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Capitolo 9

"Pronta sorellina?" chiese Nico con un sorriso di scherno.

"Prontissima" rispose Hazel sicura, sfoderando la spada.

"Bene, vediamo se sei migliorata nel combattimento" disse Nico, sfoderando a sua volta la spada e spiegando le sue immense ali nere e bianche. Hazel spiegò a sua volta le sue ali: di un bianco perla con le punte di un caldo color bronzo. L'arcangelo batté forte le ali, staccandosi dalla nuvola e librandosi in aria, seguito poco dopo dalla sorella.

"Che vinca il migliore" esordì Nico mettendosi di fronte a Hazel. I due angeli si inchinarono l'un l'altro e si misero in posizione di combattimento. Nico e Hazel ridussero i battiti delle ali, girando in cerchio come due lupi che studiano l'avversario prima di attaccare.

Nico aveva decisamente più esperienza di Hazel nel combattimento, riconosceva velocemente i punti deboli dell'avversario, mettendo a punto velocemente una strategia. Hazel, d'altro canto, giocava molto sulla velocità ed era decisamente più impulsiva del fratello, commettendo l'errore di non osservare bene le mosse dell'avversario e usare le sue debolezze a suo favore. Come Nico aveva previsto Hazel attaccò per prima. L'arcangelo non si scompose e non si prese la briga di parare l'affondo al suo petto, semplicemente si spostò di lato, evitando facilmente il colpo.

"Sei sempre stata troppo impulsiva Hazel. Eppure te lo avevo ripetuto un migliaio di volte anche durante i nostri allenamenti" sospirò Nico, scuotendo la testa. Hazel non si scompose e riattaccò il fratello più e più volte, venendo puntualmente fermata dalla spada di Nico. L'arcangelo rispose all'attacco puntando al fianco sinistro della sorella, quello scoperto, con una veloce stoccata dalla spalla. Hazel portò le ali di fronte a sé, così facendo la spada del fratello cozzò violente mente contro l'ala sinistra, senza procurargli il minimo graffio. Nico colpì nuovamente, molto più forte di prima, e Hazel parò il colpo all'ultimo: le lame delle loro spade erano incrociate, le else cozzavano violentemente tra loro mentre i due guerrieri cercavano di indebolire l'avversario.

"Stai perdendo colpi, Nico?" lo schernì Hazel, rafforzando la presa sulla sua spada. Nico le sorrise beffardo e all'improvviso la sua spada venne avvolta da una vampata di fuoco dorato. Hazel, presa alla sprovvista, indebolì la sua resistenza. Nico ne approfittò e, con un rapido movimento del polso, fece perdere la presa della sorella sulla propria arma. L'arcangelo prese la spada e gliela portò dietro il collo mentre con la sua la teneva sotto tiro. Hazel trattenne il respiro e osservò le spada fiammante del fratello puntata all'altezza del cuore.

"Mai sottovalutare l'avversario" le disse Nico restituendole la sua spada e facendo ritornare la sua un ciondolo.

"Me lo ricorderò. E io che pensavo di poterti battere, questa volta" borbottò Hazel, amareggiata, mentre atterrava su una grande e soffice nuvola bianca.

"Sai bene che nessuno riesce a battermi con la spada" le ricordò il fratello, atterrando a sua volta sulla nuvola e piegando le sue grandi ali bicolore dietro la schiena.

"Lo so, ma pensavo che questa volta sarebbe stato diverso" disse la ragazza, incrociando le braccia. Nico sorrise e scosse la testa, sdraiandosi sulla nuvola, le braccia dietro la testa "Cos'hai intenzione di fare domani?"

"Che intendi?" chiese Nico, osservando la sorella stranito.

"Beh, è il tuo compleanno. Non dirmi che te ne sei dimenticato" lo rimproverò lei, sedendosi a gambe incrociate sulla nuvola.

"Sinceramente ho troppe cose per la testa per ricordarmi del mio compleanno. Non voglio niente di speciale per domani, infondo è un giorno come altri" disse l'arcangelo, indifferente.

"Sei incorreggibile! E comunque è un giorno importante, bisogna festeggiare"

"No, Hazel non voglio ricordare quanti secoli mi porto sulle spalle. Non voglio niente per domani. Intesi?" rispose Nico, occhieggiando la sorella.

"Va bene, come vuoi" sbuffò lei, alzando gli occhi al cielo "E per il resto cosa vuoi fare? Il tempo a tua disposizione prima della guerra è sempre meno"

"Non lo so" rispose duro l'arcangelo.

