11. Nella Foresta
- Shh! -
Mi voltai verso Colin intimandogli di fare più silenzio. Con il suo passo irrequieto continuava a calpestare rami secchi che si spezzavano con rumori sordi.
- Scusa. - bisbigliò lui in risposta.
Le nostre figure si muovevano tremanti avvolte in una nebbia umida che saliva dalla terra. Sopra di noi un tetto di foglie ci sprofondava ancora di più nell'oscurità privandoci della luce della luna che rimaneva imprigionata tra i rami.
Colin, bisbigliando sulla punta della sua bacchetta a intervalli di cinque minuti riusciva a far irradiare da essa una flebile luce bianca che era appena sufficiente a rischiarare i nostri passi.
- Quanto manca?-
Osservai meglio la mappa che avevamo strappato dall'Enciclopedia e cercai di orientarmi. Trovare il lago non sarebbe stato un problema visto che circondava l'intero lato sud del castello, la difficoltà sarebbe stata trovare Silente e la figura misteriosa e, dopo averli seguiti, essere in grado di tornare indietro.
Quando gli alberi cominciarono a diradarsi scorgemmo i riflessi della luna sull'acqua.
Ci trovavamo su un punto rialzato alle pendici delle mura del castello e da lì potevamo scorgere l'intera superficie del Lago Nero che di diramava all'interno della foresta con i suoi profili irregolari, come tentacoli che si protendevano sulla terra cercando di inghiottire tutto. Rabbrividii nel figurarmi quell'immagine e cercai lo sguardo di Colin.
- Come li troviamo? -
Cercai di rispondere qualcosa ma solo in quel momento mi accorsi dell'enormità della situazione. La costa del Lago Nero si estendeva per chilometri e noi non avevamo alcun punto di riferimento.
Ci accovacciamo dietro un cespuglio e cercammo di trovare una soluzione.
- Se tu fossi un trafficante di creature magiche, dove ti incontreresti con il tuo socio? - chiese ancora Colin con un tono da detective. Il suo ottimismo aveva sempre il potere di alleggerire la tensione.
- Trafficante di creature magiche? Credi che...? -
- Stavo solo cercando di dare un senso a tutto Newt, non prendermi sul serio, non è questo ora il problema. -
Aveva ragione. Eravamo lì per capire finalmente cosa stesse accadendo, ma dovevamo prima trovare i nostri sospettati.
- Si incontreranno questa notte per rapire un Erkling. - ragionai ad alta voce. - E gli Erkling abitano la Foresta Proibita. Quindi devono trovarsi in un punto dal quale sia facile accedere alla foresta. -
- Guardate là! -
Io e Colin urlammo terrorizzati. Da dove veniva quella voce? Ci alzammo di scatto e Colin inciampò in una radice cadendo a terra e rotolando sul pendio per un paio di metri.
- Fate silenzio! - intimò ancora la voce e finalmente la sua proprietaria si portò sotto la luce della luna cosicché potessi vederla.
-Melissa? - sussurrai confuso.
Era la prima volta che sentivo la sua voce.
Intanto Colin si era rialzato e camminando carponi era tornato dietro il cespuglio.
- Cosa ci fai qui? -
- Lei chi è? -
Melissa alzò gli occhi al cielo alle domande che risuonarono nella notte e ancora una volta ci ricordò di fare silenzio.
- Vi ho seguiti. - rispose semplicemente, come se in quelle tre parole fosse racchiuso tutto il senso delle sue azioni.
Finalmente ci concentrammo sul punto che aveva attirato l'attenzione della ragazzina. Un punto di luce si diffondeva, tremolante, dall'altro lato dell'insenatura.
- Devono essere loro, andiamo. -
L'improvviso cambiamento di Melissa mi lasciò interdetto, ma non era quello il momento di farsi domande e, trascinando Colin, ancora più confuso di me, mi incamminai carponi dietro la ragazza.
Seguendo la luce individuammo finalmente la figura del professor Silente e, al suo fianco, vi era l'incappucciato con gli stivali sporchi di fango.
Si stavano addentrando sempre più all'interno della foresta e noi li seguimmo cercando di fare più silenzio possibile anche se ero convinto che solo il battito del mio cuore sarebbe bastato a farci scoprire.
Solo in un istante elaborai tutti i possibili esiti nel caso in cui ci avessero scoperto. Ci vedevo già chiusi in delle gabbie nei sotterranei della scuola, assieme alle fate e al folletto che avrebbero rapito quella notte.
- Hai sistemato tutto? - la voce di Silente mi fece sobbalzare e mi riportò alla realtà.
- Sì, le trappole le ho innescate questa mattina, sono impossibili da vedere e sicuramente avranno svolto il loro compito. -
All'istante ci fermammo tutti e tre. Trappole.
Cercai di guardarmi attorno per individuarle, ma se l'incappucciato aveva ragione difficilmente avremmo potuto evitarle.
Un rumore nel sottobosco attirò l'attenzione di tutti. Le foglie frusciavano e uno strano grido stridente arrivava dal terreno.
Mentre Silente rimaneva in piedi guardandosi intorno circospetto l'altro uomo si abbassò e scostò delle fronde.
Ne venne fuori un esserino dalla pelle verdognola e due occhi gialli pieni di cattiveria. Da sotto il lungo naso spuntavano una serie di piccoli denti che l'Erkilng scopriva soffiando per spaventare il rapitore.
Il comportamento dell'incappucciato, però, mi meravigliò.
- Non voglio farti del male. Sta fermo e ti libererò. -
- E' ferito? - domandò Silente cercando di vedere l'animale sporgendo la testa.
