Capitolo 24[cuore]
Rinosuke era molto confuso riguardo a quello che era successo, principalmente lo era perché lei conosceva il nome del suo sottoposto.
«La conosci?» «Non che io sappia...» disse sottovoce, quello sguardo gli aveva ricordato qualcuno effettivamente, ma non potevano essere la stessa persona dato che sua sorella era mille volte più gentile e dolce.
«Ti viene in mente nulla?» «Beh, quello sguardo mi ha ricordato mia sorella, un po', ma lei era molto più gentile, solare e dolce e poi non può essere lei...» «Come mai?» «Ho visto mentre le strappavano via il cuore» disse abbassando lo sguardo non volendo ricordare la morte della persona a cui teneva di più.
Rinosuke collegò velocemente, era ovvio che l'abilità della oscura mietitrice le aveva permesso di rimanere viva anche dopo la rimozione del cuore ma a causa di questa non ha avuto più la possibilità di provare emozioni.
Stava per chiedere al ragazzo se ne conoscesse l'attuale ubicazione quando fu proprio lui ad estrarlo da una scatolina che portava sempre con se «Più il tempo passa più diventa piccolo e lo porto sempre con me perché è l'unica cosa che mi rimane della mia adorata sorella, Michaela Morou» disse con tono triste mentre lo consegnava al suo capo.
«Sai dirmi cosa c'è all'interno?» chiese conoscendo l'abilità dell'uomo che per lui aveva fatto tanto, che gli aveva donato un nuovo motivo per vivere «Si, o meglio, posso leggerlo» disse con voce bassa e roca.
Rinosuke si sedette a gambe incrociate tenendo il piccolo organo rosso all'apparenza fragile e molto vicino alla sua fine immaginando già cosa ci avrebbe trovato.
Si immerse nella vera essenza dell'anima di quella sconosciuta dagli occhi spaventosi e vide tutto quel dolore, quella disperazione e quella solitudine e fu abbastanza per farlo riemergere forzatamente respirando affannosamente.
«Questo cuore sta morendo e non credo che la proprietaria vorrebbe riaverlo, io non sono riuscito a scorgere neppure metà e sfaccettature della sua anima...» «Quindi quella ragazza era lei?» «Si, solo che non prova più nulla» «Ti prego fa qualcosa»
Il povero Hiroto si era ritrovato in lacrime implorandolo, si era abbassato a prostrarsi al suolo mentre piangeva come un bambino pregandolo di riportargli la sua amata sorella, l'unica persona che era davvero stata importante per lui.
Rinosuke rimase allibito, conosceva la vastità dell'orgoglio del suo amico e sapeva che non avrebbe mai fatto nulla del genere neppure per avere salva la propria vita e questo gli permise di capire quanto per lui quello fosse importante.
«Va bene, ma dovremmo convincerla a restare qui e a prendere di nuovo il duo cuore e non credo sara facile, io non ti prometto nulla» «Ok!» quasi urlò l'altro tutto felice mentre preparavano il loro piano.
Rinosuke e Hiroto si ritrovarono a vagare per le strade della città dove incontrarono sia Eren che Levi, perché da quando era stato rapito il castano non lo lasciava solo un singolo istante e minacciava con lo sguardo qualsiasi forma di vita che li approcciasse.
Si presentarono e discussero con entrambi della situazione e dall'espressione dei due fu facile evincere che ne erano totalmente all'oscuro.
«Va bene, ci aiuteró, anche se non credo proprio che sarà facile convinverla» «Penso che ti darà retta» disse il più alto sicuro «Vi prego, fate ritornare la mia sorellina com'era prima» implorò Hiro ancora una volta senza potersi contenere.
«Tu sei il fratello di Mini?» «Si, il mio nome è Hiroto Morou e lei probabilmente non ve lo ha detto ma sono sempre stato con lei finché prima che diventasse il jocker si è sacrificata al mio posto e ho visto mentre le strappavano il cuore, è tutta colpa mia...»
Eren lo abbracciò sorprendendo tutti, poi gli sorrise gentilmente «Non incolparti altrimenti lei si arrabbierà, la conosci anche tu, no?» disse calmando l'anime inquieto del giovane che annuì.
Miki non era stupida, aveva capito che c'era qualcosa di strano nel comportamento di Eren e Levi, era troppo ovvio, fatto sta che quando la portarono nel rifugio della tigre capì che c'era davvero qualcosa che non andava.
«Miki tu mi hai sempre aiutato e ora è giunto anche per me il momento di fare qualcosa, anche se dubito ti piacerà »
Detto questo si chiusero la porta alle spalle mentre la vicinanza col suo cuore lo aveva fatto riprendere a battere e il dolore insopportabile tornava.
Ben presto la sua pelle candida si riempì di un liquido caldo e viscoso, quel sangue le sgorgava fuori dalla ferita che si era chiusa anni fa ora riaperta, viva e pulsante.
Si era dimenticata del dolore e il suo corpo non ne soffriva da tempo cosa che la obbligò a digrignare i denti pur di non urlare a causa del dolore.
Vide dalla penombra emergere l'elegante e mascolina figura di Rinosuke con in mano un cuore pulsante e più si avvicinava più il dolore, la tristezza, la disperazione e la solitudine tornavano a farsi ricordare.
«Questo è il tuo cuore Michaela Morou» «Come sai il mio nome, il mio vero nome?» chiese a denti stretti mentre respirava a fatica «Non è la cosa importante ora...»
Già, non erano affatto importanti i dettagli, non in quel momento almeno e quella fu la prima volta che gli diede ragione «Non avvicinarti, mi ucciderà... » «No, ci sono persone che sono disposte a starti a canto e ad aiuatrti, se tu avrai indietro il tuo cuore potrai vivete davvero, essere felice e amare»
Lei per sua natura era molto diffidente ma non fece in tempo a dire nulla, purtroppo il solo fatto che un minimo si era con vita era bastato per far balzare il suo cuore nel suo petto causandole un immenso dolore.
La pelle si era fatta più chiara, gli occhi piangevano lacrime di sangue, i canini si erano accentuati così come le sue vene mentre urlava senza sosta.
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