21 :: Thisbe paladina del WWF
In una foresta infinita, di preciso in un castello di cristallo, principi e principesse studiano per diventare protagonisti di splendide favole, impegnandosi con serietà per impedire che il loro mondo collassi. E, volendo approfondire ancora di più, arriveremo alla torre di cristallo azzurro, dove sono situate le camere dei principi, parlando specialmente della camera 96, dove il principe Ryuu stava discutendo pacificamente con il suo compagno di stanza Jamil.
E niente, fa già ridere così. Il rosso osservò sul punto di piangere una pila di pacchi. «Perché hai infilato tutta la mia roba qui dentro?!» esclamò con voce stridula. Khalil pensò che sembrasse ad un ragazzino isterico. «Perché hai detto che cambiavi camera. Ero così emozionato al riguardo che ho deciso di darti una mano»
«Non voglio cambiare davvero camera!»
«Ma davvero? Che peccato, la tua roba è già impacchettata e sarebbe una scocciatura disfare tutto»
L'azzurro si rotolò sul letto, che aveva avvicinato a quello di Ryuu. «Ma non puoi sfrattarmi! Khalil, dì qualcosa!»
Il castano si grattò la testa. «Cosa devo dirgli? Tu hai detto che volevi cambiare stanza»
«Non farti mettere i piedi in testa da lui solo perché ti ha baciato!»
«Non mi sto facendo mettere i piedi in testa solo perché mi ha baciato!»
«Okay, a cuccia ragazzi. Mi sento particolarmente buono Ryuu, quindi per stasera puoi dormire da noi»
«Era ora che ti arrendess...cosa stai facendo?» chiese, osservando l'altro stendere a terra dei fogli di giornale. «Stasera dormi qui. Vuoi anche una ciotola con l'acqua?» lo sbeffeggiò saltando sul letto e tirandosi la coperta fin sopra la faccia. «Buonanotte»
«ESCI FUORI, CODARDO, COME OSI TRATTARE UN PRINCIPE IN QUESTA MANIERA COSÌ BARBARA»
«Calmati o dovrò metterti la museruola. È già tanto che non ti sto sfrattando»
«Guarda che non sei il proprietario della camera! C'è anche Khalil! Khalil, dì qualcosa!»
«Se non ti dispiace Ryuu, sto cercando di struccarmi e far respirare la mia pelle»
«Ma non mi interessa, Jamil mi sta ordinando di dormire a terra?!»
«E quindi?»
«Fammi dormire nel tuo letto!»
Khalil posò il dischetto di ovatta sulla scrivania. «Guarda che non sei l'unico principe in questa stanza, eh! Io sono anche più importante di te, ho un regno da governare»
«Anche io ho un regno e la corona»
«Sfidatevi a duello e chi sopravvive si prende il letto»
Khalil e Ryuu lo guardarono.
«RAGAZZI, FATEMI ENTRARE» esclamò Jamil, bussando sulla porta senza ricevere risposta. Infilò la mano tra i capelli, cercando una forcina per forzare la serratura. «Dai, era solo uno scherzetto innocente...Ma state dormendo nello stesso letto?». Sbirciò dalla serratura, senza riuscire a vedere niente. «Farò il bravo, promesso. Hey, non ignoratemi! Siete cattivi e poi c'è il mio letto lì, e anche le mie cose, non potete cacciarmi dal nulla»
«Due minuti fa stavi facendo la stessa cosa con me. Però se vuoi puoi dormire sui fogli di giornale»
«Okay, allora rimango qui fuori al freddo e al gelo con indosso solo un pigiamino»
«Divertiti»
«Non essere così passivo aggressivo, Ryuu. Jamil, so che non puoi vederlo, ma ti sta facendo la linguaccia»
«Grazie per avermelo riferito, mi sento molto meglio»
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La mattina dopo, nell'aula di Maledizioni e Trappole Mortali, faceva più freddo del solito. Morticia, seduta dietro una scrivania di ghiaccio, controllava che gli studenti fossero tutti da un registro. Fece per aprire la bocca, ma venne distratta dall'ingresso di Ada nella stanza. «Vedo che la reginetta ha deciso di onorarci con la sua presenza» la stuzzicò, tamburellando le dita sul ghiaccio. La ragazza la ignorò, stizzita, e si mise a sedere.
«Mi sembra che in questa scuola nessuno prenda i compiti sul serio...vi manderei tutti nelle sale del malessere, ma purtroppo sono piene, ultimamente...ve la state prendendo comoda. E vedo che molti di voi hanno rapporti con dei Sempre. Male, molto male». Si spostò una ciocca di capelli rosa dietro la schiena. «I Sempre sono le vostre nemesi per antonomasia, non capisco perché siate così determinati a diventare loro amici»
Harriet lanciò qualche occhiata nervosa ad Ada. «Mancano pochi giorni alla Sfida delle Fiabe. Non penso siate preparati, ma sapete, abbiamo bisogno di presentare qualcuno. Ebbene, anche se siete alquanto patetici, siete la mia classe preferita. Ed ho deciso che tutti voi parteciperete al torneo. O meglio, questo è il risultato di un consulto tra me e i prof di sopravvivenza della selva. Abbiamo avuto anche un certo dibattito sul far partecipare le lettrici...». Si umettò le labbra, sorridendo. «Non vi assicurò tornerete vivi. Ma sarebbe gradito di sì, quindi parleremo di cosa potreste trovare nel bosco»
Kay si perse ad osservare i banchi di ghiaccio in cui si trovava incredibilmente a suo agio — essere il principe delle nevi era un gran vantaggio, alle volte. Distrattamente, scrisse qualcosa col pennino, per poi riportare lo sguardo sulla lavagna di Morticia. La donna stava scrivendo rapidamente. «I vostri nemici principali saranno i Sempre. Difficilmente vi attaccheranno per primi, ma come immagino sappiate, la miglior difesa è l'attacco. Agite prima che possano farlo loro.»
Ada si domandò il perché. Non bastava ignorarsi fino alla fine della sfida? «Chiaramente, uccidere un ragazzo è fuori questione. Siamo malvagi, non selvaggi. Sfruttate i vostri punti di forza e cercate di evitare i principi, che teoricamente sono capaci di usare la spada. Considerando quelli di quest'anno, non mi preoccuperei tanto, ma non si sa mai»
La lettrice lesse rapidamente le scritte sulla lavagna, cercando di capire le regole della sfida, che non parevano essere scritte da nessuna parte. Decise di alzare la mano. Dato che doveva partecipare, tanto valeva cercare di sopravvivere. «Quali sono le regole?» domandò, il tono di voce secco. Morticia scoppiò a ridere e sentì Yu Hong sussurrare "ma allora parla". Ada fu tentata di fargli una smorfia.
«Ma certo, ma certo. Davo per scontato che le sapeste tutti, ma meglio rinfrescare la memoria a certe zucche vuote. Chi, all'alba, esce dai cancelli vivo, con le sue gambe e cosciente, ha vinto e ha più possibilità di diventare CapoClasse»
«Quindi possono esserci più vincitori?» chiese Ryan, giocherellando con il pennino.
Pure lui sta sempre in silenzio, ma Yu Hong non commenta mica.
Morticia rise di nuovo. «Non credo proprio. Ma teoricamente parlando, sì. Alcuni anni non ce ne sono nemmeno stati. Ma se ve la fate sotto, vi sarà fornito un fazzoletto scarlatto da far cadere. Vi riporterà tra i vostri compagni all'esterno. Domani vi prenderemo le misure per i mantelli e potrete perlustrare il bosco»
«Anche i Sempre hanno i fazzoletti?»
«Certo, Alexis. Se hai delle domande stupide, falle tutte ora. Combattiamo alla pari. Detto tra noi, non sopporto i Mai che giocano sporco...dov'è finito l'onore?»
Anche Nova alzò la mano. «Possiamo portare delle armi? Ad esempio, dei pugnali?»
«Ma certo, ma certo, ma prima voglio assicurarmi che feriscano, mutilino, ma che non uccidano»
«La magia è ammessa?»
«Sì, Alexis, è ammessa. Qualsiasi incantesimo, anche trucchi e trappole»
«Ma non è giusto, i principi si allenano tutto il tempo, è ovvio che abbiano più probabilità di vincere!»
Kay rivolse un'occhiataccia a Felis. «No, non è detto. Ne conosco un paio e non sono così forti come credete»
Morticia si illuminò. «Sapevo che li avresti sfruttati! Ma chi è il mio doppiogiochista preferito?! Vieni qui, fatti dare un bacino! Prendete esempio, zoticoni»
Ryan si girò verso Yu Hong. «La giacca che hai in camera non è di un sempre?»
«Sì, ma non farti strane idee, non siamo amici o nulla di simile»
«Okay» rispose il biondo, sistemandosi la bandana.
«Anche mettendo che siano stupidi e che due di loro siano letteralmente animali, io non penso che...»
