Fin che morte non ci separi
Date al dolore la
parola, il dolore
che non parla,
sussurra al
cuore oppresso
e gli dice di
spezzarsi.
William Shakespeare.
Pov's Damon
Sono stato troppo duro con lei, lo so.
Ma questo sono io, se mi distruggono io devo distruggere più forte.
Vedo avvicinarsi Chanel ma non la osservo, ciò mi farebbe comprendere quanto sono stato uno stronzo di prima categoria e questo lo so già.
Non ho bisogno di un promemoria.
<<Che cosa hai che non va? Lei ha passato l'intera giornata a chiedersi come stessi e tu ti comporti come uno stronzo?>> mi urla, seguita da Emily.
<<Dovresti vergognarti!>>
<<Sono il bastardo che sono e non ci posso fare niente su ciò.>> dico.
In questo momento avrei tanta voglia di fumarmi una sigaretta ma mi trattengo.
Supero le due ragazze per entrare in classe ma appena varco la soglia mi devo piegare per un dolore al petto.
<<Damon stai bene?>> mi chiede Chanel avvicinandosi.
<<Hope!>>
Le è accaduto qualcosa!
Dopo qualche secondo il dolore sparisce e mi precipito fuori dalla scuola, dove rimango spiazzato dallo scenario che vedo.
La mia principessa è sdraiata sulla strada ricoperta dal sangue.
Corro verso di lei, dove vi è Gabriel steso vicino a lei.
È tutta colpa mia.
È colpa mia.
<<Non è colpa tua, Damon.>> mi dice Gabriel avvicinandosi a me.
<<Non... n-non è...>> balbetto.
<<Respira, tranquillo. Ho provato a salvarla ma a quanto pare ciò non funziona, quindi ho chiamato i soccorsi.>>
<<C-chi è stato?>>
<<Non lo so, non l'ho visto in faccia ma guidava un camion.>>
Mi siedo vicino a lei.
Perdonami, ti prego.
Vivi.
Non morire, perchè io non riuscirei a vivere un'eternità senza di te.
Ti prego, non lasciarmi solo.
Non voglio vivere con i sensi di colpa, con la consapevolezza che se io non avessi detto quelle cattiverie vedrei ancora il tuo sorriso.
Avrei voluto gridare ma dalla bocca non usciva niente.
Sentivo dei mormorii.
Le persone che si avvicinavano per vedere cosa fosse accaduto.
<<Damon, andrà tutto bene. Non morirà.>> mi dice Gabriel ma io non rispondo.
L'unica cosa che riuscivo a fare era guardare il suo corpo inerte.
Inizio a sentire le sirene ma non riesco ad alzarmi, a muovermi o a dire qualsiasi cosa.
<<Damon, sono arrivati i soccorsi. Ho parlato anche con Rose, ci raggiungerà lì. Ora devi alzarti.>>
Come faceva a rimanere così calmo?
Io mi sentivo più vuoto del solito.
Era normale per un demone sentire come se stesse morendo?
Forse, sembrava più una pena.
Una pena che mi stava lacerando dentro, era come se tutti miei organi mi venissero strappati via.
Vedo quando mettono la mia principessa nella barella e cercano di darle il giusto ossigeno.
<<Dai, Damon. Alzati.>>
Gabriel mi aiuta ad alzarmi e mi sostiene quando le mie gambe non vogliono sapere di stare dritte.
<<Andremo con loro, va bene?>> mi chiede ma nuovamente dalla mia bocca non esce nessun suono.
Gabriel continua a tenermi stretto a lui e mi aiuta a salire sull'ambulanza e io gle lo permetto.
Solitamente non gle lo avrei permesso, l'avrei mandato a quel paese ma non questa volta.
Questa volta non ho controllo del mio corpo.
Non riesco a muovermi, a pensare lucido, a parlare, addirittura mi sembra che mi manchi il respiro.
Peccato che a noi immortali l'ossigeno non manchi mai.
***
Dopo poco arriviamo all'ospedale e neanche il tempo di entrare che la portano in sala operatoria.
Ancora non aveva ripreso i sensi, sembrava che non fosse neanche viva.
Perchè quella non era la mia Hope.
La mia Hope era sempre sorridente ma io riuscivo sempre a spezzarle il sorriso.
La mia Hope era allegra, vivace, spensierata ma io riuscivo sempre a privarla di tutto ciò.
Ero la sua rovina e lo sapevo.
Dovrei stare lontano da lei ma non so per quale motivo non ci riesco.
Lei era sempre attorno a me, io più la cacciavo più lei veniva da me.
Non so neanche io il perchè.
<<Damon, sono arrivati la famiglia di Hope con Chanel ed Emily.>> mi dice Gabriel.
Mi giro verso di loro e neanche il tempo di metterli a fuoco, che sua madre si precipita da me.
<<È tutta colpa tua! Ora la mia bambina sta lottando contro la morte per colpa tua, bastardo!>> mi dice lei, predendomi a pugni il petto, mentre le lacrime le rigano il volto.
E io non riesco a dire o a fare nulla se non farmi prendere a pugni.
Anche io lo sapevo e per questo motivo non potevo dirle niente, aveva ragione. Era colpa mia.
<<Rose, smettila. Capisco quanto tu stia soffrendo ma lui non c'entra nulla. Non era lui alla guida.>> le dice Gabriel, allontanandola da me.
<<Invece ha ragione, Gabriel. Se lui non le avesse detto delle cattiverie, lei non sarebbe uscita dalla scuola e quel cammionista non l'avrebbe messa sotto. Forse, così la nostra Hope sarebbe ancorà qui.>> gli dice Benjamin mentre mi guarda male.
Sembra che erano tutti contro di me.
Tutti che mi dicchiaravano colpevole.
Sembrava di essere tornato in dietro di secoli, solamente che questa volta io non volevo. Non volevo fare del male.
<<Non ci si può aspettare i comportamenti degli altri Benjamin, piuttosto che attaccare qualcuno dovremmo essere uniti.>> gli dice Gabriel.
Era l'unico che non mi aveva dato la colpa di nulla.
L'unico che mi aveva aiutato.
L'unico da cui non mi sarei mai aspettato nulla.
Gli altri vanno a sedersi nella sala d'attesa, mentre io rimango lì a guardare il vuoto.
A essere incapace di muovere un solo atto, di spiccicare parole.
Se lei muore, io muoio con lei.
Pensai ed era la pura verità, cambiava solamente il tipo di morte.
<<Damon, non è colpa tua. Non devi incolparti per ciò.>> mi dice Gabriel, avvicinandosì.
<<Devo prendere aria.>> riesco, finalmente, a dire.
Lui mi fa cenno di sì ed esco dall'ospedale, dove posso accedermi una sigaretta.
<<Ho letto che fumare fa male, almeno ai mortali. Penso che a noi immortali non faccia poi così male. Non sei d'accordo?>>
Mi giro e vedo a mio fianco Lucifer.
<<Che ci fai qui?>>
<<So cos'è accaduto e volevo essere presente.>> mi dice, togliendomi la sigaretta e iniziando a fumarla.
<<Era la mia, potevi accendertene un'altra!>> gli urlo.
<<Ora non è più tua. Comunque, stai tranquillo. La tua umana non morirà e se dovesse accadere non permetterò che mio padre se la prenda con te, capito? Anche perchè non sei tu il colpevole ma quel bastardo di Billy Moore.>> mi dice, spegnendo la sigaretta.
<<Chi è?>>
<<Un tizio che ha sempre violato la legge.>>
<<Posso ucciderlo?>>
<<Se fosse per me ti direi di sì ma non conviene disubidire ai piani alti, ora entriamo.>>
Mi mette il braccio dietro al collo e cerca di spingermi verso l'ospedale.
<<Hai detto che mi avresti prottetto da tuo padre ma vorrei ricordarti che ti blocchi ogni volta che si parla di lui?>>
Mi da uno spintone e io faccio il primo sorriso della mattinata.
Poi mi si avvicina e mi prende il volto tra le mani.
