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5. Tassorosso

Hogwarts. Incredibile, spettacolare...osservare quelle guglie che si stagliano nel cielo nero, ferendolo come lame accuminate, è forse uno dei ricordi che custodisco più gelosemente. Ero rimasto piuttosto amareggiato dall'espisodio dell'asticello e l'incontro con Necron mi aveva lasciato addosso una leggera inquietudine, ma nella mia uniforme, anche se un po' rovinata, sentivo che niente avrebbe potuto rovinare quel momento.

La scuola mi apparve in tutto il suo splendore dalla barca dondolante sulla quale avevo preso posto. Appena scesi dal treno, infatti, eravamo stati accolti da un ometto piuttosto bizzarro, basso, dalle orecchie a punta e dalla pelle grinzosa, ma nonostante questo aveva un sorriso rassicurante e una voce nasale che non poteva certo far paura.

- Primo anno! Primo anno, di qua! - si era messo a strillare accanto ai binari e, mentre tutti gli studenti più grandi si incamminvano nella direzione opposta, io cercavo di seguire la massa dei miei futuri compagni.

Mi sentivo perso, sperduto e confuso, ma era una sensazione magnifica: quante possibilità, quanti sogni mi era permesso covare in quell'istante, quando niente sembrava avere un senso e tutto pareva possibile.

Il viaggio, sebbene a me sembrasse essere volato, era durato qualche ora e il pomeriggio aveva lasciato il posto alla sera. Il folletto reggeva tra le dita rugose una lampada che sembrava essere troppo pesante per il suo corpo minuto e che continuava a far oscillare per illuminarci tutti, terrorizzato dall'idea di perdersi qualcuno lungo la strada.

- Ci siete tutti? Bene ragazzi...stringetevi, stringetevi. Mi sentite tutti? Io sono mmm. - e qui si schiarì la voce -...io sono Abner Blythe e sarò il vostro professore di Storia della Magia. Vi do il benvenuto ad Hogwarts. Ora seguitemi. Seguitemi. -

Ogni tre passi sentivo la sua voce chiederci di prestare attenzione oppure snocciolare qualche nozione storica riguardante il castello.

Ci fece sedere all'interno di alcune barche che salparono da sole non appena fummo tutti seduti. Sospinte da qualche forza misteriosa tagliavano l'acqua gelida del Lago Nero e mi portavano sempre più vicino al mio futuro.

- Mi chiamo Colin - Non mi ero curato degli studenti che avevano preso posto accanto a me sulla barca e quasi sobbalzai sentendo la voce al mio fianco.

Girandomi mi trovai davanti un viso chiaro con due occhi blu illuminati d'entusiasmo e un sorriso ancor più solare. Si trattava di un ragazzino minuto e la casacca sgualcita come la mia me lo rese subito simpatico.

Ma la mia capacità di interazione con gli altri era ancora limitata. Mi stavo accorgendo che l'aver vissuto per anni in solitudine, lontano dal mondo, mi aveva segnato più di quanto avessi immaginato.

Non sapevo come cominciare, la mia lingua si era bloccata di nuovo, eppure il ragazzino continuava a sorridere e, non curandosi dei pensieri che mi scorrevano a velocità folle nella testa, riprese a parlare.

- Quando è arrivata la lettera sono stato così felice! Sai, non si sapeva se anch'io sarei stato un mago, mia mamma è una strega, ma mio papà è un babbano. Mia sorella è anche lei una strega, è al quarto anno, ma mio fratello non ha poteri, è come papà. Sembrava che anch'io fossi un babbano, non so fare ancora alcuna magia. Quindi quando è arrivata la lettera è stato fantastico. Tu sai già fare qualche incantesimo? Da dove vieni?...-

Quasi mi girava la testa per tutte le domande che mi rivolse. Ad alcune riuscii a rispondere balbettando qualche monosillabo, ad altre no, ma lui non ne sembrava dispiaciuto e tornava all'attacco.

- Sai...- mi disse quando le barche ci lasciarono sull'altra riva - non sembri uno che parla molto. -

Mi trovai a sorridere. Mio malgrado, quel ragazzino, mi stava simpatico.

E forse con la sua parlantina avrebbe compensato la mia incapacità di comunicare.


I nostri bagagli erano già stati depositati sulla scalinata e il professor Blithe cercò di attirare nuovamente la nostra attenzione salendo per qualche gradino.

- Silenzio ragazzi, silenzio. Ora vi condurrò nella Sala Grande, lì verrete smistati nelle vostre case...-

La mia curiosità si fece ancora più forte e trovai il coraggio di bisbigliare a Colin:

- Che cosa si intende per "case"? -

Lui mi rivolse uno sguardo incredulo, ma mi rispose subito:

- Hogwarts si divide in quattro case secondo i suoi quattro fondatori: Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde, Priscilla Corvonero e Tosca Tassorosso. Gli studenti del primo anno, cioè noi, vengono smistati tra le quattro case in base alle loro caratteristiche...i Grifondoro sono coraggiosi, i Serpeverde sono ambiziosi, i Corvonero intelligenti e i Tassorosso...esattamente non so bene chi siano i Tassorosso. -

Mi riempii la testa con quelle informazioni e attesi che l'imponente portone si spalancasse. Ci trovammo in un grandissimo salone già gremito di studenti affamati e schiamazzanti seduti attorno ai tavoli che occupavano praticamente tutto lo spazio, lasciando libero solo un corridoio centrale che convergeva verso la tavolata dei professori posta a dirimpetto della porta.

