Capitolo 8 - Verità nascoste
Viktor mi fissò intensamente.
"Certe cose non volevo le sapessi..." Rispose con tristezza.
I suoi occhi verdi diventarono spenti e lucidi.
Si colorarono di un verde cupo, scuro.
Il suo sguardo fissava il pavimento senza mai incrociarsi con il mio.
Sospirò.
"Ma non posso stare a guardare...Non di nuovo." Continuò passandosi le mani sul viso, disperato.
Iniziai a perdere la pazienza, convinta che Viktor fosse ubriaco.
"Ti prego smettila...Per una cazzo di volta smettila di incasinarmi la vita. Vai in camera da letto, stenditi e io troverò una scusa da dire a mio padre. " Dissi continuando a passeggiare per la stanza avanti e indietro preoccupata.
Viktor rimase in silenzio.
Presi la bottiglia di prosecco vuota e rimasi a fissarla incredula.
La capovolsi.
"Vuota, manco una goccia...Mi toccherà nasconderla sotto il letto o come cazzo la spiego un intera bottiglia vuota!" Esclamai sbuffando.
"Mi prenderò le mie responsabilità" Rispose Viktor iniziando a picchiettare le dita a ritmo alternato sulla poltrona.
"Per favore, va a dormire." Dissi entrando nella camera da letto.
Ormai la mia pazienza si era esaurita.
"Non te le sei mai prese le tue responsabilità. Sai solo fare casino, nella vita altrui per poi sparire. Riappari quando ti fa comodo, come se le persone non hanno sentimenti, come se il tempo si fermasse solo perché tu sei sparito. La vita di tutti va avanti, con o senza di te. E io preferirei che andasse avanti senza di te"Sbottai guardando Viktor negli occhi.
Lui si alzò per venire verso di me ma io richiusi la porta, sbattendola.
I suoi passi si fecero più lontani rispetto alla porta.
Sprofondai sulla moquette bianca, prendendomi la testa fra le mani.
- Vorrei poter cambiare aria, andare via da sto posto di merda - Pensai.
Amavo Scituate, era stato il mio rifugio sicuro, il mio angolo di Paradiso.
Ma ultimamente Viktor dopo aver deciso di rovinarmi la vita, lo aveva trasformato in un Inferno.
Ultimamente Viktor non era più quello che avevo conosciuto.
Il rimorso e il dolore si stavano facendo spazio in lui.
La sua perfezione e voglia di controllare tutto maniacalmente stava lasciando spazio alle emozioni e al prosecco.
Tenevo ancora fra le mani la bottiglia di Prosecco.
Mi alzai per nasconderla sotto il letto, l'avrei poi messa in borsa e gettata una volta a casa.
Non avrei voluto che mio padre e soprattutto Nora si facessero idee sbagliate su me e Viktor, che aveva già alzato il gomito a mezzogiorno.
In quel momento si aprì la porta della camera da letto emettendo un leggero cigolio.
Mi iniziò a ribollire il sangue convinta che fosse Viktor.
" ANCORA?? NON CAPISCI QUANDO DICO BASTA?" Urlai arrabbiata.
Senza nemmeno assicurarmi che fosse realmente Viktor lasciai andare la bottiglia verso la porta con tutta la forza che avevo in corpo.
La bottiglia colpì una delle pareti sgretolandosi, emettendo uno scoppio.
I cocci di vetro chiaro si sparsero per la stanza arrivando al pavimento.
"Cristoo! Che hai ultimamente?" Esclamò mio padre sobbalzando spaventato.
Lo fissai incredula spalancando gli occhi, pensavo fosse Viktor e invece mi ero sbagliata.
"Dio...Io pensavo...non è una giustificazione...ma Viktor." Balbettai parole confuse, sconnesse.
Mi sentì in colpa maledettamente. Anche se fosse stato Viktor non era una giustificazione il fatto che avevo provato a ucciderlo.
Viktor arrivò di fretta e si posizionò dietro mio padre guardando la scena incredulo, poggiato sulla soglia della porta forse a riflettere sul fatto che fosse lui il reale bersaglio.
E se avessi preso mio padre?
Iniziai a rabbrividire pensando a quali danni avrei potuto causare se avessi preso qualcuno.
"Pulisco io." Sussurrai abbassando lo sguardo e andando verso mio padre con passo lento, che non si spostò.
"Pulirai dopo. Siediti, dobbiamo parlare. Cosa ti sta succedendo?" Chiese mio padre visibilmente preoccupato.
