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IV

E gli anni erano volati ancora una volta, in un continuo susseguirsi di estati ed inverni, di primavere ed autunni. Rytael non aveva perso di vista un attimo Arni e la giovane donna che era ormai diventata Angel.

Forse per la sua innata sensibilità, o forse per un capriccio di Fortuna, la ragazza aveva provato un sentimento molto vicino all'amore. Quando aveva incontrato per la prima quel giovane ragazzo, simile a lei nella sua inesperienza e ingenuità, avevano provato a costruire qualcosa che, purtroppo, non era mai davvero esistito, in nessuno di loro due. E si erano separati, entrambi in lacrime, dopo un lungo abbraccio e un breve ed ultimo pomeriggio insieme.

Erano passati due anni, ma per l'angelo custode erano solo pochi giorni. Spesso paragonava la vita delle persone che aveva subito imparato ad amare come un battito di ciglia, come la vita di una farfalla così breve agli occhi degli uomini.

Quel pomeriggio Angel aveva quindici anni. La vita scolastica era ricominciata, brulicante di attività e di interrogazioni e di compiti scritti dopo due settimane di meritato riposo. Mancava poco alla festività più amata da tutti gli innamorati. San Valentino era alle porte e le chiacchiere e le continue domande delle ragazze non smettevano di seguirla un attimo.

"Perché non ti trovi un ragazzo?" le chiedeva una sua compagna di classe, fidanzata da un anno con quello che lei definiva l'amore della sua vita.

"Non mi interessa più di tanto" le rispondeva Angel, troppo distratta dalla frenesia della vita.

"Sei nel fiore degli anni, dovresti divertirti più che puoi! Nonna continua a ripetermelo in continuazione" insisteva.

Ma Angel accampava una scusa dietro l'altra, e la compagna rinunciava.

Rytael sapeva bene perché non voleva trovarsi un ragazzo. Aveva sofferto quando si era lasciata con Silvio, anche se quello che provavano l'una per l'altro non era che un grande e semplice affetto. E aveva sofferto anche per la mancanza costante del padre, quando aveva abbandonato lei e sua madre. Angel non osava immaginarsi il dolore di sua madre, lei che aveva provato il vero amore, quando la ragazza si era sentita morire dovendo lasciare Silvio, che ora considerava solo un vecchio amico.

"Come hai fatto a riprenderti? Come fai a sorridere lo stesso?" le chiedeva, in quei giorni così tristi ed incolori.

"Mi sono semplicemente innamorata di un'altra persona" le rispose la madre, accarezzandole i capelli con un gesto di dolce malinconia.

La ragazza aveva voltato il viso, fino a quel momento sepolto nel cuscino, verso la madre seduta accanto a lei. "Chi era?"

"Non chi era," le rispose, e con un sorriso aggiunse: "ma chi è"

"E chi è?" la voce della ragazza tradiva un certo fremito.

Arni le sorrise, rassicurante e divertito allo stesso tempo. "Il mio piccolo angioletto" e le diede un bacio tra i lunghi e ricci capelli castani, per poi andarsene.

San Valentino si stava avvicinando, mancavano solo pochi giorni. La ragazza sperava solo che quel giorno passasse in fretta, inosservata come ogni anno fino ad allora.

Un ragazzo l'osservava, forse da giorni, o settimane, (Rytael non ne era sicuro, non aveva mai prestato molta attenzione agli altri, se non ad Angel), con un misto di incertezza e, allo stesso tempo, di determinazione negli occhi.

- Tom si infurierà di nuovo – sussurrò tra sé e sé, contento del fatto che la ragazza avrebbe ricevuto tra qualche giorno dei cioccolatini pieni di quello che all'angelo sembrava amore. 



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