Capitolo 12
Will vide il volto di Nico avvicinarsi sempre di più al suo, ma lui teneva gli occhi fissi sulle labbra dell'arcangelo. Voleva baciare quelle labbra, sottili ma ben definite, e scoprire se erano morbide come se le era immaginate. Nico annullò la distanza tra di loro, posando delicatamente le sue labbra su quelle di Will, dando vita ad un bacio dolce e casto. Will chiuse automaticamente gli occhi, affondando di più la mano tra i morbidi capelli corvini dell'angelo, desideroso di approfondire il bacio. Nico lo accontentò, approfondendo il bacio, facendolo diventare più passionale.
Will si strinse di più a Nico pensando che, sì, le labbra di Nico erano morbide e calde come se le era immaginate. L'arcangelo rafforzò la presa sulla vita di Will con un braccio, mentre l'altro vagava sulla sua schiena, facendo rabbrividire di piacere Will. Si baciarono per interi minuti, cullati dal dolce fruscio delle ali di Nico che li tenevano sospesi in cielo. Alcuni minuti dopo si staccarono, rimanendo comunque vicini, per riprendere fiato.
"Era da tanto che aspettavo questo momento" sussurrò Will, riaprendo gli occhi, specchiandosi in quelli neri di Nico.
"Anche io" rispose Nico con un piccolo sorriso, accarezzandogli piano una guancia. Will sorrise a sua volta, posando la testa sul petto ampio di Nico, sentendosi protetto tra le sue braccia. Rimasero così per interi minuti, grati per la reciproca compagnia.
Improvvisamente un fruscio fendette velocemente l'aria. L'unica cosa che Will riuscì a vedere, quando alzò la testa per vedere cosa aveva provocato quel rumore, era un'indistinta saetta rosso sangue. Alcuni secondi dopo che udirono quel fruscio, Nico urlò di dolore, inarcando la schiena come se avesse appena ricevuto una pugnalata. Il dolore era talmente forte che gli fece perdere la presa sulla vita di Will, il quale cominciò a precipitare verso l'oceano. Nico riusciva a malapena a battere le ali, il dolore lancinante gli mozzava il fiato, ma doveva salvare Will.
L'arcangelo, nonostante il lancinante dolore, si lanciò in picchiata verso Will, facendo aderire le grandi ali ai fianchi. Nico strinse i denti dal dolore e batté una volta le ali, arrivando a pochi centimetri da Will. L'angelo allungò un braccio e afferrò la mano di Will, stringendosi poi al petto il ragazzo. Tenendo Will stretto tra le braccia, spalancò con un gesto secco le ali per planare. Nel fare quel gesto il dolore alla schiena di Nico esplose, come se lo stessero marchiando con un ferro bollente. Il dolore offuscò la vista dell'arcangelo, indebolendolo, e faceva sempre più fatica a tenere le ali aperte per planare. La spiaggia si avvicinava sempre più velocemente e, quando arrivarono ad una quindicina di metri da essa, Nico, non riuscendo più a tenere le ali spalancate, le chiuse davanti a loro per cercare di attutire il più possibile l'atterraggio. Atterrarono violentemente sulla spiaggia, venendo sbalzati di alcuni metri, le ali dell'angelo attutirono leggermente l'impatto, ma fu comunque un atterraggio violento. Nico ebbe solo la forza di aprire leggermente le ali, quel tanto che bastava a Will per uscire, prima di svenire dal dolore.
La prima cosa che sentì Nico al suo risveglio era un dolore lancinante tre le scapole. I ricordi della sera precedente gli ritornarono in mente, ricordando bene il dolore che aveva provato e che provava tutt'ora. Cercò di alzarsi, ma il dolore si fece più acuto e le braccia gli cedettero poco dopo, era troppo debole. Si ridistese nel letto, stringendo i denti dal dolore, gli occhi chiusi, i muscoli contratti.
"Nico!" esclamò Will, entrando nella stanza, vedendo l'angelo sofferente. Poco dopo Nico sentì Will sistemagli qualcosa di morbido, un cuscino forse, dietro la testa, così da rialzarla leggermente per non poggiare sulla zona ferita.
"Will" chiamò l'arcangelo, aprendo gli occhi, vedendo il ragazzo seduto sul bordo del letto, preoccupato.
"Eccomi. Sono qui" rispose il ragazzo, prendendo delicatamente una mano dell'angelo tra le sue "Come ti senti?"
"Posso dire di aver avuto momenti migliori" commentò amaramente Nico, trasalendo per l'ennesima fitta di dolore "Cosa mi ha colpito?"
