bagno e apro l'acqua cercando millimetricamente una temperatura che abbia il giusto equilibrio fra "Polo Nord" e "foresta amazzonica in fiamme". Ken ha la pelle delicata. Se poi si scotta o si congela mi sentirei un po' in colpa.

Vado a cercare nel cassetto in fondo al lavabo le bath bomb di Lush che ci ha regalato Oikawa per lo scorso natale. Sono un regalo tanto, forse troppo, gay ma sono sceso a patti con la mia virilità quando mi ha detto che anche Iwaizumi le usa. E se le usa lui, che è decisamente la personificazione della mascolinità, posso farlo anche io.

Dio benedica Iwaizumi e i suoi pettorali che mi proteggono dai pregiudizi interiorizzati della mascolinità tossica.

Ne lascio cadere nell'acqua una dai toni rosati, che penso starebbe bene con la pelle di Kenma e mi siedo a fianco della vasca aspettando che si riempia.

Di nuovo, maledetto Ken e maledetti i suoi schifosissimi soldi. La nostra vasca da bagno è gigantesca e il tempo che ci mette a riempirsi è quello che ci ha messo la Terra a formarsi.

Dopo quella che mi sembra un'era geologica l'acqua ha raggiunto un livello tale da permettermi di andare a recuperare il mio fidanzato felino e il suo corpo acciambellato sulle lenzuola. Lo tiro su a mo' di principessa prima di entrare in bagno e farlo sedere sul piano del lavabo. I suoi occhi sono semichiusi e appena gonfi, come se si fosse realmente addormentato, e il gesto con il quale se li sfrega mi spacca il cuore in minuscole schegge nel petto.

- Alza le braccia, micetto. - ordino, e lui obbedisce, lasciando che gli sfili la maglietta di dosso. Alza appena il bacino facendo leva sui polsi per farsi togliere i pantaloni e noto con un lampo nello sguardo che non ha le mutande.

Le sue dita raggiungono svelte i bottoni della mia camicia.

- Sbrigati, ho freddo. - mi dice, mentre lascio che il tessuto cada lungo le mie braccia.

So che non ha nessun obbiettivo in questo preciso istante, ma la vista delle sue mani che slacciano la cintura dei miei pantaloni ha sempre un certo effetto nella mia mente. Mi rende felice, ecco.

Lancio il resto dei miei indumenti in un angolo della stanza senza pensarci troppo e entro nella vasca seguito da Kenma, che ci mette un attimo a sedersi a cavalcioni su di me e ad appoggiare la fronte contro il mio sterno.

- Come sta Fumiko? - chiede poi, e io scoppio a ridere.

Piccolo stronzetto.

- Non ne ho idea. Ha chiesto di farsi trasferire ad un altro dipartimento. - rispondo, osservando con attenzione il viso del mio micetto che si apre in un sorriso soddisfatto.

Passa le unghie sulla mia pelle.

- Perfetto. -

Rido ancora.

Lo stringo a me.

- Come è andata la tua giornata, dirette dell'ultimo minuto a parte? - domando.

Ken sbuffa.

- Bene, ho finito di registrare i video per la prossima settimana ma devo ancora editarne due e non ho per niente voglia di farlo. E in più se Daniel non la smette di scrivermi giuro che potrei bloccarlo ovunque. -

Storco il naso.

Daniel è un gamer americano, uno con cui Kenma collabora spesso, un suo...amico, immagino. Anche se al poverino forse questa cosa non è ben chiara, vista la quantità monumentale di messaggi che invia al mio ragazzo.

- La prossima settimana ci parlo io, con Daniel. - rispondo, e questa volta è il turno di Kenma di ridere.

- E' etero, dovresti saperlo. -

Accarezzo i suoi capelli biondi.

- Non sottovalutarti, micetto. Faresti venire strane idee anche al più integro degli uomini. -

- Dovrebbe essere un complimento? -

- Un gran complimento. -

Ridiamo insieme.

- No, sul serio, posso scrivere a Daniel? Ti prego, giuro che sarò bravo. Ci chiacchiero solo un pochino. - tento, meritandomi un buffetto sulla guancia.

