20 :: [Metti il titolo]
Hannah era piuttosto stanca quella sera, quindi quando aveva avuto l'occasione di buttarsi sul letto si era addormentata in meno di due minuti. L'unico problema era stato svegliarsi esattamente un minuto dopo l'inizio del sonno di bellezza, per colpa di un continuo bussare alla porta. «Avanti» biascicò, con la faccia affondata nel cuscino, convinta si trattasse di Morticia, o, al massimo, Ottilie. Invece quando la porta si aprì pensò di aver visto un fantasma e schizzò in aria, prima di riconoscere Thisbe.
La ragazza aveva gli occhi talmente rossi che la preside pensò di offrirle del collirio. I capelli erano arruffati, le gambe e le braccia livide ed era completamente zuppa di fango. La donna non se la sentì di mentirle. «Hai un aspetto terribile, tesoro» mormorò appena, squadrandola da capo a piedi. La divisa era praticamente distrutta. I fiocchetti dovevano essersi staccati per...qualunque cosa le fosse successa. Aspetta, perché diamine Thisbe era combinata così?! Qualcuno l'aveva aggredita?! «THISBE COSA TI È SUCCESSO?» strillò in preda al panico, agitando le braccia.
Butterfly, dalla camera accanto, diede un pugno al muro per farla smettere di urlare. «Se è stato un Mai Morticia mi sentirà! E mi sentirà per davvero!» proseguì a bassa voce. La bionda deglutì. Aveva pianto talmente tanto che le faceva male la gola ogni volta che deglutiva ed era sicura che non sarebbe riuscita a trattenere i singhiozzi se avesse aperto bocca. Tirò su col naso.
«Se non vuoi dirmelo va bene lo stesso. Anche se non riesci a dirmelo va bene. Vuoi un abbraccio?» chiese, avvicinandosi un po'. Per un attimo sperò che dicesse no solo per non sporcarsi la camicia da notte nuova, ma una sua studentessa aveva bisogno di aiuto e non si sarebbe tirata indietro. Thisbe annuì, sentendo gli occhi inumidirsi di nuovo. Tirò ancora su col naso in modo rumoroso, singhiozzando senza riuscire a fermarsi. Avrebbe voluto davvero risponderle con delle parole, ma in quel momento non riusciva a metterne insieme nessuna.
Si lasciò abbracciare e pensò davvero di voler tornare a Gavaldon. La selva non era nemmeno minimamente vicina a come se l'era immaginata. Aveva una vaga idea di come potesse essere l'Accademia, ma non pensava di trovare studenti morti ad infestarla, maledizioni e continui pianti. Non era così che doveva andare. Voleva semplicemente esplorarla per conto suo, incontrare fate o animali fantastici, non farsi mettere i piedi in testa da una ragazzina che aveva cercato di aiutare. Per un attimo aveva pensato di dire alla preside che era stata Ada.
Sarebbe stato giusto farla finire di nuovo nelle Sale del Malessere. Era stata cattiva con lei e meritava una punizione e l'unica cosa che l'aveva fermata dal denunciarla alla preside era il fatto che non riuscisse a smettere di singhiozzare. Le batteva anche troppo forte il cuore, come se stesse facendo qualcosa di sbagliato all'insaputa di tutti. Era una Sempre, no? I Sempre perdonano, non pensano alla vendetta.
Decise di staccarsi dall'abbraccio di sua spontanea volontà, osservando le macchie appiccicose che aveva creato sulla camicia della preside. «Vuoi farti un bagno?» chiese Hannah, osservando sconsolata il suo pigiama. Thisbe fece cenno di no. Era troppo stanca per farlo. Se non altro, almeno si stava calmando un po'. Inizialmente aveva pensato di andare nella sua stanza, ma avrebbe sporcato le lenzuola immacolate del suo letto e spaventato a morte le sue compagne. «Dimmi tu cosa vuoi fare»
La bionda si mise a sedere sullo sgabello accanto alla scrivania. Sospirò profondamente, cercando di fare chiarezza nella testa. «Posso...dormire...qui?» biascicò, tirando ancora su con il naso e strofinandosi la faccia. Sperò che Hannah non le chiedesse di ripetere. La donna non aveva un'espressione esattamente felice, ma le mostrò il pollice in sù, indicandole il letto. A quel punto Thisbe si chiese quanto fosse strano domandare di dormire sul pavimento.