«Felix non è un animale. Cioè, sì, lo è, ma non penso che lo distrarrai tirandogli un bastone. Cioè, probabilmente lo distrarresti, ma non è quello il punto»
«Cosa c'è, abbiamo urtato i sentimenti del tuo fidanzatino, tappo?» lo guardò dall'alto verso il basso Felis. Ma solamente perché si trovava su un banco posizionato più sopra. Nova digrignò i denti. Keiichi sentì il bisogno di intromettersi. «Suvvia, non capite che la principale ragione per cui noi Mai perdiamo è che non sappiamo fare gioco di squadra? I Sempre cantano, fanno un balletto coordinato e vincono perché hanno il supporto l'uno dell'altro, mentre questa classe non sembra capace di mettersi d'accordo nemmeno sulle assenze di massa»
Kay fece schioccare la lingua contro il palato. «Ma io voglio che la vittoria sia solamente mia». La classe ammutolì, mentre Morticia si asciugava le lacrime di commozione con un fazzoletto. Yu hong si strinse nelle spalle. «Pensavo fossi un moccioso che parla ai pupazzi di neve, ma evidentemente hai ancora la mentalità di un bambino di tre anni che sa solo dire mio»
Il principe delle nevi non lo congelò semplicemente perché l'idea di venir rasato a zero non gli piaceva proprio.
Keiichi sbuffò. «Questo prova solamente il mio punto». L'insegnante richiamò la loro attenzione. «Oltre ai Sempre, noi insegnanti ci siamo dilettati un po' con le trappole». Samael sibilò un "ti pareva" tra le labbra. «Potreste trovare spaventapasseri parlanti, alberi che provocano sonnolenza e chi lo sa, animali aggressivi...fantasmi...ratti...forse sto divagando»
Alexis ridacchiò. «Ma se un ratto lo abbiamo già in classe. Vero Harriet? Come ci si sente?»
La lilla si torturò le mani, con gli occhi rossi lucidi. «Ti conviene chiudere la bocca» fu il commento di Samael. La ragazza lo guardò dall'alto al basso. «O ti incenerisco, e potrebbe non piacerti»
La classe rimase in silenzio, mente la strega incrociava le mani. «Grazie...grazie» mugugnò l'altra. «Ne riparliamo più tardi». Harriet annuì.
Ada rizzò le orecchie. Probabilmente ne avrebbero riparlato in camera. Harriet era sempre stata gentile e disponibile nei suoi confronti. L'avrebbe perfino definita adorante. E dato che la sfida sembrava avere dei risvolti positivi, avere delle alleate non suonava affatto male.
«Ma comunque non abbiamo l'allenamento necessario per partecipare»
«Allora allenatevi e studiate. Non è così difficile come credete»
«Ma...»
«Niente ma. Questo pomeriggio vi andate ad allenare, tanto i Sempre staranno facendo altro»
Metà classe sbuffò. «Comunque, la prossima ora salta. Ottilie non vuole uscire dalla camera»
«Figurati se dobbiamo pure stare ai capricci di un insegnante» mugugnò Keiichi. Harriet sentì il sangue gelare nelle vene. Perché non voleva uscire? C'entrava in qualche modo Vanagloria? Rivolse lo sguardo verso Samael, concentrata sulla lezione, e sospirò.
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Nel frattempo, una carrozza dai decori stravaganti, percorreva la stradina dissestata che conduceva all'Accademia. All'interno, vi era un giovane uomo. La carnagione era olivastra e il viso magro, contornato da ciocche di capelli rossastri. Aveva il capo chino sul petto. Pur essendo appisolato, rimaneva elegante, forse grazie agli abiti indossati con una certa cura ed alla spada allacciata al suo fianco.
Poco distante da lui, si trovava una bambina, anche lei semi addormentata. I capelli identici a quelli del padre erano divisi in due codini, e sulle sue gambe aveva una gabbia dorata, dove se ne stava buona una cornacchia. Improvvisamente una delle ruote della carrozza urtò un masso, facendo sussultare i due e svegliandoli completamente. Rembrandt scostò le tendine di velluto, osservando i due castelli. Tirò un sospiro, scuotendo per un braccio la bambina, che riaprì gli occhi un po' contrariata.
Poco dopo, infatti, la carrozza si fermò. Il principe assottigliò lo sguardo, serio, nel vedere la preside Hannah. Provò a nascondere una smorfia disgustata, che si dissolse naturalmente non appena posò gli occhi sulla sua amata. La principessa Maha, infatti, correva verso la carrozza, sollevandosi la gonna. Non appena fu abbastanza vicina, l'uomo l'afferrò per la vita, facendola volteggiare in aria, mentre Rochelle scendeva timidamente i gradini della carrozza.
Non appena rimise i piedi a terra, la principessa sorrise radiosa e si inchinò leggermente. «Sua maestà» lo salutò, con gli occhi che tradivano una sorta di presa in giro. «Mia adorata» rispose l'uomo, scostandole una ciocca di capelli dal viso. La bimba si avvicinò alle gambe della donna. «Mamma» mormorò timidamente, aggrappandosi alla gonna. Maha le accarezzò la testa, poi si abbassò per prenderla in braccio.
Hannah si inchinò rispettosamente. «Le diamo cordialmente il benvenuti, Sua maestà Rembrant II del regno di...». Lui la interruppe borbottando: «risparmiati queste scenate, Hannah». La donna arrossì un po', indicandogli la strada muovendo armoniosamente il braccio. Il principe prese a braccetto Maha, intenta a coccolare sua figlia.
Rochelle agitò un po' le gambe. «Forse Cornelia vuole sgranchirsi un po' le ali» disse, incerta sulle parole appena pronunciate e rivolgendo lo sguardo al padre, in cerca di conferma. Lui annuì leggermente, traendo fuori dal taschino una chiave dorata e prendendo la gabbia dalle mani della bambina.
Qualche attimo dopo, una cornacchia si librò in aria. Fece qualche piroetta, facendo ridere la principessina, per poi fermarsi dinnanzi al principe. Abbassò il capo, in quello che probabilmente per lei era un inchino. «La ringrazio tanto, signore. Sarò di ritorno fra qualche minuto»
«Non serve, ci tratterremo per un po', abbiamo molto di cui discutere.»
«Ci sono molti altri animali parlanti, sono sicura che farai amicizia...» si intromise Maha, abbozzando un sorrisetto.
«La ringrazio, signorina»
La cornacchia svolazzò via. La principessa si rivolse al fidanzato. «Da quando Rochelle ha un animale domestico?» domandò, seriamente incuriosita. «Mah, l'ha ritrovata ferita ad un'ala qualche tempo prima di Natale...mah, forse un paio di giorni prima...è stato scioccante scoprire che sa parlare. È anche molto istruita, dice di aver insegnato in un paesino»
«Mi fa piacere che Rochelle abbia questo genere di compagnie...forse dobbiamo incoraggiarla a fare amicizia anche con altri bambini. Qui non ce ne sono, ma sono sicura che le ragazze impazziranno per lei»
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Maria Callas se ne stava appollaiato su un albero, a guardare i principi correre per il campo. Era il quinto giro? O il quattrocentesimo? Scrollò il capo, poi andò ad infastidire Ryuu, posandosi sulla sua testa. «Ue...» iniziò, malinconico. Tra un sospiro e l'altro, il principe cerco di rivolgere lo sguardo all'animale da compagnia. «Cosa c'è? Ti vedo un po' giù di morale» esclamò, con la voce rotta. «Io con il fiatone...immagino sia solo nostalgia di casa, la mia»
«Avevi una casa?»
«Avoja! E non solo una casa, anche una taverna, pure famosa, tra l'altro»
Khalil si affiancò a Ryuu. «Gli uccelli hanno taverne?»
«Ma no, deficenti, certo che no...quando ero ancora un piskello, anzi, altro che piskello, ero proprio un gran pezzo di gnocco, lasciatemelo dire»
«Eri un pisello?»
«PISKELLO AO»
«Ohh...che vuol dire?»
«Che sei stupido» commentò Jamil, aggiungendosi al trio. «Che ero un giovanotto di belle speranze»
«ERI UN RAGAZZO?!» esclamarono tutti e tre in coro, facendo avvicinare anche gli altri. «Avoja. E che ragazzo! Avevo ai piedi tutte le puellae»
«Le cosa?»
«Ignoranti» li rimbeccò Maria Callas, scuotendo la testa. Yona si fece avanti. «Vogliamo sapere tutta la storia!». «Esatto, ho bisogno di saperlo, o non dormirò la notte»
Anche Felix sembrò interessato, anche se una farfalla gli si posò sul naso, distraendolo per un attimo.
Il canarino si guardò attorno. «Se Brice non è nei dintorni potete mettervi a sedere, che vi racconto una favola»
C'era una volta, in un regno molto, molto lontano, un paesino tranquillo. Non accadeva mai nulla di nulla, la pace regnava sovrana e spesso si sfociava in una monotonia quasi tranquillizzante. La massima ambizione degli abitanti era insegnare nella scuola, oppure aprire un negozio di scarpe.
«Tu abitavi lì?» chiese Ryuu, mettendosi a sedere a gambe incrociate.
In quel paesino abitava un ragazzino di belle speranze. Non era nè brutto nè bello, anzi, molti l'avrebbero definito anonimo. Non era altissimo, ma ben piantato e snello, abituato a sgattaiolare nei vicoletti in cerca di qualcuno con cui scambiare due chiacchiere. Aveva folti capelli castani, costantemente arruffati, che però facevano tanto ridere la signora del negozio della pasticceria, e occhi altrettanto scuri ed incavati, che parevano due bottoni appiccicati ad una bambola sproporzionata. Nel complesso, risultava abbastanza grazioso, non tanto da renderlo famoso tra le ragazze, ma abbastanza da farlo ammiccare al suo riflesso, suscitando l'ilarità di esse.
