Capitolo 17[unione]
(attenzione in questo capitolo sono presenti contenuti per adulti)
Eren drizzó le orecchi e annusó l'aria scattando giù dal letto per poi sgattaiolare nella stanza che precedentemente divideva con Levi.
Miki rise divertita alla reazione che aveva avuto il suo amico, sembrava quasi che avesse appena assistito al miracolo migliore della sua intera esistenza.
Si alzò e disfó il letto che ormai si era impregnato dell'odore di quel lupo eccitato e le portò nel cesto dei panni sporchi scendendo le scale non volendo sentire rumori molesti.
<Io ignoreró esplicitamente qualsiasi rumore> disse ghignando mentre usciva di casa seguita da Mike ed Hanji che, dopo tanto, rimisero piede nella casa che avevano faticosamente acquistato.
Li c'era anche Petra che sbuffava contrariata nel vedere Miki, la ragazza era infatti sicura che Levi fosse innamorato di lei visto quanto tempo passavano assieme e visto che aveva detto il nome della ragazza nel sonno.
«Levi parlava nel sonno quando tornava ubriaco e a volte ha fatto il tuo nome» «Io dico che stava immaginando un modo per uccidermi» «Direi, quando gli ho parlato poco fa sembrava avesse il ciclo» intervenne Hanji scoppiando a ridere.
Levi non aveva notato la presenza del ragazzo, o meglio dire, lupo che amava nella stanza avendo il naso incollato a quello che era il suo cuscino.
In quel momento il castano si ritrasformò in umano e fece più attenzione ai dettagli, nell'esatto momento nel quale distinse l'odore dell'alcol il suo sguardo divenne più malizioso, gliel'arebbe fatta pagare e sapeva anche come.
Prima di fare qualsiasi cosa si perse ad osservare quella visone erotica che aveva davanti: Levi aveva i capelli corvini scompigliati e con delle piccole gocce di sudore che riflettevano la luce come piccole gemme, ansimava velocemente inarcando la schiena seminuda, la sua pelle pallida era costernata da piccole gocce di sudore che ad ogni movimento tracciavano le linee dei suoi muscoli definiti rendendolo ancora più sensuale.
Il ragazzo continuava an inarcare il bacino mostrando i suoi boxer ormai bagnati mentre stringeva le coperte cercando di mantenersi calmo ma l'eccitazione era troppa, persino per lui che era capace di nascondere ogni suo sentimento.
Indossava una camicia candida come la neve quel giorno, però in quel momento era rimasta allacciata da un bottone soltanto ed era già scivolata lungo la pelle lattea e perfetta del moro, inzuppandosi di sudore come a rendere quell'immagine ancora più afrodisiaca.
Ad un tratto gemette il nome di Eren, oramai disperatamente controllato dal bisogno di contatto fra i loro corpi caldi e quella fu l'occasione perfetta perché il castano rivelasse finalmente la sua presenza.
Si avvicinò lentamente al letto, posizionò le mani ai lati del corpo di Levi e si abbassò fino a sfiorare la pelle del suo volto con i suoi capelli castani sussurrando al suo orecchio «Mi hai chiamato?» con quella sua eccitante voce roca e sensuale che fece venire i brividi al più basso e che li avrebbe fatti venire a chiunque.
«E-Eren…?» ansimò con le gote color porpora leggermente confuso oltre che mortalmente imbarazzato per la situazione in cui verteva in quel frangente, se ne vergognava particolarmente ma cercò di non farlo notare, anche se fu piuttosto inutile.
Eren si avvicino predatorio al volto del suo amato, lo squadrò con quei suoi occhi smeraldini che brillavano di desiderio e lussuria, quello sguardo sembrò paralizzare il corpo di Levi e fece sussultare il suo cuore.
Il loro primo bacio era stato mozzafiato, le loro lingue si erano scontrate vogliose e passionali, l'una aveva esplorato curiosa e vogliosa la calda e invitante bocca dell'altro, i loro sapori si erano uniti dando vita ad un violento e lungo bacio.
Eren era ancora intenzionato a far rimpiangere al corvino il suo comportamento e per questo anche se di malavoglia si staccò da quel bacio, si allontanò dalle calde e deliziose labbra del ragazzo che tanto amava «Non ti bacierò, sai di alcol» sussurrò al suo orecchio mentre l'altro mugugnava scontento.
La lingua del più alto accarezzò il collo pallido e vellutato di Levi che non riusciva minimamente a contenere i gemiti; Eren, di tanto in tanto soffiava sulla pelle umida per poi lasciarvi sopra dei segni violacei, voleva marcarlo e far capire a tutti che lui era suo.
Mentre si dilungava in quella dolce tortura Levi si mostrava sempre più impaziente e la cosa stava mandando fuori di testa il castano, voleva averlo tutto per se, voleva finalmente amare e sentirsi amato come mai aveva fatto prima in tutta la sua triste vita.
Eren arrivò al petto dell'altro e si soffermò a leccare e mordicchiare i due bottoncini di pelle più scura che svettavano sui pettorali chiari e scolpiti di Levi facendolo gemere molte volte, sempre più spesso.
