Capitolo 28
La scuola mi ha dato finalmente una settimana di quiete, e secondo me non è un buon segno😢😂
Comunque altro indizio sulla prossima storia la protagonista sarà una mercenaria 😎
Tornado a noi, siamo vicini agli eventi che porteranno Xandra in ospedale e scopriremo cos'è accaduto realmente.
Buona lettura
New York, ore 08:36 p.m.
Dopo l' incontro con Tyler sono tornata a casa, dove ho trovato mio nonno che dormiva sul divano.
Probabilmente sono gli anni che si fanno sentire.
Gli scompiglio un pò i capelli, prima di coprirlo con una coperta e baciargli la guancia.
Se qualcosa stanotte dovesse andare storto, questa probabilmente sarà l' ultima volta in cui lo vedrò.
Mi allontano e prima di salire nella mia stanza per farmi una doccia e cambiarmi, prendo la bottiglia di vodka nel congelatore e ne verso un bel bicchierino.
Lo bevo in un colpo solo e il contrasto tra caldo e freddo provoca un piace vie brivido lungo la mia schiena.
Ritorno sui miei passi e dopo essere ripulita e vestita totalmente di nero con i pantaloni strappati e una maglietta abbastanza scollata ed aderente, indosso degli stivali di pelle alti fino al polpaccio e prendo al volo il giubbino e sistemo la pistola di mio padre dietro la schiena ed afferro la collana di mia madre, sistemandola attorno al mio collo.
Esco e sto per scendere di nuovo le scale, quando i miei passi si inchiodano al pavimento.
Guardo la stanza da letto che una volta era occupata dai miei genitori e il cuore inizia a battere più lentamente, occupano ogni mio senso.
Respiro con calma mentre raccolgo il coraggio in me ed abbasso la maniglia.
Quando la porta è aperta sembra che il tempo si sia fermato regalandomi una valanga di ricordi felici e dolorosi allo stesso tempo.
L'aria sa di chiuso mentre la polvere ha ricoperto i mobili da tempo abbandonati.
I miei passi sono incerti nell' avanzare.
Sfioro il bordo del letto ed arrivo al comodino, dove ld vecchie foto non sono state mosse.
Ne prendo una in mano ed elimino la polvere, rivelando una vecchia foto di una delle tante estati trascorse in questa casa.
I ricordi prendono possesso di me, mentre le immagini dei bagni fatti in piscina e delle lotte in acqua fatte con mio padre mi rendono nostalgica.
Mia madre ci sgridava sempre e doveva prenderci per le orecchie per portarci a tavola.
Sembrerebbe irreale ricordare mio padre così, ma con me diventava sempre un' altra persona.
Mi siedo sul letto, alzando un pò di polvere e nel guardare la foto alcune lacrime sfuggono dai miei occhi.
Li copro con una mano e mi mordo il labbro.
Perché sono dovuti morire...
Vorrei urlare, ma ora non è il momento.
Adesso è arrivata l'ora della mia vendetta su Ghost.
Poso la foto e asciugo le ultime lacrime, con la promessa che una volta finito tutto rispolverò tutte le vecchie foto e vedendole non dovrò più piangere.
***
Una volta uscita aspetto Jay qualche isolato più in là, ci siamo accordati che alla fine io avrei raggiunto la vecchia fabbrica insieme a lui, mentre Fox ci avrebbe aspettato con alcuni dei suoi uomini già sul posto.
Accendo una sigaretta, aspirando il fumo che si mescola con l'aria fredda della notte. Stasera sarà davvero la fine di tutto?
Vengo distratta dai miei pensieri dal suono del clacson della macchina di Jay, è ora di andare.
"Allora?"
"Cosa?"
"Hai visto Trish oggi?"
"Perché? Non è mica l' ultima volta che la vedo"
Sorrido, forse ho una visione pessimistica della vita stasera.
"Giusto, e poi dovete procreare peggio di due conigli no?"
"Si..Aspetta, COSA?!"
Inizio a ridere vedendo la sua faccia agitata e spaventata, devo aver toccato un tasto dolente a quanto pare.
***
Arriviamo sul posto.
La fabbrica abbandonata si trova nel quartiere di Chinatown ed è una struttura che si estende in verticale.
Non va bene.
Si affaccia sulla strada ed è in una strada abbastanza affollata.
Dopo aver parcheggiato scendiamo dall' auto e mischiandoci tra la folla ci avvicina a piedi verso a fabbrica, fino a scorgere delle figure vestite di nero.
A quanto pare non sono l'unica che ha adottato questo abbigliamento.
Vedo Tyler e lo raggiungo.
"Pronta?"
"Sempre, ho aspettato fin troppo per vendicarmi non trovi?"
Sto per precederlo, quando vengo tirata verso l' indietro e le labbra di Fox si posano sulle mie.
Rimango spaesata.
"Un piccolo porta fortuna per me. - poi rivolgendosi agli altri - entriamo."
Alla fine l'unica che rimane fuori sono io, perfino Jay è già entrato mentre per qualche assurdo motivo le mi gambe si sono paralizzate.
Forse mi sto rendendo conto che provo qualcosa di più, che un tacito accordo, per Tyler.
Sciolto leggermente la testa e sto per entrare, quando il mio telefono inizia a suonare.
