Ray P.O.V.
Ci pensai un po' e decisi di voltarmi ,mi siedetti sul tavolo e mostrai le spalla alla porta,poco dopo la porta si aprí per essere richiusa,sentii un passo e sentii uno sguardo fisso su di me.
Mi girai  e i miei occhi incontrarono quelli di Zack,la mia angoscia e la mia tristezza svanirono  improvvisamente lasciando spazio all'euforia più totale,lui lasciò cadere la sua falce a terra ed io gli corsi incontro abbracciandolo,poco dopo iniziai a piangere come una stupida,il mio cuore  batteva così forte che pensavo potesse uscire fuori dal mio petto,strinsi forte il tessuto della felpa di Zack ,avevo  come bisogno di sentire che era reale,che era proprio lui.
Io: Z-zack sei vivo?
Dissi ancora fra le lacrime e tra le braccia del ragazzo che amavo.
Z: Si,ma sono prigioniero qui da sei anni,Ray.
Io cercavo  di smettere di piangere senza successo.
Z: Ray,smettila di piangere e sorridi.
Io gli mostrai il sorriso più sincero che io sia mai stata capace di fare,allo stesso tempo smettendo di piangere.
Io: Allora come la prima volta usciamo qui insieme?
Lui annuí e prese la sua falce,poi con un sorriso quasi del tutto celato mi porse la mano che io afferrai con convinzione e lui la strinse intorno alla mia, il mio cuore non accennava al voler rallentare per alcun motivo.

Hai intenzione di dirglielo?
No!
Perché devi soffrire così?

Io decisi di ignorare completamente la mia voce interiore anche se in fondo sapevo che me ne sarei pentita e non poco,cosa che non mi fece di certo stare bene con me stessa,ma non avevo il coraggio di dirglielo.
A farmi tornare al tempo reale era Zack che imprecava  sotto voce stringendo di più la mia mano.
Z: Emm,possiamo dire che l'uscita non è come l'altro piano e che non mi ricordo dov'è...
Io ridacchiai , sapevo dove si trovava perché prima avevo guardato ogni angolo del piano mentre lo cercavo.
Io: Zack,io so dov'è.
Lui mi guardò sorpreso ma poi mi lasciò la mano facendo segno di fare strada.
Mi dispiaceva che avesse lasciato la mia mano,adoravo poterlo sentire così vicino a me,forse dovrei dirglielo,pensai.
Mi avviai e seguita da lui camminando  per le vie e per i cunicoli fino ad arrivare ad un grosso spiazzale li c'era un ascensore ma non funzionava e non c'era l'ombra di una leva oppure di un lettore di carte magnetiche.
Poi vidi Zack dare un colpo al muro prendere qualcosa e fare qualcosa con il suo braccio per poi rimetterla nel muro e ridare un altro colpo facendo chiudere l'apertura e facendo sbloccare l'ascensore.
Zack entrò per primo seguito da me,non sembrava stare troppo bene,o no,che diavolo si era iniettato?
Mentre l'ascensore partiva Zack si sedette a terra,pian piano che si saliva lui peggiorava,poi l'ascensore si aprì rivelando un'altra stanza come quella che c'era dopo il B8,feci reggere a me Zack e poi lo feci sdraiare sul letto al centro della stanza.
Io: Zack che cosa hai fatto?
Z: Ray,non urlare,poi mi basterà riposare un po' e starò bene.
Fu così che chiuse gli occhi per poi addormentarsi.
Io presi un foglio e una penna e scrissi su carta ciò che non avevo il coraggio di dire,ciò che non avevo il coraggio di fargli sapere.