Quindi si girò verso la scrivania e posò la faccia sui compiti corretti, che erano piuttosto morbidi, rispetto ai sassi. Fece finta di russare, anche se era poco credibile, dato che continuava a singhiozzare. Ma Hannah era abbastanza inesperta sul fingere di dormire, quindi le mise addosso una copertina e uscì dalla camera. Thisbe si chiese dove stesse andando, si rispose «bagno» e finalmente chiuse gli occhi.
Quando li riaprì, fu per colpa della luce che filtrava dalla finestra. Le faceva male la schiena, ed anche la testa. In realtà le faceva piuttosto male tutto. Durante la notte le era anche scivolata via la copertina di dosso. Raddrizzò la schiena e si scollò il foglio dalla faccia. Mi dispiace per Aella. Il suo compito è tutto appiccicoso ora.
Si sentiva meglio? Decisamente no. Ma doveva affrontare un problema alla volta. Probabilmente le lezioni non erano ancora iniziate, perché sentiva vociferare nel corridoio («Perché ROSA? IL ROSA È PER LE FEMMINE, JAMIL!» «Io dico che una tinta ti ci vuole ogni tanto...e poi il rosa fluo è proprio il tuo colore!»)
Valutò rapidamente se uscire, farsi un bagno veloce, stirare un po' la divisa e presentarsi con i compiti non fatti e l'aspetto di uno zombie. Alla fine optò per il rimanere in camera. Saltando la lezione avrebbe potuto farsi un bagno più lungo e studiare. Era meglio tenersi impegnata per non pensare all'accaduto. Afferrò i fogli dei compiti in classe e lesse le risposte dei compagni, poi cercò il suo. Un misero 56% era scritto in rosso al lato, con un commento. «Ti sei impegnata! La prossima volta puoi fare meglio!»
Non era esattamente uno dei modi migliori di iniziare la giornata. Hannah spalancò la porta. «Oh! Cara! Ti sei svegliata! Buongiorno! Hai intenzione di andare a scuola oggi? Spero di sì!»
Thisbe si mise in piedi. «Penso di no. Mi dispiace» ammise, con la bocca impastata. Si portò una mano al mento. «Non importa, non sei nella condizione di farlo, non ti preoccupare. Mi passi i compiti? Grazie, grazie. Oh, hai già visto il tuo voto? Non ti preoccupare, è un buon risultato per una lettrice. Ora vado! Mi raccomando, datti una sciacquata»
«Aspetti un attimo»
«Certo. Dimmi tutto»
«Non c'è...ad esempio...un numero massimo di assenze che posso fare? Oppure posso saltare quanti giorni voglio?»
«Questo è a tua discrezione, mia cara. Ma sappi che se non segui le lezioni, andrai male e verrai bocciata. Non credo tu voglia. Comunque non preoccuparti, capita di avere dei momenti no»
La bionda annuì un po' scettica e vide Hannah sparire nel corridoio, mentre correva via con i tacchi che sembravano sul punto di buttarla giù. Missione numero uno: trovare qualcosa da mangiare.
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Lorina se ne stava seduta al suo posto, intenta a fare un castello di carte. Stava anche venendo bene, se non fosse che era continuo bersaglio delle cerbottane dagli ultimi banchi. «Sai mica se oggi Thisbe viene a lezione?» le domandò Emma, sporgendosi in avanti, facendo anche a mo' di scudo per le palline di carta.
