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4. Primi Incontri

Le narici mi si riempiono ancora dell'odore del negozio di Olivander. Spesso mi sono ripromesso di tornarci, ma non l'ho mai fatto.  A volte rimpiango di non aver avuto dei figli da accompagnare in quel magnifico giro a Diagon Alley che vissi con mio zio.

Dopo un'intera giornata tra botteghe e bancarelle mi trovai a spingire un carrello carico di oggetti di cui avevo ignorato l'esistenza fino al giorno prima.

-Se tutto questo ti ha lasciato a bocca aperta allora l'Hogwarts Express ti toglierà definitivamente il fiato!- rise Alfred aiutandomi a spingere il carello.

Volevo che quel giorno non finisse mai, mi aspettavo cose incredibili spuntare da ogni via e non rimanevo deluso.

Non dubitai un istante nel seguire Alfred passando attraverso ad un muro quando ci trovammo nella stazione di King's Cross ignorati da tutti i Babbani.

Binario nove e tre quarti. Suonava particolarmente bene.

Una volta al di là del muro mi trovai a dover inseguire Alfred in mezzo a una folla di ragazzini all'incirca della mia età, alcuni impegnati come me nello spingere carrelli più grandi di loro.

Sentivo risate isteriche e pianti a dirotto di bambine che si aggrappavano a fratelli maggiori pronti a partire.

Non avevo mai visto così tanta gente e soprattutto mai avevo incontrato miei coetanei e ricominciai a provare quella sensazione di disagio conosciuta con l'arrivo dello zio nella mia vita.

Lui sembrò accorgersi del mio improvviso malumore e si fermò ad aspettarmi sulla banchina.

-Come ti senti? - mi domandò premuroso.

Io avevo perso la voce, era inchiodata nella mia testa a ripetersi tutto ciò che era accaduto quel giorno.

L'Hogwarts Express si presentò con un fischio ancor prima di essere visibile all'orizzonte.

La confusione di quel momento ha fatto si che i miei ricordi non si imprimessero bene nella mia memoria e non rammento il momento dei saluti.

D'altronde avevo conosciuto Alfred solo da poche ore, non deve essere stata difficile la nostra separazione.

Mi ricordo, però, di come presi posto in una cabina vuota e lo salutai con la mano contro il vetro mentre il treno, sbuffando il suo vapore bianco, si lanciava al galoppo verso la scuola di magia e stregoneria più prestigiosa al mondo.

Ero così schiacciato contro il finestrino che il mio fiato lasciava una patina opaca sul vetro ad ogni respiro e i miei occhi cercavano di catturare tutto ciò che scorreva al di fuori del treno.

Ero così assorto che quando sentii un prurito al petto mi spaventai.

D'istinto mi portai la mano sotto il collo per grattarmi e sentii un rigonfiamento.

Ma la cosa ancor più spaventosa fu sentire che il rigonfiamento si muoveva.

Preso da un moto di terrore mi slacciai i primi bottoni della camicia e, attaccato al mio petto con le sue minuscole dita uncinate, trovai un asticello.

Lui rabbrividì per il freddo, mi puntò con i suoi occhietti neri e mi fece una pernacchia lasciandosi cadere sul pavimento del treno.

-Fermo!- mi sembrò di averla già vissuta quella scena e temevo i danni che l'esserino avrebbe potuto causare.

Abbastanza innocui gli asticelli, sì, ma anche dei gran portatori di guai.

Il piccoletto si mise a correre per la cabina e si lanciò sotto la porta, riuscendo a passare attraverso la fessura.

Non mi restò che inseguirlo per il corridoio sentendo gli occhi degli altri ragazzi che si puntavano su di me.

Non fu certo il modo migliore per cominciare l'anno scolastico.

E quando vidi l'asticello infilarsi sotto un'altra porta capii che le cose stavano andando pure peggio.

D'istinto aprii lo sportello e mi trovai davanti un gruppo di ragazzi che mi fissarono indifferenti.

- E questo da dove arriva? -

A parlare era stato un inquitetante ragazzino dai capelli talmente biondi da sembrare bianchi e uno sguardo gelido che mi fece venire i brividi.