"Perché non vuoi ammettere a te stesso che ti piace Will?" sbottò Hazel, arrabbiata col fratello per la sua testardaggine.

"Perché non è così"

"Non è vero e lo sappiamo entrambi. Perché non lo ammetti? Non ti piacerebbe poter tornare in Paradiso?" domandò la sorella.

"Certo che mi piacerebbe ritornare in Paradiso" rispose freddo l'arcangelo, fulminandola con lo sguardo.

"E allora cosa ti trattiene?"

"Will. Will mi trattiene" ringhiò Nico, alzandosi a sedere di scatto "Ascolta, è vero c'è qualcosa di più dell'amicizia che lega me e lui, ma devo tenere conto anche dei rischi"

"I rischi?"

"Anche se mi innamorassi di lui e ritornassi in Paradiso dovrei abbandonarlo. Non me la sento di vivere per il resto della mia eterna vita con il rimorso e i sensi di colpa per aver ferito i suoi sentimenti. Sarebbe troppo difficile" spiegò Nico, più calmo rispetto a prima.

"Quindi preferiresti unirti alle schiere di Lucifero"

"Non ho detto ciò. Nessuna delle due opzioni mi piace e so che farò soffrire qualcuno qualsiasi cosa faccia" sospirò Nico, prendendosi la testa tra le mani.

"Sai vero che se diventerai un demone di Lucifero saremo costretti a ucciderti, in guerra?" bisbigliò Hazel, tremando al solo pensiero.

"Lo so, ma forse sarebbe una liberazione" rispose Nico, alzando la testa e guardandola a lungo.

"Cosa?!"

"Sarebbe una liberazione, la morte. Ho vissuto una vita lunga e difficile, ho visto migliaia di persone nascere, crescere, innamorarsi e morire, accogliendo la morte come una vecchia amica. Io non ce la faccio più a vivere una vita come la mia, perennemente straziato da orribili ricordi impressi a fuoco nella mia mente, la responsabilità di essere l'angelo che deciderà il futuro del Paradiso e dell'Inferno... è semplicemente troppo per una sola persona" mormorò Nico, poggiando le braccia sulle gambe raccolte al petto.

"Scappare non è mai una soluzione" ribatté Hazel, severa.

"Lo so bene, ma è l'unica cosa che mi rimane"

"Non è vero" disse Hazel, prendendo il volto del fratello e voltandolo nella sua direzione "Non è vero, Nico. Possiamo trovare una soluzione. Per ogni problema esiste sempre una soluzione, ricordi? Me lo ripetevi sempre quando ero piccola"

"Lo ricordo, ma in questo momento non vedo soluzioni per il mio problema" sbottò Nico, voltando la testa di lato.

"Allora ne troverò una. Fosse l'ultima cosa che faccio" decretò Hazel, sicura. Nico sospirò e si alzò in piedi, spiegando le possenti ali.

"Bene. Promettimi una cosa, prima"

"Qualsiasi cosa"

"Se dovessi entrare a far parte delle schiere infernali, e mi fossi innamorato di Will, promettimi che ti prenderai cura di lui qualunque cosa mi succeda" disse Nico, osservando la sorella da sopra la sua spalla con uno sguardo deciso e malinconico.

"Lo prometto. Non gli accadrà nulla" promise Hazel, guardando il fratello negli occhi. L'arcangelo annuì bruscamente, dopodiché si voltò e spiccò il volo.


"Hazel, Bianca si può sapere dove mi state portando?!" urlò Nico, trascinato dalle sorelle per le affollate vie di New York.

"Lo vedrai" rispose enigmatica Bianca, strattonandogli il braccio destro mentre Hazel faceva lo stesso col sinistro. Era la stessa risposta che gli aveva dato per tutto il giorno, non facendo altro che aumentare la curiosità e la frustrazione dell'arcangelo. Era il giorno del compleanno di Nico e le sue sorelle lo avevano trascinato in giro per tutta la città per tutto il giorno, facendo acquisti. Si era ormai fatta sera e Nico sperava di poter finalmente ritornare a casa, magari stendendosi sul divano e rilassandosi con un buon libro. Purtroppo non aveva tenuto conto delle sue sorelle, che avevano dei piani decisamente diversi dai suoi per la serata.

"Bianca finiscila. È tutto il giorno che mi ripeti la stessa cosa" sbottò infastidito Nico, puntando i piedi e facendo fermare bruscamente le sorelle "Mi spiegate dove mi state portando?"