«Sembravi proprio figo» commentò Khalil, scostandosi il ciuffo di capelli scuri da davanti l'occhio.
Ma Brice li richiam, agitando la spada. «Forza mollaccioni, vi siete già seduti? Stiamo parlando di esercizi stupidi! Su su»
Sealtiel provò a prendere la parola. «Non possiamo passare da venti flessioni a cinquecento...in due giorni»
Yona annuì, asciugandosi il sudore sulla fronte con la maglietta altrettanto fradicia. «Non volete gli addominali?»
«No, perché se mi guarda bene, io che sono magrolino poi finirei per ammalarmi... e preferisco dedicarmi alle arti come il canto»
«Ryuu, facci un piacere e sdedicati. Se dopo questi allenamenti non riesco a sollevare un palazzo penso che prenderò a pugni qualcuno»
«Qualcuno sta per me, vero?»
«Ma che bravo che sei, Ryuu»
L'insegnante sbuffò. «E va bene...sappiate che siete solo dei pigroni, comunque. Andatevi a cambiare, io intanto vado a chiamare un amico per la prossima ora~ e spruzzatevi un po' di profumo, non voglio perdere la sensibilità al naso per colpa di voi caproni» esclamò piroettando e saltellandosene via. «Era un affronto?» piagnucolò Sealtiel e Felix gli mise la mano sulla testa, cercando di consolarlo.
«Facciamo un bagno o una doccia?» cinguettò Khalil, aprendo la porta dello spogliatoio. «Una doccia, visto che quando fai il bagno ci metti minimo tre ore, per non parlare di quando poi devi scegliere i vestiti, pettinarti i capelli, truccarti di nuovo e ridisegnarti le sopracciglia»
«Mi fa piacere trovarti così in forma, Jamil» commentò Yona, facendogli l'ok con la mano.
«Visto che sei così esperto, che ne dici se il prossimo bagno lo facciamo insieme? Ci metto i petali di rosa~»
«Ficcateli in gola e strozzat- volevo dire, declino gentilmente l'offerta»
Nel mentre, Felix e Ryuu si guardavano allo specchio. «Non pensavo che i gatti potessero avere così tanti muscoli» esclamò, nel pieno delle sue facoltà mentali, il principe. «Ma sì, sarà perché saltello da una parte e dall'altra. E poi rifarsi gli artigli comporta un certo dispendio di energia, diciamocelo»
«Ti rifai gli artigli?»
«Sì, in genere sulle lenzuola di Sealtiel»
«Ma quindi non sono le mie corna! Bugiardo! Avevo pure iniziato a metterci del polistirolo per non rovinarle ma è stata opera tua tutto questo tempo!»
Felix sparì nel nulla, lasciando Sealtiel ad agitarsi da solo, con Ryuu troppo impegnato a flirtare con il proprio riflesso per accorgersene. «PEL DI CAROTA, KHALIL STA CERCANDO DI LAVARMI I CAPELLI SENZA IL MIO CONSENSO, DAMMI UNA MANO»
«Secondo te ho il corpo più tonico?»
«Se continui ad agitarti così ti va lo shampoo negli occhi~»
«NON C'È BISOGNO DI USARE UNA VOCE ROCA E SENSUALE PER DIRMI CHE I MIEI BULBI OCULARI STANNO PRENDENDO FUOCO»
«Non urlare così forte~»
Kay aprì la porta. Aspettate...Kay? Ryuu cacciò un urlo e gli tirò in faccia la prima cosa che trovo al suo fianco (le mutande di Felix), coprendosi immediatamente con l'asciugamano. «Che ci fate vOI QUI?»
«Morticia ci aveva detto che sarebbe stato libero per quest'ora e noi...siamo venuti ad allenarci»
«Posso riavere le mie mutande?»
«Cosa sono queste urla?»
«Khalil sta facendo lo shampoo al suo fidanzato»
«NON SIAMO FIDANZATI»
«Non ancora~»
Keiichi incrociò le braccia sul petto. «Non farò ginnastica con degli schifosi sempre» commentò, storcendo il naso. I principi si guardarono tra loro. «Allora ignoriamoci a vicenda e basta» propose pacificamente Yona, avvicinandosi ad Elis. «Che siete venuti a fare qui?» domandò, sinceramente curioso. «Allenarci. Sai, per la sfida delle fiabe» rispose lei, con il solito sguardo vuoto che la caratterizzava. «Giusto» esclamò. «Noi non ci stiamo allenando nello specifico, spero vada tutto bene» «Io no» aggiunse Keiichi.
Ryuu si infilò la maglietta pulita, nascondendosi dietro Sealtiel. «Pensi che Kay mi stia guardando? Insomma è...e io sono stupendo, quindi non mi stupirei se ogni tanto mi rivolgesse qualche occhiata»
«Non penso a qualcuno interessi di te»
Nel frattempo Felix si era avvicinato a Nova, ancora mezzo nudo. Il principe di cuori arrossì fino ad arrivare allo stesso colore dei suoi capelli. «Secondo te ho più muscoli rispetto a prima?» chiese, palesemente senza doppi fini. «Sì...forse...ma che ne so io! Chiedi ai tuoi compagni di classe»
«Ma tu non mi vedi senza maglietta da qualche mese, quindi noterai meglio la differenza. Però se proprio insisti...Yona, tu che ne pensi?» fece per allontanarsi, ma Nova gli afferrò il braccio. «Non dicevo davvero»
«Lo sapevo» rispose Felix, facendogli l'occhiolino. Nova arrossì ancora di più, se possibile. «Sei uno stupido!»
Kay intanto si stava facendo beatamente i fatti suoi, mentre si cambiava le scarpe. Ryuu andò ad accollarsi. «Hey, quindi perchè siete venuti qui? Sai, ad allenarvi? Secondo me volevi solo vedere i miei muscoli ma ti capisco...» iniziò, portandosi la mano al petto con fare drammatico. Il più alto assottigliò lo sguardo. «Non esattamente...voglio allenarmi per vincere la sfida delle fiabe, diventare Capoclasse e ottenere il mio Lieto Fine. »
«Ti va di fare squadra e vincere insieme?»
Il rosso si sentì giudicato dagli occhi azzurri dell'amico. «No»
«Cavolo Ryuu, deve essere dura prendere pali...»
«O, in questo caso, non prenderli...»
«Ma quanto ci avete messo a farvi la doccia, voi due?!»
Khalil si leccò le labbra. «Eravamo molto occupati...»
«Ma se non riuscivi a farti la coda senza bozzi, non far intendere altro, razza di pervertito!»
«E chi ha detto niente, sei tu che pensi male, splendor...heeeey, biondino!» esclamò, avvicinandosi a Ryan. «Ma hai il corsetto?»
«È un bustino, in realtà»
«Hai la scogliosi?»
Brice iniziò a bussare insistentemente alla porta. «Vi date una mossa? Nemmeno Butterfly ci mette così tanto tempo. Il vostro compagno di classe è già fuori...hey, non ti riconosco, sei per caso nuovo?»
Keiichi lo guardò malissimo. «Sono un Mai»
«Oh. Che ci fai qui? Ti ha mandato Morticia a dirmi qualcosa? Ogni tanto ci pensa a me, quindi»
«Veramente no»
«Oh. Allora che ci fai qui?»
Il corvino sospirò. «Sono con la mia classe. Intendevamo allenarci qui...se per lei non è un problema»
«Nah, è un posto enorme, e poi finalmente potrò vedere uno scontro tra Mai e Sempre!»
«Yeah, picchiamoci a vicenda!»
«No!»
«Voglio vedere un po' sangue, cavolo!»
«Niente sangue, per favore-»
⊱ ──────ஓ๑♡๑ஓ ────── ⊰
Thisbe se ne stava sgattaiolando per l'Accademia. Non aveva voglia di andare a lezione, anche perché era convinta che un'altra spiegazione su come aprire ventagli in modo seducente l'avrebbe uccisa. E poi, doveva ancora riprendersi dall'incontro con Ada, no? I corridoi erano per la maggior parte vuoti e al massimo qualche fata la guardava male. Mentre camminava, le tornò in mente quando l'amica aveva menzionato quello strano professore di storia della selva. Ora che ci pensava lucidamente, non sapeva proprio nulla di quel luogo.
Quali creature lo abitavano? Esistevano davvero le sirene? Certo, ora era convinta più che mai che le favole fossero reali, ma era davvero tutto qui? Quando si dice che si parla del diavolo e spuntano le corna...mentre era distratta la bionda finì a sbattere contro la figura di Milovan. «Oh, mi scusi tanto» esclamò. «Vado a sbattere ovunque, mi dispiace»
Ne approfittò per guardare meglio l'occhio sfregiato, in quel momento privo della benda. «Fa molto male?»
Lui inclinò il capo, indicandosi l'occhio vitreo. «Intendi questo qui?»
«Proprio quello»
«Ah, no. L'altro fa abbastanza male, invece» rispose, avviandosi verso una classe. La bionda fu sollevata dal fatto che non gli avesse chiesto niente, ma allo stesso tempo decise di seguirlo e fargli altre domande. «Da dove nasce la selva?»
