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Remember Me - Kagehina

Hinata Shōyō e Kageyama Tobio erano amici fin dai tempi del liceo.
Inizialmente il loro rapporto era stato molto turbolento. Con molti alti e bassi.
Anzi, a dire la verità, durante i primi tempi si odiavano e non andavano tanto d'accordo.
Ogni loro discussione si trasformava in un vero e proprio campo di battaglia.
Ma con il passare dei mesi, e forse anche grazie alla squadra di pallavolo, il loro rapporto andò a migliorare.
In pochi mesi erano passati dall'essere nemici, rivali, compagni di squadra, compagni di studio e, infine, amici.
Come ho già detto, è stato forse uno dei rapporti più turbolenti, ma anche uno dei più belli.
La fiducia reciproca che avevano era qualcosa che avevano costruito giorno dopo giorno. Mattone dopo mattone.
Senza rendersene conto, finirono per diventare indispensabili l'uno per l'altro. Non potevano stare e, molto probabilmente, non potevano vivere l'uno senza l'altro.
Avevano bisogno costantemente di esserci sempre.
C'è chi sospettava che fossero fidanzati, chi invece dei semplici amici.
E quando si cercava di prendere quell'argomento Kageyama Tobio finiva sempre per insulatare il piccolo Hinata.
Era come se, con quell'insulto, Kageyama volesse tracciare una linea di confine.
Come se volesse sottolineare qualcosa.
Qualcosa del tipo "io lo odio, non potrei mai stare con una persona così."
Ma anche se lo insultava, tutti sapevano che Kageyama volesse bene a Hinata.
Anche se provava a nasconderlo Kageyama, in fondo, provava anche qualcosa di più forte della semplice amicizia nei confronti di Shōyō.

Dopo le superiori i rapporti, per un po', rimasero gli stessi.
Fino a quando un giorno Hinata non confessò qualcosa a Kageyama.
"Devo dirti una cosa." Disse serio Hinata, guardando l'amico.
Kageyama, dal canto suo, con quelle semplice quattro parole iniziò ad andare in iperventilazione. Era nervoso. Il cuore gli stava scoppiando e le gambe gli tremavano.
Era nervoso di sapere cosa Hinata gli
avesse dovuto dire.
Sperava in qualcosa di positivo, ma le sue speranze furono distrutte subito.
"Mi trasferico..." sussurrò il ragazzo dai capelli arancioni.
Per Kageyama il mondo fu come se si fosse fermato.
Sbattè ripetutamente le palpebre e guardò l'amico.
"Non... non ho sentito bene. Puoi ripetere?" Chiese titubante.
Aveva forse sentito male?
"Mi trasferico... me ne vado dal Giappone."
E fu in quel momento che, qualcosa dentro Kegayama, si distrusse.
"Quando parti?" Sussurrò Kageyama.
"La prossima settimana."
Il più grande chiuse gli occhi e cercò di respirare regolarmente.
Non c'era più tempo. Hinata se ne sarebbe andato. L'avrebbe lasciato solo, come avevano fatto tutti d'altronde.
"Senti Hinata..." si voltò a guardare l'amico.
Voleva dirgli di restare, voleva dirgli che aveva bisogno di lui ma in quel momento il cellulare del più piccolo squillò.
"Aspetta..." disse Hinata, che prese il telefono e se lo portò all'orecchio "Pronto?"
Il ragazzo si allontanò da Kageyama, che rimase totalmente da solo con i suoi pensieri.
"Scusami." Disse poi il ragazzo tornando da lui "Era mia madre, devo tornare immediatamente a casa."
"Oh, va bene." Disse Kageyama.
"Avevi bisogno di dirmi qualcosa?" Chiese il ragazzo prima di andarsene.
Kageyama lo guardò per una manciata di secondi, poi scosse la testa.
"Niente di importante." E sorrise leggermente.
"Va bene. Allora ci vediamo. Ciao Tobio." E si allontanò senza attendere risposta dal più grande.
"Ciao Shōyō." Sussurrò Kageyama.

Il giorno della partenza di Hinata fu, probabilmente, uno dei giorni più brutti per Kageyama.
Giunti al momento dei saluti, Hinata si girò verso Kageyama.
