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Capitolo 29 [prova pt.2]

Subito quella stanza ce n'era un'altra, una stanza gelida dove la neve era l'unica cosa sia a terra che nel cielo, sembrava di essere in una di quelle valli ghiacciate dove nevica sempre, una di quelle riportate nei miti nordici.

Eren controllò la mappa, aveva capito che doveva affidarsi a quelle strambe parole a volte in rima altre con il solo ritmo e la costruzione delle frasi come fossero parte di una filastrocca senza rime.

Qui molta attenzione devi prestare o senza accorgertene ti farai divorare, forza, ferocia, brama di sangue, dolore e paura desidera vedere lei dall'anima pura.

Forte e feroce la devi temere, attento o ti uccide prima che tu la possa vedere, lei non ti teme e di ucciderti freme per aver vinto contro Medusa.

Bella lo è ma non farti ammaliare quello sguardo può solo ingannare, amici o nemici questo è imporante o la paura sarà una costante.

Nera è la corazza, imponente ne è la stazza, impenetrabile e infallibile sembra quasi invincibile.

Guarda bene, osserva con attenzione, ti sarà comprensibile se farai attenzione, guarda i dettagli e cerca la risposta, aspettare nulla non ti costa.

Un punto debole lei lo possiede, dovete osservare per poterlo trovare, non è nascosto e ben si vede,ricordate lei lo possiede.

Quelle frasi enigmatiche avevano suggerito che ciò che li aspettava sarebbe stato molto, molto peggio della guardiana che avevano incontrato nella stanza precedente, era difficile affrontare qualcuno con un solo punto debole, soprattutto se non hai idea di cosa sia.

Eppure il lupo alpha non era spaventato, quelle parole dicevano che sarebbe stato abbastanza evidente e che sarebbe bastato osservare, fortunatamente era un ottimo osservatore, era sempre stato capace di notare anche i più piccoli dettagli.

Appena misero piede sulla neve il freddo pungente, come quello di pieno inverno, accarezzò le loro pelli facendoli rabbrividire, nonostante tutti avessero un'alta temperatura corporea dovuta alla loro natura animalesca.

Ma quello che ne soffriva di più era certamente Eren, il freddo vento che spirava lì colpiva diretto le sue ferite sanguinolente, questo le faceva bruciare ancora di più e il dolore si faceva sempre più vivo, il sangue aveva macchiato la sua pelliccia e sporcato il candido manto sotto le sue zampe.

Tutti cercarono di farlo riposare almeno qualche minuto o, quantomeno, di medicarsi le ferite perchè rischiava di lasciare traccie per la guardiana di quel posto, ma la  vera ragione era che erano tutti preoccupati per la sua salute, in più lui sembrava essere il più forte, se avesse avuto dei problemi fisici sarebbero stati tutti in pericolo ed erano lì per aiutarlo.

Però sapeva essere testardo come un mulo, uno dei difetti che aveva spesso cercato di cambiare ma in quel momento sopratutto non poteva far altro che essere testardo , lui aveva bisogno di riavere fra le sue braccia Levi, non di una stupida medicazione oppure di una pausa, malgrado fosse pieno di tagli, più o meno profondi.

Camminare sulla neve si era rivelato più complicato e stancante di quanto si aspettassero e la distanza che avevano percorso sembrava infinita, ma non erano nemmeno certi di star andando dalla parte giusta perchè non c'erano punti di riferimento da tenere in consderazione.

Era tutto dannatamente uguale, non c'era una singola duna di neve, non c'erano colori non c'era nulla di nulla e per quanto ne sapevano potevano anche aver girato in tondo per ore, minuti oppure star percorrendo la strada giusta da da ore o da minuti.

Il tempo non sembrava far parte di quella stanza, quasi fosse un luogo isolato da spazio e tempo dove tutto è lineare e relativo, avevano persino sperato che le traccie di sangue di Eren li potessero aiutare ma la neve cadeva incessantemente e riusciva persino a oprire gli odori.

Poi un fuscio, nessuno ci fese caso, nessuno apparte chi era in quel momnto a testa del gruppo, chi atri se non il castano?

Si voltò a destra e a sinistra, controllò fin dove i suoi occhi smerado potevano giungere ma non vide nulla, nulla di diverso da quella maledettissima neve, ma se fosse bastato questo per nascondere la propri presenza al licantropo allora non sarebbe stato degno del suo privilegiato sangue di lupo, nato per essere dominante, un leader.