«Se seguissi le mie lezioni lo sapresti» rispose lui, ma sorrise bonariamente nel vedere l'espressione della ragazza cambiare di colpo. «Sto scherzando. Apri il tuo libro di storia della selva, sono sicuro che ti darà una mano»
Thisbe lo salutò, correndo poi in camera ad aprire il libro, presa dalla curiosità. Difficile immaginare la delusione quando scoprì che il libro era completamente vuoto. Le pagine erano tutte bianche, l'unica cosa bella di esso forse era la copertina elaborata. Vi erano disegni delle creature più disparate ed il titolo pareva scritto con l'oro. La ragazza ci passò il dito sopra per toglierci la polvere, di malumore.
«Ogni domanda una rima dovrà contenere
Solo allora potrai far uso del mio sapere»
Trillò una voce femminile, ma allo stesso tempo profonda. Thisbe lasciò cadere il libro. «Che cosa?» esclamò, strofinando di nuovo la scritta lucente.
«Ogni domanda una rima dovrà contenere
Solo allora potrai far uso del mio sapere»
Ripetè la voce, questa volta stizzita. Pareva dirle "non mi hai sentito?". La ragazza ci pensò un secondo. «Con le rime non sono molto brava, ma posso fare un tentativo» iniziò, esitante.
«Libro dalle molte pagine, perdona la mia sbadataggine. La mia curiosità è grande...posso farti alcune domande?» chiese infine, arrossendo un po' e sentendosi stupida. Stava parlando con un libro!
«Va avanti, gentil donzelletta!
Rispondere è un' attività che molto mi diletta»
«La prima domanda che ti pongo...
come ha avuto origine il vostro mondo? La seconda domanda è la seguente:
c'entrano davvero un uomo, una donna e un serpente?»
«Sei proprio sciocca ed ignorante!
Quella rima sbagliata è imbarazzante.
Tuttavia generosa mi sento,
e la seconda rima era di mio gradimento.
È iniziato tutto col c'era una volta,
sta buona e ascolta.
Un uomo e una donna c'eran davvero,
ma erano una principessa, ed un guerriero.
La selva è infinita,
nessuno sa il resto della storia proibita!
Ogni nuova favola adempiuta
cancella un po' di quella che l'ha preceduta.
Gli specchi magici tornano al loro posto,
ogni cosa ha il proprio costo.
Sta attenta a ciò che fai,
nessuno sa se ritornerai.»
Thisbe rimase in silenzio, finché non mormorò:«Tutto questo non ha alcun senso! E non hai risposto nemmeno alla mia domanda! Sembrano solo pezzi di una profezia o qualcosa del genere, o consigli criptici. Non so proprio che farmene». Rimase a pensarci un po'. L'ultima frase le risuonava in testa.
«Ho sentito che c'è una competizione,
hai qualche consiglio per me a disposizione?»
«Attenta agli spaventapasseri,
ti procureranno tanti malesseri.
I salici dormienti devi evitare,
a meno che per l'eternità tu non ti voglia addormentare.
Con la fata non ti avventurare,
anche se il suo invito può ingannare.
Sta alla larga dal figlio del drago,
e allontanati dal lago.
Dell'altezzosa ti devi fidare,
solo lei ti può aiutare.
Dal canto non farti tentare,
è solo il gelo che ti vuole ammaliare.
Nel labirinto devi andare,
quando il bacio vedrai dovrai scappare.
Se una melodia dovrai sentire,
via da lì dovrai fuggire.
Sogni d'oro ti attende,
una freccia sull'arco tende.
Non farti ingannare,
solo alla vittoria lui vuole arrivare.
La strega d'oltreforesta su di te vuol metter le mani,
ma tu non farti prendere e aspetta l'alba del domani»
La bionda cercò di memorizzare quanto più possibile. «Sono davvero tante cose da tenere a mente. Non devo fidarmi di una fata, devo stare lontana da un drago, scappare se sento una melodia o se vedo un bacio...» iniziò ad elencare, cercando di ricordare. «E devo evitare Ada» concluse, amareggiata. La strega di oltreforesta poteva essere solamente lei. Poi però lasciò perdere lo sconforto e si mise in piedi, emozionata all'idea di partecipare alla sfida delle fiabe. Finalmente succedeva qualcosa che comprendeva davvero l'esplorare! E, ora che ci pensava, doveva presentarsi a lezione, se voleva farsi un'idea del Bosco Azzurro. Si scapicollò giù per le scale, con il libro sotto il braccio.
«La scuola non ti accontenterà per sempre, se non inizi a studiare» la riprese altezzosamente Emma, non appena Thisbe mise piede in classe. «Ma come! Sono una sempre, no?» rise lei, mettendosi a sedere accanto alla castana. Lorina abbozzò un sorrisetto alla battuta. «Che facciamo ora?»
«Non saprei, i ragazzi si stanno allenando fuori e a noi tocca la lezione di comunicazione con gli animali. Perché è importante gracidare, mi salverà proprio la vita!» bofonchiò Alexandra.
«Su, non essere bisbetica, Alex» le sorrise Aella e l'espressione della rosa si ammorbidì leggermente, salvo indurirsi di nuovo non appena la rossa pronunciò tali parole: «dopotutto tu sei un cigno!»
Butterfly arrivò con classe, mentre i vestiti violacei svolazzavano al vento. Sebbene fosse antipatica e alquanto presuntuosa, non si poteva certo dire che non fosse bella. Gli occhi a mandorla scrutarono attentamente tutte le ragazze. «Ne manca una»
«Sì, Melody è in ritardo...»
«Peccato. Oggi parlerete con i pesciolini dei desideri. Non sono difficili da usare, basta pensare al proprio desiderio mentre si immerge la mano nel laghetto» spiegò, mentre Melody si infilava nel gruppetto.
«Ma che fine hai fatto? Eri di nuovo in giro con i ragazzi, eh?» bisbigliò Antoniette. «Qualcuno qui ha una cotta»
«Sono come fratelli per me»
«Sì sì, come no!»
«Ma no, se avessi avuto una cotta per qualcuno state sicure che Khalil ve l'avrebbe già detto»
La donna le guardò male. «Antoniette, comincia tu»
L'azzurra si avvicinò al laghetto e infilò la mano nell'acqua. I pesciolini si agitarono un po', cercando di capire cosa fare. A tutti gli effetti, non lo capirono, fissando la fata con aria confusa, o, più specificamente, da pesci lessi. «Nebuloso. La prossima»
Venne il turno di Melody, che vide chiaramente una se stessa intenta ad esplorare la selva. Eppure i margini del disegno erano sfocati. «Leggermente confuso»
Poi quello di Emma, che si vide incoronata regina del suo regno, con accanto qualcuno che non riusciva a definire. Alexandra si vide mentre piroettava in un bel teatro, Aella ottenne lo stesso risultato di Antoniette. Lorina si vide con un armatura a scalare una torre. Quando venne il turno di Thisbe, si rese conto di non avere idea di cosa desiderare.
Era tutto già abbastanza perfetto! Mentre immergeva la mano, rifletteva. Certo, si sentiva lontana da casa e avrebbe voluto rivedere la sua mamma. Però finalmente poteva esplorare la selva infinita! Ma c'era anche il rischio di essere trasformata in un animale.
L'acqua parve iniziare a ribollire. «Okay, basta così, non hai la più pallida idea di cosa stai facendo». La bionda provò a tirar fuori la mano dall'acqua, delusa. Ma il liquido la trattenne con una presa ferrea. Thisbe guardò le altre ragazze, nel panico. «Okay, calmati e togli la mano lentamente». Nessun risultato, anzi, sembrava che i pesciolini cercassero di tirarla dentro l'acqua.
La bionda sentì una fitta alla testa. Ma lei, cosa voleva davvero? Voglio tornare a casa, questo dolore è insopportabile, Ada aveva ragione! Ma il libro ha detto di non ascoltarla! Ma voglio esplorare la selva infinita! Voglio riabbracciare mio nonno! Ma mio nonno è morto, che stupida che sono...
A quel punto i pesciolini non sembravano più cercare di trascinarla nell'acqua, ma sembravano più arrampicarsi su per il suo braccio, massa multicolore che tentava di respirare. Thisbe agitò il braccio, cercando di scollarseli di dosso. Un attimo prima non aveva nulla da desiderare, ora dei pesci-mostri le stavano rompendo il braccio.
Andate via! Se vanno via, verrò bocciata. Morirò? Non voglio morire. Non andate via!
La ragazza si raggomitolò a terra, urlando, mentre le ragazze la guardavano scioccate e aspettando che Butterfly facesse qualcosa. L'insegnante cercò di avvicinarsi, ma la lettrice si mise a scalciare, impedendole di farlo.
Cosa voglio? Liberarmene...basta, fa troppo male, andate via...non sono capace di nulla, forse sarei dovuta rimanere a Gavaldon, oppure finire nella scuola del male, sono stata fin troppo egoista...Bene...Male...
Il dolore era così lancinante che non riusciva nemmeno a pensare. Bene...Male...Andare...Tornare...Buono...Cattivo...BelloBruttoSempreMaiBeneMaleAmoreOdioPerdonoVendettaBeneMalePrendere...
Thisbe prese un respiro e i pesciolini dei desideri sembrarono fare altrettanto.
Dare.