- L'ultima volta che hai detto una cosa del genere sei andato con Bokuto a casa del malcapitato e l'hai minacciato fisicamente. - mi fa notare - solo perché continuava a mandarmi messaggi sconci e fotomontaggi in cui facevo sesso. -

Spalanco gli occhi.

Il sangue rimbomba nelle mie orecchie anche solo al ricordo di quello schifoso figlio di puttana che si è permesso di trattare Kenma in quel modo.

Inizio ad innervosirmi.

- Solo? No, davvero Ken, solo? Prima di tutto, è reato di diffamazione. Secondo non voglio nemmeno immaginarmi tu che fai sesso con qualcun altro...sai che mi fa diventare... - afferro il suo bacino con entrambe le mani e lo strofino piano contro il mio - possessivo. -

Sorride davanti alla mia faccia irritata. Si sporge per baciarmi e rendere il movimento più sensuale e lento.

Capisco immediatamente.

- L'hai detto apposta? Mi hai fatto innervosire apposta, eh? Fottuto ragazzino. -

Stringo più forte il suo bacino, l'altra mano che afferra il suo culo più saldamente di quanto non faccia quando voglio prendermi cura di lui.

Mi scosto quando si avvicina per baciarmi.

- Se volevi essere scopato come una troia bastava dirlo. - gli faccio notare, la sua pelle che brilla per la miriade di minuscole goccioline rosate che, avevo ragione, esaltano la sua pelle chiara.

Appoggia le sue mani sulle mie guance mordendosi il labbro.

- Dammi un bacio, Tetsurou. - si lagna.

Come posso rifiutarmi?

Mi tuffo nelle sue labbra famelico, abbandonando tutta la dolcezza di prima. Mordo forte il suo labbro inferiore, sentendo il sapore metallico del sangue spandersi nel nostro bacio.

Geme come un micetto, si aggrappa a me e mi stringe forte.

Il suo bacino trema mentre si muove quasi inconsapevolmente sul mio, creando una frizione adorabile fra le nostre erezioni.

Scendo dalla sua bocca alla mascella, poi sotto l'orecchio e sulla spalla, fermandomi quando le mie labbra circondano un capezzolo delicato e rosa e sento la sua voce stringersi in un gemito acuto. Una mano raggiunge l'altro capezzolo mentre la mia bocca alterna la lingua e i denti. I versi che fa sono pura ebbrezza nelle mie orecchie, mi fanno diventare duro come la roccia e compiacciono il mio ego che sa che sono l'unico a poterli sentire. A poterglieli far fare.

Lascio che la mia lingua disegni una striscia umida sul suo sterno e sulla sua gola, prima di staccarmi e osservare quei suoi occhi da gatto gonfi di eccitazione e impazienza.

- Appoggiati al bordo della vasca. - ordino, vedendo i suoi occhi brillare per un attimo, prima di alzarsi e voltarsi, per appoggiarsi sui gomiti e lasciare il suo fantastico culo perfetto ed invitante davanti a me.

Do un morso alla pelle chiara, stuzzicandolo con baci soffiati e morsi poco profondi, martoriandogli l'interno coscia.

- Basta, Tetsu, toccami, cazzo. - piagnucola poi, all'ennesimo movimento che si avvicina pericolosamente a dargli piacere ma che si ferma appena prima.

Affondo i denti sulla coscia.

- Come si dice? - chiedo, vedendo le sue gambe che tremano.

- Per favore, ti prego, ti imploro, toccami. - ripete, questa volta un lamento muto nella voce che mi soddisfa decisamente di più.

Mi sporgo al lavabo per prendere il lubrificante che ho lasciato prima, mentre aspettavo che questa mini piscina si riempisse.

Ne spremo un po sulle mie dita prima di iniziare a tracciare movimenti circolari sulla sua entrata.

E' adorabile come spinga indietro il bacino.

- Stai cercando di scoparti da solo, micetto? - lo prendo in giro, ottenendo un lamento da parte sua.

- Ci stai mettendo tanto apposta, per farmi un dispetto! - esclama, e un ghigno si forma sul mio viso.