"Seguici e lo saprai. Muoviti, siamo in ritardo" lo spronò Hazel, strattonandogli il braccio e ricominciando a camminare. Nico sospirò sconfitto e decise di assecondare quelle pazze delle sue sorelle.

"Eccoci arrivati" disse Bianca felice, fermandosi.

"Mi prendete in giro, vero? È uno scherzo" disse Nico, occhieggiando incredulo le sorelle. Lo avevano trascinato per venti minuti fino al ristorante 'Il Sole e la Luna'?

"Non è uno scherzo. Dai, vieni" rispose Hazel avvicinandosi alla porta. Nico stava per fermarla, avvertendola che così facendo avrebbe fatto scattare l'antifurto, ma non accadde nulla quando aprì la porta.

"Perché la porta è aperta? La chiudono sempre" chiese Nico, sospettoso, seguendo la sorella all'interno del locale. Il ristorante era immerso nel buio e l'arcangelo non riusciva a vedere a un palmo del suo naso. Perché si era fatto trascinare lì da Bianca e Hazel?

"Sorpresa!" urlarono all'improvviso e le luci del locale si accesero all'istante.

"Ma cosa...?" balbettò Nico osservando la sala del locale completamente addobbata con dei festoni.

"Buon compleanno Nico!" esclamò Will, avvicinandosi all'arcangelo con un sorriso sulle labbra. Quello fece riprendere Nico, il quale spostò lo sguardo per tutto il locale notando che c'erano anche Calipso, Leo, Frank e Reyna.

"Voi avete fatto tutto questo?" chiese Nico indicando i festoni e i regali impilati su un tavolo.

"Sì, le tue sorelle mi avevano detto che oggi era il tuo compleanno e così ho deciso di organizzare questa piccola festa. Loro mi hanno aiutato tenendoti occupato tutto il pomeriggio" spiegò Will ampliando il suo sorriso.

"E così eravate tutti complici, eh?"

"Beh, tu mi avevi detto che non avrei dovuto organizzare nulla per il tuo compleanno, ma non hai mai detto che Will non potesse farlo" rispose Hazel innocentemente, sorridendo al fratello.

"Tu piccola serpe" sibilò Nico fulminando le sorelle e Will per quella festa a sorpresa.

"Dai vieni, è ora di festeggiare" propose Will, prendendo Nico a braccetto, andando verso gli altri.

Contro tutti i suoi pronostici Nico si divertì molto quella sera: rise e scherzò con gli altri, ballò con le sue sorelle e i suoi amici, ma soprattutto ballò molto con Will. Ci fu però un momento che tutti adorarono, ovvero l'arrivo della torta: Will aveva appositamente preparato una Saint Honoré per Nico, il quale non appena la vide abbracciò Will, suscitando i fischi e le risate dei loro amici.

"Grazie per tutto Will" disse Nico mentre aiutava il ragazzo a dare una risistemata alla sala del ristorante. Era ormai mezzanotte passata e tutti erano ritornati a casa, c'erano solo loro nel locale.

"Non mi devi ringraziare. Non ho fatto granché, l'idea è stata di Hazel e Bianca" si sminuì Will, buttando gli ultimi piattini di plastica nel cestino.

"Certe volte mi sembra di parlare con il muro quando parlo con le mie sorelle" sospirò Nico, rimettendo a posto un tavolo.

"Perché? In fondo non si compiono tutti i giorni venticinque anni" rispose Will stranito, ritornando in sala.

"Già, venticinque anni..." mormorò Nico, pianissimo, appoggiandosi al tavolo e incrociando le braccia al petto.

"Comunque, questo è per te" disse Will porgendogli un pacchetto regalo "Buon Compleanno"

"Grazie" rispose l'angelo, scartando il regalo. Al suo interno c'era una boccetta di profumo che Nico aveva visto alcune settimane prima in un negozio insieme a Will "Ti sarà costata un occhio della testa. Non dovevi!"

"Sciocchezze! È il mio regalo di compleanno per te" rispose Will scrollando le spalle, imbarazzato.

"Grazie. Ascolta, visto che qui abbiamo finito, vuoi che ti riaccompagno a casa?" propose Nico, rimettendo il profumo nel pacchetto.