Viktor silenziosamente si voltò provando a uscire e dileguarsi ma mio padre tuonò.
"Viktor, non pensare di scappare. Voglio parlare con entrambi. Ho bisogno di sapere cosa sta succedendo"
Viktor sobbalzò e iniziò a guardare in ogni punto freneticamente.
I suoi muscoli si irrigidirono.
Mio padre si spostò dalla soglia della porta lasciando passare Viktor, che a occhi bassi si sedette sul letto, senza fiatare.
Dai racconti di mio padre aveva visto nascere e crescere Viktor, per cui lo sentiva come un figlio.
"Allora...che sta succedendo? Qualcosa ultimamente si è rotto fra voi e voglio sapere cosa, o meglio perché!"
Esclamò mio padre respirando profondamente.
I suoi occhi castani passavano da me a Viktor in attesa di risposte mentre si arricciava i baffi fra le dita.
Presi fiato e coraggio. Cercai di raggruppare le idee senza evitare di sputare fuori parole sconnesse.
Iniziai ad agitarmi, battendo i piedi sulla moquette freneticamente e rumorosamente.
Alla fine parlai per prima.
"Lui mi comanda come se volesse prendere il tuo posto, non mi lascia scelta, non mi lascia vivere..." Dissi con un filo di voce.
Viktor sospirò e disse con voce profonda, nervoso.
"Non pretendo che tu capisca, ma dammi retta! "
Mio padre ancora davanti la porta era confuso, cercava di capire realmente cosa fosse successo.
"Potreste parlare senza enigmi e senza tergiversare? Per favore!" Esclamò mio padre alzando gli occhi al cielo e sbuffando.
"Ha picchiato il mio professore di letteratura inglese" Esclamai di getto senza pensarci su.
Mio padre si pietrificò per un secondo e poi scoppiò a ridere.
"Sei in vena di scherzare?" Disse sarcastico fissandomi.
"Tu non sai chi sia lui! Vuoi andarci a letto? Vai. Poi quando farà un casino non venire a piangere da me!" esclamò Viktor arrabbiato.
Mi fissò negli occhi intensamente rigirandosi l'anello fra le dita.
Scoppiai a ridere.
"Tu hai provato a comandarmi, sedurmi, scoparmi e il pezzo di merda è lui? Ah si anche rompermi il naso" Esclamai spazientita e sarcastica.
"Quello è stato un cazzo d'incidente okay?" Replicò Viktor alzando le braccia e sbuffando.
"È stato un incidente anche mettermi la lingua in gola? Oppure baciarmi sul collo sensualmente mentre mettevi le mani ovunque? " Sbottai fissandolo.
"Quello non è stato un incidente...Io" Disse Viktor ma fu subito bloccato da mio padre.
"EMHH vi prego basta! Non voglio sapere dove hai messo le mani a mia figlia, ne tanto meno cosa ci hai fatto. Se ci ripenso mi si gela il sangue e vorrei anche tagliarti le mani. Comunque sia, state finalmente dialogando per cui volevo solo questo, ora continuate senza di me. Vi giuro che ho sentito troppo, non riesco." Disse mio padre rabbrividendo imbarazzato.
Viktor sorrise divertito cercando di non farsi notare.
Mio padre uscì dalla camera con velocità inaudita richiudendosi la porta alle spalle.
"Dio ho appena sentito cosa mia figlia fà" Esclamò a voce alta nell'altra stanza.
Mi venne da ridere, pensando all'imbarazzo di aver detto quelle cose davanti a mio padre e immaginando come si potesse sentire lui.
La porta si aprì nuovamente.
"Vi prego almeno non fate quella cosa, nel mio letto mentre noi siamo sopra" Esclamò fissando Viktor e poi me.
Scoppiai a ridere.
"PAPÀ" Esclamai arrossendo.
Finalmente mio padre sparì e rimasi nella stanza con Viktor e i miei pensieri.
Viktor scoppiò subito a ridere.
Lo fissai alzando un sopracciglio e gli chiesi.
"Che c'è di tanto divertente"
"Beh immagino un giorno se sarò padre. Se mi si dicesse una cosa del genere di mia figlia avrei dato di matto. Soprattutto se avessi una figlia bella come te. Che fa girare la testa a chiunque la guarda." Sospirò buttandosi all'indietro.
Si stese sul letto e rimase in silenzio a contemplare il soffitto mentre le sue dita giocherellavano con i ricci.