Quella massa rantolante di pesciolini si illuminò, fino a sparire. Al suo posto, c'era una ragazzina semitrasparente con i capelli ricci. Si mise a sedere sulle gambe di Thisbe. «Ciao» disse, sorridendo. «Grazie». E sparì.
Sparì anche il dolore che Thisbe sentiva dappertutto. Si rimise in piedi, sorridendo appena. «Che esperienza strana, eh?» Mormorò debolmente. Regina fece capolino dalla tasca della divisa di Emma. Anche lo scoiattolo di Melody si mise ad annusare l'aria.
Butterfly la guardò dritta negli occhi. «Scappa». In quel momento, la bionda si rese conto di quanti occhi la stessero fissando, da ogni parte. Gli uccelli sugli alberi la guardavano, perfino gli altri pesci nel laghetto sembravano pronti a schizzare fuori dall'acqua. Thisbe si mise a correre. «COSA VOGLIONO?» urlò, infilandosi nel corridoio nella scuola.
«THISBE, NON NELLA SCUOLA» le urlò dietro Lorina. «LI PORTERAI DENTRO!»
Thisbe entrò nella scuola, portandoli dentro. Un orda di animali fece irruzione, trascinando via anche le ragazze che cercavano di difendersi come potevano.
⊱ ──────ஓ๑♡๑ஓ ────── ⊰
Maria callas si divertiva a posarsi sulla testa di un enorme drago, che poi finiva per mandarlo via con uno sbuffo di fumo, pazientemente. Elis guardava quell'animale da lontano, con gli occhi illuminati. Brice si mise le mani sui fianchi, con un sorriso soddisfatto. A confronto con la creatura era minuscolo.
Sebbene fosse senza dubbio gigante, il drago era allo stesso tempo sinuoso ed elegante, con le squame madreperla che scintillavano sotto il sole. Era stupendo, ma allo stesso tempo terrificante per i ragazzi, che gli arrivavano malapena a metà zampa. «Normalmente non porto il mio cucciolotto qui all'Accademia, visto che preterisce luoghi più tranquilli, ma visto che c'è la sfida delle fiabe volevo mostrarvelo» cinguettò. «A me sembra più che voglia vantarsi di aver domato un drago» sibilò Khalil, facendo ridacchiare tutti.
Ma a Brice era partita la chiacchiera e ormai stava blaterando riguardo a come aveva salvato una bella principessa da un drago, principessa che, poi, l'aveva friendzonato. Gli occhi giallastri della creatura scrutavano a fondo ognuno dei ragazzi, che si tenevano a debita distanza. Perfino i Mai, qualche decina di metri più in là, si erano fermati dal litigare per ammirare i giochi di luce che creavano le squame dell'animale.
«Ma come fa a volare, se non ha le ali?» chiese Ryuu. «Come fa Felix, suppongo?»
«Io non volo, io fluttuo. Aella vola. C'è una bella differenza, se permettete»
«E se non permettessimo?»
«Ma quindi come vola?»
Maria Callas si posò sulla testa del rosso. «Chiediamoglielo, no? Sono sicuro che risponderà» esclamò. «Correggetemi se mi sbaglio, ma ho visto una tipetta interessante svolazzare qui da queste parti»
«Non siamo esattamente interessati negli uccelli, sai, Maria Callas»
«Avrei detto di sì. Ma non è questo il punto, sono sicuro di aver visto una cornacchia...mi sto perdendo un po', vai Ryuu, visto che sei tanto curioso»
Il principe si mise sulla difensiva e spinse in avanti Jamil. «Vacci tu»
«Perché io?»
«Perché sei la vittima sacrificabile»
«Ah, mi fa, piacere. Khalil, vai tu»
«Ma perché non ci va Sealtiel?»
«Non può andarci Yona?»
«E se invece ci va Felix?»
«Ryuu, vacci tu»
Il canarino sospirò, sempre che i canarini possano farlo. «Hey, chicco di riso» cinguettò, posandosi sul muso del drago. «I mocciosi chiedono come ti chiami»
Il drago non rispose. «Penso non sappia parlare» concluse poi sul suo nido: i capelli di Ryuu. «Peccato, sarebbe stato figo parlare con un drago»
«Magari non voglio semplicemente parlarvi» aggiunse una voce talmente potente da far tremare il terreno.
«È perché sono troppo carino e quindi è in soggezione, capite?»
«O magari è perché sei troppo rompiscatole» sbuffò Jamil.
Yu Mei Te, questo era il nome del drago, puntò lo sguardo sull'azzurro inespressivo. «Anche tu non sei la definizione di sopportabile»
«Te l'ha detto! Ah! Avevo ragione!»
«Chiudi la bocca, pel di carota, o ti faccio diventare olio per lampade!»
Maria Callas ne approfittò per tornare a "giocare" con il drago. «Che per caso hai visto una cornacchia? L'ho vista svolazza qualche tempo fa e ci sto sotto da allora»
«Temo di no, sir»
Brice si rese conto che nessuno stava ascoltando e si fermò, abbastanza offeso. «Yu Mei Te! Vai via, stai distraendo i miei studenti da meeee! Voglio essere io il protagonistaaaa!». Ma prima che potesse iniziare la lezione, sentirono delle urla femminili. «Che succede?» biascicò Sealtiel, confuso. «Vado a vedere» ribattè l'insegnante. «Credo arrivi dal luogo dove Butterfly fa lezione! Arrivo, mia adorata!» esclamò, correndo e sparendo dalla vista dei Sempre, che rimasero con il drago.
L'atmosfera era strana. C'era qualcosa di sbagliato nell'aria, ma se non altro le urla erano cessate. Ed improvvisamente, Yu Mei Te scattò in avanti, puntando verso la torre delle ragazze e di conseguenza verso i Mai, in quella zona. «Ma che sta facendo?! FERMATI, FERMATI!» urlò Yona, agitando le braccia. L'animale non parve nemmeno sentirlo, o vederlo. «Quel coso sembra posseduto» commentò Jamil, legandosi i capelli. «Già, forse dovremmo fermarlo» aggiunse Khalil.
Si guardarono tra loro. «Non ho la più pallida idea di come fare. Maria Callas, qualche consiglio?» domandò Ryuu. Ma il canarino stava svolazzando verso la torre. «Okay, la situazione è grave» decretò Felix. In quel momento però sentirono le urla dei Mai. «Nova!»
«Kay!»
E due dei Sempre corsero dietro al drago, seguiti dagli altri quattro che onestamente non sapevano che fare.
Se c'è qualcosa che ti spaventa, quando tuo padre viene mangiato da un alligatore che fa tic tac, di certo sono i rettili. Il povero Ryan non se ne stava tranquillo nemmeno quando Lucilla prendeva il sole, figurarsi quando un enorme lucertola arrivava verso di lui a velocità della luce. Il problema è che, essendo biondo, non scappò, ma rimase fermo immobile come un cretino, col sangue gelato. Yu hong gli urlò di spostarsi, ma lui rimase fermo e Yu Mei Te lo afferrò per un braccio, cercando di spostarlo dal suo percorso. Tuttavia, quando cercò di scollarselo, era già ad alta quota e il pirata ci teneva abbastanza alla sua vita.
«Beh, siete principi, fate qualcosa!» disse il corvino, strattonando Khalil. «Se muore uno studente ci daranno sicuramente la colpa» chiarì, poi. «Ma non siamo mica abituati a combattere draghi posseduti, noi!»
«E allora che cavolo fate tutti i giorni?» sbraitò Nova. «Non è il momento di discutere» si intromise Yona. «Non è il momento? Non è il momento?! Ryan è stato dannatamente rapito da un drago e voi state qui a guardarlo mentre rischia di morire?!»
Improvvisamente una freccia sfrecciò tra loro, dividendoli, e colpendo il drago, facendogli perdere quota. I ragazzi si voltarono verso Sealtiel, che ne stava incoccando un'altra. Quando alzò lo sguardo per prendere la mira, si sentì tutti gli occhi addosso. Arrossì, cercando di scoccare la freccia, con le mani tremanti. «Non...non sono così bravo...lancio...lancio la freccia più vicina che posso...e poi aggiusto la mira con la magia...» mugolò, abbassando lo sguardo. «Ma è geniale!» strillò Yona. «Attento a non ferirlo, però. Posso provare ad addormentarlo, conosco l'incantesimo giusto»
Khalil nel frattempo si era arrampicato su un albero. «Cosa vedi?» gli domandò, Jamil, a terra. «Sembra che stia puntando a qualcosa...penso che sia Thisbe. Sta correndo, ed ha un'orda di animali dietro. Oh, aspetta, non la vedo più, aspetta che passi di nuovo davanti ad una finestra»
«Forse ce l'hanno con i biondi»
«Non penso. Hey, forse era Thisbe quella che urlava prima!»
«Hai ragione»
«Che facciamo?»
«Penso che Sealtiel stia cercando di farlo tornare a terra, in questo modo Yona può addormentarlo e tadaaan!»
Felix, nel frattempo, si era avvicinato a Nova e a cuor leggero si erano presi per mano, ma nessuno era concentrato su di loro – nemmeno loro due — per notarlo. «Felix, tu non vai a dargli una mano?»
«Ci tengo alla pelliccia, in realtà. E poi preferisco catturare le lucertole normali, non quelle giganti»
«Ma allora, di preciso, che senso ha andare all'Accademia del Bene, se poi non fai del Bene?»