- Per forza, era l'unico modo per prenderne uno. -
Solo allora notai che la gamba destra dell'Erkling era tenuta prigioniera in una tagliola affilata e un rivoletto di sangue nero gli scorreva sul piccolo polpaccio.
- Ma guarirà. Almeno da questo. -
Estrasse la sua bacchetta magica e con un movimento rapido e una parola che non capii fece sprofondare l'Erkling nell'immobilità.
- Presto, portiamolo dentro. -
E così le due figure ripercorsero la stessa strada a ritroso.
Noi aspettammo in silenzio, fermi immobili, che si fossero distanziati e ritornammo anche noi sui nostri passi.
Nella foresta risuonavano rumori di ogni genere capaci di farci gelare il sangue nelle vene. Sentimmo rumori di zoccoli, strepiti di uccelli rapaci, rumori di passi e frullii d'ali. Era incredibile la dissonanza tra l'ambiente interno e accogliente del castello e quel luogo buio e tetro.
- Dobbiamo salvarlo. - bisbigliai convinto.
- Si, ma come? -
Mentre Colin mi riempiva di domande, Melissa era tornata nel suo silenzio inquietante e avanzava davanti a noi senza perdere di vista il professore e l'uomo misterioso.
Quando finalmente uscimmo dalla foresta mi sentii rasserenato. La nostra missione sembrava in quel momento più fattibile senza l'opprimente respiro del bosco oscuro.
La sala d'ingresso del castello era, come sempre, illuminata da centinaia di candele fluttuanti e il calore ridiede colore ai nostri volti pallidi e spaventati.
Ci accucciammo dietro una statua e non perdemmo di vista i due uomini. L'incappucciato teneva avvolto nel mantello l'Erkling e seguiva Silente a passo spedito.
I loro passi risuonavano nei corridoi e alcuni quadri si svegliarono.
- Non si può mai dormire in questo posto. Via. Sciò. -
L'incappucciato puntò la bacchetta contro il contadino che si era lamentato e quello si azzittì all'istante.
Quella notte sembrava essere eterna, ma l'adrenalina ci spingeva ad andare avanti. Quando Silente si congedò noi continuammo a seguire l'incappucciato che proseguì verso il laboratorio sotterraneo su ordine del professore.
A quel punto accadde qualcosa di incredibile.
Discendemmo le scale dietro di lui e lo vedemmo poggiare a terra delicatamente il folletto e frugare nelle tasche alla ricerca delle chiavi.
Melissa si staccò dal nostro gruppo e, senza che potessimo dire nulla per fermarla, si mosse con quel suo passo leggero raggiungendo l'Erkling. Secondo la logica l'uomo avrebbe dovuto vederla, ma quella notte la logica sembrò essere rimasta nelle nostre stanze.
Lo sguardo dell'incappucciato attraversò la figura di Melissa come se lei non fosse lì e il mio cuore riprese a battere. Sentii Colin poggiarmi una mano su una spalla e quando mi girai a guardarlo nei suoi occhi lessi la stessa domanda che c'era nei miei: come è stato possibile?
Melissa intanto stava avvolgendo il folletto nelle sue mani sottili. Quando si voltò cominciò a correre e insieme ci lanciammo su per le scale ormai senza preoccuparci di fare piano. Dovevamo fare più in fretta. Dalla stanza arrivò un imprecazione e sentimmo l'uomo cominciare a risalire le scale dietro di noi.
- Torna nel tuo dormitorio Colin! - riuscii a dirgli spingendolo. La sua torre era quella più vicina. Almeno lui non sarebbe stato scoperto.
Lo vidi mettersi in salvo con la coda dell'occhio e continuai a correre dietro a Melissa, sicuro che ormai l'uomo ci avesse visti attraversare di corsa l'atrio.
Non so come fu possibile che io e Melissa riuscissimo a raggiungere la Tana senza essere raggiunti, ci fermammo con il respiro affannato piegati sulle ginocchia per riprendere fiato senza il coraggio di parlare. O di esultare.
- Ci avrà riconosciuti? - riuscii a domandare infine. Melissa non rispose e cominciai a pensare di essermela solo immaginata, la sua voce, quella notte.
C'erano così tante cose che doveva spiegarmi.
- Come ha fatto a non vederti? -
- Vuoi spiegarmi qualcosa?!-
Cominciavo ad essere esasperato e troppo tardi mi accorsi di stare urlando. Rischiavo di svegliare tutti gli altri nel dormitorio. Melissa mi fulminò con il suo sguardo liquido e mi porse l'Erkling rannicchiato tra le sue braccia.
- Domani. - disse soltanto e si voltò come aveva sempre fatto lasciandomi pieno di domande.
Sentii dei rumori venire dal di fuori della Tana e temetti che fossero Silente e l'incappucciato venuti a prenderci. Raggiunsi la mia stanza e entrai cercando di non svegliare Richard Tods.
Se ci avevano riconosciuti la prima cosa che avrebbero fatto sarebbe senza dubbio stata venire a cercare l'Erkling. Dovevo trovare un posto dove nasconderlo. Il mio sguardo si posò sulla valigia che avevo lasciato sul letto. Mi arrampicai sul piano alto del letto a castello e l'aprii depositandoci dentro il folletto pregando che non si svegliasse: se si fosse messo a strillare sarebbe stata la fine.
Avevo appena fatto scattare la chiusura della valigia che fuori dalla porta risuonò una voce.
- Apri subito la porta, Newt Scamander. -
***
Angolo autrice: incredibile ma vero...ho ripreso a scrivere. Sono decisamente fuori allenamento, ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie per essere ancora qui a leggere!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro