Capitolo 11 [confusione]
Levi non sapeva come si sentiva, per la prima volta dopo tantissimo tempo provava un vortice d'emozioni contrastanti.
Appena entrato in casa non disse una parola ma si diresse nella sua stanza,si chiuse la porta alle spade, prese un cambio d'abiti e velocemente si precipitò in bagno chiudendo la porta a chiave.
Aprì l'acqua e mentre si scaldava si liberò lentamente dai propri indumenti, perso nei suoi pensieri.
Lasciò scivolare lentamente il tessuto morbido e pulito lungo i suoi muscoli imponenti e tesi in cerca di un minimo di relax, si privò di ogni indumento restando solo con la sua pelle nuda addosso.
Si infilò sotto il getto d'acqua bollente sospirando appagato, lui adorava la sensazione delle gocce d'acqua bollente che scivolando lungo la sua pelle lo rilassavano accarezzando il suo corpo.
Era una sensazione paradisiaca che solitamente riusciva a liberare la sua mente da qualsiasi pensiero che lo affliggeva.
Si insaponò con religiosa lentezza e attenzione mentre la schiuma ricopriva il suo corpo e lo percorreva scivolando dai suoi pettorali, al suo torso, al suo inguine e poi giù, lenta lungo le sue cosce e i suoi polpacci raggiungendo infine il piatto della doccia.
Adorava passare il suo tempo sotto l'acqua e ogni volta era come se una confortevole mano invisibile lo accarezzasse dolcemente portandogli via ogni pena e preoccupazione.
Eppure nonostante questo la sua mente non si era liberata neppure per un singolo istante anzi, si era soffermato ancora di più su quei pensieri che lui stesso non comprendeva.
Ogni volta che chiudeva gli occhi poteva vederli, poteva vedere chiaramente quelle gemme smeraldine brillanti con impercettibili insenature dorate luminose.
Si lavò velocemente poi scivolò fuori dalla doccia sospirando, il suo piccolo momento di pace era terminato nell'esatto momento che il suo corpo era stato ricoperto dagli indumenti freddi.
Non riusciva a smettere di pensare ad Eren, era molto bello e questo non gli era affatto sfuggito ma non era l'unico motivo che lo portava sempre a pensare a lui.
Non poteva essere ma allora che diavolo erano quei sentimenti che lo soffocavano, che lo schiacciavano ma che sembravano riscaldarlo, non era in grado di capirlo o forse si rifiutava di farlo.
Tornò in sé quando sentì la voce dolce e gentile di pel di carota chiamarlo <Levi , ti va di uscire un pò con me oggi pomeriggio?> chiuse delicatamente.
Lui non ne aveva voglia ma le voleva bene e quindi decise di accettare uscendo dal bagno e prendendola sottobraccio.
Girovagarono per la città esplorandola curiosi, parlarono di molte cose e spaziarono fra gli argomenti più disparati.
La ragazza era molto vicina a lui e premeva di tanto in tanto il suo seno contro il suo braccio, cosa che Levi ignorò deliberatamente.
Era ovvio che Petra fosse quel tipo di ragazza che chiunque avrebbe sognato: bassina, capelli perfetti color carota, due enormi e gentili occhi azzurri, la pelle perfettissima, un dolce sorriso capace di scaldarti l'animo ed un fisico niente male.
Eppure a lui non importava, non era quel tipo di ragazzo e sopratutto non pensava quel tipo di cose nonostante in quel momento il vestito della ragazza lasciasse ben poco all'immaginazione senza però essere volgare.
Quel pomeriggio lei lo aveva studiato perfettamente: aveva indossato l'abito più carino che aveva, aveva indossato le sue scarpe con i tacchi e si era preoccupata di ogni minimo dettaglio del suo abbigliamento.
In più mentre camminavano verso casa si fermarono ad osservare il cielo azzurro che era oramai più sul rosso che, lento, cedeva il passo a toni sempre più freddi di blu.
<Sono così felice di questa giornata, grazie > <Petra, queste cose dovresti dirle e farle con il tuo ragazzo > <Non ne ho bisogno perché, io ti amo Levi>
Se lui fosse stato qualsiasi altro ragazzo sarebbe stato felice, si sarebbe messo con lei e avrebbero vissuto felicemente la loro relazione amorosa, ma lui non era uno qualunque, oh no, lui era il freddo e spietato Revaille Ackerman.
<Mi dispiace, non ricambierò mai i tuoi sentimenti > disse lui non volendola illudere anche se non avrebbe certamente voluto ferirla, non lei che era stata sempre così gentile con lui nonostante lui si comportasse in modo freddo e sgorbutico.
Petra pianse e corse dentro casa mentre lui rimase lì, puntò i suoi occhi al cielo e vide per la prima volta nella sua vita, da quando era uscito dalla città sotterranea, il cielo notturno.
Un enorme telo pece puntellato di piccoli diamanti, tutto, a fare da cornice alla luna.
I suoi occhi argentei riflettevano i raggi lunari, di quella luna bellissima e piena e ne rimase stregato, come se fosse impossibile per lui staccare gli occhi da quella enorme sfera che brillava di luce non propria.
E mentre osservava il satellite terrestre non pensava più a nulla almeno per un istante poi però, rivide ancora quello sguardo che senza preavviso si era acceso e lo aveva stregato.
Scosse la testa come a volersi liberare da quei pensieri e non sentendosi in vena di spiegazioni si voltò e iniziò a camminare lasciando che i suoi piedi lo conducessero dove volevano.
Si trovò così al parco a qualche minuto di camminata dalla sua abitazione, entrò e dopo aver posizionato un fazzoletto sulla panchina si sedette ad osservare le stelle, anzi, la luna.
Rimase lì perso nel suo mondo senza pensare quanto tempo fosse passato, almeno finché qualcuno non si sedette vicino a lui lasciandogli inspirate un buonissimo odore di cioccolato che, normalmente avrebbe odiato.
Quando si voltò incontrò quelle due gemme brillanti fissate nell'osservare quella sfera luminosa senza quasi sbattere le palpebre.
<Sai, i lupi dovrebbero trovare la luna la cosa più bella del mondo… > <Già, è bellissima> <Si, ma c'è qualcosa di più bello secondo me> <Cosa?> chiese Levi curioso come un bambino pronto ad una magnifica scoperta.
E a quella vista Eren non riuscì a trattenere un enorme sorriso, a quel punto si alzò e scompiglio la zazzera corvina del più basso <Questo è un segreto, forse un giorno lo saprai>
Detto ciò lo salutò e se ne tornò a casa tutto sorridente, da quanto non era così contento... e tutto solo perché aveva passato un pò di tempo con Levi e aveva potuto ammirare quella sua espressione che sperava non avesse mostrato a nessun altro.
Sentiva uno strano sentimento radicarsi in profondità nel suo cuore, un sentimento che non capiva ma che gli faceva palpitare il cuore.
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