"È ora di andare.." disse in imbarazzo, spostando continuamente il peso del suo corpo da un piede all'altro.
"Già..." annuì leggermente Kageyama.
Hinata, senza esitare, si gettò tra le braccia del più grande e lo strinse a se.
Voleva imprimere il suo profumo nella sua mente.
Non appena si staccò, guardò per qualche secondo l'amico.
Voleva parlare, aveva bisogno di dirgli una cosa importante ma non ne aveva il coraggio.
Perciò sospirò, visibilmente frustrato, prese la sua valigia e cominciò a camminare per allontanarsi da lui.
"Hinata." Lo chiamò Kageyama.
Il ragazzo si girò, con il cuore a mille.
"Cerca di tornare." Continuò serio.
Hinata, anche solo con quella semplice frase, si sentì felice e sorrise all'amico.
"Certo che torno. Devo ancora batterti, Re!" Sorrise a Kageyama, riprese la sua valigia e se ne andò.
Senza guardarsi più indietro anche perché, se l'avesse fatto, sarebbe tornato sicuramente tra le braccia di Kageyama.

Mentre Hinata era su un aereo, pronto per iniziare un nuovo capitolo della sua vita, Kageyama tornò a casa in lacrime.
Non appena giunse nella sua stanza, si buttò sul letto e ci restò per tutta la giornata, fino a quando non si addormentò.
Il giorno dopo il ragazzo si trovò un messaggio da parte di Hinata che gli scrisse che era appena atterrato.
Fu in quel momento che Kageyama avvertí al petto una forte fitta.
Quasi a levargli il respiro.
Ma il dolore durò per poco, poi si riprese tranquillamente.
Nei giorni seguenti si dedicò alla sua vita normalmente: ogni mattina si alzava per andare a correre, andava all'università, seguiva le lezioni, andava in palestra ad allenarsi con la squadra di pallavolo, durante il tragitto per il ritorno a casa parlava un po' con Hinata, tornato a casa cenava e infine andava a dormire.
Per tutte le settimane avvenire questo fu il suo stile di vita.
Un giorno però, dopo tre mesi dalla partenza di Hinata, non lo sentì per tutto il giorno.
Kageyama non fece altro che pensarci.
Chissà cosa stava facendo? Starà bene? Perché non gli scriveva?
Passò tutto il giorno a pensare al piccolino.
Gli scrisse pure un messaggio, ma non ricevette alcuna risposta.
Forse fu questa cosa, quella che si può considerare come la goccia che fece traboccare il vaso, oppure il continuare a pensare al piccolino e al non avergli mai detto la verità, a peggiorare la sua condizione di salute.
In quei tre mesi Kageyama aveva, infatti, continuato ad avere, giorno dopo giorno, delle fortissime fitte al petto senza però capirne il reale motivo.
Quel giorno finalmente capì.
Tornato a casa, il ragazzo ebbe un'altra fitta. Questa volta fu molto più forte.
Il petto gli faceva malissimo e stava iniziando a sudare.
Gli venne la sensazione di dover vomitare e corse velocemente verso il bagno.
Arrivato nella stanza si piegò verso il water, cominciando a tossire furiosamente.
I polmoni erano in fiamme e la gola gli pizzicava.
Continuò a tossire, fino a quando non vomitò qualcosa di strano.
Dei petali di fiori rossi si trovavano alla fine del water.
Kegayama sbattè le palpebre ripetutamente, guardò quei petali scioccato e, molto velocemente, prese il suo cellulare per cercare alcune informazioni.
Cercò su internet i sintomi che aveva appena avuto e su internet gli si aprì una pagina su una malattia particolare.
Hanahaki.
Lesse velocemente le informazioni sul sito.
La malattia di Hanahaki era una malattia rara e si manifestava nel momento in cui una persona iniziava a soffrire a causa di un amore profondo non ricambiato.
I sintomi non erano particolarmente visibili ad un occhio estraneo: alcuni fiori iniziavano a fiorire nei polmoni del malato bloccandogli così le vie respiratorie.
Gli unici modi per curare la malattia erano due: o riuscire a farsi amare dalla persona desiderata, oppure subire un intervento per poter asportare via le radici del fiore dai polmoni. Nel caso però dell'operazione, oltre alle radici, venivano strappati via anche i sentimenti che il malato provava e non c'era più possibilità di poter ritrovare quel sentimento perduto.