Alzando lo sguardo mi trovai a osservare un cielo trapunto di stelle, la volta dell'universo sembrava aprirsi sopra le nostre teste, quando in realtà si trattava solo di una magia.

Un'incredibile magia.

Il professor Blythe ci guidò fin sotto la tavolata dei professori e aspettò che ci allineassimo in fila.

Accanto a me Colin era più euforico di prima sebbene questo sembrasse impossibile.

- Hai già pensato a quale casa ti piacerebbe appartenere? -

Ancora una volta non risposi. Come avrei potuto? Ancora mi era tutto così nuovo e incredibile.

- Io sono indecisissimo! Mi piacciono tutte, davvero non saprei proprio immaginare dove potrebbe mettermi il Cappello Parlante. -

- Cappello Parlante? -

Forse quelle parole le pensai e basta, poiché Colin non mi rispose, ma pochi istanti dopo il professor Blythe si avvicinò ad uno sgabello foderato di stoffa rossa e vi posò un cappello a punta con due pieghe che gettavano un'ombra scura sulla tesa e che parevano occhi.

Il professore spiegò una lunghissima pergamena e chiamò il primo nome della lista.

Nella sala scese il silenzio e tutti osservammo Melissa Alton avvicinarsi allo sgabello. Si trattava di una ragazza dai capelli rossi e ricci, indomabili, dai modi di fare particolari. Avanzava tenenendo gli occhi bassi e anche quando si trovò davanti a noi, seduta sullo sgabello, riuscì a non incrociare lo sguardo con nessuno. Sembrava puntarlo oltre...

Blythe, che aveva afferrato il cappello per la punta, glielo posò sulla testa e quello si animò.

- Bene bene! -

Alla sua voce profonda sobbalzai.

La ragazzina sembrava voler sprofondare.

- Melissa...quante cose che galleggiano nella tua testa. Quanta creatività, diversità direi...Ma sei anche determinata, leale. Sì, ho deciso. Tassorosso! -

Un fragore di applausi esplose da uno dei tavoli della sala e la ragazza lo raggiunse con quel suo modo di camminare un pò impacciato e un po' che sembrava fluttuare.

Per qualche secondo la seguii con lo sguardo, poi fui di nuovo catturato dalla cerimonia dello smistamento.

Seguirono un ragazzo che venne scelto nella casa dei Serpeverde e un altro assegnato a Grifondoro. Di seguito due ragazze furono nominate Grifondoro e seguirono molti altri.

- Colin Myles Canon - chiamò ancora il professre Blythe e il ragazzino esclamò sottovoce:

- Che emozione! - mi rivolse una strizzata d'occhio: - Ci vediamo dopo.-

Il cappello non dovette pensarci molto:

- Ecco qui un ragazzino sveglio, intelligente, creativo: tutte qualità perfette per un...Corvonero! -

Colin rivolse a tutti noi un sorriso estatico e corse a raggiungere i suoi nuovi compagni.

Davanti ai miei occhi scorsero altre facce e udii altri nomi mentre, mano a mano che siavvicinava il mio nome, sentivo il mondo attorno a me farsi più sfocato.

- Newton Scamander. -

Incerto lasciai la fila di studenti e andai a sedermi sullo sgabello.

Il cappello era caldo e morbido e si accoccolò sulla mia testa cominciando a borbottare qualcosa. Sentivo la testa svuotarsi, come se mi stesse rubando i pensieri.

Mi sentivo galleggiare e la sua voce mi arrivava distante:

- Curioso, sì, un ragazzino davvero curioso e appassionato. Tenace, sei testardo figliolo. E poi cos'altro? Coraggioso, molto coraggioso. E intelligente. Quale sarebbe il posto giusto per te? -

Si fermò per un istante a pensare.

- Sì...Tassorosso! -

Il cappello mi fu tolto dalla testa e ripiombai nel mondo. O meglio, vi precipitai.

In mezzo al frastuono, agli applausi, le voci, i visi.

Il mondo era troppo vasto, troppo rumoroso per me.

Cercai il viso di Colin ma non lo vidi.

L'unica persona che avevo conosciuto già non c'era più.

Raggiunsi il più in fretta possibile il tavolo dei Tassorosso e mi sedetti accanto alla ragazzina coi capelli rossi.

Le sensazioni che provavo ancora adesso sono impossibili da spiegare. Erano un misto di puro terroro e euforia assoluta.

***

Angolo autrice: ero curiosa di sapere come sarebbe andato il momento dello smistamento e spero che non via abbia delusi :)

Dopo aver visto che una ragazza su Wattpad mi aveva copiato la copertina ho deciso di ridisegnarla, che ne dite?

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