Infilo due dita di colpo e osservo con attenzione la sua faccia bloccarsi in un gemito mentre tenta di aggiustarsi al fatto di essere stato penetrato.

- E chi è che ha cercato di farmi incazzare apposta, prima? - ribatto, il palmo aperto contro di lui mentre sfioro appena il suo nodo di nervi e lo guardo balbettare.

- E' c...che mi sco...sco...scopi più forte...ah quando sei geloso. - farfuglia, arrossendo.

Muovo le dita più forte, dentro e fuori da lui.

- E perché vuoi che ti scopi forte oggi, micetto? Ti dà fastidio pensare che non ho fatto sesso solo con te? - rispondo, contento che un argomento che mi dava così tanti problemi si sia in fretta trasformato in qualcosa di tanto utile in meno di un'ora.

La sua mano si appoggia alla mia coscia e le sue unghie affondano nella carne.

- Non osare parlare di quelle troie quando stai scopando me, Testurou Kuroo. - ordina, la voce che perde di serietà quando un altro gemito segue questa frase.

Lo faccio avanzare fin quando non ha buona porzione del torso fuori dalla vasca e non riesco ad appoggiare le mani sul bordo. Se mi reggessi solo sulle ginocchia potrei decisamente scivolare e spaccarmi il naso. E voglio fare sesso, non andare all'ospedale.

La schiena di Kenma si alza e si attacca al mio petto, mente volta la testa e mi bacia con sguardo possessivo.

- Tu sei la mia unica troia, Kenma. - lo rassicuro, una mano sul suo capezzolo e l'altra che allinea il mio cazzo con la sua dolce, incredibile e stretta entrata.

Mi muovo piano ma a fondo.

- Dio, Tetsu, così! - grida, la schiena inarcata in un modo davvero pornografico e la superficie chiara dei suoi capelli che mi sfiora il petto.

Scorro la mano dal capezzolo alla spalla di Ken, facendo in modo che il suo corpo tremante incontri i movimenti secchi del mio bacino.

Mordo il suo orecchio.

- Perché sei l'unico che scopo così - aggiungo - e anche l'unico che mi prende così bene, così in fondo. -

Si volta ancora e mi bacia con più passione, come se volesse essere divorato.

Nonostante le spinte sempre più forti sento che l'angolazione non è abbastanza. Posso farlo più a fondo. Posso prenderlo meglio.

Lo tiro su assieme a me dalla vasca da bagno e appoggio il suo corpo fradicio sul banco di marmo del lavabo, osservando la sua faccia riflessa allo specchio.

Arrossisce, quando si vede.

Lo afferro di nuovo dal bacino e ricomincio a scoparlo, questa volta più forte. Sento i gemiti che escono gutturali dalla mia gola ma non sono nulla in confronto ai singhiozzi incomprensibili di Ken che sembra essere completamente fuori di sé.

Vedo il suo viso arrossato, la saliva che gli esce dalla bocca e le lacrime, gli occhi che roteano verso l'alto ad ogni colpo e i capelli fin troppo arruffati sul suo capo, fra i quali stringo una mano, tirandolo indietro per avvicinare l'orecchio alla mia bocca.

- E sei l'unico che amo, Kenma. - mormoro, prima di vederlo perdere completamente qualsiasi cosa di umano ci sia in lui e venire urlando il mio nome, la mano che cerca di aggrapparsi da qualche parte e il corpo che si stringe su di me, facendomi venire a catena, dentro di lui.

Tocca a me pulirlo prima di rimetterci entrambi nella vasca da bagno, perché, di nuovo, mi sa che ci sono andato giù un po' troppo pesante.

Rimane in estasi per un buon quarto d'ora sul mio petto nudo respirando piano a bocca aperta.

Poi mi afferra le spalle e si volta verso di me guardandomi con serietà, come se stesse per dire qualcosa che ha pensato con attenzione.

- Tetsu, ascoltami. - inizia.

Lo fisso.

- Sono tutto orecchi, micetto. -

Prende fiato.

- Basta essere gelosi per almeno una settimana. Se lo facciamo ancora una volta così penso che potrei finire in sedia a rotelle. -

Scoppio a ridere, bacio la punta del suo naso.

- Come vuoi. -

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