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Capitolo 1

Eheheh non vi ci abituate troppo a questi aggiornamenti quotidiani, non sono diventata dolce e zuccherosa tutto d'un botto😂😂😂
Tornando alla storia, siamo solo all'inizio, ma potete trovare il booktrailer sulla pagina facebook Wattys Manu.
Sopra il nonno di Xandra, Dimitri Volkov
Buona lettura

"Le anime di Roman Volkov e Patricia Gallowey, raggiungeranno le porte del paradiso per..."

Il prete parla senza sosta di pace, anime, libertà, ma cosa ne vuole sapere lui dei mie genitori? Sta svolgendo il suo lavoro con frasi fatte e ripetitive.
I mie genitori erano molto di più.

Provavano amore, rabbia, gioia.
Mia madre non ha mai abbandonato mio padre, nemmeno con la morte.
Sapeva che persona era, ma l'ha amato e da quell' amore sono nata io.
Come potrò andare avanti senza di loro?

"Xandra, stai bene?"

No.

"Sto bene nonno."

Mento spudoratamente, a quest'ora dovrei essere ancora in ospedale, ma ho insistito così tanto che alla fine i medici mi hanno dimessa almeno per oggi.
Dovevo dire ancora addio ai miei genitori.

Osservo le loro bare mentre vengono abbassate fino a sparire sotto terra.
Persone a me estrae passano davanti alle loro tombe per buttare della terra in segno di addio e poi vengono da me, dandomi le condoglianze.

Non rispondo a nessuno di loro, perché anche io sono morta dentro.

"Andate in pace."

Mi viene da ridere quasi, crede davvero che una ragazza di sedici anni torni alla sua precedente vita come nulla fosse?

Cammino fino ad arrivare all' orlo della buca delle tombe.

Osservo le bare lucide di legno, con sopra inciso un lupo, simbolo della nostra famiglia.

Prendo della terra e la butto anche io, mentre il cielo si scurisce e la pioggia inizia a cadere.

Chiudo gli occhi, vorrei piangere, ma sembra che io abbia esaurito le mia lacrime in questi giorni.
Adesso è il cielo a piangere per me.

Sono così concentrata che quando sento un tuono, lo scambio per un colpo di pistola e sussulto mentre mi guardo agitata intorno.

Il cuore batte così velocemente che si calma solo dopo poco tempo, e poi, in lontananza vedo Jay, con un ombrello in mano che si avvicina verso di me, ma qualcosa in me scatta ed arretro, non voglio farmi vedere in queste condizioni.

Gli faccio segno con la mano di fermarsi, mentre lo guardo dritto negli occhi.
Non sono pronta ad essere compiatita anche da lui.
Sorrido tristemente e forse sto piangendo, ma non me ne rendo conto per colpa della pioggia che ormai è sempre più forte.

"Andiamo Xandra."

Mio nonno mi prende per le spalle ed insieme ci dirigiamo verso la sua auto.

***

Siamo immersi nel traffico, mentre la testa inizia a girarmi.

"Nebol'shoy obez'yana, guardami."

"Ho freddo."

Una sua mano tocca la mia fronte, mentre mi fa sdraiare dando sollievo al mio fianco.

"Ti sta venendo la febbre."

"Sarà un regalo di consolazione."

La sua mano si ferma sulla mia fronte.

"Xandra, una volta guarita torneremo in Russia."

Lo guardo con la coda dell' occhio, ed osservo i lineamenti del suo viso spigolosi.
È biondo, con occhi color ghiaccio e dimostra, per la sua età, molti meno anni in realtà.

"Da cosa scappiamo?"

Sussulta, ci ho preso anche stavolta.

"Dal dolore."

Lo osservo ancora, non ho la forza di ribattere, annuisco solo e chiudo gli occhi, lasciandomi cullare dal suo tocco.

***

Due giorni dopo...

"La ferita si è rimarginata, resterà la cicatrice, ma non corre alcun pericolo di una ricaduta."

Dal bagno sento ogni parola che dice il medico, mentre continuo a vestirmi.
Fino a poco fa 'ammiravo' quella cicatrice che mi ha marchiata a vita dal fianco, andando verso la schiena.

Guardo il mio viso, e odio la mia immagine.
Prendo delle forbici per tagliarmi i capelli neri, lunghi fino a metà schiena quando mi sembra di sentire le parole di mia madre.

"Dovresteli curare di più sai? Sono davvero belli Xandra."