La rossa alzò le spalle. «Non è nemmeno tornata in camera ieri sera. Ha detto che andava a farsi una passeggiata ma poi boh, è praticamente scomparsa. Spero sia tutto okay»
Antoniette si sporse in avanti assieme ad Emma. «Magari l'hanno uccisa. Ho sentito dire che hanno ucciso delle studentesse così! Non è spaventoso? Certo, bisognerebbe chiedere a Khalil, lui queste cose in genere le sa. Uff, vorrei che passassero i pettegolezzi anche a me in tempo reale e non settimane dopo»
«Forse è perché sembra un ventenne mai...se smettesse di sbottonarsi la camicia sembrerebbe anche un professore» ribatté Emma. «Anche i professori di sopravvivenza nella selva girano mezzi nudi, che vuol dire? Khalil è piuttosto popolare come studente perché è di buona mano, anche se è un po' ficcanaso. Non ci vuole un genio per capirlo» si aggiunse Lorina, grattandosi la testa. In quel momento aveva un po' di batticuore. Il fatto che avesse deciso di ignorare i suoi sentimenti per Thisbe non voleva dire che fossero magicamente scomparsi. Cercava solo di non pensarci.
«Mi sono sentito chiamare. Certo che sono un ragazzo di buona mano, serve mica una dimostrazione~?» strillò il castano per farsi sentire qualche posto più indietro. «Rispetta le donne, Khalil» proclamò Felix, intento a tentare di far volare una penna con il pensiero. Il suo obbiettivo era farla schiantare contro il muro, ma non aveva ottenuto nessun risultato. «Come disse una volta un saggio, all women are queens»
Jamil si alzò in piedi e sbatté le mani sul banco, facendo cadere metà della roba del micio. «IF SHE BREATHES SHE IS A THOOOOOOT»
Yona sorrise imbarazzato, mentre Alexandra si preparava a tirare qualcosa in faccia all'amico. Fortunatamente — o sfortunatamente — lui si abbassò in tempo da evitare il tomo di Incantesimi per principianti o per casi umani come voi, che arrivò direttamente in testa a Sealtiel. In quel momento voleva sprofondare. La principessa si coprì la bocca dispiaciuta, mentre Aella sghignazzava senza ritegno.
Hannah entrò in aula e la classe ammutolì. «Vedo che vi state divertendo» sospirò, posando i libri sulla scrivania. «Oggi è una lezione importante, quindi vi prego di prestare attenzione. Mi dispiace solo che non siate tutti...»
«La lettrice sta facendo un sacco di assenze. Magari si vergogna di essere nella stessa classe di principi favolosi come noi» commentò Ryuu, passandosi una mano nei capelli.
«Probabilmente sì, ma non per il motivo che pensi tu»
Lorina sospirò, guardando il posto vuoto al suo fianco. «Come vi sentite? Carichi di energia? Sentite la magia scorrere nelle vostre vene?»
Alexandra si morse le labbra. «L'unica cosa che sento è la voglia di morire»
L'insegnante assunse un'espressione perplessa. «Fantastico. Siete riusciti almeno a capire come accendere e spegnere il dito?»
«No» rispose in coro la classe. «Il mio si accende e si spegne in continuazione, tipo spia del wi-fi che non funziona» spiegò Antoniette.
«È un'espressione molto carina e per nulla anacronistica, fammela segnare un secondo» esclamò gioiosa la donna.
«Ho la sensazione che questa più che una storia sia una parodia» bofonchiò Felix. «Perfettamente d'accordo. Quando arriva la parte seria?» concordò Jamil, intento ad intingere il pennino nell'inchiostro. «Probabilmente mai. A meno che non muoia qualcuno, credo. Dovremmo ricontrollare se c'era un disclaimer sulle morti dei personaggi»
«Mi sa che è stato cancellato assieme agli avvisi però...meglio rimetterlo»
«FINITILA DI FARE SPOILER VOI DUE!» strillò Emma, tirando le orecchie di entrambi.
«Guarda che lo spoiler l'hai fatto tu dicendo che era uno spoiler quando non abbiamo detto praticamente niente!»