- In Vino Veritas - Pensai immediatamente.
Rimasi sconvolta dalle parole che aveva appena pronunciato.
Mi aveva fatto un complimento sincero.
"Wow mi hai fatto un complimento. Sei ubriaco. Meglio che mi goda queste ora, prima che torni il solito stronzo egoista" Esclamai sorridendo.
Viktor a torso nudo, mi fissava con occhi dolci, sorridendo.
"Tanto non ti ricorderai niente domani di quello che è successo!" Dissi con un filo di tristezza sdraiandomi accanto a lui.
"Forse..." Rispose sospirando continuando a fissarmi con i suoi bellissimi occhi verdi.
- Domani sarebbe tornato il solito maledetto stronzo. Vorrei che fosse davvero così. Carino, dolce, che si lasciasse andare più spesso. - Pensai con tristezza.
"Non so tu ma io sto morendo dalla fame!! Voglio ancora un altro bicchiere di vino!!" Esclamò alzandosi dal letto di fretta e uscendo dalla stanza con passo veloce.
"La dovresti smettere di bere o davvero non ti ricorderai una sola cosa!" Esclamai alzandomi dal letto, triste e arrabbiata sperando che lui mi avesse sentito
Ma almeno mi sarei goduta a pieno la giornata di oggi.
Io e Viktor tornammo di sopra con un sorrisone stampato sulle labbra.
Il sole ormai picchiava forte sulla pelle, alto nel cielo, scottando.
L'odore di pesce mi invase le narici e mi provocò un forte languorino.
La pancia iniziò a brontolarmi.
"Muoio dalla fame!! Mangiamo?" Esclamai andando vicino a mio padre che grigliava.
"Mamma mia che buon profumo" Esclamò Viktor venendo verso di noi.
Mi avvolse le braccia da dietro, intorno alla vita e mi diede un dolce bacio sulla testa, leggero e delicato.
Iniziai ad avere i brividi in tutto il corpo.
Mio padre si voltò sorridendo.
"Avete chiarito! " Disse contentissimo.
Avrei tanto voluto che le giornate fossero perfette. In barca baciata dal sole e dal ragazzo dolce e perfetto, Viktor o meglio il lato di lui che avevo conosciuto oggi.
Ma le favole non erano reali e la vita a volte ti deludeva.
Mio padre finì di grigliare il pesce e lo servì come pranzo, fiero di se stesso con un sorriso a 32 denti stampato sul viso.
Era squisito, un gusto mix di limone e salsedine.
Finito il pranzo mio padre e Nora si stesero sulla poppa a prendere un po di sole, parlando amichevolmente del più e del meno.
Mia nonna su una delle poltroncine esterne leggeva il suo libro, gustandosi la giornata e il sole.
Durante il pranzo io e Viktor avevamo bevuto qualche altro bicchiere di vino, ritrovandoci poco lucidi.
Il mondo intorno a me girava freneticamente e il vino risalì provocandomi la nausea.
Iniziai a non reggermi in piedi così con passi lenti andai verso la camera da letto.
"Ubriaca?" Farfugliò Viktor disteso nel letto con soli i boxer.
Iniziai ad arrossire e fissarlo intensamente bloccandomi davanti la porta.
"Io... vabbè...non è il caso" Farfugliai senza compiere una frase di senso compiuto.
"Sono abbastanza ubriaco quindi ti prego non mi cacciare! Stenditi accanto a me, giuro che non ti tocco. Non me ho le forze" Disse scoppiando a ridere.
Scoppiai a ridere anche io e lentamente mi gettai sul letto.
Gli tirai un leggero pugno sul braccio per scherzare.
Viktor rimase a fissarmi per qualche secondo con sguardo dolce per poi girarsi dall'altro lato dandomi le spalle.
Sul volto aveva stampato un sorriso raggiante e luminoso che emetteva calore e gioia.
Io feci lo stesso, mi voltai e in poco tempo le mie palpebre si fecero pesanti.
Tutto intorno a me continuò a girare diventando nero fino ad addormentarmi completamente.
Iniziai a sentire caldo soprattutto sul mio collo e la mia pelle appiccicata a qualcosa che aveva un buon profumo.
Iniziai a muovermi freneticamente ancora a occhi chiusi pensando che il letto fosse diventato rovente.
"MA CHE CAZZO!!" Urlò una voce maschile troppo vicina a me.
Immediatamente aprì gli occhi e mi ritrovai incollata a Viktor, che mi stringeva fra le sue braccia, che mi facevano sentire protetta e soprattutto sua.
La sua bocca troppo vicina al mio collo mi faceva sentire il suo caldo respiro.
Mi alzai di scatto e lo stesso fece Viktor che non ricordando molto mi fissò stranito.
" Abbiamo fatto sesso?" Mi chiese fissandomi e passandosi una mano fra i capelli.
Scoppiai a ridere.
"No! Abbiamo solo dormito insieme! Avevi promesso di non toccarmi...Di parola eh!" Esclamai sarcastica.
"Quando ho promesso cosa? Io non dormo con le donne ci vado a letto e basta!" Rispose con arroganza cercando i suoi vestiti in giro.
Ai piedi del letto giacevano la sua camicia e i suoi pantaloncini di jeans.
Ed eccolo nuovamente Viktor quello vero che avevo conosciuto anni prima.
"Sisi vabbè...Che tu ci creda o no abbiamo dormito! Non verrei mai a letto con te!" Esclamai freddamente irritata dalla sua arroganza.
"Se non l'hai fatto, lo farai presto" Rispose fissandomi con malizia.
Sbuffai spazientita fissandolo con disprezzo.
"Non vedo l'ora di tornare a casa. Magari ti deciderai a sparire per sempre dalla mia vita." Dissi uscendo dalla camera sbattendo la porta.
Viktor non sarebbe mai stata la persona con cui avevo passato un intero pomeriggio, chi parlava era solo il vino...
Avrei dovuto chiudere definitivamente con lui facendogli capire che non sarebbe più dovuto apparire.
Mi sedetti su una delle poltroncine vaniglia.
La mia testa ne risentiva ancora della sbornia.
Guardandomi allo specchio capì di avere un aspetto orribile e disastrato tipico del post sbornia.
I miei capelli ormai asciutti si erano intrecciati fra loro arricciandosi in maniera disordinata.
In quel momento senza un vero e proprio motivo pensai ad Adam e decisi di mandargli un messaggio per sapere come stava.
Da quel giorno non l'avevo più visto o sentito perché il rimorso e la sua domanda mi riecheggiavano nella mente.
- Tu lo ami? - Furono le parole di Adam che fecero crollare tutte le mie certezze.
Sorrisi rincuorata dal fatto che Adam mi avesse dato un altra possibilità.
Volevo che avesse una possibilità con me senza avere tra i piedi Viktor.
Viktor nel frattempo rivestito e ordinato in salì di sopra, passandomi accanto senza degnarmi di uno sguardo.
Immediatamente tornò indietro e prese il mio cellulare con un gesto svelto, levandomelo dalle mani.
Rimase a fissare lo schermo stranito e poi sbuffò.
"Ti senti ancora con lui" Chiese arrabbiato.
"Cosa vuoi? Lui non è come te! E poi come cazzo ti permetti di levarmi il telefono?" Esclami sbuffando.
"Infatti è peggio" Disse fissandomi con occhi arrabbiati e infuocati.
Scoppiai a ridere.
"Sisi vero tu e le tue verità. SMETTILA SONO STUFA DI TE" Urlai guardandolo con disprezzo.
Mi ricordo che arrivata in Università notai la bravura e la passione di Adam nel suo lavoro. Viktor lo sminuì sempre con odio senza un reale motivo.
"Parli perché non sai!" Esclamò Viktor arrabbiato sbattendo il palmo della mano sulla porta con forza, provocandone un boato.
"Allora parla!" Risposi con arroganza.
Viktor si poggiò sul piano cottura e prese fiato.
"Ad Adam è sempre piaciuto sedurre le sue studentesse. Ma quando tu ancora non sapevi nemmeno come fosse fatta Harvard combinò un grosso casino..." Disse perdendosi fra i pensieri e vagando con lo sguardi.
Rimasi in silenzio, volevo solamente fargli capire quanto fosse ridicolo lui con le sue storielle.
Adam ai miei occhi aveva avuto sempre un comportamento adeguato.
Quello che faceva dopo il lavoro non riguardava di certo me o Viktor.
"Eh beh allora? Siamo adulti, il suo passato non mi riguarda. Con me si comporta bene a differenza tua!" Risposi a tono cercando di far capire a Viktor quanto si stesse rendendo ridicolo.
Lui continuò con tono ancora più minaccioso e con forte disprezzo.