Kageyama lesse tutto molto attentamente mentre lacrime amare cadevano sopra il display del cellulare.
Finalmente riuscì a rendersi conto di qualcosa che aveva sempre negato a se stesso.
Era innamorato di Hinata.
Era sempre stato innamorato di Hinata.
E adesso si era ammalato, proprio perché Hinata Shōyō non ricambiava i suoi sentimenti.

Passarono due anni e il ragazzo non ebbe più notizie di Hinata.
Era come se fosse sparito.
La mancanza di Hinata si sentiva ogni giorno e questo non fece altro che peggiorare la malattia di Kageyama.
Giorno dopo giorno non faceva che vomitare quei fiori.
Aveva optato più volte di ricorrere all'operazione ma, l'idea di non provare più quei sentimenti per Shōyō lo terrorizzavano più dell'operazione stessa.
Era leggermente dimagrito e aveva perso di vivacità.
Non era più il Kageyama di sempre.
Il ricordo del ragazzo dai capelli arancioni, lentamente, lo stava conducendo alla morte.
Se non avesse trovato una soluzione, Kageyama sarebbe sicuramente morto.
Il problema però era che il ragazzo sarebbe stato capace anche di morire per il più piccolo.
Che cosa strana l'amore!
Cosa non sarebbero disposte a fare le persone per amore!
Kageyama aveva provato a chiamarlo diverse volte.
Ma ogni volta che ci provava gli dava la segreteria. Una volta, invece, la segreteria disse che quel numero era inesistente.
Il ragazzo, preso dalla disperazione, gli scrisse anche delle lettere ma si rese conto che non sapeva a quale indirizzo mandarle.
Aveva totalmente perso Hinata.
E quest'ultimo era totalmente sparito dalla faccia della terra. Come se non fosse mai esistito.
Anche i genitori e la sorella di Shōyō non c'erano più.
Un giorno, durante un crollo emotivo, Kageyama decise di andare a casa degli Hinata, ma lì non ci trovò nessuno.
Il vicino gli disse che erano partiti di fretta per andare dal figlio. Ma non sapeva il motivo di quella fuga così improvvisa.
Aveva meditato l'idea anche di raggiungerlo ma, ridotto in quelle condizioni a causa della sua malattia, non riusciva a camminare nemmeno per 10 minuti, figurati riuscire ad arrivare in aereoporto.
Aveva continuamente la nausea e non riusciva a reggersi in piedi.
Stava male e lui aveva solo bisogno di Hinata.

Un bel giorno però, sentendosi un po' meglio rispetto agli altri giorni, si alzò dal letto e disse "Oggi ci vado. Oggi raggiungo Shōyō."
Preparò velocemente un borsone e raggiunse l'aereoporto.
Stava per andare a comprare un biglietto, quando si scontrò contro qualcuno.
"Mi scusi, non l'avevo vista." Disse la persona.
"Oh non ti preoccupare, è stato solo-" e si bloccò.
Guardò il ragazzo davanti a se e il suo cuore cominciò a prendere di velocità. Le sue gambe iniziarono a tremare e, all'improvviso, iniziò a sudare.
Com'era possibile?
Lui era lì. Hinata Shōyō era veramente lì. Proprio davanti a lui.
Era cresciuto un bel po'. Era un po' più alto e aveva un fisico molto più muscoloso. Inoltre aveva tagliato i capelli.
Kageyama in quel momento si sentì finalmente felice.
Era tornato. Era tornato veramente.
"Hinata..." sussurrò "sei tornato finalmente."
Il ragazzo dai capelli arancioni lo guardò confuso. "Ci conosciamo?"
Kageyama, altrettanto confuso, guardò Hinata.
"In che senso ci conosciamo? Sono Kageyama. Kageyama Tobio."
Ma Hinata non reagì minimamente a quel nome.
Cosa stava succedendo? Stava sognando? Quello era forse un incubo?
Perché se era così, doveva svegliarsi immediatamente!
Ma quello non era un sogno, era la realtà. E quella realtà stava per uccidere Kageyama.