La mano mi trema e le forbici cadono nel lavandino. Faccio respiri profondi e mi sciacquo il viso con l' acqua fredda.
Esco e mio nonno prende la borsa che mi aveva portato, per poi ringraziare ancora i medici ed uscire.

Sto per andare verso l' entrata principale, quando vengo fermata.

"Non di lì."

Sono confusa, guarda la porta di vetro e vedo due poliziotti stare lì fermi a fare d' arredamento.

Seguo mio nonno e prendiamo le scale d'emergenza che ci portano dritti nel parcheggio.

Qualcosa non torna, perché evitare la polizia quando la nostra famiglia, questa volta era innocente?
Cosa mi sta nascondendo il vecchio Dimitri?
Fa un cenno all' autista che apre il cofano, mettendo la mia borsa insieme alle altre.
A quanto pare partiamo stesso oggi.

"Hai già svuotato la nostra casa?"

Si ferma prima di salire, i suoi occhi sono intrisi di dolore, sta per rispondermi, ma stavolta sono io a gettare la spugna e ad entrare senza fare storie.

Me lo diceva anche mio padre che ero troppo sveglia per la mia età... e pensare che immaginava già il fatidico momento in cui avrei portato un ragazzo a casa.
Passo il braccio davanti agli occhi e trattengo le lacrime.
Sono stufa di piangere.

Dopo un' ora ci imbarchiamo sull' aereo.
Tutte le hostess mi trattano come ad una bambina, quando loro con quei sorrisi falsi sono più immature di me.
Almeno io riesco ad essere sincera quando una persona mi sta altamente sul cazzo.

"Xandra, il volo sarà lungo, meglio se riposi."

Annuisco, mentre guardo il suolo dell' aeroporto America farsi sempre più distanze, fino a quando viene sostituito dall' oceano.
Seguo il consiglio di Dimitri e mi addormento.

***
Russia, Mosca, tre giorni dopo.

"Ho detto no!"

"Ma Xandra devi..."

"Restare a casa"

"No, andare a scuola."

"E perché? Per essere anche lì la povera ragazza che ha perso i genitori?"

Sono passati cinque giorni, in cui il mio pensiero fisso erano sempre loro.

"Assumiti i tuoi doveri."

Stringo le mani in pugno e corro verso la mia camera per chiudermi dentro.
Scivolo contro la porta e mi prendo la testa tra le mani.

Sono stanca, non dormo ormai da giorni.
La notte rivivo sempre il momento dell' incidente e vedo i miei genitori in una pozza di sangue mentre io ho una pistola tra le mani.

Calmo il mio respiro e mi alzo, andando verso la scrivania dopo c' è ancora lo scatolone con gli occhi di mamma e papà.

Lo accarezzo e poi lo apro.

Il loro profumo è ancora impresso e sembra quasi che siano qui con me.
Tre cose però attirano la mia attenzione.
Il foulard preferito di mamma e la catena con la croce di mio padre e la sua pistola, una Colt Custom placcata in oro bianco

Lego il foulard al mio polso insieme alla catena e poi prendo la pistola.

Punto l'arma contro il mio riflesso allo specchio, ma la mano trema e alla fine la riabbasso.

"Xandra."

Sussulto e nascondo la pistola sotto al materasso prima di andare verso la porta.

"Scusami, domani andrò a scuola, ma adesso vorrei dormire."

"Non hai mangiato."

"Ho lo stomaco chiuso."

"Se non mangi qualcosa ti costringerò a ingoiare un' intera pentola di crema di cipolle."

Mi vengono i brividi solo a pensarci.

"Eh va bene esco."

Quando apro la porta lo trovo con un sorriso soddisfatto, giuro che devo eliminare ogni mio punto debole.

"Brava piccola scimmia."

Abbozzo un sorriso e poi andiamo a mangiare, a volte mi chiedo come fa il vecchio Dimitri ad essere così forte, vorrei tanto poter avere anch'io la sua fermezza e
compostità.

Mio padre era uguale a lui.

Et Voilà madamoseile e garçon😂
Mi dò al francese ultimamente.
I primi capitoli sono di passaggio e spero che non vi annoio😂
Commentate e votate
Baci baci
Manu.

P.s piccolo spoiler😈

"Fatti i fatti tuoi mocciosa."

"Tsk, sono più matura di te palle moscie."

"Come scusa?"

"SILENZIO!"

Lo stronzo tace mentre io continuo a parlare.

"È COSÌ CHE MI TRATTI EH? PERCHÉ NON ME L'HAI DETTO PRIMA?!"

😈😈😈 Ciao ciao

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