"Ah non ti riguarda? Beh allora non ti toccherà minimamente se ti dirò che aveva messo incinta una ragazzina di 18 anni, poi la pagò per abortire e insabbiare la cosa. Lei però convinta che lui la amasse non abortì...Tanto fece il tuo caro Adam che lei si ammazzò..." Disse Viktor straziato.
I suoi occhi iniziarono a essere lucidi e le lacrime gli rigarono il viso.
Le sue parole furono strazianti per lui stesso.
Rimasi bloccata non potendo credere a quanto avevi sentito.
Mi si gelò il sangue.
"Ora non parli più vero?" Disse VIktor fissandomi.
Non ebbi il coraggio di parlare.
Non avrei mai creduto Adam capace di una cosa del genere...
"Lei si chiamava Emily e voleva diventare un architetto e se non si fosse incappata in Adam sarebbe ancora viva. Quest'anno si sarebbe laureata. Se io avessi fatto qualcosa sarebbe ancora viva" Disse Viktor con un filo di voce.
Le ultime parole di Viktor mi colpirono particolarmente.
"La conoscevi?" Chiesi con un filo di voce alzando lo sguardo.
VIktor annuì tristemente.
"Lei abitava vicino la caffetteria del centro. Quella che ti piace tanto a tema parigino"
Vidi negli occhi di Viktor una profonda tristezza e malinconia.
Un dolore soppresso troppo a lungo che una volta venuto fuori non riusciva a tornare dentro facilmente.
"Ora che ti ho avvertita fai quello che meglio credi. Se sei convinta che ti ami fatti mettere incinta e sposatelo. Non mi riguarda la faccenda" Esclamò uscendo dal sottocoperta.
"Se non ti riguardava perché mi hai avvertita?" Chiesi con tristezza.
Lui non rispose.
"Perché sei stato sempre così pezzo di merda con me e oggi stai provando a fare di tutto per non farmi più vedere Adam? Amavi Emily?" Chiesi con un filo di voce.
Viktor contrasse la mascella e si girò a guardarmi come se le avessi letto nella sua mente.
Di certo però non avrei potuto comprendere e descrivere il dolore che in quel momento il suo volto esprimeva.
"Non potresti mai capire del perché sono cosí e non starò qui a dirtelo. Quando la barca arriverà al porto salirò in macchina e questa sarà l'ultima volta che vedrai il mio volto" Disse con amarezza.
"E SE TU STESSI MENTENDO PER QUALCHE MOTIVO?" Urlai straziata.
Viktor venne verso di me con la rabbia nel volto.
Sbatté il pugno sul piano cottura.
"Potrei mentire su tutto ma su argomenti cosi, no." Disse rabbioso.
"La conoscevi bene?" Chiesi cercando di far aprire Viktor, volevo conoscerlo...
Nonostante gli anni passati di "amicizia" lui non mi aveva mai parlato del suo passato, della sua famiglia...
"Non ti importa. Non voglio che la cosa si ripeta senza che io provi a fare qualcosa" Disse Viktor fissandomi per un secondo.
"Perché lei si tolse la vita? Che cosa fece Adam per farla arrivare a quel punto?"
Chiesi con un filo di voce.
Il mio sguardo iniziò a vagare perso fra i mille pensieri...
"La minacciò di levarle la borsa di studio, di cacciarla dall'Università e soprattutto la accusò di essersi inventata tutto, che il figlio non fosse suo e che lei fosse una sgualdrina che voleva solo i soldi. Ti basta oppure continuo?" Rispose Viktor.
Mi si formò un nodo in gola.
Adam che sembrava così dolce invece era stata una persona meschina e crudele.
"Perché non hai fatto qualcosa?" Chiesi ripensando alle sue parole.
"Che avrei dovuto fare? Lei era convinta che lui la amasse senza accorgersi di chi l'amava davvero" Viktor rispose sospirando.
Altre lacrime gli rigarono il viso.
Restai impietrita di fronte a una tale scena, non sapevo cosa fare.
Viktor, uomo dai pochi sentimenti fino a oggi, stava piangendo di fronte a me.
Mi alzai e andai da lui, che con sguardo spento fissava il pavimento. Come se si fosse arreso.
Pensai di dargli anche un solo abbraccio per consolarlo.
In quel momento mio padre entrò contento.
"Ragazzi...Siete svegli! Siamo arrivati"
La sua contentezza si spense quando davanti la porta notò i nostri sguardi da funerale, spenti e lucidi.
