18°Recensione: Sweet Lies
DISCLAIMER
In caso non fosse chiaro, tendo a ripeterlo per la centesima volta con un nuovo disclaimer a capo di ogni recensione.
I termini che uso non sono messi lì per risultare offensivi, ma solo per rendere il testo più colloquiale e alla portata di qualsiasi essere in grado di leggere. Preciso inoltre che queste sono mie opinioni, non devono quindi piacere per forza e a prescindere dall'approvazione o meno della massa, non cambiano. Questo è quello che io penso e se l'autore è passato di qui, chiedendo a me una recensione, deve essere a conoscenza del fatto che non dispenso amore gratuitamente e che non devo seguire l'onda di fans sfegatati che elogiano il suo lavoro. Sono qua per fare complimenti quando serve ed indicare errori, orrori, distrazioni e lacune quando ce n'è bisogno.
Io sono Ania, non il mucchio di persone che scrivono commentini adoranti -magari senza aver nemmeno prestato attenzione a ciò che hanno letto- e ho una mente pensante, che all'alba dei vent'anni e più, ha sviluppato preferenze a livello narrativo e accumulato informazioni in grado di farle muovere pareri.
Non è mia intenzione risultare offensiva, sappiate semplicemente che è come se da amica facessi annotazioni al vostro lavoro, semplicemente sono più imparziale rispetto alla cricca di gente che vi conosce da secoli.
Le gif, per quanto spietate, sono solo un modo per generare qualche risata o spiegare meglio ciò che ho provato durante la lettura.
Nel momento in cui mi si chiede una critica, si accetta il fatto di lavorare con una persona che non ha problemi ad andare nella direzione opposta alla mandria. Quindi, prima di prenotarsi come sfegatati, sarebbe meglio fare un giro per la raccolta. In più, l'umiltà è alla base di questi progetti, quindi sarebbe opportuno non barricarsi nella propria fortezza di convinzioni e sicurezza, ma farsi un esame di coscienza; anche io chiedo recensioni e mai ho creato polemica, perchè se chiedo un aiuto, accetto tutto ciò che mi viene detto e donato.
ps. Ho scritto questa recensione tutta in una volta, dalla sinossi alla conclusione. Capirete da voi che sviste, errori e sintassi sbagliate, sono dovute alla stanchezza. Spero comunque che tutto sia comprensibile.
Buona lettura.
Aggiornamenti attuali: 128 parti
Genere: Fantasy
Autore: LaFedeSL
Copertina e Titolo:
Ci sono vari generi di copertine: quelle magistrali, quelle apprezzabili, quelle alla tumblr, quelle minimal, quelle un po' retro e quelle che non mi invoglierebbero mai ad aprire un libro e leggerlo. Insomma, ad ognuno il suo, no? Peccato che in questo caso, "Sweet Lies" rientri proprio nell'ultima categoria. La cover scelta non ha nulla di intrigante, nonostante vi siano tentativi di mettere insieme una composizione di pesi ed armonie visive.
Oggi, cercherò di essere il più analitica possibile, spiegando in ogni dettaglio le mie motivazioni in modo che non ci si possa aggrappare a nulla per controbattere. Vorrei anche ritagliarmi un angolino per dire che, sinceramente, non me ne frega nulla se quest'opinione sia condivisa o meno, perchè tanto è la mia e quello che vedo e percepisco, non cambia. Ragazzi, vi svelo anche un segreto: studio (tra le varie materie) "psicologia della forma e teoria della percezione" -potete dirmi quello che volete, ma so quello che dico.
Bene, ora torniamo a noi.
Perchè questa copertina non invoglia la sottoscritta? Per vari motivi che metterò elegantemente in ordine:
₰ l'immagine di base non è altro che un lavoro grafico trovato online, a cui non vi è stato fatto alcun cambiamento, questo a mio avviso la rende abbastanza impersonale. E' ciò che il suo autore ha creato, ma non rappresenta alcun legame -sempre secondo me- con la storia che ci viene presentata. Dove è, la caratterizzazione da parte dell'autore? Dove è l'associazione con ciò che incontreremo più avanti?
