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Nello stesso momento, Elisa seduta nella sua postazione, controlla le mail inviate al capo, visto che lui non lo fa quasi mai, e molte volte ci sono cose di massima importanza riportate in quelle mail. Elisa non è una ficcanaso, ma proprio il capo in persona, il signor Matt le aveva dato la password della E- mail, per controllare regolarmente, quindi, Elisa non si ritiene responsabile di sapere tutte quelle cose che probabilmente, oltre lei, non sa nessuno.

C'e una mail che la incuriosisce, particolarmente, del laboratorio dei virus. La seconda volta in un giorno, pensa Elisa. Apre la mail senza pensarci un secondo, alla fine quel compito le è stato assegnato.

A:
[email protected]

Oggetto: Salve signor Matt

"Salve, è anni che la nostra e la vostra azienda collaborano per i test di alcune malattie, e proprio per questo so di potermi fidare di lei, e di conseguenza dei suoi dipendenti. Abbiamo un nuovo Virus, un pò particolare, e le sarei grato se ci contattasse il prima possibile. Niente di grave, non si preoccupi inutilmente.

Cordiali saluti, Laboratorio sperimentazione virus letali."

Ad Elisa non tornano alcune cose, se si parla di una malattia portata dalle zanzare perché scrivere una mail così al capo, e non spiegare esattamente che cosa era successo, invece che fargli perdere tempo al telefono. Lo hanno già fatto, di solito scrivono mail chilometriche, dove Elisa deve applicare ogni tipo di autocontrollo per non mandarli a quel paese. E poi la frase "Niente di grave, non si preoccupi inutilmente" le sembra un metodo per evitare che altre persone si facciano troppo gli affari loro. Qualcosa le dice che tutto sta per andare storto, non sa cosa o come, ma secondo Elisa quella mail ha un enorme scritta lampeggiante sopra: CATASTROFE.


Antonio sta testando un vaccino su una cavia, mentre ascolta la radio che ha impostato sulla sua frequenza preferita.

Quando, dalla porta scorrevole sbuca Miriam.

"Scusami se ti disturbo, ma abbiamo un problema." Le dice seria lei.

Antonio non chiede nemmeno quale sia, sa che "abbiamo un problema" è qualcosa di serio

Arriva nella stanza dove tengono la maggior parte degli animali, Mario è la ad aspettarlo, accucciato davanti a una gabbia appoggiata a terra.

"Che succede?" Chiede preoccupato Antonio.

"Il cane a cui abbiamo iniettato il nuovo virus sembra stia morendo." Gli spiega Miriam.

"Vedi, respira male e sembra aver perso la funzione delle zampe posteriori." Continua.

Antonio si avvicina al cane, vedendo in che stato pietoso è ridotto, trae la conclusione: Questo povero animale non campa più di mezz'ora.

"Hai detto virus? Quale nuovo virus?" Chiede Antonio.

"Quello per aumentare l'intelletto che mi hai dato tu un paio di ore fa."

Ad Antonio si gela il sangue.

"Ti avevo detto di darlo a un topo." Sbraita.

"In verità non mi hai detto niente. E quella dose era troppa per un topo."

"Non era monodose cazzo." Sbraita di nuovo.

Miriam non replica. Non sa cosa dire. Avrebbe dovuto prendere in considerazione l'idea che quella fiala fosse mono dose. Ma non dice niente, per non sbraitare anche lei contro l'uomo, per non essere stato chiaro.

"Non ne abbiamo più quindi?" Chiede Antonio, cercando di mantenere la calma.

"No". Replica a bassa voce Miriam.

"Voi sopprimente quel cane, prima che soffra ancora. Io vado a chiamare per chiedere altro siero." Conclude Antonio andandosene.

Miriam, estrae il cane dalla sua gabbia, e con l'aiuto di Mario lo appoggiano su uno dei tavoli del laboratorio.