Il gatto rimase colpito dalla frase per qualche istante, poi se la dimenticò. «Al momento non posso fare molto»
«Aiuta quel tuo amico a colpire quel mostro, no?! Non ci vuole mica un genio a capirlo!»
In effetti Sealtiel stava facendo davvero fatica a colpire Yu Mei Te. Agitandosi in continuazione, rendeva difficile colpirlo. E più si agitava, più Ryan perdeva la presa, rischiando di precipitare.
«STA PUNTANDO A THISBE. THISBE STA ANDANDO VERSO LA CIMA DELLA TORRE, SE VA ANCORA PIÙ IN ALTO È FINITA» strillò Khalil a pieni polmoni. Alexandra arrivò correndo. «Ragazzi, c'è un orda di animali che...oh, fantastico» esclamò la principessa, col fiatone, puntando lo sguardo sul drago. «Che facciamo?» domandò Jamil, avvicinandosi all'amica. Si guardarono e poi posarono lo sguardo su Sealtiel.
«Ho un'idea. Se mi trasformo in un cigno, posso portare il capretto vicino al drago»
«Ha senso»
«Ma...ma così dovrò stare attento a non cadere e non riuscirò a mirare...mirare bene!»
«A quello ci pensa Khalil, vero Khalil?»
«Non so nemmeno come fare!»
«Tu sali sull'anatra e non preoccuparti»
«E se cado?»
«Cadi su Ryuu, così muore solo lui»
«va a quel paese!»
Immediatamente la figura di Alexandra scomparve per lasciare il posto ad un enorme cigno dalle piume candide.
La principessa spalancò le ali, facendo posto al ragazzo. «Non...non sono troppo pesante, vero Alex?»
«Certo che sei pesante» rispose Jamil, allontanandosi, mentre Sealtiel arrossiva come un peperone. «Khal, hai capito come reindirizzare le frecce o devo farlo io?»
«No, è semplice, credo»
«Sicuro?»
«Sì~ che carino che sei che ti preoccupi per me~»
«Non farti illusioni»
Alexandra spiccò il volo, mentre il ragazzo cercava di non cadere. «Che succede se cado?» chiese, ma il cigno non rispose, ovviamente. Forse dovrei mettermi in piedi. Cercò di farlo senza fare male all'amica, ma appena abbassò lo sguardo fu colto improvvisamente dalle vertigini. «NON GUARDARE IN BASSO!» urlò Khalil, agitando le braccia. «Ok...ok...posso farcela...ma perché hanno mandato proprio me...non potevano mandare qualcuno di più coraggioso...?» piagniucolò, scoccando la prima freccia, che parve cadere verso il basso.
Improvvisamente, però, la punta si illuminò di una luce dorata e ripartì verso l'alto, conficcandosi in una delle zampe dell'animale, che cacciò un verso di dolore. A Yona si strinse il cuore. «Non facciamogli troppo male!»
«Bel lavoro» commentò l'azzurro, agitando le braccia per farsi vedere.
Una seconda freccia partì, scoccata con più sicurezza. Questa volta, colpì Yu Mei Te di striscio. Felix apparve accanto al castano, ancora arrampicato sull'albero, facendolo quasi cadere per lo spavento.
«Forse dovremmo infliggergli un colpo più potente» miagolò.
«Ma Sealtiel lancia una freccia alla volta. Ho pensato di moltiplicarle, ma poi non riuscirei a indirizzarle nel punto giusto»
«Allora io le moltiplico e tu ti occupi della mira, che ne dici?»
«Oh! È piuttosto intelligente come cosa»
Il micio aggrottò la fronte, domandandosi se gli stava dando dello stupido o meno.
Nel frattempo, però, Sealtiel aveva lanciato quasi tutte le frecce a vuoto, prima di rendersi conto della conversazione fra i due compagni. Arrossì, imbarazzato. «Oh, cavolo...» biascicò. Khalil gli fece una sorta di okay gesticolando. Il ragazzo prese l'ultima freccia e prese un bel respiro. E quando scoccò il dardo della vittoria, accadde una cosa quasi straordinaria. La freccia si illuminò di viola a partire dall'interno, sfilacciandosi in più parti, che assumevano la forma di una freccia completa nonostante fossero frammenti. E quando il bagliore viola sparì, ne prese il posto uno dorato, che portò le frecce a conficcarsi in vari punti del corpo del drago.
Khalil e Felix si diedero il cinque e l' animale perse definitivamente quota, cadendo a spirale e lasciando andare Ryan, che aveva il braccio graffiato e sanguinante. Il ragazzo precipitò nel vuoto urlante. Yu Hong tese le braccia, pensando di prenderlo, o più realisticamente, provare a prenderlo al volo, ma Khalil scese con un balzo dall'albero e lo spinse via, afferrando il biondo al posto suo. «Ti sei fatto male cadendo dal paradiso?» domandò con un sorriso smagliante. Ryan lo guardò, confuso. «Non sei il mio tipo» biascicò, agitandosi. «Mettimi giù»
Nel cadere, Yu Mei Te colpì con una delle zampe sane Alexandra, facendo cadere entrambi nel vuoto. Ryuu, che fino a quel momento stava aspettando il momento adatto per entrare in scena, ripensò all'incantesimo che aveva usato Brice, e il suolo diventò come di gomma. Ma, naturalmente, prese male le misure, facendo sì che non appena Alexandra e Sealtiel toccassero terra Yona venisse sbalzato nell'infinito e oltre. Ma la capretta saltò e lo prese per mano, ed atterrarono insieme, spiaccicandosi a terra perché Ryuu aveva dato per scontato che l'incantesimo non servisse più.
Jamil andò ad esaminare Yu Mei Te, domandandosi se fosse commestibile, incontrando anche Elis, che fissava il sangue come se volesse berlo. In quel momento il drago iniziò a dimenarsi, cercando di riprendere il volo, sotto lo sguardo terrorizzato dei presenti. Ma l'azzurro lo afferrò per la coda, sbattendolo di nuovo a terra. «Che cazzo, però, Kay, fai qualcosa» borbottò, cercando di trattenere il drago dallo scappare. Il principe delle nevi alzò le spalle. «Non mi riguarda»
«La cosa ti riguarderà molto presto, perché se non congeli le zampe di questo coso ti ritroverai l'arco di Sealtiel su per il-»
Perse improvvisamente la presa e la creatura lo lanciò via con un movimento della coda, ma quando fece per ripartire, si rese conto che piante di diversa natura lo trattenevano al terreno. Provò a strapparle, ma in quel momento Kay, sollecitato dal fatto che Jamil gli si stava avvicinando con l'arco in mano nonostante fosse abbastanza ammaccato, congelò le zampe al terreno, impedendogli di muoversi.
Khalil mise a terra Ryan. Il biondo si guardò attorno con la stessa verve di quando ho provato la realtà aumentata: sembrava sotto effetto di acidi. Fece qualche passo in avanti, confuso, poi cadde di faccia a terra, senza sensi. Rimase lì per un bel po' di tempo, prima che qualcuno si curasse di trascinarlo via.
Yona si rialzò e corse dall'amico, inginocchiandosi accanto a lui. «Sei stato spettacolare, Sealtiel! Davvero! Sei stato intelligentissimo...» esclamò, poi poi mettergli una mano sul viso. «Hai un taglio sulla guancia...quando torniamo in camera lascia che te lo curi»
«...Certo...» rispose debolmente lui, lasciandosi accarezzare. I due si guardarono amorevolmente, mentre Elis si avvicinava il più rapidamente possibile. «Yona, forse dovresti addormentare Luciano»
«Luci...Luciano?»
Il corvino guardò male Sealtiel. «Il drago, duh»
«Certo, arrivo! Dovrei anche curargli le ferite, Khalil non si è davvero risparmiato»
Ryuu stava cantando una melodia a Yu Mei Te, per gli amici Luciano. Era una ninna nanna incredibilmente dolce e smielata, ma gli occhi della bestia più che trasmettere tranquillità trasmettevano irritazione. Incredibilmente, però, poco a poco, finì per calmarsi e finalmente addormentarsi. Ryuu e Yona si diedero il cinque. «Siamo stati fortissimi!»
Nova si chiese se fosse il caso di controllare che Ryan fosse ancora vivo, ma venne distratto da Felix. «Perché mi guardi in quel modo?» borbottò il rosso. «Cosa vuoi? Dei complimenti? Bravo» concluse bruscamente, arrossendo ed accarezzandogli la testa, cosa per la quale il micio si era opportunamente abbassato.
«combattere il drago mi ha fatto venire fame...o forse l'avevo pure prima» commentò Jamil, mentre Alexandra riprendeva la sua forma umana. «A me no. Spero ci sia qualcosa di leggero per pranzo»
«Il drago non è leggerissimo»
«Non mangeremo il drago!»
«Sto scherzando...forse...chissà se è commestibile anche crudo»
«Jamil.»
«Non si può dire niente di questi tempi...» bofonchiò il jinn, sorridendo appena. «Comunque bel lavoro, uccellaccio del malaugurio»
«Anche tu non sei stato male, lampadario rotto»
Yu Hong diede un calcetto a Ryan, per controllare se fosse ancora vivo oppure no. Il biondo non emise nemmeno un suono, così il corvino si abbassò e gli prese il viso con entrambe le mani per vedere se almeno respirava. E finì per arrossire come un peperone. È possibile per un ragazzo essere attraente anche con il labbro spaccato e i capelli appiccicati alla fronte? Apparentemente sì.