Per quanto possa sembrare ridicolo, persino una cover commissionata ad un servizio di grafica presenta più personalità. L'autore ci mette le idee indicanto le sensazioni che vuole trasmettere o gli elementi che gli piacerebbe vederci su, mentre il "grafico", crea una propria composizione in grado di soddisfare e trasmettere ciò che secondo lui, meglio si addice alla richiesta.
Io qui, non vi ho visto nulla di questo.
₰ La prima cosa che ho pensato, è stata la strana idea di essere di fronte ad un thriller, non ad un fantasy. Non dico che ci siano elementi obbligatori da inserirci, ma dovrebbe trasmettere la sensazione di qualcosa di onirico, lontano da noi. Quel viso a metà, che mi fissa con tanta apatia, a me mette ansia. Ma oltre a questo, la trovo vuota, non mi chiama a gran voce, non attira l'attenzione.
₰ I colori posso anche piacere, anzi, sono una fan dei toni freddi, ma qui nessuno di essi risalta; non c'è un dettaglio che spicchi.
Qualcuno potrebbe obbiettare con "il viso di lei è più chiaro", sì, vero, ma è tutto il viso. Gli occhi, il naso, la bocca e persino i capelli girano intorno alla stessa cromia, cambia solo la saturazione. Si stacca dallo sfondo, ma non blocca l'occhio lì. E' come se ci trovassimo di fronte ad un oggetto senza tridimensionalità.
₰ Il font del titolo, messo in verticale, rende più difficile prestargli attenzione e ricorda molto i primi tentativi di utilizzare PowerPoint. Sì, è chiaro e quindi risalta sul nero che gli sta sotto, ma non per questo mi appare migliore; ha un chè di rivista anni 70', quando la grafica era ancora ridotta all'osso e si preferivano gli artisti alle macchine, che erano optional nell'editoria. Se non erro il carattere usato, è un Arial basico. Okay, il 2010&co è il decennio del minimal, ma vi è un perchè. Se tutto è così pittoresco, anche la citazione, perchè lui stacca a tal modo?
Per me l'abbinamento risulta forzato, cozza un po'.
₰ L'autrice ha poi voluto inserire una scritta nell'angolo basso a destra, proprio sopra al suo nome, ed io ho passato un quarto d'ora a cercare di capire cosa vi fosse scritto. Il colore è troppo cupo, impedendo così alla vista di leggerla nitidamente e quindi mi sorge un dubbio: perchè metterla se non viene facilmente letta? E' quasi inutile la sua presenza ...
Sono pro a qualche citazione, purchè sia in grado di vederla.
Diciamo quindi che nel complesso, la copertina mi risulta essere datata e fatta con una qualche applicazione di livello basico. C'è molto su cui lavorare, perchè se la storia è così ricca di dettagli "fantasy", una cover del genere non ne risalterà mai il valore.
Punteggio: 3/8
Sinossi
"Megan ha solo diciassette anni quando sua madre viene a mancare. Non c'è un padre che si occupi di lei, né una sorella che condivida le sue pene; la nonna le ha lasciato solo la casa e lei, d'ora in poi, dovrà tirare avanti con quel poco che guadagna nel piccolo minimarket vicino casa. Ma non è sola. Accanto c'è il suo adorato cane Sean, l'inseparabile amica d'infanzia Amanda e il bel ragazzo Americano: Jack Bennet.Una notte però, capisce che il mondo non è il posto sicuro che immagina. Gli Oscuri bramano il suo corpo e celano i loro artigli nelle tenebre. Sono bestie feroci, ingorde di sangue e di carne umana. Le persone a lei più care non sono chi crede, e la stessa Megan Viola, non è chi pensa di essere, ma molto di più.Ora Roma l'attende, Megan è cresciuta e nuove conoscenze la porteranno a sperimentare sensazioni e sentimenti mai provati fino ad ora, vedrà dentro di sé crollare ogni certezza. Si troverà a convivere con gli amici di sempre che l'aiuteranno e la proteggeranno, ma in casa non saranno soli. Ci sarà anche Cristian, un ragazzo tenebroso e arrogante che tormenterà la sua esistenza. Chi sono i Templari? Quali scelte Megan avrà il coraggio di fare? E voi, cosa scegliereste?Quanti di voi hanno desiderato l'amore folle? Quello che fa paura, fa esplodere il cuore, perdere il respiro. Questo libro racconta di amori tormentati, passionali, sbagliati. Spero vi perdiate nelle mie pagine. Troverete molto di me."