"Shōyō, sono io. Kageyama, andavamo a scuola insieme. Ci conosciamo da un bel po' di tempo..." Il ragazzo stava per scoppiare a piangere.
Perché non si ricordava più di lui?
"Mi dispiace non mi ricordo di te..." disse Hinata imbarazzato "ma non è colpa tua. È una cosa un po' complicata da spiegare." Continuò, grattandosi la testa imbarazzato.
Kageyama rimase in silenzio e invitò con lo sguardo il più piccolo, ormai non tanto piccolo, a parlare.
"Ho avuto un incidente. E ho perso la memoria. Non ricordo granché del mio periodo qua in Giappone. Ho recuperato molto più facilmente i miei ricordi recenti. Ma non ricordo niente del mio periodo del liceo e anni indietro. Quindi mi dispiace se non mi ricordo di te..." disse Hinata molto velocemente e abbassando lo sguardo verso il pavimento.
A Kegayama venne a mancare la terra.
Non si ricordava più di lui, non sapeva chi fosse.
Gli venne da vomitare ma si trattene.
"Però sono tornato qui con la speranza di poter recuperare tutti i miei ricordi. Hai appena detto che eravamo compagni di scuola. Quindi significa che eravamo amici. Magari mi potresti aiutare e portarmi nei posti in cui stavo spesso. Che ne dici?" chiese Hinata sorridendo.
Il suo sorriso. Almeno quello, negli anni, non era cambiato minimamente.
Era Hinata, ma non sembrava affatto lui se non fosse stato per l'aspetto e per il sorriso.
Kageyama annuì leggermente.
"Si, ti aiuterò."
"È fantastico!" Saltellò Hinata. "Oh, ma stai per partire?" Chiese indicando la borsa di Kageyama.
Il ragazzo guardò il suo borsone, sorrise e scosse la testa.
"No, sono appena arrivato."
"Ah, che coincidenza."
Già, maledetta coincidenza.

"È qui che venivamo a scuola?" Domandò Hinata, indicando la scuola davanti a loro.
Kageyama annuì solamente. Da quando aveva scoperto la verità non aveva più aperto bocca.
Da un lato si sentiva sollevato, ma dall'altro sarebbe voluto morire in quell'istante.
Era sollevato perché aveva Hinata proprio lì, ma sarebbe voluto morire perché non si ricordava di lui.
"Non si ricordava niente!" Continuava infatti a ripetersi mentalmente.
L'aveva totalmente dimenticato.
Hinata non aveva la benché minima idea di chi fosse Kageyama.
"Che figoooo!" Cominciò a saltellare Hinata.
Era sempre lui, ma adesso era diverso.
Il ragazzo era troppo immerso nei suoi pensieri, quando la voce di Hinata lo riportò alla realtà.
"Kageyama, fammi qualche alzata!" Disse sorridendo.
Anche Kageyama sorrise.
Quella frase gli ricordò i vecchi tempi.
"Magari riesco a ricordarmi qualcosa." Continuò a dire.
Ma Kegayama non ci sperò troppo.

Passarono tutto il pomeriggio a fare alzate.
Non appena giunse la sera, Kageyama si fermò e guardò Hinata.
"Perché ci fermiamo?"
"È tardi. Dovresti riposare." Disse serio.
"Io non sono stanco." Disse Hinata sorridendo.
Era come se fossero tornati ai vecchi tempi.
"Senti..." disse Hinata sussurrando e guardando il pavimento "ti va di andare a cenare? Insieme ovviamente."
Quella richieste fece venire il batticuore a Kageyama.
Hinata gli aveva appena chiesto di andare a cenare insieme.
Nonostante la tragica scoperta era il giorno più bello della sua vita.
"Si, certo che mi va!" Disse.
Hinata arrossì e fece un sorriso a trentadue denti.
"Perfetto, allora andiamo." E lo trascinò con se, fuori dalla palestra, prendendolo per mano.
Giunti al ristorante, si andarono a sedere in un posto più appartato.
Nonostante l'imbarazzo iniziale, trascorsero tutta la cena a parlare.
Ad un occhio estraneo sembrava che fossero due amici di vecchia data che non si vedevano da tanto tempo e che si stavano raccontando tutto quello che era successo in quegli anni.
E per Kageyama, in effetti, era così.