La storia di Viktor aveva commosso anche me perché capì che tra lui ed Emily ci fosse qualcosa.
"Devo andare ho da fare in ufficio" Disse Viktor con fretta.
Uscì con passo veloce dalla stanza e scese dalla scaletta di ferro della barca, senza guardarmi.
Gli corsi dietro fino al piccolo molo di legno che si riuniva con la spiaggia.
In quel istante capì che forse non sarebbe stato lui la persona che doveva sparire dalla mia vita.
"ASPETTA PERFAVORE" Gli dissi con le lacrime agli occhi.
"VOLEVI CHE TI LASCIASSI IN PACE E USCISSI DALLA TUA VITA. TI ACCONTENTO" Urlò salendo in macchina.
Continuai a correre verso la sua macchina, ma fu troppo tardi.
Viktor sparì nel traffico pomeridiano.
"Viktor mi dispiace..." Dissi con un filo di voce rimanendo a guardare mentre si allontava dal porto con velocità.
Le luci della città si accesero regalando un tramonto mozzafiato dai vari colori.
Mio padre scese correndo dalla barca e mi venne ad abbracciare non capendo la situazione.
Mia nonna e Nora mi fissarono con tristezza.
"Tesoro..." Disse mio padre ma fu subito interrotto dalle mie parole.
"Ho bisogno di stare sola..." Mi staccai dall'abbraccio con freddezza.
Le lacrime continuarono a rigarmi il viso.
Risalì nella barca e mi chiusi nel sottocoperta a piangere rumorosamente.
Mio padre e mia nonna iniziarono a picchiare sulla porta.
"Tesoro ti prego parla..." Mi disse mio padre triste.
"Per favore lasciatemi stare...Ho bisogno di stare sola" Risposi con voce tremante.
Alla fine si arresero e mi lasciarono sola.
Andai in frigo a vedere se c'era ancora del vino e per mia fortuna ne trovai una bottiglia ancora chiusa.
La stappai e me ne versai un bicchiere sedendomi sul letto.
Lo stesso letto in cui senza volerlo avevo dormito con Viktor che se ne era andato, dopo una rivelazione scioccante, per sempre...
Mandai giù l'intero bicchiere di vino e presi il cellulare.
Chiamai varie volte Viktor che non rispose, cosi gli lasciai dei messaggi nella segreteria.
"Voglio sapere i motivi che ti hanno spinto a parlarmi di Emily...Non puoi sparire così...per favore appena senti il messaggio richiama"
"Ti prego non puoi andartene così. Cos'hai che non va? Smetterò di parlare con Adam ma torna...Appena senti il messaggio ti prego richiama."
"Viktor proprio oggi mentre dormivi mi hai tenuta abbracciata. Lo so che ci tieni anche se abbiamo fatto entrambi delle stronzate. Non andare via... Quando senti il messaggio per favore richiama"
Disperata scoppiai a piangere nuovamente.
A terra giaceva ancora la bottiglia che avevo tirato, sparsa in cocci.
Andai a raccoglierla.
"Merda" Esclamai.
Raccogliendo il vetro con le mani data la mia scarsa lucidità ero finita per tagliarmi.
Proprio in mezzo al palmo un piccolo taglio di alcuni centimetri.
Il sangue iniziò a gocciolare sulla moquette chiara.
"MERDA PERCHÉ VA TUTTO STORTO" Urlai.
Andai in bagno a cercare delle bende e mi medicai.
Tornata in camera da letto lasciai stare i cocci di vetro e mandai giù altri bicchieri di vino.
Ormai ubriaca non potevo tornare a casa così passai la serata a pensare alla mia vita, a Viktor e alla mia Roma.
Roma mi mancava profondamente...
- Forse la mia vita sarebbe stata meglio se fossi rimasta là - Pensai.
La mia mente iniziò a vagare fra i ricordi belli di una vita...
******
COSA SUCCEDERÁ? VIKTOR E ZARA SI RIAPPACIFICHERANNO?
EII COME VA? SPERO BENE.
VI CHIEDO INFINITAMENTE PERDONO PER IL RITARDO MA OGGI SONO STATA DAVVERO INCASINATA.
SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA.
ESSERE SINCERA NONOSTANTE LO ABBIA SCRITTO IO OGNI VOLTA CHE LO LEGGO MI COMMUOVO.
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE.
GRAZIE PER IL VOSTRO SUPPORTO DIMOSTRATO FINO AD OGGI.
ARIZONA LEWIS ‼️
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