È un numero sconosciuto.
"Pronto?"
"Alexandra Volkov, dovevi dare ascolto al mio consiglio e lasciare questo paese."
Il tempo si ferma, mentre ascolto chiaramente questa voce... Non può essere lui.
"Chi sei!"
Il cuore mi arriva in gola quando scandisce lentamente le sue parole.
"Sono Ghost."
Probabilemte ora se qualcuno mi tagliasse non perderei nemmeno una goccia di sangue.
"Se vuoi incontrarmi segui le mie indicazioni..."
Guardo l' edificio e ora non so cosa fare.
"Prendi la strada a destra e quando vedi un' insegna con un drago svolta a sinistra. Ti sto aspettando di fronte alla balena blu. Hai quindici minuti da adesso Volkov."
Chiude la chiamata e solo ora mi rendo conto di star già correndo in mezzo alla folla.
I miei occhi sono accecati dalla rabbia, non ragiono più lucidamente.
Giro a sinistra e continuo a correre fino a quando non vedo una balena a neon blu.
Afferro la pistola dietro alla mia schiena e la tengo nascosta fino a che una figura di grande portata non sta poggiata contro ad un muro.
Mi avvicino velocemente e prima che si possa muovere gli punto la pistola alla testa.
"Urla e sei morto."
Non riconosco nemmeno la mia voce per com'è carica di troppe emozioni represse negli anni.
"Non ne vedo il motivo."
Ghost si gira lentamente verso di me e l' ossigeno inizia a man armi, non può essere.
"Tu...tu...No no no, TU NON PUOI ESSERE GHOST?!"
Sto alzando la voce, ma arrivati dove siamo non ha più alcuna importanza.
"Ed invece si."
Si leva il capello e ora il volto di Stop, anzi Christopher è la prova che tutto ciò non è un' allucinazione.
La pistola inizia a tremare.
"Avrei immaginato tutto, tranne che la figlia di Roman si saltasse e che da adulta venisse a cercarmi. Avrei fatto meglio ad accertarmi della tua morte tempo fa."
Il cuore batte all' impazzata nel dare il volto all' uomo che ha causato sofferenza alla mia famiglia, l'uomo che ha reso la mia vita un inferno, l'uomo che mi ha privata dei miei genitori...
"Hai commesso un enorme errore Ghost e ora ti consiglio di pregare il demonio in modo tale che arrivi il più in fretta possibile da lui."
"Oh, io non credo che tu mi ucciderai Alexandra."
"E cosa te lo fa pensare?"
Sorride freddamente prima di schiacciare un pulsante.
Succede tutto in un attimo.
Il terremoto e poi un enorme boato.
Mi giro lentamente ed enormi fiamme colorano il cielo di rosso.
La vecchia fabbrica...
I miei occhi si spalancano.
"Ora, vuoi uccidermi o pensare ai tuoi amici dentro alla fabbrica?"
La sua voce è un sussurro.
Non mi giro nemmeno per guardarlo, perché come prima il mio corpo si muove già verso la fabbrica.
Arrivo sul luogo dell' esplosione ed inizio a guardarmi in torno.
Macerie, feriti, morti.
Persone che piangono ed urlano, ma i miei occhi si muovono velocemente per riuscire a vedere qualche volto familiare, fino a quando una mano mi afferra.
"XANDRA."
"Tyler, sei vivo?"
Il labbro mi trema e le mie gambe cedono.
Cado sulle ginocchia mentre Fox mi abbraccia.
"Non ti vedono entrare e sono uscito ma dove cazzo eri finita?!"
"Jay....Jay DOV'È?!"
Mi fissa intesamente prima che il suo sguardo si sposti verso le fiamme.
Il mondo mi crolla addosso.
Abbandona questo paese, se non vuoi perdere qualcuno a te caro.
Il mio corpo non regge a tutte queste emozioni e mi abbandona, facendomi perdere i sensi.
New York, ore 02:45 a.m
Sono ore ormai che sono appoggiata al muro di fronte al letto di Jay.
Dopo l' esplosione non ricordo molto, ma a quando pare i vigili del fuoco sono riusciti a trovarlo nascosto dietro ad un pilastro che ha coperto in parte il colpo dell' esplosione verso di lui.
Seguo i tubi che fanno alzare il suo petto, tenendolo in vita.
Sono tutti accorsi in ospedale.
Mio nonno, Trish in lacrime ha urlato fino a quando Tyler non l'ha calmata.
Il resto degli uomini di Tyler non sono stati molto fortunati.
Mi alzo e mi avvicino al suo capezzale, poggiando la mia fronte contro la sua.
"Non osare lasciarmi, io e te dobbiamo finire di lavorare alla mia auto e... - trattengo le lacrime e ora sostituisco il dolore a qualcos' altro- ti giuro che Ghost non avrà vita lunga."
Ora basta, è arrivato il momento di mettere la parola fine su tutta questa storia.
Oh my god, non ve lo aspettavate che il proprietario del The Groove, l'uomo a cui Xandra aveva coperto le spalle, il suo capo, non fosse altro che Ghost?
Beh ci ho lavorato molto per tenerlo nascosto quindi sono soddisfatta del mio lavoro 😈
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Mani
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