Ma non per Hinata.
Per il più piccolo, i racconti di Kageyama, erano storie a cui lui non aveva preso mai parte. Si sentiva estraneo a quei ricordi. Ma non era così.
Perché in ogni racconto di Kageyama, lui c'era sempre stato.
Gli raccontò dei tre anni trascorsi al Karasuno e gli anni successivi ma niente, Hinata non reagiva a nessuno di quei racconti.
Ascoltava in silenzio, e con un enorme sorriso sulle labbra.
La cosa fu molto frustrante per Kageyama, perché voleva che il piccolino si ricordasse.
Non tanto degli altri, ma voleva che si ricordasse di lui.
Voleva che lo riconoscesse.
Finita la cena decisero di andare a fare una passeggiata.
Erano l'uno accanto all'altro e camminavano in silenzio.
"Fino a quando ci sono io, tu sarai sempre il più forte..." sussurrò Hinata all'improvviso.
"Hai detto qualcosa?" Chiese Kageyama.
Hinata scosse la testa "Mi sono ricordato solo di una frase. Niente di particolare."
Sussurrò nuovamente, sorridendo leggermente.
"Quando ricorderai tutto?" Chiese allora Kageyama.
Hinata rimase interdetto e arrestò la sua camminata.
"Come?"
"Quando riprenderai i tuoi ricordi?"
Hinata si girò verso il ragazzo e lo guardò attentamente. Sembrava... impaziente.
"Non è così facile. Il dottore ha detto che ci vuole tempo."
"Si, ma io non ho tempo!" Si alterò Kageyama.
"Che intendi?" Chiese titubante il piccolo.
"Lascia stare!"
Calò un silenzio imbarazzante.
"Io..." cominciò a dire Kageyama "voglio che tu ricordi... voglio che tu ritrovi i tuoi ricordi. Perché non ce la faccio così... non ce la faccio proprio!" Disse Kageyama piangendo.
Era la prima volta che piangeva davanti a Hinata. Ma ormai non ce la faceva più, era da due anni che tratteneva quelle lacrime. Non gli importava di risultare debole.
Abbassò la testa e continuò a piangere, singhiozzando.
"Quanto sei egoista!" Disse Hinata serio.
"Come?" Kageyama rialzò lo sguardo verso di lui.
"Tu vuoi solo che recuperi i miei ricordi su di te!
Ma pensi davvero che mi piaccia questa situazione!?
Pensi che mi diverta non ricordarmi niente di niente!?
Non so chi sono io, non ricordo niente della mia vita precedente!
Non mi ricordo di te! E te lo giuro, vorrei ricordarmi di te con tutto me stesso ma al momento non ci riesco! Ci vuole del tempo! E mi dispiace, perché non ho voluto io l'incidente.
Non ho voluto io ritrovarmi in questa situazione! Ma eccomi qui! Sto cercando con tutto me stesso di ricordarmi e sinceramen-"
"Vuol dire che non ci stai provando abbastanza!!" Gli urlò Kageyama contro.
Un silenzio agghiacciante calò tra i due.
Il tempo, per una manciata di secondi, si bloccò.
"Non ci sto provando abbastanza?" Domandò Hinata avvicinandosi al ragazzo. "Forse è vero, forse hai ragione tu! E sai perché?" Chiese continuando ad avvicinarsi. "Il mio medico mi ha detto che i ricordi mi sarebbero tornati a poco a poco ma di te non ricordo proprio niente!
Questo succede quando non si vuole ricordare qualcosa, perché la mente lo ritiene troppo doloroso! Allora forse è così! Forse non è che non riesco a ricordarmi di te.
Forse è che non voglio proprio ricordami di te!!" Urlò Hinata spingendolo.
Con i respiri affannati i due ragazzi si guardarono. Occhi negli occhi.
La rabbia di Hinata in contrasto al dolore di Kageyama.
"Bene.." sussurrò Kageyama "se le cose stanno così, allora è meglio che me ne vado!" Disse cominciando a camminare.
Hinata, non appena si rese conto di quello che aveva detto, cercò di fermarlo.
"Kageyama, aspetta!"
"Vaffanculo Hinata!" Disse Kageyama e se ne andò, senza voltarsi più indietro, lasciando Hinata solo in mezzo alla strada.
