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Capitolo 15

Nico si alzò faticosamente e girò le spalle all'altare. Gli altri angeli lo fecero passare, osservandolo timorosi. Nico non si curò di loro, era pronto, pronto a cominciare quella nuova vita. Avrebbe chiuso il suo cuore a chiunque, non si sarebbe più permesso di cedere nuovamente all'amore.

I contorni del ricordo sfumarono lentamente, lasciando a Will l'ultima immagine di Nico prima che lasciasse definitivamente il Paradiso. Il ricordo si rimpicciolì e ritornò a sua volta una sfera grigia, lasciando Will ancora più stordito.

"Chiudi gli occhi" gli ordinò Nico, la voce leggermente incrinata, la sua mano ancora stretta attorno a quella di Will. Il ragazzo ubbidì senza esitazioni e, poco dopo, si ritrovarono nuovamente sulla spiaggia di Long Island, ritornando due entità separate. Will si guardò attorno, ma sembrava che niente fosse cambiato, come se avesse passato solo pochi secondi nella mente dell'arcangelo quando invece gli sembrava di avervi passato delle ore. Will si voltò verso l'arcangelo, seduto a pochi centimetri di distanza, la testa china e le mani strette in grembo.

"Nico?" lo chiamò piano, la sua voce era poco più di un sussurro, ma l'angelo sembrò non averlo sentito "Nico, guardami"

L'angelo lo ignorò nuovamente, voltando la testa dall'altra parte, le mani stringevano convulsamente la stoffa del cappotto. Will gli posò delicatamente una mano sulla spalla, sentendo il corpo di Nico fremere sotto il suo tocco. Stava piangendo.

"Nico" mormorò Will, posando l'altra mano sulla guancia dell'angelo, facendolo voltare verso di lui. Gli occhi di Nico erano lucidi, piccole lacrime solcavano le sue guance diafane. Will cercò di incontrare lo sguardo dell'angelo, ma l'altro lo evitava continuando a guardare le sue mani strette in grembo. Will, senza dire una parola, lo abbracciò dolcemente. Nico si irrigidì all'inizio ma, quando la stretta del ragazzo si fece più marcata, si rilassò sotto il suo tocco, posando il viso nell'incavo tra la spalla e il collo, dando sfogo al suo dolore, aggrappandosi forte a Will.

Nico, essendo un guerriero e abituato a comandare altri soldati, raramente permetteva alle emozioni di sopraffarlo, doveva essere forte e impassibile per comandare e addestrare dei guerrieri. Will lo capì, capì che l'arcangelo aveva bisogno di sfogarsi, di liberarsi da quel dolore profondo e acuto che gli attanagliava il cuore da secoli. Aveva bisogno di concedersi quell'istante di debolezza, di vulnerabilità, sapendo che Will non lo avrebbe giudicato. Si portava dentro quel segreto da molto tempo, ormai, e Will si domandò se si fosse confidato con qualcuno, se avesse mai raccontato quella storia a qualcuno. Nico pianse silenziosamente sulla spalla di Will, mentre quest'ultimo gli accarezzava dolcemente i capelli, tranquillizzandolo.

"Va meglio?" chiese Will, quando Nico sciolse l'abbraccio, asciugandosi le ultime lacrime dalle guance.

"Sì, va meglio" rispose l'angelo con voce roca a causa delle lacrime "Scusami"

"Scusarti per cosa?" chiese Will, confuso, posandogli una mano sul braccio.

"Non volevo che tu mi vedessi così, io..." cominciò l'arcangelo, ma Will lo fermò posandogli un dito sulle labbra, sorridendo dolcemente.

"Non preoccuparti, è normale. Questo non ti sminuirà ai miei occhi, anzi mi sarei stupito del contrario" rispose, accarezzando la curva del labbro inferiore per poi spostarsi sulla guancia.

"Che vuoi dire?" domandò Nico, posando la sua mano su quella di Will sul suo viso.

"Voglio dire che è normale concedersi un momento di debolezza una volta ogni tanto. Non sei fatto di pietra, e non è necessario che cerchi sempre di mostrarti forte per proteggere gli altri. Sei un guerriero, lo so bene, ma ogni tanto devi concederti un momento di debolezza, far in modo che siano le persone a te care che ti proteggano" rispose Will dolcemente. Nico annuì piano, stringendo la mano del ragazzo tra le sue.