"Questa freccia" rispose Will, prendendo una freccia dal comodino di fianco al letto e mostrandola all'angelo.
"Conosco questa freccia" sussurrò Nico, prendendo in mano il dardo. Era una freccia lunga una quarantina di centimetri e molto più stretta di qualunque altra freccia, la punta sottile e affilata come una spada. Aveva un sinistro color rosso sangue e il pennacchio sulla parte finale era composto da corte penne bianche, ma al centro ce n'era una viola e molto più lunga delle altre.
"La conosci?" chiese Will, osservando quella curiosa freccia vermiglia.
"Sì, è una delle frecce di Azazel" rispose l'arcangelo, sfiorando con le dita la piuma viola.
"Azazel?"
"Un angelo del Paradiso che al momento della Chiamata si schierò con Lucifero" spiegò Nico, alzando lo sguardo su Will "È considerato il braccio destro di Lucifero e per anni ha fabbricato armi per gli angeli. Le sue armi erano, e sono tutt'ora, le migliori mai esistite. Alcuni secoli dopo la chiamata, Lucifero trasferì Azazel in una fucina sperduta sui monti Pirenei insieme ad altri suoi demoni, così che continuasse a produrre armi per le schiere degli Inferi. Vedi questa piuma viola?" spiegò Nico, indicando la lunga piuma al centro del pennacchio.
"Sì"
"Questo è il suo segno distintivo. Tutte le armi da lui prodotte portano un piccolo particolare viola. Le frecce, oltre alle spade, erano le armi che più gli riuscivano bene" disse Nico, porgendo l'arma a Will così che la rimettesse sul comodino.
"Ma non riesco a capire perché ti abbiano colpito ieri sera. Che motivo avevano?" chiese Will, non riuscendo a capire il perché di quel gesto. L'arcangelo strinse le labbra in una sottile linea, come se volesse dire qualcosa, ma non poteva o non voleva dirla "Nico? Tu lo sai, vero?"
"Will, penso di sapere perché, ma non posso ancora dirtelo" rispose Nico, cauto, misurando le parole.
"Perché? Saresti potuto morire!" esclamò Will "Non ti fidi di me, per caso?"
"No, non è una questione di fiducia, te lo assicuro" rispose Nico, muovendo piano l'ala destra, quella che gli faceva meno male.
"Allora perché non me ne vuoi parlare?" insisté Will, testardo.
"Credimi, vorrei dirti tutto, ma ci sono cose che non posso ancora svelarti. Sono parti centrali e abbastanza delicate del mio passato e del mio essere, e posso assicurarti che non sono cose di cui parlo a cuor leggero. Dammi tempo, ti chiedo solo questo, dopodiché saprai tutto" sospirò l'angelo, prendendo una mano di Will tra le sue, accarezzandola piano.
"Promesso?"
"Te lo prometto" assicurò Nico con un piccolo sorriso "Ora, vorrei chiederti io qualcosa. Dove ci troviamo, di preciso?"
"Ricordi i bungalow sulla spiaggia? Ecco, uno di questi è di mio padre. Dopo la caduta, e l'atterraggio, ti ho portato qui e ti ho curato come potevo la ferita" spiegò Will, abbassando lo sguardo "ho temuto di perderti"
"Vieni qui" sussurrò Nico, tirando Will verso di lui, abbracciandolo. Will non se lo fece ripeter due volte, posando la testa sul petto dell'angelo, mentre Nico gli accarezzava lentamente i capelli "Non ti lascerò solo. Mai. Te lo prometto"
"Ti amo" sussurrò Will contro il petto dell'angelo.
"Anch'io ti amo, Will"
Quello stesso pomeriggio arrivò Bianca. Nico aveva chiesto a Will di avvertire la sorella, di raccontarle ciò che era successo e di portagli Siero della Vita, qualunque cosa fosse.
"Ciao Bianca" salutò Will, accogliendo l'angelo "Prego, entra"
"Ciao Will. Come stai?" chiese Bianca, abbracciandolo.
"Sto bene, grazie. Nico mi ha salvato" rispose il ragazzo, ricambiando l'abbraccio.
"Dov'è quel combina-guai di mio fratello?" sospirò Bianca, sciogliendo l'abbraccio con Will. Il ragazzo sorrise e le fece strada verso la camera da letto.
"Bianca è arrivata" annunciò Will, facendosi da parte per far passare Bianca "Vi lascio da soli"
"Ciao, sorellina" la salutò Nico con un sorriso scanzonato, mentre Will usciva dalla stanza "Come stai?"