"Povera bestia" Pensa Mario ad alta voce.
Il suo lavoro consiste nel fare analisi al microscopio, e detesta il fatto che l'azienda per cui lavorava faccia test sugli animali, ma Mario non ha altre possibilità, e quindi è costretto a stare li contro la sua volontà, per portare a casa qualche soldo, da dare poi alla moglie che lo sta ripulendo di qualsiasi possedimento, per aver fatto uso di droghe con i figli presenti.

Il pastore tedesco rizza le orecchie, e ascolta i due che parlano della cena di Natale, mentre Miriam prepara la miscela di ingredienti per sopprime il cane. Sente un sapore in bocca simile al ferro, ferro.. si sorprende di sapere che cos'e il ferro, non sapeva fino a un attimo prima che sapore avesse. Si guarda in torno, e vede i suoi simili in gabbia, dove si trova e perché non ricorda niente? È come se per la prima volta dopo i suoi sei anni di vita si fosse svegliato, tutto gli sembra nuovo, e gli esseri umani gli sembrano strani. Una di loro tiene una siringa in mano e mostra i denti... no aspetta, ride, con il suo compagno. Si avvicinano al cane, che li osserva con la coda dell'occhio.

"Tranquillo bello, in un attimo smetterai di soffrire." Gli dice dolcemente Miriam.

Soffrire? Io non sto soffrendo. Il cane si alza in piedi, con stupore dei due, che sussultano per lo spavento.

"Si è ripreso?" Domanda Mario.

"Sembrerebbe di si.." Dice incredula Miriam appoggiando la siringa.

Il cane sta fermo, e fissa un punto di fronte a se. Miriam gli controlla i parametri vitali, che sono perfetti. Ma non riesce a capire perché il cane rimane così fermo.

Il pastore sente dentro di se qualcosa cambiare, gli sembra che il cervello si espanda e la vista..la vista arriva a colori, vede tutto, perfettamente, come lo vede un essere umano.
Il Virus si sta facendo spazio tra il sangue nelle sue vene, e prende piano piano il possesso di tutto il corpo.
È ancora un "normale" pastore tedesco finché il siero arriva al cervello, lo ricopre in un secondo, facendo provare al cane un dolore terribile, che però non manifesta nemmeno con una smorfia. Come pietrificato.
Il siero inizia a lavorare sulla psiche del cane, che inizia a capire dove si trova, chi sono quegli uomini. Doveva andarsene da li.

Miriam che gli sventola una mano davanti al muso, scatta quando il cane sposta lo sguardo su di lei.

"Cavolo, è strano." Ride Mario.

Un secondo dopo un ringhio sordo esce dalla bocca del cane. Nessuno dei due fa in tempo a prendere il calmante, che il cane sì è già scaraventato contro Miriam, azzannandola al collo. Mario in panico non riesce a muoversi, è pietrificato alla vista del cane che lentamente toglie la vita a Miriam.

Ci mette dieci minuti a morire, tra urla e agonia, che nessuno può sentire per via delle mura dei laboratori insonorizzate, per non disturbare gli uffici con i lamenti degli animali.
Il pastore pieno di sangue alla bocca, si gira verso Mario, che strisciando sul sedere indietreggia.
"Buono bello." Urla Mario, ma il cane lo zittisce con un abbaio.
Gli si ferma a due centimetri dalla faccia, può sentire l'alito fetido del cane misto all'odore del sangue dell'amica.
Poi, guarda gli occhi del pastore...

"Sono rossi." Dice ad alta voce. Il cane abbaia di nuovo.
Mario chiude gli occhi sicuro che la sua ora è arrivata.

Ma improvvisamente non sente più l'alito del cane, apre lentamente gli occhi e vede il pastore aprire la porta con le zampe anteriori, e correre fuori.

"Siamo fottuti."

Spazio autrice:
Ciao a tutti, come va secondo voi? Vorrei dei pareri sinceri riguardo alla storia, quindi se potete lasciare un commento dandomi delle dritte o facendomi i complimenti, ve ne sarei molto grata!

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