La mia versione:
"Megan ha solo diciassette anni quando sua madre viene a mancare. Non c'è un padre che si occupi di lei, né una sorella che condivida le sue pene; la donna le ha lasciato solo un tetto sopra la testa e lei, d'ora in poi, dovrà tirare avanti con quel poco che guadagna nel piccolo minimarket vicino casa; ma non è sola. Accanto ha il suo adorato cane Sean, l'inseparabile amica d'infanzia Amanda ed un bel ragazzo americano: Jack Bennet.
Una notte però, capisce che il mondo non è il posto sicuro che immagina. Gli Oscuri bramano il suo corpo e celano i loro artigli nelle tenebre. Sono bestie feroci, ingorde di sangue e carne umana. Le persone a lei più care non sono chi crede, e la stessa Megan Viola, non è chi pensa di essere, ma molto di più.Ora Roma l'attende, ma nel mentre, è cresciuta e nuove conoscenze la porteranno a sperimentare sensazioni e sentimenti mai provati fino ad ora; vedrà crollare ogni certezza che alimenta dentro di sè, si troverà a convivere con gli amici di sempre, disposti a tutto pur proteggerla, ma nella nuova casa non saranno soli. Ci sarà anche Cristian, un individuo tenebroso e arrogante che tormenterà l'esistenza della ragazza. Molte domande inizieranno ad assillarla: Chi sono i Templari? Quali scelte avrà il coraggio di fare ? E voi, cosa scegliereste? "
Come potete vedere, le ultime righe sono state del tutto eliminate, ed il motivo, ve lo andrò ad elencare insieme alla lista di tutte le altre correzioni che, a parer mio, sarebbe meglio apportare.
Donna : ma della nonna, quando si parla? Tutto ciò che io ricordo è una madre, anche se, questo è un dettaglio che solo leggendo la storia, si può notare.
Un tetto sopra la testa : l'autrice aveva messo "casa", peccato solo che poi, sempre nella stessa frase, il termine venga ripetuto. Sono davvero rare le occasioni in cui due parole uguali suonino bene in frasi ravvicinate, quindi bisogna sempre ponderare i momenti in cui sfruttare o meno questa tecnica.
Ha : "Accanto c'è" ma accanto a cosa? Essendo Megan il soggetto a cui Sean sta accanto, sarebbe meglio dire che "lei ha accanto" e non "c'è accanto a lei".
Ed un : per noi, finché non ci viene presentato, Jack non è altro che uno tra i tanti, non ha ancora il suo posto ben definito all'interno del cuore, quindi è quasi scorretto dire "e il ragazzo americano (con la minuscola, perché un aggettivo, non un nome)". Se proprio volessimo mettergli l'articolo determinativo, sarebbe più appropriato dire "ed il bel ragazzo americano che frequenta la sua stessa scuola", perchè è lui, singolo individuo, l'unico all'interno di un gruppo ben definito che, nel mio esempio, sono coloro che stanno a scuola.
Ma nel mentre : solo poco prima è stata ricordata Megan come soggetto di tutta la storia, quindi è inutile riproporre il suo nome, ma togliendolo e basta, la frase perdeva senso e correttezza. Questo è forse un piccolo stratagemma per continuare a mettere una logica in quello che l'autrice ci ha proposto.
Che alimenta dentro di sé : ho provato a figurarmi e a rigirare più volte la frase originale, ma in qualsiasi modo la leggessi, continuava a suonarmi male, come le pastiglie dei freni quando fischiano.
