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Capitolo 6 [Kyle]


La rossa tornò in classe al suono della campanella anche se non ne fu molto entusiasta, tremava leggermente, non poteva affrontare tuttto quello, non di nuovo, non quelli che l'aveva maltrattata, che le avevano dato la caccia così a lungo, non loro che le avevano fatto percepire cosa potesse equiparare l'inferno.

Quando mise le mani sotto al banco alla ricerca del suo diario trovò un foglio con allegato un disegno, questo ritraeva un occhio che piangeva con allegata una lettera.

Miki con lo sguardo passò alla lettera scorrevendo attentamente sulla calligrafia che conosceva molto bene, la calligrafia di Eren.

Ciao,

penso che una lettera dovrebbe iniziare in un modo simile però non ho mai davvero scritto, soprattutto non una cosa importante come quella che stai per leggere.

Quel disegno rappresenta parte delle mie emozioni, suppongo, che come sai non sono più capace si esprimere, credo inoltre che tu sappia anche che non te l'ho detto faccia a faccia per quel lato del mio carattere che io stesso odio, il mio orgoglio e anche perché sono un codardo e mi vergogno di esserlo.

Ti chiedo scusa, sinceramente, non volevo darti addosso ma sai ero davvero tanto stressato ed ero al mio limite e sono esploso addosso a te e mi dispiace per questo.

Davvero, non sto cercando di giustificare il mio comportamento o roba simile, solo ti chiedo di perdonarmi anche se io non lo farei visto che sono stato davvero pessimo.

Sai oggi ti ho vista come stavi male, ma prima che potessi farlo io il mio compagno di banco ti ha chiesto cosa avessi e mi è bastato sentire quell'appellativo per sentire la rabbia ribollire dentro di me e devo ametterlo, sono stato anche un pò geloso del fatto che hai lasciato scoprire così facilmente a qualcuno il tuo passato.

Ma non ho nulla da ridire ovviamente è stata una tua scelta quindi per me va bene, deve trattarsi di una persona apposto, quindi se hai bisogno di me e se avrai intenzione di perdonarmi sai dove trovarmi.

Eren.

La ragazza sorrise dimenticando per un istante quello che quelle orribili persone le avevano fatto passare, richiuse attentamente la lettera e piegò gli angoli delle sue labbra in un piccolo ma sincero sorriso e stava per abbracciare il ragazzo da dietro quando una donna sulla ventina, con i capelli rosa, di basta statura e uno sguardo che le sembrava stranamente familiare disse che avrebbero avuto l'ora buca poi se ne andò con fare altezzoso.

All'udire ciò scattò in piedi, obbligò Levi a spostarsi e si lanciò letteralmente addosso a Eren abracciandolo con un grosso e raggiante sorriso sulle labbra.

Lui sussultò preso alla sprovvista però poi le sorresse impedendole si fare una clamorosa figuraccia.

La cosa andò avanti così per un pò, ovvero con Miki che lo stava stritolando fino a quando Eren disse che non sentiva più una sola parte del suo corpo, allora lei rise sciogliendosi i capelli e tornando al proprio posto, felicie e sollevata anche dal peso del passato.

I tre iniziarono a chiacchierare del più e del meno e, i due ragazzi, Eren e Levi, sembravano essere anime affini, avevano gli stessi interessi e gli stessi gusti, tutto ciò portò il castano ad abbozzare un impercettibile sorriso che però non sfuggì allo sguardo dorato della sua amica che si stupì nel vedere il ragazzo dagli occhi verdi mostrare delle emozioni così apertamente.

Miki era contenta perché significava che, forse, c'era qualcuno in grado di strapparlo all'oscurità che lo attanagliava e riuscire dove lei aveva fallito.

Ma il tutto fu interrotto da un brusco suono proveniente dall'esterno, subito dopo la porta della classe venne spalancata e quando lei ed Eren, videro chi aveva messo piede nella stanza si scambiarono uno sguardo complice e serio: si trattava di uno dei famigierati cacciatori ai quali la ragazza aveva accennato.

L'uomo aveva un sorriso sadico mentre si posizionava davanti alla cattedra con fare teatrale <Ciao a tutti,io sono Kyle e sono qui per una lezione di scienze, abbiamo proprio qui la nostra cavia che è scappata dopo la riuscita dell'esperimento ora mi chiedo se metterà in pericolo qualcuno per questo, per la sua libertà, sono certo che quel "qualcuno" sarà felicie di riaverti fra le sue mani> l'uomo spostò il suo viscido sguardo malva sui componenti della classse notando ancora qualcuno che attirò il suo interesse <Sembra che qui abbiamo anche un bell'animaletto da zoo , mon dovresti startene in gabbia?>

Levi spostò lo sguardo sul suo compagno di banco e vide chiaramente la vena nel suo collo che pulsava, le nocche bianche, le pupille dilatate a causa della rabbia che sembravano leggermente dorate e le labbra pressate in una linea sottilissima.

Eren aveva benissimo compreso, infatti, cosa egli intendesse con quel "qualcuno sarà felici di riaverti fra le sue mani".

Da dietro, la voce calma della ragazza rassicurava Eren dicendogli che non era ancora giunto il momento della sua vendetta.

Miki sorrise, il sorriso che aveva in genere un'assassina spietata assetata di sangue ; si alzò in piedi in modo acrobatico socchiudendo le labbra dalle quali uscivano delle note inquietanti a dir poco e all'udire quelle note l'uomo si irrigidì <Cosa c'è Kyle , hai ricordato tua moglie?> chiese con tono di scherno allo sconosciuto, sconosciuto non per Eren e Miki.

Tutto ciò mentre, passo dopo passo lei si avvicinava all'uomo senza il minimo timore.

Quando li fu a pochi passi di distanza, il suo sorriso sparì improvvisamente ed indiziò a parlare in modo spigliato e disinteressato <Io mi chiamo Miki Moruo,sono qulacuno di veramente unico e sai oggi sono proprio di pessimo umore e come Jocker Nero non posso garantire per te quindi dimmi, per caso vuoi che assuma il ruolo della regina di cuori, oppure preferisci sparire strisciando al suolo come il verme che sei?>

L'uomo sbiancò , aveva detto nella stessa frase qualcuno di veramente unico e Jocker Nero il che non poteva di certo essere una coincidenza.

Quel nome era sinonimo di paura, in quel momento poteva solo scappare e sperare che lei glielo permettesse, doveva rivalutare la situazione e poi tentare nuovamente.

Una mossa falsa e davvero gli sarebbe saltata la testa, egli deglutì rumorosamente poi fece un cenno agli uomini che erano entrati e lasciarono velocemente l'Istituto sotto la risata della rossa divertita.

Miki non era cambiata così tanto, intimoriva quasi troppo facilmente continuando ad adorare la presenza della pura negli occhi delle persone e questo la rendeva ancora molto pericolosa.

Dopotutto qulcuno come lei era davvero molto raro e se per di più aveva come appellativo Jocker Nero voleva dire che catturarla avrebbe fruttato un bel pò, sia in termini economici che in quelli sociali nel gioco di posizioni all'interno del circolo della malavita.

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