Arrivato a casa, il ragazzo venne colpito dal solito dolore al petto. Corse in bagno, si calò sul water e vomitò i soliti petali rossi.
Il petto e la gola gli stavano per andare a fuoco e quella volta si sentí morire.

Per le tre settimane successive a quella litigata, Kageyama non mise il naso fuori casa.
La malattia era peggiorata rapidamente.
Passava le sue intere giornate a letto e, al massimo, correva in bagno per vomitare.
Stava per morire.
Non c'era più alcuna speranza.
In quei giorni non aveva fatto altro che pensare a Hinata. E questo non aveva fatto altro che peggiorare ancora di più la sua condizione.
Il terzo giorno della quarta settimana, il ragazzo decise di andare a fare una passeggiata. Aveva bisogno di prendere un po' d'aria.
Era pomeriggio inoltrato e per le strade non c'era quasi più nessuno.
Si sentiva così solo. Sarebbe morto da solo, senza una persona a stargli vicino.
Stava camminando lentamente ma si bloccò quando, poco più distante da lui, intravide dei capelli arancioni che andavano verso la sua direzione.
Preso dal panico cercò di allontanarsi velocemente, ma non riuscì nel suo intento.
"Kageyama?"
Il ragazzo si voltò verso la voce che lo aveva chiamato.
Davanti a se, si trovò Hinata in tutto il suo splendore.
"Cosa ti è successo?" Chiese il ragazzo dai capelli arancioni guardandolo "sei magrissimo."
In effetti in quelle tre settimane, Kageyama aveva perso peso troppo velocemente. Ormai era sottopeso.
"Sono malato." Disse, mettendosi le mani in tasca.
Hinata sussultò leggermente e i suoi occhi si riempirono velocemente di lacrime.
"Non lo sapevo..." sussurrò.
"Ora lo sai!"
Un silenzio imbarazzante calò tra i due.
Nessuno dei due sapeva che cosa dire . L'imbarazzo era troppo.
Hinata provò ad aprire bocca ma Kageyama lo bloccò "Ti prego, puoi parlarmi di tutto. Ma non chiedermi di cosa sono malato. Perché non te lo dirò."
Hinata annuì leggermente e calò nuovamente il silenzio.
"Ho incontrato Nishinoya e Tanaka." Disse allora Hinata, cercando di cambiare argomento e fare un po' di conversazione.
"Ti ricordi di loro?" Chiese Kageyama.
"Si, in queste tre settimane ho ricordato molte cose."
Il ragazzo evitò di chiedergli se si fosse ricordato di lui. Sapeva già la risposta.
Non voleva ricordarlo. Ecco cosa aveva detto tre settimane prima.
"Sono contento per te!" Rispose, alzando gli occhi al cielo cercando di trattenere le lacrime. "Beh, ci vediamo.." disse e se ne andò.
Hinata rimase lì, spiazzato, senza dire nulla.
Non appena giunse la sera, Kageyama decise di tornare a casa.
Ma sembrava che gli dei, per quel giorno, ce l'avessero a morte con lui.
Sulla strada del ritorno, infatti si scontrò nuovamente con il ragazzo dai capelli arancioni.
Forse gli dei stavano cercando di dirgli qualcosa.
Questa volta però Hinata non era solo, si trovava in mezzo a due ragazzi.
I due ragazzi si guardarono, si passarono accanto ma non si dissero niente.
Kageyama, non appena superò il ragazzo, si fermò, chiuse gli occhi e sospirò.
Si diede dello stupido mentalmente.
Lui era innamorato di Hinata. Era da sempre innamorato di Hinata.
Non poteva permettere che quella stupida litigata gli portasse via l'amore della sua vita.
Doveva fare qualcosa.
Doveva impedire al suo stupido orgoglio di portarlo via dall'unico ragazzo che amava e che avrebbe voluto accanto per il resto della sua vita.
Si mosse d'istinto, senza rendersene conto.
Si voltò verso la direzione di Hinata, corse verso di lui e lo afferrò per il braccio.
Hinata, sussultò e si girò verso il ragazzo.