Disposti a tutto pur di proteggerla : la versione originale di questo pezzo, mi sembrava assai dispersiva, troppo rigida, simile agli standard che si inculcano nei temi scolastici. E' possibile abbreviarla, renderla più diretta alle sinapsi del lettore, quindi perché non farlo?
Nella nuova casa : è stato accennato una sola volta che la protagonista se ne è andata dalla casa materna, quindi, piuttosto che rischiare di confondere chi legge, sarebbe carino cercare di riprendere questo fatto semplicemente aggiungendo un aggettivo.
Individuo : perché suggerisco questo cambiamento? Perché per un attimo mi è sembrato di ripassare per le righe in cui si accennava a Jack. Cristian però un nuovo elemento all'interno della storia, una persona ambigua -come ci accenna LaFedeSL- quindi bene differenziarlo in qualche modo.
Della ragazza : è giusto rivangare il soggetto su cui Cristian si impunta, perché precedentemente abbiamo abbandonato il filo della narrazione con cui è cucita la sinossi, parlando degli amici di Megan, non di lei.
Molte domande inizieranno ad assillarla : introduciamo in qualche maniera le domande, non buttiamole lì a caso come se dovessero solo essere imbottitura per il testo.
Ora passiamo alla parte importante, ciò tutte quelle righe che secondo me dovrebbero essere tolte dalla sinossi: fino a quell'ultima domanda in cui ci si rivolge ai lettori, si è instillato il seme della curiosità, il mistero, la punta di fantasy necessaria per proseguire la lettura, ma mai, si è accennato all'amore o ad una love story, quindi perché citarli ora? Che senso ha? E' sgradevole sotto un certo punto di vista, l'effetto che si ha è quello che tutto, sia stato scritto senza un percorso logico o, addirittura, che si parli di due cose diverse.
"Spero vi perdiate nelle mie pagine. Troverete molto di me." NO! Questo non va assolutamente in questa parte di storia. A noi lettori, per adesso, non ci interessa sapere se c'è o meno del vissuto da parte dell'autore, perchè ci interessa solo la storia. Se vorrete mai inserire un simile appunto, fatelo in una prefazione a sè stante dalla sinossi, oppure in un angolo dedicato ai ringraziamenti a fine testo. Prima, scusate se ve lo dico senza peli sulla lingua (ma tanto gli insulti me li becco comunque perchè poche persone accettano le critiche -Fede, spero tu sia abbastanza matura da capire che questo è un parere personale che potresti avere anche tu leggendo un testo altrui e che non è un insulto, ma solo un modo terra-terra per farmi capire da chiunque), è di cattivo gusto.
Nel complesso però, anche se necessita di correzioni, la trama che ci viene presentata è composta in maniera "buona", ovvero: abbiamo un'introduzione a Megan, ci viene accennato al fatto che lei sia speciale -quindi al fattore magico- e che ci siano delle entità maligne di natura sconosciuta con cui lei si scontrerà, c'è l'accenno a dei cambiamenti ed un personaggio in grado di farci domandare cosa ci riservi la sua comparsa in scena. Ciò che ci serve quindi, c'è.
Punteggio: 7/10
Storia:
Cosa mi è piaciuto e cosa no dei primi dieci capitoli (cerco di rendere l'analisi meno dispersiva raggruppandoli in pezzettoni)?
Ebbene, ho trovato molto interessante il voler citare elementi della mitologia e del folklore di diversi angoli del mondo e delle differenti epoche storiche. E' raro trovare in un solo testo le Parche (antica Grecia), le Ninfe (mitologia nordica), i Templari (tardo Medioevo/Rinascimento), i Vampiri (folklore dell'est Europa) e persino Satana (religione). In qualche modo questa decisione da parte dell'autrice ha fatto sì che in me scattasse la lampadina del "questa ragazza vuole farci capire che di leggende ne sa qualcosa", che è sempre un punto a favore visto che lo faccio anche io all'interno dei miei testi. *clap clap*
C'è ricerca e una buona rete di intrecci per fare in modo che tutta questa roba funzioni insieme, ma appunto per questo motivo mi chiedo: non è forse troppo? Non sarebbe stato meglio concentrarsi solo su due settori del folklore ed evitare di prendere un po' di qua e un po' di là?
Bisogna però dire che alcuni elementi nel corso di questi dieci capitoli, si perdono un pochetto, lasciandone emergere solo un paio: i Cavalieri Templari, le Ninfe e gli Oscuri. Sono loro, i nostri veri protagonisti.
Altro dettaglio che mi è saltato all'occhio e che non ho apprezzato all'inizio di questo racconto sono stati alcuni nomi dei personaggi. Escludendo Jack e la sua famiglia, che sono di origine statunitense, Megan e Yasmine, che diamine c'entrano con l'italiano? Non credo che ad Otranto (luogo in cui si svolge la prima parte della storia), i nomi stranieri, ma soprattutto questi due, vengano molto utilizzati. Capisco alcune donne milanesi che per voler essere internazionali, al passo con le mode e perfide genitrici, decidono di dare ai loro figli nomi come Aaron o Dylan, oppure Jade, Lily ecchessoio, ma ricordiamo il contesto in cui "teoricamente" Megan è nata: Puglia, sud Italia. Non si è mai accennato ad origini straniere da parte della madre, quindi perché questa scelta? Il testo inizialmente doveva essere ambientato altrove?
Aspettiamo notizie.
Ho apprezzato (okay, ora dispenso un po' di complimenti) molto, sempre in questi primi dieci aggiornamenti, le descrizioni dei luoghi e di alcune emozioni. Preparatevi a dello spoiler ragazzi miei.
Quando Yasmine è morta, le sensazioni della protagonista sono riuscite a toccarmi da qualche parte in mezzo allo sterno, così come quando Megan entra per la prima volta in contatto con un Oscuro. La nostra autrice si è lasciata andare durante la stesura di quei pezzi e riesce a coinvolgere anche noi, che non siamo del tutto partecipi alle vicende.
La sua capacità di delineare con le parole i luoghi poi, fa sì che ci venga quasi semplice immaginare e disegnare nella mente il contesto in cui ogni cosa avviene. Quando si parla per la prima volta della Villa dove vivono i Bennet, quasi mi è parso di vedermi passare davanti agli occhi la zona esterna della casa; una pubblicità sulle bellezze del Bel Paese -sì, poi anche il manzotto di Jack non è niente male!
Come in quasi tutte le storie, fino a questo punto, è stato difficile non notare dei cliché in cui quasi tutti gli autori, forse troppo saturi di un determinato genere, finiscono per cascare.
Protagonista ignara della sua condizione sia fisica (figa ma non troppo, giusto quel che basta per creare tensione sessuale con qualsiasi maschio alfa nei paraggi) che interiore (essere diversa dal resto del genere umano), per di più orfana e troppo importante per poter morire (ci sarà mai un personaggio principale sfigato come la sottoscritta?); belloccio troppo da "fantasia umida" per essere vero (la scena nella camera di lui post doccia è da bollino rosso) ed infine, cattivo cosmico che da sempre cerca solo la star di questa storia.
Sì, lo so che parliamo di un fantasy e che purtroppo lo schema di base è questo, però ci si spera sempre.
Saltiamo dunque ai dieci capitoli successivi, quelli in cui Megan prende effettivamente coscienza di sé e di ciò che prima era sconosciuto, come Stevan, i Templari e tutta la compagnia bella. Sono molto descrittivi, lasciano grande spazio ai dialoghi e, un po' come la nostra eroina, finiamo con lo scoprire i meccanismi della realtà in cui si accinge ad entrare. Le dinamiche possono apparire a tratti ripetitive, la narrazione risulta più lenta e vagamente piatta, ma quantomeno, riusciamo a farci un'idea di come funzionano le cose e, soprattutto, capiamo che l'autrice ha cercato come la tanto amata Rowling, di creare una sorta di vero mondo, con regole e situazioni, razze e società che interagiscono tra loro, provando a vivere e convivere.