Dio quanto si stava eccitando, ma voleva sottometterlo, voleva che provasse talmente tanto piacere che non potesse più smettere di dipendere da lui, perché questa era la paura di Eren, la paura di essere abbandonato dalla persona che amava.
Le sue possenti mani abbronzate tastarono ogni centimetro di quel corpo pallido ed eccitato indirizzandolo in una tortura fatta di puro piacere e gemiti che quella labbra sottili ma voraci non riuscivano a trattenere, non più, ormai.
Le labbra di Eren sfiorarono l'interno coscia di Levi ma non sfiorarono neppure di striscio la sua intimità, nonostante continuasse a girarci attorno fra baci e succhiotti aspettando che fosse lui stesso a pregarlo di prenderlo, era quella sua punizione.
Levi però era orgoglioso, dannatamente orgoglioso e non avrebbe mai pregato il castano a finché lo penetrasse, no, non lo avrebbe fatto, mai.
No, non lo avrebbe mai fatto, neppure in quelle condizioni, neppure incapace di parlare, di respirare bene, di trattenere la propria voce o anche solo di camminare.
Eren portò le sue labbra carnose al viso del ragazzo baciandone ogni centimetro eccetto le labbra, questo infastidì l'altro che comprese l'intenzione del ragazzo di "punirlo" per il suo stupido comportamento.
Per un istante si guardarono profondamente, troppo eccitati per parlare comunicarono con un singolo, magnetico ed eccitante sguardo che vedeva i loro occhi incatenati, incapaci di staccarsi per quell'attimo da e fattezze eterne.
Entrambi avevano gli occhi velati di desiderio, quelli di Levi erano anche velati di piacere, ma continuavano ad essere taglienti e orgogliosi, quello era lo sguardo di qualcuno che non avrebbe mai implorato.
Quelli di Eren, invece, erano pieni di malizia ed era chiaro come il suo autocontrollo stesse svanendo fra tutti quei baci, eppure era uno sguardo determinato, determinato a piegare la volontà ferrea di Levi, a togliergli quella mascherato da tipo freddo ed impenetrabile.
In quella sfida di sguardi non ci fu un vero vincitore, nessuno dei due aveva distolto lo sguardo solo avevano continuato ciò che avevano cessato di fare per qualche secondo.
Eren desiderava ardentemente potersi finalmente unire con la persona che lo aveva scosso dal torpore in cui la sua anima si era imbattuta, fremeva all'idea di sentirlo urlare dal piacere sotto di lui e i suoi pensieri diventavano ogni secondo più sporchi.
Finalmente le labbra del ragazzo si sollevarono dalla pelle candida di Levi lasciando che si riprendesse mentre ammirava il suo lavoro, un'opera d'arte a dir poco perfetta.
Non importa quanto si fosse impegnato impegnato, non sarebbe riuscito a coprire quei marchi violacei impressi ovunque sul suo corpo e questo fece ghignare l'altro
Aveva notato come nella penombra di quella camera gli occhi plumbei del ragazzo che amava brillavano di vita e determinazione, cosa che gli piacque da matti.
«Levi, io voglio che tu mi dica cosa fare, non posso sapere quello che vuoi se non parli» soffiò sulla sua pelle sudata mentre si dedicava affannato alla sua erezione dolorosa.
Levi ansimò, respirò in modo veloce e pesante immagazzinando aria nei proprio polmoni mentre il sudore scivolava lungo la sua pelle perfetta ora piena di marchi, non si sarebbe arreso, non importava cosa.
A quel punto Eren iniziò a masturbarlo, smise quando egli stesso giunse al culmine lasciando insoddisfatto il più basso.
Ma essendosi abbassato non era riuscito a scorgere mutamenti nell'espressione dell'altro, ma quando alzò il volto il cuore quasi gli scoppiò nel petto.
Levi era quasi sul punto di piangere, i suoi occhi erano lucidi, questa volta però pieni di umiliazione, le sue guance rosse vibravano appena e il ragazzo mordicchiava il suo labbro affinché questo smettesse di tremare.
Gli occhi smeraldo del ragazzo rimasero affascinati da come potesse essere bello anche così, persino sul punto di piangere disperatamente, decise che si era vendicato abbastanza anche se per il resto del rapporto non gli avrebbe permesso di baciarlo, o almeno questo era il suo piano.
Eren iniziò a leccare la lunghezza del suo partner, su e giù, fino a quando arrivò al glande iniziando a stimolarlo con la punta della propria lingua fecondo gemere dal piacere Levi.
Continuò a stuzzicarlo mentre l'altro cercava di non gemere ma fu tutto inutile quando lo prese completamente in bocca continuando a stimolare il glande con la lingua.
I movimenti sicuri e veloci di Eren gli stavano facendo perdere ogni ritegno e presto la sua mente divenne vuota; riusciva ora solo a pensare a quel piacere senza eguali che stava provando mentre veniva nella bocca del più grande.