"Tu forse non ti ricordi di me, o magari non vuoi ricordarti di me. Ma io ricordo tutto di te. So che ti alzi la mattina presto per andare a correre. Ti piace la pallavolo, e adori schiacciare. Il tuo obiettivo è sempre stato quello di diventare l'asso della squadra, e vuoi diventare un giocatore bravo quanto il Piccolo Gigante. Inoltre non ti è mai piaciuto studiare perché dedichi tutte le tue energie solo ed esclusivamente alla pallavolo." Disse tutto d'un fiato. "E potrei andare avanti così per tutta la serata. Questo perché so tutto di te. E ho bisogno di te Hinata, ho sempre avuto bisogno di te!" Disse guardandolo negli occhi.
Il petto gli stava andando in fiamme e venne colpito dal senso di nausea.
Ma in quel momento non se ne preoccupò minimamente. In quel momento non gli importò della sua malattia, sembrava quasi che se ne fosse dimenticato.
Sentendolo parlare Hinata scoppiò a piangere, non cercò nemmeno di trattenersi.
Sapeva che non ce l'avrebbe fatta.
"Mi dispiace... mi dispiace per quello che ti ho detto settimane fa..." singhiozzò.
"Non è vero che non voglio ricordarti. Io ho bisogno di ricordarmi di te.." sussurrò "Tu ricordi e sai così tante cose di me, e io niente di te. In queste settimane, so che può sembrare una cosa stupida e senza senso, ma ho pensato tanto a te.
Anzi, a dire la verità, ti ho pensato tutti i giorni.
Non so perché mi sento così, ma ho bisogno di sapere cosa ti piace, cosa fai quando sei libero, e voglio conoscere tutte le tue emozioni. Inoltre voglio sapere cosa ti passa per la testa!" Continuò a dire singhiozzando.
Kageyama rimase in silenzio, con solo il suo cuore a fare rumore a causa della velocità improvvisa che aveva preso.
"Voglio sapere tutto di te. Voglio sapere come ti senti quando io non ci sono. Perché io, in questi giorni senza di te, mi sono sentito così perso. Come se mi mancasse qualcosa di importante. E in effetti è così.
Mi sono sentito perso e solo.
È vero, non mi ricordo di te e non è vero che non voglio ricordarmi perché mentirei a me stesso e al mio cuore.
La verità è che ho bisogno di te come tu hai bisogno di me!
E non capisco come tutto questo possa essere possibile. Non capisco perché provo tutto questo. Ho il cuore che mi sta per esplodere e le gambe mi stanno tremando. Forse è qualcosa che ho sempre provato.
Sinceramente non ne ho la più pallida idea ma ti prego... non mi lasciare." Non smetteva di piangere e parlava senza sosta.
"Imparerò a conoscerti, imparerò tutto di te. Non so come andrà a finire questa cosa e sinceramente non mi importa perché ho bisogno di dirti tutta la verità. Ho bisogno di dirti tutto ciò che sento.
E al momento, l'unica cosa che so veramente, è che mi piaci e che non voglio stare lontano da te." E senza dare a Kageyama nemmeno il tempo di metabolizzare le parole che gli aveva appena detto, si buttò piangendo tra le sue braccia.
"Mi piaci Tobio Kageyama, e non ho più alcuna intenzione di scappare."
Kageyama rimase paralizzato.
Aveva realmente detto che gli piaceva?
Lo aveva detto veramente? Aveva anche detto che provava quelle cose da sempre?
Troppe domande e la risposta era proprio lì davanti a se.
Anche Kageyama scoppiò a piangere e strinse a se il più piccolo.
"Non ho alcuna intenzione di lasciarti andare Shōyō." Sussurrò tra i suoi capelli.
"Fino a quando ci sono io, tu sarai sempre il più forte." Disse Hinata sussurrando leggermente e alzando lo sguardo.
"Ti... ti ricordi di questa frase?" Balbettò Kageyama.
"È stata la prima cosa che ho ricordato da dopo l'incidente. Sei stato tu a dirmela, non è così?"
Kageyama annuì e Hinata sorrise.
"Lo sapevo... Me lo sentivo che me l'aveva detta qualcuno che per me era importante. Questa frase mi ha aiutato in tutti questi anni, quando mi sentivo perso. Mi faceva sentire importante, in qualche modo.