Aveva ancora gli occhi chiusi e parte del labbro era sporca di sangue ancora brillante. Keiichi incrociò le braccia. «Ma certo, adesso si baceranno pure...»
«Sta zitto!»
Sfortunatamente tutto il resto di animali del bosco azzurro non era affatto addomesticato, quindi si può dire che vennero travolti da un'orda di animali selvatici, che trascinavano anche le ragazze. Ad esempio Lorina scappava da un cinghiale blu cobalto, mentre un criceto (Regina) le mordeva la treccia.
Quel giorno le Sale del Benessere e l'Infermeria furono piene zeppe.
⊱ ──────ஓ๑♡๑ஓ ────── ⊰
Nel frattempo Thisbe era arrivata in cima alla torre e aveva sbattuto la porta di quella sorta di stanzino dietro di se, respirando a fatica. Non era abituata a correre, lei. Era piuttosto sicura che qualche animale sarebbe riuscito comunque ad entrare, ma ora non sapeva dove scappare e tanto conveniva riposarsi un secondo. Stranamente non sentiva più grugniti provenire dall'esterno. Forse Butterfly li aveva fatti calmare e tornare da dove erano venuti. Si affacciò alla finestra, e vide sempre e mai che le prendevano di santa ragione da tutto il Bosco Azzurro. Le venne un po' da ridere e un po' da piangere.
Improvvisamente una cornacchia e un canarino si posarono sul davanzale. La bionda fece qualche passo indietro. «Maria Callas...uhm, signorina...» esclamò, coprendosi il viso con le braccia. «Che volete tutti quanti da me?»
Improvvisamente la risposta si fece strada nella sua testa. Aveva ritrasformato in una bambina i pesciolini dei desideri. Volevano anche loro tornare umani. «Non so come fare, mi dispiace. È stato per caso, ve lo giuro...se potessi lo farei»
I due la guardarono, con aria triste. «Posso fare un tentativo» disse solennemente alla fine, prendendo tra le mani la cornacchia.
Non successe niente. Thisbe si rese conto che ci aveva sperato tanto. Aveva fatto una magia, aveva fatto qualcosa di straordinario, che gli altri non erano riusciti a fare. Ma era successo per caso, e non sarebbe successo di nuovo. Si sentì triste e chiuse gli occhi, lasciando che delle lacrime le bagnassero le guance. Qualcuno le accarezzò la testa, stringendola a se. «Su, su» mormorò una voce gentile. La bionda aprì gli occhi, trovandosi davanti due persone che non aveva mai visto.
Una era la voce che le aveva parlato. Lunghi capelli corvini ed oleosi le coprivano in parte la faccia, e aveva le mani più rovinate che avesse mai visto, con le unghie tutte mangiucchiate. Aveva un vestito nero che arrivava poco più giù delle ginocchia e dei calzettoni bucati. Non era un bel vedere, ma il ragazzo accanto a lei la guardava come se fosse Venere.
Lui, invece, era snello e ben piantato, con capelli castani arruffatissimi e occhi che parevano bottoni appiccicati male ad una bambola. Aveva una sorta di grembiule che ricordava quello di un oste. Le sorrise in modo sbilenco. Thisbe aprì e chiuse la bocca più volte, come un pesce lesso. «Voi...voi siete?»
«Maria Callas e Cornelia» esclamò il ragazzo, prendendo per mano la corvina, che sorrise stupidamente. «O, se preferisci, Vittorio ed Elois»
La bionda si mise in piedi, agitandosi. «Come? Cosa? Dove sono? Gli uccelli, dico! Dove sono? Voi siete loro oppure...»
Elois le mise una mano sudaticcia in faccia. «Grazie»
Thisbe si aggrappò al grembiulino. «Non sparite! Ryuu mi ammazza se scopre che ho fatto fuori il suo animale domestico»
«Non preoccuparti, non spariremo, piskella. Ah, mi era mancato avere le braccia. È stato un peccato non poterti tenere la mano per così tanto tempo» esclamò Vittorio, stiracchiandosi.
«Siete fidanzati? Da quanto tempo vi conoscete?»
«Siamo promessi sposi, e ci conosciamo da quindicinque minuti»
«Si dice quindici, tesoro»
Thisbe si mise in piedi. «Promessi sposi? E vi conoscete da così poco? E poi perché non sparirete? Oh, Ryuu mi fa fuori»
«Se ti tocca anche solo con una piuma gli accendo le sopracciglia non temere. E poi quella bambina di prima avrà avuto almeno trecento anni. Io ne ho...» fece il calcolo con le dita. «Ventitré»
«Io venticinque, non spariremo, abbiamo ancora tanto tempo davanti»
«E dobbiamo ancora allevare dieci dozzine di pulcini»
«Chiameremo la nostra prima figlia come te»
«Il primo maschio possiamo chiamarlo Cesare?»
Elois sospirò, poi prese per mano Vittorio e aprirono la porta, saltellando giù per le scale. Thisbe sorrise, incerta su cosa fare. Poi, però, arrivò una fata, che le morse un orecchio. La bionda cacciò un urletto e visualizzò il tutto lucidamente. Era la mia ultima possibilità. E ho fallito. Sarò bocciata. Altre quattro fate la trascinarono fuori dalla torre e la ragazza si domandò cosa le sarebbe successo.
⊱ ──────ஓ๑♡๑ஓ ────── ⊰
Ada spalancò la porta della sua stanza. La maniglia le rimase in mano e lei aggrottò la fronte, alquanto irritata. Harriet era seduta sul letto, e Samael la guardava come una madre apprensiva. Entrambe si voltarono verso di lei. «Ti stavamo aspettando» disse quindi la viola, incrociando le braccia. «Cosa volete?» rispose Ada, buttando i libri sul letto. «Smettila di fare così!» strillò con voce stridula Harriet. «Sappiamo il tuo gioco! Salti le lezioni, ma quando vieni finisci sempre al primo posto! Smettila! Non vuoi nemmeno essere una strega, smettila di rubarci il posto»
«Chi ti ha detto che non voglio essere una strega?»
In camera calò il silenzio. Poi finalmente Samael parlò: «il tuo comportamento. Non hai l'aria di una studentessa modello. Forse tu non capisci quanto il tuo comportamento sia dannoso per noi. Vorremmo evitare di venire trasformate in piante o animali, mentre per te non sembra essere un problema»
«Per me è un problema»
«Allora atteggiati come se lo fosse!» squittì la lilla, alzandosi in piedi e avvicinandosi alla lettrice, con gli occhi rossi che brillavano di rabbia. «Il mondo non sta ai tuoi comodi, stupida!»
«Ma fammi il piacere. Tu vorresti diventare una strega, poi? Non faresti del male a una mosca»
«Non è il momento di discutere. Ada, conosci il numero perfetto?»
«Non è il momento di discutere! Ma se avete iniziato voi»
«Conosci il numero perfetto?» ripeté impassibile Samael.
Ada si arrese. «No»
«Bene. Le congreghe di streghe sono sempre composte da tre membri. Io e Harriet abbiamo sempre sentito una certa connessione fra noi, quindi tu devi essere il nostro terzo membro, se vogliamo provare a vincere la sfida delle fiabe»
«E perché dovrei darti una mano?»
«Perché porterebbe giovamento anche a te. Una crescita esponenziale del tuo potere potrebbe convincere l'altra lettrice a tornare a casa»
«E noi potremo diventare vere streghe, una volta che tu sarai andata via»
La lettrice strinse i pugni, conficcandosi le unghie nella carne. «Mi sembra ragionevole. Cosa dobbiamo fare?»
«Niente. Il potere fluirà da se, se sei il membro giusto. Potrebbe anche non essere così. Diamo una possibilità alla magia»
«Chiaro» mugugnò infine Ada. Probabilmente era la conversazione più lunga che avesse mai sostenuto in tutta la sua vita.
«Niente tradimenti» biasciò Harriet. «Non voglio che nessuna delle due mi pugnali la schiena»
«Niente tradimenti» ribatté Samael.
La lettrice fece per dire qualcosa, ma un lupo spalancò la porta, afferrandole il braccio e trascinandola fuori. «Ma che diamine?!»
«Tu e la lettrice state creando troppi problemi. Troppi troppi. Le presidi sapranno che fare» rispose lui con una sorta di grugnito.
⊱ ──────ஓ๑♡๑ஓ ────── ⊰
Quando Ryan riaprì gli occhi, si rese conto di essere in camera. Si mise a sedere, constatando che preso avrebbe avuto nuove cicatrici sul braccio. Gli girava la testa e gli faceva male un po' tutto. Yu Hong era seduto poco più in là, con la schiena ricurva a disegnare qualcosa. Il biondo si sporse cercando di vedere cosa stava facendo. «Pensi di poter partecipare alla sfida?»
«Certo» ribatté con voce roca il pirata. «Dei graffietti non mi fermeranno»
«Bene» rispose il corvino, passandosi una mano nei capelli, facendone cadere qualcuno.
«Hai qualche malattia? O stai diventando calvo?»