<<E io devo ricordarti che per me sei come un figlio e per questo motivo metterei l'universo a soqquadro? Che non permetterei a qualcuno di farti soffrire più di quanto tu non abbia fatto? E se questo significa dover superare le mie paure e trovarmi davanti a mio padre io lo farò.>>
Dopo di ciò l'abbraccio.
<<Grazie, papà.>>
Era la prima volta che lo chiamavo così, infatti lo vedo stupirsi per un attimo, per poi abbracciarmi più forte.
Pov's Gabriel
Sto uscendo dalla sala d'attesa per andare a vedere dove si è cacciato Damon.
Non era in sé.
Si vedeva che era preoccupato, che aveva paura e una volta non per sé stesso ma per Hope.
Quando esco dalla sala d'attesa, rimango sconvolto dalla scena che vedo.
Damon sta abbracciando Lucifer e l'ha chiamato "papà".
Damon non si apre, non si affeziona e tanto più considera qualcuno un membro della sua famiglia ma forse vi è una speranza per tutti.
Mio padre aveva ragione, lui può cambiare e a farlo cambiare siamo noi, tanto più Hope.
Mi avvicino a loro.
<<Damon stai bene?>> lui si stacca dall'abbraccio, mi guarda e mi fa cenno di sì.
<<Ciao Lucifer.>>
<<Ciao Gabriel.>>
<<Ti va di aspettare nella sala
d'attesa?>> gli chiedo e lui si dirige verso di essa, senza dire niente, seguito da Lucifer.
Infondo, non possiamo aspettarci il grande miracolo.
Anche se quello era venuto poco fa.
Pov's Lucifer
Entriamo in quella sala.
A quanto si potesse pensare sul diavolo, io non amavo molto gli ospedali.
Non facevano per me.
Troppo... tristi.
<<Lucifer?>>
Alzo il volto per vedere chi mi stava chiamando e come facesse a sapere il mio nome.
E vedo lei... la mia Rose.
Flashback
<<Non dovresti amare tutto ciò che è macabro?>> mi chiese lei, mentre metteva i popcorn in bocca.
<<Ed è così ma non per tutto. Ho anche un lato umano, sai?>> le chiesi, sorridendo.
<<E si vede.>> mi disse, mentre mi toccava con un dito la guancia e io risi.
Risi per davvero senza paura.
***
<<Secondo te sarei un'ottima madre? Non vorrei essere come la mia. Lei è sempre assente.>>
<<Secondo me sarai un'ottima madre, saremo entrambi degli ottimi genitori. Meglio di quelli che abbiamo avuto>> le dissi mentre la baciavo.
***
<<Non mi prendi!>> disse mentre si metteva a correre ma non si aspettava che fossi già dietro di lei e quando stava per inciampare la presi a volo.
<<Presa>> sussurrai e lei mi guardò con gli occhi spalaccanti.
<<Così non vale, ti odio!>>
<<Odi perdere mia cara, è diverso.>>
Mi fece il terzo dito e mise il broncio, ma quando l'abbracciai e iniziai a farle il solletico esso scomparse.
<<Ti amo, Lucifer!>> mi disse e io smisi di colpo di fare qualsiasi cosa.
<<È normale innamorarsi del diavolo? Infondo tu dovresti rappresentare il male ma non lo sei. Sei luce, la mia.>>
La baciai e mi aggrappai a lei.
Era la prima volta che qualcuno mi diceva che mi amava.
<<Ti amo, Rose.>> le sussurrai sulle labbra e lei riprese a baciarmi.
Cavolo, questa ragazzina aveva quattordici anni ma era riuscita a farmi impazzire.
***
<<Non ti voglio più vedere! Non voglio che tu faccia parte della mia vita!>> mi urlò lei.
E non capivo, fino a ieri andava tutto bene.
<<Dammi almeno una spiegazione, cazzo! Non puoi lasciarmi, così!>> le gridai.
<<Ti ho mentito quando ho detto di amarti. Non riuscirei mai a innamorarmi di te, cavolo.
Sei il diavolo!>>
E in quel preciso momento mi si spezzò nuovamente il cuore o qualunque cosa vi fosse rimasta di esso.
Per una volta che ero solamente io, Lucifer, ero dovuto tornare a essere il diavolo, il male.
Ma che colpa ne avevo io se la gente mi giudicava così? Quando avrebbe capito che il mio compito era punire il male e che per questo non potevo essere il male, no?
Ma gli umani erano stupidi, così l'unica cosa che potevo fare era lasciarla andare.
Anche se lei non era innamorata di me, io lo ero stato, lo ero e lo sarei sempre stato ed amare significava anche lasciare andare.
Fine Flashback
<<Lucifer, va tutto bene?>> ritorno in me e vedo la faccia di Damon preoccupata.
<<Conosci la mamma di Hope?>>
La mamma di Hope?
<<La mamma di Hope? Questo vuol dire che...>>
Non poteva essere no? Se fosse così l'avrei saputo, no?
<<Vuol dire cosa?>> mi chiede Damon.
<<Nulla, non vuol dire nulla.>> urla Rose.
<<Che sono il padre di Hope.>> dico.
<<Cosa?>> gridano Damon, Gabriel e un tizio che penso sia il marito di Rose.
<<Non è così!>> mi urla Rose.
<<Ah no? Vi erano altri in quel periodo, perchè io non ci credo Rose. Io ero lì con te, lo so! È per questo motivo che mi hai cacciato via, per tenermi lontano da mia figlia?>> le urlo adosso, sto per far vedere il vero me. La faccia del diavolo ma Damon mi ferma.
<<Era lei la Rose di cui mi hai
parlato?>>
Gli faccio cenno di sì.
<<Capiscimi, Lucifer! Gli avresti solamente rovinato la vita, come ha fatto lui!>> mi urla lei e indica Damon.
<<Non ti azzardare a dargli colpe che non ha, intesi?>>
Lei trema e indietreggia.
E mi viene da ridere.
<<Lucifer è il padre migliore che Hope potesse avere e tu gle l'hai strapato via, facendogli credere che suo padre non la voleva e se ne era andato per sua scelta. Prima di giudicare, guardati tu allo specchio per prima. Perchè mia cara Rose, sei la peggiore tra noi.>> le dice Damon.
<<Non capite! Voglio solo proteggere mia figlia dal male!>> ci urla lei.
<<Hanno capito bene, invece, ci hai mentito. Tanto più a Hope. Nessuno nasce un genitore perfetto ma mi basta vedere come Lucifer si comporta nei confronti di Damon, per capire che sarebbe un padre perfetto e che la proteggerebbe dal male.>> dice Gabriel.
E ne rimango stupito, solitamente gli angeli o chiunque di là sopra non diffenderebbe mai chi è là giù, tanto più il diavolo.
<<Gabriel anche tu stai dalla loro
parte?>>
Lui le fa cenno di sì e si avvicina a Damon.
Lei sospira e se ne va.
<<Ecco perchè lei è per metà angelo e metà demone!>> mi dice Damon, cercando di non farsi sentire.
Io resto in silenzio, senza dire nulla.
Come è possibile che mi abbiano tenuto all'oscuro su una cosa del genere?
Cazzo, ho una figlia di sedici anni!
Mi sono perso la sua prima parola, i suoi primi passi, il suo primo giorno di scuola. Tutto!
E per giunta mia figlia pensa che non me ne importi nulla, quando non è per nulla così e lo dimostrerò!
Sarò il padre che mi hanno proibito di essere per sedici anni!
Pov's Damon
Non ci potevo credere!
Hope era la figlia di Lucifer? E perchè non ne sapevo nulla?
Ma soprattutto perchè non lo sapeva lui?
È così impensabile che una ragazza si deve sentire ogni giorno non desiserata per una bugia che le ha detto la madre.
Una bugia che ha detto a tutti!
Voleva proteggere sua figlia ma da cosa o da chi? Da chi l'avrebbe amata?
Invece su di me aveva ragione.
Io ho provato a proteggerla ma, forse, dovrei proteggerla da me stesso.
Ogni volta faccio qualcosa che la ferisce, solamente che stavolta rischia la vita per me.
<<Lucifer, posso farti una domanda?>> lui mi fa cenno di sì.
<<Posso dare tutta la mia parte di demone a Hope? Così si salverà,
giusto?>>
<<Ma significherebbe che di te non ci sarebbe nulla, diventeresti polvere e non lo permetterò. Se qualcuno si deve sacrificare, lo farò io! Intesi?>>
Non poteva chiedermi ciò!
<<Non puoi dirmi ciò! Lei è lì per colpa mia, se non le avessi detto quelle cose non sarebbe scappata e ora starebbe bene! Se qualcuno si deve sacrificare, sono io!>> urlo e sento qualcosa di bagnato scendermi dagli occhi.
Lacrime?
Impossibile!
Io non piango mai.
Gabriel mi guarda e mi abbraccia.
<<Lei starà bene, vedrai.>>
E perchè a me non sembrà così?
Tutti dicono ciò ma mi sembra falso, come se lo dicesserò così.
E anche se lei starà bene, mi perdonerà?
Non penso che lo farebbe.
E non so per quale motivo, l'acqua continua a scendermi dagli occhi.
Tanto, che a quell'abbraccio si unisce pure Lucifer.
E li scoppio.
Le gambe non mi reggono e a sostenermi sono loro due.
Non posso perderla!
Preferirei rimorire io, piuttosto di vedere lei morire.
<<Andrà tutto bene, te lo prometto.>> mi dice Lucifer, mentre mi stringe.
***
Sono passate ore.
Non so dire di preciso quante ma so che sono tante.
L'operazione era finita ma non sapevo se sarebbe sopravvissuta, cazzo.
E dover aspettare mi metteva ancora più in ansia.
Non avevo mai avuto tanta paura, neanche quando ero in vita.
Anche quando mio padre mi strappava la giovinezza o mia madre si sfogava su di me.
<<Quando si sveglierà sarà vietato per voi due poterla vedere, chiaro?>> ci dice Rose, indicando me e Lucifer.
Mi alzo e mi avvicino a lei.
<<Stammi a sentire bene, quando si sveglierà sarò tra le prime persone a vederla. Intesi?>> le domando.
Chanel ed Emily le si avvicinano.
<<Forse Damon dovresti andare via. Per il bene di Hope.>> dice Chanel e io la guardo in tralice.
<<Si, abbiamo visto quanto Hope sta bene senza di me. Passando le giornata a piangere e buttandosì da un tetto. Direi che stava perfettamente!>> urlo.
<<Cosa?>> gridano tutti i presenti, tranne Gabriel e Lucifer che sanno.
<<Non ve l'ha detto? Ci abbiamo provato a stare lontani ma stiamo anche peggio, quindi non rifarò quell'errore!>>
<<Infatti, non devi farlo figliolo. Lei ha bisogno di te come tu hai bisogno di lei.>>
Ci giriamo e possiamo vedere che Dio ci ha onorato della sua presenza.
Infondo, mancava solamente lui!
<<E lei chi sarebbe?>> gli chiede Rose.
Chanel, Emily e Benjamin, che erano venuti a sapere tutta la storia questa mattinata e per il quale erano rimasti schioccati, stanno cercando di comprendere chi sia.
<<Papà...>> dice Lucifer, bloccandosì e gli altri fanno due più due.
<<Ci credi che sarebbe il diavolo ma si blocca alla tua vista o alla tua nominazione?>> gli chiedo e lui mi sorride.
<<Togliendo i convenevoli, cosa ci fai qui?>> gli chiedo.
<<Damon, guarda con chi stai parlando.>> mi ammonisce, Gabriel.
<<Non mi interessa chi ho davanti, voglio solamente una cazzo di
risposta!>> urlo.
<<Puoi stare tranquillo Damon, lei sta bene. Si sta svegliando proprio ora.>> ci dice.
Almeno questa volta mi ha annunciato una bella notizia.
E senza pensarci mi telestraporto da lei.
La vedo sdraiata sul lettino, circondata da fili.
Mi avvicino a lei e vedo che sta aprendo i suoi bellissimi occhi e mi sta fissando.
La stringo a me.
<<Mi dispiace, perdonami. Entschuldigung, verzeih mir. Lo siento, perdóname. I'm sorry, forgive me.
Je suis désolé, pardonne moi.Me desculpe, me perdoe. Üzgünüm, beni affet.Συγγνώμη, συγχωρέστε με.Мне жаль, прости меня.
对不起,请原谅我。>>
Sto cercando di scusarmi in tutte le lingue possibili.
<<Damon, devi uscire dalla stanza!
Ora!>> mi urla, Rose.
Non voglio innervosire nessuno, così mi alzo.
Ma quando sto per andarmene, una mano mi prende il polso.
Mi volto e vedo Hope guardarmi con i suoi stupendi occhioni.
<<Resta, ti prego.>> mormora, a fatica.
<<Hope, tesoro. Hai per caso dimenticato quello che è accaduto prima dell'incidente?>> le chiede la madre.
<<No, ricordo che mi ha detto che il mondo non girà intorno a me, che c'è chi ha più problemi più gravi e il fatto che mio padre non mi ha voluto non è un problema. Ricordo tutto ma non voglio che se ne vada. Anzi, vorrei che rimanesse solo lui nella stanza, perfavore.>> le dice lei e la guardo con stupore, in realtà è quello che fanno tutti.
Perchè non è arrabbiata con me?
<<Ne sei sicura, tesoro?>> le chiede nuovamente la madre.
Vi giuro, non la sopporto più a questa.
Hope le fa cenno di sì e tutti escono dalla stanza, lasciandoci soli.
Le sorrido.
<<Mi dispiace, davvero!>> le dico.
Lei mi indica il letto e mi fa cenno di sedermi.
Ora mi dirà di sparire dalla sua vita.
<<Lo so.>>
<<Se adesso non vuoi che io sia più il tuo demone custode lo capirei.>> le dico, senza guardarla in faccio.
Farlo farebbe troppo male.
<<Tu non vuoi più esserlo?>> mi chiede.
Alzo lo sguardo e vedo che si sta per mettere a piangere.
Pensa davvero che io non voglia essere più il suo demone?
<<Voglio esserlo con ogni parte di me.>>
Le stringo la mano e continuo.
<<Avevo così paura di averti perso per davvero, penso di non aver mai avuto così tanto paura. Come non avevo più pianto dal giorno in cui ero morto ma l'ho rifatto nuovamente oggi. Ero disposto a sacrificarmi per te ma tuo padre me l'ha impedito.>>
<<Mio padre?>> mi chiede.
<<Ah, giusto! Mentre eri in coma, si sono scoperte alcune novità. Tua madre da ragazzina ha avuto una relazione con Lucifer ed è rimasta incinta di te ma a lui non gle l'ha mai detto. Ha trovato una scusa per cacciarlo via. Lui non sapeva di avere una figlia, gli hanno impedito di saperlo. Quindi non era vero che tuo padre non ti voleva.>> le dico e vedo che è letteramente scioccata. Questa notizia doveva dirgliela sua madre, lo so, ma di come si era comportata oggi non se lo meritava.
<<Cosa?>>
<<È la verita! Sei figlia di Lucifer. Ora si capisce, anche perchè sei per metà angelo e per metà demone. E anche perchè sarai la principessa sia dell'inferno, che del paradiso.>>
Mi lascio sfuggire, sto dicendo troppo. Qualcuno mi fermi.
<<Io sono cosa? E sarò cosa?>> mi urla.
<<Mi dispiace, non avrei dovuto dirtelo così e che sono nervoso e sto iniziando a farneticare. Ti giuro, oggi mi sento completamente strano. Questa mattina ho chiamato Lucifer papà, ma a differenza tua con me è in senso metaforico.>>
<<Nervoso, tu?>>
Le faccio cenno di si e lei mi si avvicina di più.
Mi mette una mano sulla fronte.
<<Non hai la febbre.>>
<<Non posso averla.>> le sussurro e devo trattenermi da non baciarla.
<<Quella nervosa dovrei essere io! Mi sta cadendo il mondo sulla testa! Lucifer è mio padre, sono per metà angelo e metà demone e, infine, sarò una futura principessa!>>
Questa gle la concedo.