"No, grazie. Tu va pure, io devo finire una crema per domani mattina. È abbastanza veloce e non ci metterò molto, ma tu va pure. Qui ci penso io"

"Sei sicuro? Se vuoi ti aspetto" insistette Nico ma Will scosse la testa e gli disse di tornare pure a casa. I due ragazzi si salutarono un'ultima volta e Nico si incamminò verso casa, la mente in subbuglio. I ricordi del giorno precedente e quelli di quel giorno si fusero insieme creando un grande caos nella mente dell'angelo. All'improvviso una morsa gelida gli chiuse lo stomaco, aveva un brutto presentimento. Non sapeva esattamente di cosa si trattasse, ma aveva la spiacevole sensazione che sarebbe successo qualcosa a Will. Qualcosa di brutto. Nico imboccò velocemente un vicolo e spiegò le ali, volando a ritroso verso il ristorante, sperando che il suo istinto si sbagliasse.


Will aveva appena chiuso la porta del ristorante e si stava avviando verso la sua macchina, parcheggiata nel retro del locale. Era molto tardi e non c'era nessuno per strada, la fioca luce dei lampioni illuminava piccoli tratti del marciapiede. Will arrivò alla sua auto ed estrasse le chiavi dalla tasca del cappotto, aprendo la portiera.

"Ciao William" esordì una voce alle spalle del ragazzo. Will alzò di scatto la testa, raggelando sul posto. Conosceva benissimo quella voce, aveva popolato i suoi incubi per mesi.

"Tayler" disse Will con voce strozzata, voltandosi di scatto in direzione della voce. Dall'angolo buio dell'incrocio si mosse una figura e, quando arrivò sotto la luce del lampione, il cuore di Will perse alcuni battiti. Tayler si fermò sotto la luce artificiale del lampione: i ricci capelli castani incorniciavano il volto abbronzato del ragazzo sul quale spiccavano due penetranti occhi castani illuminati da una luce folle, un ghigno a deformagli le labbra.

"Allora ti ricordi ancora di me. Pensavo mi avessi dimenticato" rispose il ragazzo avvicinandosi a Will, chinando il capo per baciarlo, ma Will voltò la testa di lato.

"Che cosa vuoi?" chiese Will con voce tremante. Come aveva fatto Tayler a trovarlo?

"E me lo chiedi anche? Per ritornare insieme a te, che domande" sussurrò il ragazzo, posando una mano sulla guancia del biondino, il quale fremette al tocco. Tayler se ne accorse e la carezza si tramutò in uno schiaffo, talmente forte che il labbo di Will si spaccò.

"Vattene Tayler. Io non voglio ritornare con te" disse Will, portandosi una mano alla guancia, il sapore del sangue in bocca.

"Oh, tu non vuoi tornare con me?" lo scimmiottò il castano, avvicinandosi ulteriormente a Will, il quale indietreggiò fino a quando la sua schiena non toccò il cofano della macchina.

"No, non voglio. Vattene"

"Non penserai sul serio che lo faccia, eh? Ci ho messo un anno a trovarti e ora non ti lascerò andare tanto facilmente. Io ti amo!" urlò Tayler, afferrando Will per il bavero del suo cappotto.

"Io non ti amo più! Finiscila di perseguitarmi!" ringhiò Will a sua volta, finendo a terra a causa di un pugno sul suo viso.

"E perché? Perché ti piace quel ragazzo coi capelli neri che era insieme a te prima?" sbraitò Tayler, tirando un calcio alle costole del biondino, facendolo raggomitolare su sé stesso "Sì, vi ho visto mentre vi abbracciavate. Passa a malapena un anno e tu mi rimpiazzi con il primo che capita?"

Will non rispose, gemendo di dolore ogni volta che Tayler lo colpiva. Will si raggomitolò di più su sé stesso, cercando di proteggersi dai colpi più violenti, invano. Sentiva dolore dappertutto e sapeva che non avrebbe resistito a lungo, il dolore era troppo intenso. Chiuse gli occhi, pregando che qualcuno venisse in suo aiuto.

Improvvisamente i colpi cessarono e Will sentì i colpi di una lotta: due ragazzi che stavano combattendo. Il biondino aprì faticosamente gli occhi, la vista sfocata, riuscendo a vedere solo una forte e intensa luce bianca. I colpi cessarono di colpo e Will vide la luce bianca avvicinarsi sempre di più a lui, accecandolo. Chiuse gli occhi, ma una mano gentile posata sulla sua spalla lo costrinse a riaprirli. Questa volta Will riuscì a mettere a fuoco la figura sfocata di un ragazzo, il suo salvatore. Il ragazzo che lo aveva salvato lo prese delicatamente in braccio e l'ultima cosa che Will ricordò di aver visto, prima di svenire, furono due stupefacenti occhi d'argento. Poi il buio.

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