Sei sempre stato con me Kageyama, sempre!" Disse il ragazzo abbracciandolo di nuovo.
"E non ho più alcuna intenzione di perderti."

Un mese dopo da quel lieto evento, Kageyama finalmente stava iniziando a riprendersi dalla sua malattia.
Si era quasi ripreso del tutto proprio perché l'amore di Hinata l'aveva salvato.
Hinata era stato il suo eroe.
Quest'ultimo, invece, non aveva ancora recuperato del tutto i suoi ricordi ma, giorno dopo giorno, cercava sempre di ricordare qualcosa di nuovo.
Grazie all'aiuto di Kageyama.
Per quanto riguarda loro due insieme...beh, non c'è granché da dire.
Sono la coppia migliore del mondo.
Si erano salvati a vicenda, erano destinati a stare insieme.
Nonostante Hinata non ricordasse niente e nonostante la malattia di Kageyama, avevano lottato costantemente per il loro amore.
Una bella mattina il ragazzo dai capelli arancioni si svegliò e guardò il ragazzo che si trovava al suo fianco.
Era così felice.
Non era tanto felice da quando... in verità non ricordava quando fosse stata l'ultima volta che era stato così felice.
Sorrise e continuò a guardare il ragazzo dolcemente, il quale si mosse.
Era così bello mentre dormiva.
"Buongiorno..." sussurrò Kageyama sorridendo.
"Buongiorno Tobio." Disse Hinata appoggiandosi al suo petto.
Passarono alcuni minuti di silenzio, e Hinata stava accarezzando dolcemente il petto del suo ragazzo.
Il cuore di Hinata stava andando a mille per diverse ragioni.
Era felice di essere lì con Kageyama ed era felicissimo per una cosa molto importante che avrebbe voluto dire al ragazzo.
Sorrise nel pensare alla reazione che quest'ultimo avrebbe avuto da lì a qualche minuto.
"Ricordi quando tu, io, Tanaka e Nishinoya abbiamo fatto quello scherzo a Daichi?" Domandò.
"Certo che mi ricordo." Rispose Kageyama. "È stato bellissimo."
"Già, e Daichi era così incazzato che Sugawara è dovuto venire in nostro aiuto." Disse Hinata scoppiando a ridere.
"Si, Daichi ci voleva ammazz-" si bloccò e solo in quel momento si rese conto di una cosa.
"Che c'è?" Chiese Hinata, alzandosi dal suo petto e guardandolo.
Kegayama si alzò a sedere e lo guardò senza parole.
"Ma come te lo -"
"Mi ricordo Kageyama.." sorrise Hinata "mi ricordo di tutto!"
"Ma che stai dicendo?" Gli occhi di Kageyama si riempirono di lacrime.
"Si, mi ricordo di tutto quello che abbiamo fatto insieme. Mi ricordo di tutto il periodo del liceo.
Mi ricordo di te.
Kageyama mi ricordo di tutto quello che è successo prima dell'incidente.
Mi ricordo del nostro ultimo saluto all'aeroporto e mi ricordo che c'era qualcosa che volevo dirti prima di andarmene. Ma ero troppo spaventato per farlo e così sono scappato." Disse Hinata piangendo e sorridendo contemporaneamente.
"E sarebbe?" Sussurrò Kageyama.
Hinata si avvicinò al ragazzo, si mise a cavalcioni su di lui e gli prese il viso dolcemente.
"Ti amo Tobio, ti ho sempre amato e ti amerò per sempre."
Il cuore di Kageyama esplose di felicità.
Aspettava questo momento da tutta la vita.
Avvicinò il suo viso a quello di Hinata.
"Ti amo Shōyō, ti ho sempre amato e ti amerò per sempre."
E si baciarono, dando prova di quell'amore che provavano da tantissimo tempo, e per il quale avevano lottato disperatamente.












Note autrice:
Eccoci qui con una nuova One-shot.
Onestamente sono molto contenta del risultato. Mi sono emozionata tantissimo mentre la scrivevo.
Spero che possa piacere pure a voi!
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate, magari con una stellina o con un commento.
Vi ricordo anche che le richieste sono aperte!
Ci vediamo alla prossima storia! ❤️


Clare

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