"Come stai? Tu chiedi a me come sto? Hai visto in che condizioni sei? Avresti potuto morire!" lo aggredì Bianca, allargando le braccia, esasperata dal comportamento del fratello.
"Bianca, possiamo rimandare la ramanzina ad un altro momento?" chiese l'arcangelo, stringendo i denti dal dolore "Hai il Siero?"
"Sì, sono dovuta volare in Paradiso per procurarmene una boccetta!" esclamò la sorella, estraendo dalla borsa una fialetta contenente un liquido verde smeraldo.
"Beh, per fortuna che conosci bene gli Angeli dello Zodiaco. Anzi, che conosci bene l'angelo della Bilancia, dico bene?" chiese Nico, malizioso, mentre Bianca gli porgeva la boccetta.
"Fai poco lo spiritoso. Ritieniti fortunato che conosco Victor, altrimenti ti contorceresti dal dolore per le prossime due settimane. Sfortunatamente solo loro sanno preparare il Siero della Vita" lo ammonì la sorella storcendo le labbra, mentre l'arcangelo beveva in un sorso solo il Siero.
"Molto meglio" sospirò Nico, poggiandosi nuovamente contro i cuscini, non sentendo alcuna fitta di dolore questa volta.
"Bene. Si può sapere cos'è successo per ridurti in queste condizioni?" chiese Bianca, sedendosi sul bordo del letto. Nico fece forza sulla braccia e si mise seduto, le ali leggermente aperte sfioravano il pavimento, cominciando a raccontare ciò che era successo la scorsa sera.
"Solo i demoni possiedono queste frecce" constatò Bianca, assorta nei suoi pensieri, dopo che il fratello finì di raccontarle tutto "Ma la domanda è: come sapevano dove trovarvi?"
"Non lo so. Ci ho pensato molto anche io, ma la soluzione mi sfugge" ammise Nico, frustrato, giocherellando con i ciondoli delle sue collane.
"Dobbiamo arrivare a capo di questa faccenda. Hazel e io chiederemo a qualche altro angelo di aiutarci, dobbiamo fermarli"
"Va bene, ma siate prudenti" la ammonì Nico, serio "Non voglio che vi capiti qualcosa a causa mia. Non immischiatevi troppo in questa storia"
"Staremo attente, stai tranquillo. Posso vedere la ferita? Ormai il Siero avrà fatto effetto" chiese Bianca e Nico annuì. La ragazza, con attenzione, sciolse le bende che coprivano parte del petto e la schiena in mezzo alle ali, mettendo in mostra la ferita. La porzione di pelle in mezzo alle ali era arrossata, una corta ferita perlacea spiccava vicino all'ala sinistra, dove i muscoli della scapola e quelli delle ali si incontravano.
"Com'è?" chiese Nico, preoccupato dal lungo silenzio della sorella.
"Si è cicatrizzata. Ma hai rischiato moltissimo" rispose Bianca, facendo scorrere le dita sulla ferita, facendo capire al fratello quanto era stato vicino alla morte.
"Sono stato fortunato"
"La fortuna non ti salverà una seconda volta" lo ammonì la sorella e Nico annuì. Capiva bene le preoccupazioni di Bianca, pochi centimetri e la freccia avrebbe colpito il suo punto mortale, uccidendolo. In silenzio, Bianca mise una benda pulita sulla ferita, facendo sdraiare nuovamente il fratello sul letto, coprendolo col piumone.
"Grazie Bianca" disse Nico, riconoscente.
"Di niente. Ora riposa, ne hai bisogno. Un'ultima cosa: ha già detto a Will di te, di lei... hai capito" domandò Bianca, leggermente in imbarazzo.
"Non ancora, penso che domani lo farò. Ha diritto di sapere, dopodiché sarà una sua scelta stare o meno con me" rispose l'arcangelo, risoluto.
"Bene. Ora vado, ad Apollo dirò che vi siete fermati qui a dormire. Non dirò nulla dell'incidente" disse Bianca, dandogli un piccolo bacio sulla fronte "Ci vediamo, fratellone"
"Ciao Bianca. Fa attenzione" la salutò Nico, mentre lei usciva dalla stanza. Nico posò la testa sul cuscino, osservando il soffitto con sguardo spento. Doveva parlare con Will, meritava di sapere la verità più di chiunque altro. Sarebbe stato doloroso rivangare i vecchi ricordi, ma era necessario. Esausto, Nico crollò tra le braccia di Morfeo.
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