«quando hai battuto la testa devi aver perso i tuoi ultimi neuroni» commentò acido Yu Hong. «Sono rovinati perché dove sono nato c'è tanta cenere. Troppa cenere»
«Hai risposto» fece notare il biondo, aggrottando la fronte.
«Ma non mi dire»
«Ero sorpreso, tutto qui»
Ryan si alzò, zoppicando, e prese un quadernino. «Che fai?» gli domandò a quel punto Yu Hong. Il biondo non rispose. «Io ho risposto alla tua domanda. Tu rispondi alla mia»
«Scrivo» ribatté l'altro.
«Che cosa?»
A quella domanda non ci fu risposta e nella camera tornò a regnare il silenzio. Keiichi spalancò la porta, senza curarsi di bussare. «Mi trasferisco qui» disse, senza troppi complimenti. «Così Alexis e Felis ti hanno finalmente sfrattato, huh»
Il principe si sforzò di mostrare un sorriso. «Non proprio. Ho deciso di andarmene di mia spontanea volontà»
«Perché sei venuto da noi? Non potevi andare da Kay e compagnia bella?»
«Sono già in tre e se permetti, non voglio finire sepolto da peluche di uno stupido pupazzo di neve»
Ryan storse il naso. «Puzzi di pesce»
«Che cosa?!» esclamò il corvino. I suoi compagni di classe ce la stavano mettendo tutta a stargli sui nervi. «Non offenderti. C'è davvero puzza di pesce morto» rincarò la dose il pirata. «Ora che lo fai notare...» aggiunse Yu Hong. La fonte di quell'odore vomitevole finì per essere un merluzzo stecchito tra i vestiti di Keiichi. Non fu difficile capire gli artefici dello scherzo. «Ma che bel regalo d'addio...» mugugnò il corvino, lanciando il cadavere dell'animale fuori dalla finestra. «Alla sfida gliela farò pagare amaramente»
Ryan e Yu Hong si guardarono, ed alzarono le spalle.
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Sealtiel era seduto all'ombra, mentre Yona gli passava una pomata a base di erbe sulla ferita. «Brucia un po', vero? Non temere, passerà subito e ti sentirai molto meglio» esclamò il principe, sorridendogli. Elis si avvicinò ad entrambi. «Ciao Yona. Non dovevamo pranzare insieme oggi?» domandò, ignorando totalmente l'altro ragazzo. «Oh, hai ragione! Ti dispiace se Sealtiel rimane con noi? Gli stavo medicando una ferita»
La corvina assottigliò lo sguardo, mentre il più basso cambiava colore da rosso a viola, terrorizzato. «Okay. Che mangi oggi?»
«Ci hanno dato un'insalata e delle fragole. Ne vuoi un po'?»
Elis fece cenno di no con la testa, mentre Lucilla si arrampicava sulla testa di Sealtiel, che cercava di togliersela di dosso. «Non farle del male» lo rimproverò il corvino, sgranocchiando uno scarafaggio. I Sempre trattennero un conato di vomito. «Se ti fa schifo, puoi anche andare via» proclamò la mai, fissando il capretto. «No...va bene così...»
«Ho detto, che se vuoi, puoi andare via»
Sealtiel si mise in piedi. «Ho dimenticato una cosa in camera!» esclamò, allontanandosi a grandi passi. «Oh, quando l'hai presa torna qui! Sono sicuro che Elis avrà finito il suo pasto e potrai mangiare con noi!». Il bianco annuì, ma non appena fu lontano delle piante gli bloccarono i piedi a terra. Lucilla andò a mordergli le guance, lasciandolo lì a piagnucolare. «Hai mai mangiato delle fragole?» domandò Yona, prendendone una e porgendola all'amica. «Fai ahhhh»
«Ah»
Elis masticò, traendo la conclusione che anche questa volta le blatte erano più buone. «Sono...mangiabili»
«Ne sono contento!» esclamò Yona, abbracciandolo istintivamente. Si ritrasse subito. «Scusa, mi è venuto naturale...»
«Cos'era?» domandò lei.
«Un abbraccio»
«Che schifo, fallo di nuovo»
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Felix stava facendo le fusa. Era una cosa che non faceva con chiunque...solo con la sua famiglia. E Nova, ovviamente. Il rosso sbuffò. «Smettila»
«Ma sono contento»
«Non dovresti esserlo! Un alligatore ha tentato di mangiarti la coda!»
«Ma sono con te ora, e poi Yona mi ha messo una crema appiccicosa o qualcosa di simile e sto meglio. Comunque secondo te ho davvero messo su più muscoli? Alla fine non mi ha risposto»
Il principe alzò gli occhi al cielo. «Sì, è vero. E ora?» bofonchiò. «Non dirlo solo perché voglio sentirmelo dire!»
«Ma è vero!»
«Allora lo pensi davvero!»
«Certo che lo penso davvero, stupido»
«Quindi nello spogliatoio eri solo geloso~»
Il rosso gli diede un botta in testa. «Sta zitto»
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Alexandra prese per mano Aella. «Quindi...come va adesso?» domandò, grattandosi la testa. «Malino» ribatté la rossa. «Lo scoiattolo di Melody mi ha masticato il ciuffo e ho dovuto tagliarlo un po'. Ricrescerà, ma per ora ho un taglio scomodo e bruttino»
«Sembri ancora di più un ragazzo» provò a consolarla la più alta. «Davvero?!» rispose lei, con gli occhi illuminati. La principessa sorrise. «Sí»
Sorrisero, imbarazzate. «Era buono il pranzo, vero?» chiesero all'unisono, arrossendo, ancora più in imbarazzo. «Sì. Le fragole erano dolcissime» aggiunse Aella. «...come te?». Alexandra rise, con il viso tutto rosso. «Cos'è questo flirt alla Khalil?»
«Ho letto un manuale di approccio. Si chiama Ars Amatoria» esclamò fierissima lei. «Sta funzionando?»
La rosa si abbassò per arrivare all'altezza dell'altra. «Direi proprio di sì»
Si guardarono dolcemente, e Aella si mise in punta di piedi per baciarla. Melody fece capolino da un cespuglio. «Siete sicuri che funzionerà?»
«Ma certo, le ho dato tutti i consigli del caso»
«Come se tu avessi mai baciato qualcuno»
«Veramente ho baciato te»
«Che carine che sono. Vorrei che Nova mi guardasse come Aella guarda Alexandra»
«Tsk! Antoniette, segna sulla mia agenda che devo trovarmi un partner»
«Certo Emma»
«Sono sicura che un giorno Thisbe mi bacerà allo stesso modo»
«Sono così adorabili! Eh, Yona non addormentarti sulla mia spalla!»
«Perché no? Sei morbido...»
«Ragazzi, dobbiamo fermarle, sono due ragazze! Se si baciano sarà qualcosa di terribile...ahia Melody!»
«Senti qualcosa?» esclamò Aella, guardandosi attorno e facendo qualche passo in avanti. «No» rispose Alexandra, afferrandole il viso e baciandola. La rossa socchiuse gli occhi, ricambiando il bacio e passandole la mano tra i capelli. I Sempre cacciarono dei risolini, guardandosi tutta la scena, mentre Yona si addormentava addosso a Sealtiel. Sorrise, arrossendo leggermente.
Quando si staccarono, si guardarono dolcemente. «Mi piaci tanto, Alex»
«Anche tu, Aella»
Intrecciarono le loro mani, allontanandosi felicemente verso la scuola. «Quindi sono fidanzate ora?» chiese Emma, uscendo fuori dal cespuglio. «Buon per loro»
«Secondo me sei un po' invidiosa di loro, scommetto che vorresti avere anche tu qualcuno che ti ami come si amano loro~»
«Ma fammi il piacere, Antoniette. Io sto benissimo da sola. Smettila con queste sciocchezze»
«Non c'è bisogno di essere così acida»
«Non sono affatto acida!»
La fata rimase in silenzio, ferita. Lorina le mise una mano sulla spalla. «Non preoccuparti, sai com'è fatta Emma...a volte è parecchio smorfiosa»
«È così che la pensate voi due? Mi fa piacere!»
«Dai, non litigate» si intromise Melody.
«Sta zitta, tappo»
«Ma come ti permetti!»
«Ma come ti permetti tu?! Io sono una principessa, non dovreste parlarmi in questo modo»
«Solo perché ti abbiamo detto che sei invidiosa? È esattamente questo il motivo per cui non hai nessun'amica, Emma» proclamò infine Antoniette. «Tu sei mi amica, razza di idiota»
«Non è così. E non aspettarti che mi scusi» concluse l'azzurra, andandosene via, seguita dalle altre ragazze. La castana strinse i pugni. «Sapete quanto me importa! Per me puoi anche morire senza scusarti»
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Ho sicuramente dimenticato qualche parte ma avete aspettato tanto per questo capitolo quindi 💔💔💔💔
In più la maggior parte della roba l'ho scritta alle undici con Nicki Minaj in sottofondo e la gente che mi mandava disegni storti quindi sono scusata? Yes. E poi ero pure in blocco creativo 😍😍😍 insomma fantastico
+ come vedete alcuni personaggi non compaiono più molto spesso. Questo perché le loro schede sono state eliminate o comunque non ho un feedback dal loro autore. I personaggi sono tanti, non mi costa niente eliminarne qualcuno. Quindi...
Buona giornata!
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