"Grazie" rispose riconoscente, concedendogli un piccolo sorriso. Nico si chinò e posò le sue labbra su quelle di Will, baciandolo dolcemente, infondendo in quel bacio tutto l'amore che provava per il ragazzo. Nico baciò Will lentamente, senza correre o rendere più passionale il bacio, sollevato di avergli confidato quel segreto e grato che non lo avesse giudicato per quel momento di debolezza.

"Ti va di continuare la nostra passeggiata?" chiese Will dopo alcuni minuti. Nico annuì e tese la mano al ragazzo, il quale la prese senza esitazioni, e cominciarono a camminare sul bagnasciuga "L'hai amata molto, vero?"

"Sì, con tutto il mio cuore. Lei era speciale, era dotata di una dolcezza unica, sapeva vedere la bellezza negli altri anche quando non riuscivano a vederla in loro stessi" disse l'angelo, stringendo la mano di Will "Ma ormai il passato è passato, non posso cambiare il corso degli eventi"

"Nico, Elisabeth sarà sempre una parte fondamentale del tuo passato, non devi dimenticarla per forza"

"Lo so, ma il suo ricordo è ancora una ferita fresca, anche se sono passati secoli"

"L'hai più rivista? In Paradiso, intendo" domandò Will, osservando le onde incresparsi sul bagnasciuga.

"No, non l'ho mai più rivista. Agli angeli non è permesso stare insieme alle anime dei mortali, salvo alcuni angeli che hanno il compito di portare le anime in cielo" spiegò l'arcangelo, sospirando.

"Sono sicuro che ti ha perdonato" rispose Will, stringendogli forte la mano.

"Lo credi davvero?" domandò l'angelo, guardandolo negli occhi.

"Ne sono più che certo" lo rassicurò Will, passandogli le braccia attorno alla vita, abbracciandolo. Nico gli passò le mani attorno al collo, abbracciandolo a sua volta, sentendosi fortunato ad essersi innamorato di un ragazzo come Will.


Una settimana dopo Nico ricevette una visita inaspettata. Bianca ed Hazel stavano preparando la colazione in cucina, mentre il fratello finiva di vestirsi. All'improvviso suonò il campanello.

"Vado io" rispose Bianca, avviandosi verso la porta.

"Aspettiamo visite?" chiese Nico a Hazel, infilando una felpa nera.

"Vedrai. Vieni" rispose enigmatica la sorella, facendo segno all'angelo di seguirla in salotto. Quando Nico entrò in salotto la prima cosa che vide fu sua sorella Bianca abbracciata ad un ragazzo che dava le spalle all'arcangelo.

"Scusate" disse Nico con un piccolo colpo di tosse, facendo staccare i due, entrambi rossi di imbarazzo. Ora che si era girato Nico riconosceva il ragazzo: era Victor, l'angelo della Bilancia, uno degli angeli dello Zodiaco.

"Ehm, Nico credo che tu conosca Victor. Victor, ti presento mia sorella Hazel e mio fratello Nicola" presentò Bianca, imbarazzata.

"È un piacere conoscervi Arcangelo Nicola" rispose Victor, chinando il capo in sua presenza. Nico non conosceva personalmente l'angelo della Bilancia, ne aveva sentito parlare dai suoi guerrieri e da sua sorella. Victor era il capo degli angeli dello Zodiaco, gli unici angeli in grado di produrre il Siero della Vita. Gli angeli dello Zodiaco erano angeli particolari, abbastanza isolati dagli altri angeli dei Cieli, dediti alla preparazione del Siero e al movimento delle varie costellazioni. Si diceva che erano bravi nel combattimento, ma scendevano in battaglia raramente, anche se durante l'imminente guerra avrebbero combattuto per il Paradiso.

"Il piacere è tutto mio ma, ti prego, chiamami Nico. Il titolo di arcangelo oramai non mi appartiene quasi più" rispose Nico, cortese, facendo accomodare Victor sul divano.

"Non sono d'accordo. Molti in Paradiso ti considerano ancora tale, il primo arcangelo del Signore" smentì l'angelo dello Zodiaco con un sorriso.

"Quei tempi appartengono ad un lontano passato, ora sono solo un angelo Neutrale" rispose Nico, con un tono che non ammetteva repliche.

"A cosa dobbiamo la tua visita Victor? Che notizie porti?" chiese Hazel, sedendosi insieme alla sorella sul divano, mentre Nico rimaneva in piedi di fronte a loro.