<<Lucifer non è male come persona.>>
<<Almeno questo.>> mi dice, abbracciandomi.
Rimango sorpreso ma alla fine ricambio.
<<Come mai non sei arrabbiata con me?>>
<<Perchè anche se volessi, e ti giuro che in questo momento lo voglio come ogni altra cosa al mondo, non riesco mai ad essere arrabbiata con te.>> mi dice, sciogliendosi dall'abbraccio.
<<Questo significa che ogni cosa che ti farei, tu mi perdoneresti?>>
<<Significa che non ti devi azzardare a supere il limite.>>
Non lo farò, promesso.
<<Perchè hai voluto me qui e non Gabriel?>>
A questa domanda lei abbassa gli occhi e si mette a giocare con le dita.
<<Non lo so, penso di non esserne innamorata. Ti giuro, negli ultimi giorni non ho fatto altro che provarci! Di innamorarmi anche io di lui, perchè lui è quello giusto. Quello che ogni ragazza vorrebbe ma non ci riesco. E lo so mi sto comportando da immatura ma lo giuro non voglio far soffrire nessuno.
Quando tu hai provato a baciarmi, volevo tanto farlo ma avevo anche così tanta paura. Ammettere di essere innamorata di te fa paura, tanta paura ma penso di esserlo. Anche se tu non sei perfetto.>>
Sto per risponderle ma lei mi blocca.
<<Quando mi avevi detto ciò non ci sono rimasta male per ciò che dicevi ma perchè eri tu a dirlo. Tu riesci a scombusolarmi, completamente. Riesci a mettermi di cattivo umore oppure a mettermi di buon umore. Lo so, non è normale. Ma ormai, penso che nulla lo sia. E anche se io non volevo ammetterlo, penso di essere completamente innamorata di te, Damon.>>
Mi avvicino per baciarla ma lei si allontana.
Non aveva detto di essere innamorata di me? Perchè ora indietreggia?
<<Non voglio essere la pedina per cui tu ti vendichi di Gabriel.>>
Lo pensava davvero?
Aveva creduto davvero a ciò che le avevo detto?
Mi metto a ridere e lei mi guarda con un sopraciglio alzato.
<<Perchè ridi?>>
<<Perchè sei proprio una credulona! Ho provato a baciarti, perchè sono follemente innamorato di te. My princess.>>
Mi avvicino per baciarla, quando la porta della stanza si apra.
Ma oggi vi è qualcuno che mi vuole male?
<<Disturbo?>>
Mi giro e vedo Gabriel, perfetto!
<<Tua madre mi ha detto di venire a controllare come stessi.>> le dice lui avvicinandole e accarezzandole i capelli.
<<Chissà l'avessi abusata!>> dico, guardandolo in tralice.
<<Non prenderla sul personale.>>
Come no, lui è il preferito.
Lo è sempre stato.
<<Come stai, tesoro?>>
Giro gli occhi.
Per quanto tempo dovrò sopportali?
Spero che Hope prenda una decisione e che per la prima volta nella mia vita possa essere io la persona scelta.
<<Bene, grazie.>> gli risponde Hope.
Sento il suo sguardo su di me ma io cerco di evitarlo e non perchè sono stronzo ma perchè non voglio vedere la sua espressione che mi dice che ha scelto nuavamente lui.
<<Gabriel dobbiamo parlare.>>
Alzo lo sguardo e vedo che mi sorride.
Forse vuole lasciarlo, forse per la prima volta sono la scelta di qualcuno.
Bentornati!
Scusatemi del ritardo, avrei dovuto finirlo prima ma non ci sono riuscita.
Cosa ne pensate?
Lucifer è il padre di Hope.
Lei è per metà angelo e metà demone, in più diventerà principessa degli inferi e del paradiso.
Direi che per oggi possiamo dire basta alle sorprese, non trovate?
Ora siamo arrivati definitivamente allo sviluppo della storia e da ora in poi iniziano i giochi.
Al prossimo capitolo!
Kiss, kiss!💋💋
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