Avvertì mentalmente gli altri che si erano trasformati a causa della rigida temeperatura di quel luogo, così si misero tutti in allerta mentre Eren procedeva disinvolto come se nulla in quella situazione lo turbasse, dopotutto non era facile che lo facesse.

Sulla sua pelle aveva vissuto situazioni ben peggiori, molto più spaventose e molto più dolorose, forse era l'unica cosa positiva che era riuscito a trovare nella sua infanzia, usato come cavia da labboratorio, torturato infinite volte e portato ai propri umani limiti anche troppo.

I suoi sensi erano stati molto sviluppati in laboratorio,aveva imparato a distinguere cose che nessuno riuscirebbe, un respiro sotto la neve o persino il momento nel quale un fiocco di neve cade al suolo.

Chiunque ci fosse era sotto di loro, si muoveva lentamente e con calma sotto il manto ghiacciato per non farsi notare, il freddo e la preseza in gran quantità di acqua impediva al loro fiuto animalesco di notarlo, ma le sue orecchie e i suoi occhi erano molto più allenate di quelli dei suoi compagni.

Avvertì telepaticamente tutti di fare un salto indietro, giusto in tempo e un enorme drago saltò fori dalla neve con la mascella spalancata che poi serrò violentemente inghiottendo, fortunatamente, solo la neve che fino a qualche momento prima lo aveva nascosto.

Era un possente drago grigio scuro con delle striature bianche e dei piccoli occhi luminosi puri come la neve, il suo caldo respiro sciogliva i cristalli di chiaccio prima che toccassero il suolo e il suo peso conistente lo faceva affondare di qualche centimetro alla volta nella neve.

La sua pelle era più simile a una di quelle corazze impenetrabile che si vedono nei film, persino la neve non riusciva a crerci sopra un leggero manto, era perchè era talmente liscia che vi scivolava sopra.

Ruggì come a voler intimidire, o avvertire, i presenti della sua forza e della sua imponenza ma questo non sarebbe bastato, in nessun modo, a far arrendere il castano, certo che no.

Finchè il suo cuore avesse battuto avrebbe lottato, anche se aveva le ossa rotte, anche se la perdita di sangue era fatale, anche se i muscoli li fossero stati staccati via a forza dalla pelle avrebbe combattuto per lui, per Levi.

Dalla neve venne fuori una ragazza dalla pelle innaturalmente grigiastra che vestiva abiti succinti, aveva dei lunghi capelli neri come la pece che più si allunavano, più si confondevano con il candore della neve, la stessa corazza di quel manifico drago con due posenti ali nere e due occhi scintillanti parzialmente nascosti dal suo copricapo.

Dal nulla nella sua mano comparve una grande spada nera e il combattimento inixiò veloce e improvviso, non c'era stato un singolomovimento di tropo da parte della loro avversaria e fronteggiare lei e il suo drago non era affato semplice, sopratutto se Eren non li aiutava.

Quelle due gemme verdi scandaliarono il campo di battaglia come dei radar impeccaili, fra il sangue che aveva colorato di rosso quel freddo, soffice e candido mantointravide un rosso acceso, brillante e vivo, una sfumatura che nessuno apparte lui sarebbe stato in grado di notare.

Avvertì i suoi compagni che forse aveva trovato il fantomatico e unico punto debole della guardiana e che quindi dovevano allontanarla di qualche passo dalla posizione nella quale si era mostrata, per qualche ragione asssurda non aveva compiuto ancora neppure un passo.

I quattro indietregiarono molto e la guardiana presa dalla foga e dalla brama di sangue non prestò attenzione a nulla i ciò che la circondava, non si chise neppue dove il castano fosse finito mentre i suoi occhi brillavano di rosso.

Appena si fu spostata a sufficenza Eren colpì senza esitazione quella macchia più chiara e la guardiana, così come il drao caddero a terra morti con un buco nel petto, quello doveva esssere il loro cuore, un'unica con due corpi, un unico ma grane punto debole era stato la loro rovina.

Uscirono da quella valle dei ghiacci, non seppero neppure loro come, ma quando voltarono lo dguardoindietro non videro nessuna delle due stanze, solo il sentiero iniziale che neppure ricordavano com'era fatto.

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