"Lucifero si fa sempre più impaziente, vuole scendere subito in battaglia. I nostri migliori guerrieri stanno tenendo a bada la maggior parte dei demoni, ma non possono andare avanti all'infinito. Lui cerca di temporeggiare, ma il tempo è sempre più agli sgoccioli" spiegò Victor, abbassando lo sguardo.

"Cosa mi sai dire a proposito della freccia?" chiese Bianca.

"La freccia, come pensavate, è di Azazel. Quella sera un manipolo di demoni ha messo fuori combattimento delle nostre truppe e sono fuggiti. Li hanno seguiti fino alla spiaggia, da quanto ho capito il loro obiettivo era colpire il ragazzo che era con te. Hanno scoperto che ti sei innamorato di un umano e, secondo loro, se lo avessero ucciso sarebbero riusciti a farti schierare con l'Inferno" spiegò Victor, mentre Nico stringeva i pugni dalla rabbia "Quando sono arrivati a poca distanza da voi non avevano molto tempo per scagliare il dardo, i nostri guerrieri li avevano quasi presi. Armair scagliò velocemente la freccia, sperando di colpire il ragazzo, ma invece ha colpito te. Quando sono arrivati hanno catturato i demoni, ma non avevano visto dove eravate atterrati"

"Armair ha scagliato la freccia? È strano che abbia sbagliato bersaglio, è un ottimo arciere" constatò Hazel, pensierosa.

"Forse ha sbagliato perché non aveva molto tempo per prendere la mira" ipotizzò Bianca, stringendosi nelle spalle.

"Questo non giustifica il loro gesto" sibilò Nico, irato "Che notizie porti su Lucifero?"

"Su di lui non sappiamo nulla, non sappiamo quale sia la sua prossima mossa" rispose l'angelo della Bilancia, scrollando il capo.

"Bene, se hai notizie di qualunque tipo riferiscimele immediatamente" disse Nico, massaggiandosi le tempie.

"Sarà fatto" rispose l'angelo, alzandosi in piedi "Perdonatemi, ma devo ritornare in Cielo"

"Victor, prima che tu te ne vada, possiamo scambiare due parole da soli?" chiese l'arcangelo, con un tono che non ammetteva discussioni.

"Certo" rispose Victor. Salutò Bianca ed Hazel e, insieme a Nico, uscirono.

"Camminiamo" disse Nico una volta in strada. Aveva notato gli occhi azzurri di Victor velarsi di preoccupazione "Ascolta, dì a due dei tuoi due angeli più fidati di proteggere, a distanza, William Solace. Che lo seguano senza farsi notare, che facciano in modo che non gli accada nulla. Capisci cosa intendo?"

"Sì, lo capisco"

"Will non dovrà mai venirlo a sapere. Mi sono spiegato?"

"Perfettamente, provvederò non appena tornerò in Paradiso" rispose Victor, annuendo.

"Ora dimmi, sinceramente, che cosa sai su Lucifero? Che piani ha?" chiese Nico a bruciapelo, non ammettendo scuse. Voleva la verità, questa volta.

"Da quanto so Lucifero vuole usare ogni modo possibile per costringerti a passare tra le tue schiere. Sa perfettamente che sei un abile guerriero e ha bisogno della tua forza e della tua esperienza in battaglia per vincere la guerra" spiegò Victor, evitando di incrociare lo sguardo dell'arcangelo, passandosi nervosamente una mano tra i capelli neri.

"C'è dell'altro, non è così?"

"Prima non volevo dirlo per non allarmare le tue sorelle ma Hazel aveva ragione. Armair è un ottimo arciere, non mancherebbe un bersaglio nemmeno con una spada alla gola. Il suo vero bersaglio eri tu. Lucifero aveva dato il preciso ordine ad Azazel di fabbricare quella freccia, più sottile e dalla punta seghettata, per colpire te"

"Perché Lucifero avrebbe voluto uccidermi se gli servo per la guerra?"

"Il suo piano prevedeva di colpirti molto vicino al tuo punto mortale per indebolirti. Una volta che tu fossi stato troppo debole per combattere, i demoni ti avrebbero portato al suo cospetto, costringendoti a passare dalla sua parte" disse Victor, osando alzare lo sguardo sul volto dell'arcangelo. Il volto di Nico era imperscrutabile, gli occhi freddi come diamanti con venature argentee, belli ma pericolosi.

"Così Lucifero non la smetterà fino a quando non entrerò a far parte del suo esercito, vero?" chiese l'arcangelo, con voce pericolosamente calma.