Come già detto, qui accade un gran poco e ci tocca quindi voltare pagina, passando agli aggiornamenti dal capitolo venti al trenta.
Ecco che finalmente inizia a smuoversi qualcosa: Meg parte per Roma, luogo che, nel bene o nel male, le servirà a crescere e capire come gira il mondo, ma anche da che parte della guerra tra Oscuri e Templari sia giusto stare. Potremmo quasi dire che qui, è un po' come ritrovarsi a vagare per le pagine di "Shadowhunters", romanzo diviso in ventottomila volumi creato da C.Clare. Sì, la puzza che sento sotto il naso è proprio quella dei nephilim di quel libro, ma nulla è ancora detto o perso.
Snodandoci tra un capitolo descrittivo e l'altro, giungiamo a qualche momento degno di nota, roba che bene o male, riattiva la narrazione. Non parliamo di battaglie epiche o sconcertanti verità, nulla di troppo focoso, ma semplicemente vediamo entrare in scena alcune news. Tra questi nuovi membri del cast, c'è Elias, una sorta di ninfa al maschile che con poche e semplici mosse conquista sia noi che la protagonista e si professa come colui che può spiegarle ogni cosa. Al contempo appaiono Cristian, Jes, Melita, e poi Stevan inizia a muovere i fili del suo piano malefico e... e... e... nulla.
Se speravate che dal trenta al trentasei scoppiassero bombe di dinamismo ed eventi mozzafiato, vi sbagliavate. Anche qui tutto procede con molta calma, i momenti interessanti e che mettono in fibrillazione il cuore sono ben pochi, ma la capacità di LaFedeSL nel descrivere sensazioni e luoghi, fa sì che bene o male, si riesca ad attraversare questi spezzoni senza sbadigliare o chiedersi dove sia la fine del tunnel. Ci dipinge Roma e la quasi quotidianità di una ragazza in trasferta, che turbata dai suoi mille problemi, non si lascia però sfuggire le bellezze della Capitale ed intreccia in modo sempre più profondo i rapporti con i suoi nuovi coinquilini. Cristian inizia a delinearsi all'interno delle vicende, prende un posto sul palcoscenico della storia e gli spettatori, cioè i lettori, riescono pian piano a farsi un'idea su di lui. I pro ed i contro del cliché da bad boy, non mancano nemmeno qui.
Finalmente arriva, sulla soglia del quasi quarantesimo aggiornamento, una sessione di botte gratuite che vede agli angoli del ring Oscuri e Templari, questi ultimi muniti di una Megan quasi inutile, che come successo in passato, finisce con il venir portata d'urgenza da un alchimista (che sarebbe il medico di questa storia). Insomma, se per un attimo vi siete esaltati come me sentendo il clangore della spada di Jack ed immaginando Cristian come il Dio della Guerra, vi sarete poi anche ritrovati a storcere un pochetto le labbra e a chiedervi, oltre a come sia possibile che la protagonista possa essere ancora viva, come possa aver piegato sotto al suo sex appeal anche l'animo di un altro Templare.
Dove è la ricetta per l'elisir "acchiappa manzotti da libro"?
Detto questo, è inutile dire che da qui in poi gli intrecci amorosi diventano il fulcro principale della narrazione, quasi oscurando la ricerca della verità che sembrava smuovere Megan. Da un lato posso anche giustificare questa decisione, alla fine il genere fantasy più "moderno", quindi l'Urban, è seguito da un pubblico femminile che non disdegna, ma anzi è attirata come api dal miele, la love story tormentata. Scelte stilistiche e di composizione, purtroppo è difficile ed impossibile quasi, trovare storie che si discostino da questo filone.
Punteggio: 7/10
Grammatica:
Tante piccole sviste qua e là, che sicuramente con una buona revisione e l'aiuto dei lettori, si possono trovare e correggere senza grande difficoltà. Solo un paio di volte, l'autrice ed io, ci siamo trovate a discutere in maniera -se così si può dire- più animata, su alcuni termini a mio avviso errati o inappropriati. Il lessico è buono, mischia termini più ricercati con quelli colloquiali, ed in poche occasioni mi sono ritrovata a pensare che un determinato modo di esprimersi fosse inadeguato nei dialoghi di alcuni soggetti, ma nulla di eccessivamente problematico all'interno della narrazione.
Punteggio: 8.5/12
Personaggi:
Ormai lo sapete, in ogni storia c'è sempre una moltitudine di personaggi che potrebbe fare invidia al menù di un ristorante;come ogni cliente che si ritrova a farvi scorrere sopra gli occhi però, mi accingo a selezionare solo alcuni piatti, quelli che, a mio avviso, potrebbero essere più interessanti.
Come vi ho già accennato, i cliché ci sono, soprattutto per quanto riguarda le figure che animano "Sweet Lie". Megan è la classica protagonista imbranata, vissuta nell'ignoranza quasi totale per tutto ciò che riguarda la sua vera natura. E' molto carina, affascinante ed è il Sacro Graal della guerra che sta a sottofondo della storia, ma come sempre, non se ne rende conto. Sotto determinati punti di vista, l'ho trovata piatta, non mi ha trasmesso molto, anzi, quasi mi è parsa di contorno. Non mi ci sono affezionata. Piuttosto, mi sono ritrovata a tifare per Jack, a restare con il fiato sospeso durante le battaglie. Anche lui sembra essere l'ennesimo personaggio già visto, ma è più brioso e reale di quanto non sia la protagonista.
Cristian l'ho figurato tutto il tempo come il bad boy, l'animo irrequieto, lo stronzo ed il bipolare della situazione, ma ecco che persino lui, mi ha dato qualcosa a cui aggrapparmi per dire "sì, questo personaggio lo sento vivo".
Stevan, il cattivo, è accennato e poco presente. Lo vediamo raramente, eppure sembra sempre che sia lì, come lo spiffero d'aria che supera il telaio mobile e abbatte quello fisso per entrare in casa ed infastidirci. E' difficile contestualizzarlo, in fin dei conti lo conosciamo più per sentito dire da parte degli altri personaggi che per la sua effettiva comparsa.
C'è e non c'è da lavorarci, bisogna far sì che almeno Megan esca dal guscio, che brilli sugli altri, cosa che per adesso non mi è parso; è una tra tanti, nulla più.
Punteggio: 5.5/10
Le Conclusioni di Ania:
Dopo mille peripezie ed un tempo di attesa pari alla formazione delle Alpi, eccomi giunta alla fine dei 54 aggiornamenti di "Sweet Lie" (sul mio fogliettino c'è scritto che dovevo arrivare fin qui) che dovevo leggere. Giusto per dirvi, l'autrice ha fatto in tempo a concludere la storia ed io ancora non ero a dieci righe di questo papiro.
Okay, ora è giunto il momento di tornare a noi.
Consiglio il testo? Sì.
A chi? A tutti coloro che amano storie più incentrate sulla descrizione e meno sul dinamismo.
Perché? E' un Urban Fantasy che mischia molte realtà ed informazioni, quindi si prende il suo tempo per spiegare come tutti gli elementi entrano in contatto per formare questo nuovo mondo, che alla fine, resta un po' anche il nostro.
Da quello che ho potuto capire, è il primo di una saga o trilogia, quindi autrice, stai attenta a quello che fai, perché per il tuo modo di scrivere rischi quasi di perderti via nel raccontare delle piccole cose, generando così una sorta di volume in versione "Narnia". Ai lettori piace perdersi, alternare calma a movimento, quindi ricordati di creare più elettricità tra le vicende, senza però negarti quelle descrizioni che tanto ti escono bene. Affidati ad un servizio di grafica o a qualcuno capace (anche su wattpad va bene) per la copertina, perchè potresti veramente dar maggior risalto alla tua storia, dettaglio che potrebbe solo influire positivamente.
Il punteggio che a parer mio è giusto darti (sì, è il calcolo matematico) è :
31/50 e la storia finisce nella collezione Perla.
Al prossimo secolo con la nuova recensione!
See you, SpaceCowboys
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