Il suo corpo fremeva attraversato da milioni do brividi, le sue interiora si contorcevano a causa dell'emozione, i suoi occhi brillavano di piacere e le sue labbra socchiuse cercavano di catturate un pò d'ossigeno.
«Posso prenderti Levi, vero?» chiese retoricamente Eren facendo entrate la propria lunghezza nell'orifizio del più basso che gemette un po' per il dolore e un po' per il piacere «Wow, sei così bagnato e non ti ho neanche preparato» disse mentre ansimava in preda al piacere leccandosi le labbra in modo dannatamente eccitante.
«Mi senti Levi, sono dentro di te» sussurrò sulle sue labbra senza neppure sfiorarle per poi iniziare a muoversi sempre più veloce conscio di quanto fosse imbarazzato Levi dopo quelle frasi così sporche e schiette.
Quando la lunghezza di Eren colpì la prostata del ragazzo questo emise un gemito più forte e acuto degli altri, forse più simile ad un urlo e così il castano capì di aver trovato la zona erogena del suo amato.
«Ti piace quando colpiscono qui, vero»chiese osservandolo, gli occhi cinerini di Levi erano lucidi ma non si capiva bene il motivo, era indubbio che quel rapporto gli piacesse ma c'era qualcosa che non andava e questo Eren lo notò solo dopo che entrambi ebbero raggiunto l'orgasmo.
Gli occhi verdi del più alto si puntarono in quelli argentei dell'altro in un muto interrogativo.
Più volte durante il loro rapporto Levi aveva tentato di baciare Eren ma questi aveva fatto in modo che le loro labbra non si fossero sfiorate neppure e ciò aveva fatto sentire Levi sporco, come se non ci fosse amore in quella loro unione.
Levi si sentiva come quando alcune volte quegli schifosi maiali lo avevano toccato in maniera lasciva ma, fortunatamente non erano mai riuscito ad andare oltre, per meglio dire, non erano mai arrivati fini alla fine.
Le gambe del ragazzo erano allacciate sulla la vita di Eren che ancora lo osservava confuso, in quel momento allungò le braccia verso il collo del più alto senza stringerlo e con le gote rosse gli chiese «Posso baciarti?» aggiunse dopo qualche breve secondo «Ti prego...»
Come poteva Eren restitergli e in più non era stupido,aveva notato che c'era qualcosa che non andava, probabilmente aveva avuto brutte esperienze di cui non aveva parlato, come lui del resto.
Il castano baciò passionalmente il suo amato penetrandolo ancora una volta, in quel bacio aveva sentito emozioni che non si sarebbe mai neppure immaginato di provare o ricevere.
E orgasmo dopo orgasmo i due approfondivano il legame che li aveva uniti fin dal primo sguardo, fin dal primo istante e comunicarono con i loro corpi perché diciamocelo, nessuno dei due era bravo con le parole.
Non seppero neppure loro per quanto tempo lo fecero, sapevano solo che non ne avevano mai abbastanza e non riuscivano a fermare i loro corpi pieni di passione incapaci di stancarsi spinti da quel loro legame a continuare.
Levi si sentiva sempre più appagato, da quando le labbra di Eren e le sue avevano combaciato e da quando la sua schiena era stato sorretta da quelle forti braccia il suo cuore era davvero felice.
Sentiva che il caldo seme del suo ragazzo lo stava riempiendo totalmente e per quanto la cosa solitamente gli avrebbe fatto schifo e lo avrebbe spinto a vomitare, non poteva che amarla perché era con Eren che lo stava facendo.
Quando crollarono finalmente sfiniti sul materasso notarono che le lenzuola erano ormai piene del loro seme, impregnate in ogni singola fibra di tessuto ma in quel momento non gli importava molto, come poteva?
Eren si stese mettendo le mani sotto alla sua nuca in modo che Levi potesse appoggiarsi sul suo petto, poi lo strinse a se quasi come se avesse paura di farlo scappare via.
«Io ti amo così tanto Levi» sussurrò al suo ragazzo che era in procinto di addormentarsi mentre gli accarezzava i capelli ormai totalmente inzuppati di sudore«Anche io» biascicò poco prima di crollare.
Quando Eren si svegliò notò un biglietto sul suo comodino al alto del letto, un bicchiere d'acqua e una pastiglia bianca.
"Sembra che vi siete dati da fare in questa settimana, quella è per Levi almeno che non vogliate subito un bambino"
Eren quella calligrafia l'avrebbe riconosciuta ovunque, la sua migliore amica aveva un certo tatto per certi argomenti, ironicamente parlando.
Dopo aver letto il biglietto tornò a guardare il suo ragazzo che dormiva, aveva tutti i capelli scompigliati, il volto rilassato e le labbra piegate in un tenero sorriso mentre se ne stava aggrappato al suo petto, era così adorabile che non poté fare a meno di scattargli una fotografia.
Restò a guardarlo finché non si sveglió in modo da potergli augurare un bellissimo buongiorno con un bacio per poi fargli prendere quella pastiglia.
*Angolo me *
2322 parole signori, spero vi sia piaciuto il capitolo U.U
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