"Sì, è pronto a tutto pur di averti, non si fermerà davanti a niente"

"Di a Percy e Jason di raddoppiare gli allenamenti per tutti gli angeli, rafforza le linee difensive per bloccare i demoni. Voglio un rapporto ogni due settimane su qualunque cosa succeda, anche il più piccolo movimento lo voglio sapere" ordinò Nico, voltandosi verso Victor.

"Lo farò, mi occuperò personalmente dei rapporti e di coordinare tutto. Sarò i tuoi occhi in Paradiso" rispose l'angelo della Bilancia, risoluto.

"Bene, conto su di te. Il compito che ti ho affidato non comporta alcun genere di... distrazioni" disse Nico, occhieggiando Victor, il quale era arrossito.

"Non so di che parli"

"So benissimo che provi qualcosa per mia sorella" constatò Nico, fermandosi "E a tal proposito prova a ferirla, o a farla piangere, e ti posso assicurare che le pene infernali saranno niente in confronto a ciò che ti farò se le accadesse qualcosa. Sono stato sufficientemente chiaro?"

"Cristallino" rispose Victor, deglutendo.

"Mi fa piacere, era giusto per mettere le cose in chiaro" sorrise Nico, posando una mano sulla spalla dell'angelo.

"Ma certo, capisco benissimo" rispose Victor, sorridendo debolmente, impallidendo.

"Puoi andare. Mi raccomando, conto su di te" disse l'arcangelo, ritornando serio. L'angelo della Bilancia annuì e se ne andò, entrando in un piccolo vicolo per spiccare il volo, per poi sparire nel cielo. Nico seguì il volo dell'angelo, un piccolo e lucente puntino nel cielo azzurro, fino a quando non sparì.

L'arcangelo entrò nel vicolo e, pochi secondi dopo, sentì due folate di vento investirlo. Inginocchiati di fronte a lui, il capo chino in segno di rispetto, vi erano due angeli. Il primo, alla sua destra, era un ragazzo dai capelli castano chiaro e le ali bianche con venature azzurre verso la fine. Il secondo, una ragazza, aveva lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta, le ali bianche dalle venature rosse elegantemente ripiegate dietro la schiena. Entrambi gli angeli indossavano comodi pantaloni bianchi, una camicia bianca, un giubbotto di pelle nero e stivali anch'essi neri. In vita portavano una spessa cintura nera con attaccati una fila di letali pugnali per la ragazza e invece, per il ragazzo, vi era attaccato il lungo fodero di una spada.

"Alzatevi" ordinò Nico e i due angeli si alzarono in piedi, fronteggiandolo "Come vi chiamate"

"Io sono Ruben, angelo dello Scorpione" si presentò il ragazzo chinando leggermente il capo, gli occhi di un penetrante grigio ferro.

"Io sono Alexandra, angelo del Leone" si presentò la ragazza, chinando a sua volta il capo, gli occhi di una particolare tonalità ambrata come quelli di un lupo "Victor ci ha mandato da voi dicendoci che avete un compito da affidarci"

"Sì, voglio che sorvegliate e proteggiate William Solace, senza che lui lo venga a sapere. Proteggetelo da qualunque demone o pericolo, non voglio che Lucifero gli torca un solo capello. Attenetevi a questi ordini fino a nuovo avviso, se accadesse qualcosa di strano avvisate me o Victor"

"Sarà fatto, Arcangelo" rispose Ruben, la mano sinistra che stringeva l'elsa crociata della sua spada.

"Andate" disse Nico, risoluto. I due angeli annuirono e spiegarono le possenti ali, spiccando velocemente il volo. Nico rimase fermo dov'era, osservando ipnotizzato il punto in cui i Ruben e Alexandra erano volati via, sperando e pregando che la sua idea funzionasse. Lucifero voleva lui, lo sapeva che era la chiave di volta per quella guerra, ma non avrebbe sopportato l'idea che Will potesse essere ferito. Lui non ne aveva colpa e avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per proteggerlo, anche a costo della sua vita. Con un profondo respiro spiegò le sue possenti ali e si librò a sua volta in volo, cercando di liberare per qualche minuto la mente da quei foschi pensieri.


N.A.

Sono tornata!!

Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto due intense sttimane di verifiche e interrogazioni un giorno sì e l'altro pure quindi il tempo per scrivere si era ridotto a zero. Cercherò di aggiornare più velocemente per il prossimo capitolo.

Scusate se questo capitolo non è proprio il massimo, ma mi serviva per introdurre alcuni elementi e personaggi.

Beh, ci si vede al prossimo capitolo!

Poseidon1999

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