Il suo sguardo esprimeva tutto lo sdegno che provava nel vedermi.

I suoi due amici alzarono le spalle scrutandomi da dietro il ragazzo che continuava a soppesarmi con lo sguardo.

Anche l'asticello sembrò esserne spaventato e tornò sui suoi passi abbracciandomi la scarpa.

- Guardate quel coso! - scoppiò a ridere il biondino indicando con l'indice il mio amichetto.

- Ma tu, che cosa sei? - domandò nuovamente rivolto a me.

La domanda mi parve molto strana e la lingua mi attorcigliò impedendomi di rispondere.

- Voglio dire...sei un mezzosangue, vero? Nessun mago avrebbe il tuo aspetto. - diede di gomito ad uno dei suoi amici e quello rise di nuovo.

Mi sforzai di mettere in fila delle parole, ma quelle sembravano divertirsi a fare le capriole.

- Che c'è ora? Non sai parlare? -

- N-o-no - balbettai finalmente rendendomi però ancora più ridicolo.

- Ah bene, abbiamo appurato che non hai perso la lingua. Io sono Necron. Necron Malfoy [1]. Studente del quarto anno. -

Mi tese la mano. Ma io non mi mossi.

- E tu sei..?-

- Newt Scamander - non immaginate che sforzo dovetti fare per far uscire quelle poche sillabe.

Mentre stavo per stringere la mano pallida di Necron l'asticello lanciò un versetto stridulo e si arrampicò sui suoi pantaloni.

- Toglimelo! Toglimelo di dosso! - Necron cominciò a strillare e i suoi tre amici cominciarono a guardarsi senza sapere cosa fare.

Lo sguardo gelido del ragazzo si puntò si di me, ma nella paura faticava a tenere il suo aspetto distaccato:

- Fa qualcosa! -

Trovai la situazione molto divertente. Un ragazzo di quattordici anni, alto e spigoloso, con manie di grandezza, spaventato a morte da un rametto di quindici centimetri.

- Che cosa sta succedendo qui? -

Un uomo dal naso acquilino e gli occhiali spessi era stato attirato dal rumore proveniente dalla cabina e aveva deciso di intervenire.

Si trattava di quello che sarebbe passato alla storia come uno dei maghi più potenti della storia della magia, ma a quel tempo nemmeno lui poteva saperlo. Sto parlando di Albus Percival Silente che quel giorno non era che un semplice professore. [2]

Dall'alto dei suoi occhiali osservò il ragazzo assalito dall'asticello.

-Petrificus Totalus! - tirata fuori la sua bacchetta l'aveva puntata sul mio povero amico verde e lo aveva immobilizzato.

- Signor Scamander, sarebbe così gentile dal leggermi, dalla lista che le abbiamo inviato, che animali è consentito portare a Hogwarts? -

Senza soffermarmi sul fatto che quel professore conoscesse il mio nome mentre io ancora ignoravo la sua identità, frugai nelle tasche trovando l'elenco degli acquisti e scorsi le parole fino al punto richiesto:

- Gli allievi possono portare anche un gatto, oppure un gufo, oppure un topo. - lessi con voce tremante.

- E ora mi dica, Scamander, cosa ci fa lei con un asticello sul treno diretto ad Hogwarts? -

Con un leggero colpo di bacchetta fece fluttuare l'animale incriminato davanti ai miei occhi, così vicino che mi si incrociarono le pupille.

- Io...io...-

- Non trovandoci ancora nei confini della scuola chiuderò un occhio, ma la cosa non dovrà ripetersi. Chiaro? -

Non aspettò la risposta e si congedò, portandosi dietro l'asticello pietrificato.


Note

[1] Bisnonno di Draco Malfoy (Genealogia: Hephasto - Glade - Necron - Abraxas - Lucius - Draco)

[2] Secondo i miei calcoli Silente dovrebbe avere 27 anni se contiamo che ci troviamo nel 1908 ed è nato nel 1881


Angolo Autrice:

Un ringraziamento a tutti voi che avete spinto affinché riprendessi questa storia, spero di non deludervi!





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