«Esatto, poi confondiamo tutti! E comunque se mi tiri per l'orecchino rischi di strapparmelo e grazie ma no grazie. Il mio sex appeal dipende da quello»
Hannah li guardò e sospirò. «Va bene, va bene. Iniziamo la lezione con le cose che assolutamente non dovete provare»
«Ha detto non provare, vero?» sussurrò Ryuu a Melody, intenta a disegnare Hannah. «Sì» rispose lei, anche se non era esattamente sicura di quale fosse la risposta giusta. Khalil colse l'opportunità al volo. «Ma come, dolcezza, non stavi prestando attenzione? Erano le cose da provare assolutamente»
«Numero uno. Le pozioni d'amore non funzionano mai, è inutile provarci...l'unica cosa che potreste ottenere è intossicare la vostra cotta. Adesso sturatevi bene le orecchie, perché lo dirò una volta sola. Il fatto che le pozioni d'amore non funzionino non significa che quelle per fare infatuare le persone di voi non siano valide. È questo il problema, perché non state creando una pozione per il vero amore, ma una per andare a letto e basta. E SICCOME AVETE QUINDICI ANNI, FARESTE MEGLIO A NON PROVARLE PROPRIO. Chiaro? Questo vale soprattutto per te, Khalil»
«Tanto ci sono i cibi afrodisiaci...secondo lei le patatine ne fanno parte?»
«Io so che i finocchi sono cibi afrodisiaci, me l'ha detto sua altezza Lorina! Solo che a me non piacciono, sono strani, hanno tipo una parte liscia e il resto strano, non so se mi capite»
«Le ostriche anche sono afrodisiache, ma chi è che si mette a mangiare quella roba prima di farlo?»
«Io mangerei un branzino grigliato. Però poi però l'alito sa di pesce...e sarebbe strano chiedere di andare a lavarmi i denti»
Maria Callas osservò la preside sconsolata. «Suvvia, suvvia, non essere così triste piskelletta. Sono ancora mocciosetti, è normalissimo avere gli ormoni a palla»
«Ma così tanto? Voglio dire sono ancora bimbi...io alla loro età mi nascondevo per non farmi trovare dai mostri dell'armadio»
«L'unica cosa nell'armadio sono loro, in questo momento»
«Già...» si mise a sedere.
«Che fai? Non continui la lezione?» domandò il canarino, osservando tutta la classe ridere e fare battute.
«Che senso ha? Stanno creando dei bei ricordi, qualcosa che conserveranno per sempre, qualcosa che farà loro ridere quando gli tornerà in mente...la scuola è anche questo, no?»
«Mi piace il tuo ragionamento. Ma se continui ad essere così permissiva rimarranno zucconi ignoranti»
«Hai ragione» sorrise e poi si mise a sbattere un libro sulla cattedra. «RAGAZZI PRESTATE ATTENZIONE»
Piano piano il chiacchiericcio sparì, lasciando gli alunni alla loro lezione. «Un'altra cosa è quella di evitare di usare la magia quando si è arrabbiati, altrimenti rischiate di combinare disastri, dato che la mente è offuscata. È importante capire cosa volete davvero! Per questo le ragazze si eserciteranno con i pesciolini dei desideri! Per voi ragazzi...beh, andrà bene qualunque cosa...»
Felix alzò la zampa. Che detta cosa mi ricorda l'outro di Ratorix. O i cuccioli cercamici. O l'album degli amici cucciolotti- okay no scusate torno a raccontare cosa sta succedendo.
«Perché noi non possiamo esercitarci? Mi sentirei più sicuro se il bottom più accanto si esercitasse almeno un po' e non facesse esplodere camera mia»
«Gne gne» gli fece il verso Jamil. «E ti ripeto che non sto sotto»
Khalil diede una gomitata a Ryuu. «Da quando quei due sono così amici?»
«Da stamattina, credo. Quando ho cacciato Jamil per la tinta è andato a sedersi vicino a Felix ed hanno iniziato a parlare»
«Okay» commentò solamente il principe, osservando con la coda dell'occhio il compagno di stanza sorridere.
«Non so cosa tu intenda per bottom, ma credo che Brice abbia in mente qualcosa...in ogni caso gli farò presente che ci tenete ad allenarvi»
Sealtiel sospirò. Il suo intento non era quello di farsi sentire, ma finì per avere tutti gli occhi puntati addosso. Sorrise imbarazzato, con le guance rosse. Non che avesse qualcosa contro Felix — anzi! — semplicemente l'idea di fare altre attività supplementari con tutti quei bei ragazzi...insomma, si sentiva un po' a disagio.
Fortunatamente presto si dimenticarono di lui. Era molto più comodo mantenere un basso profilo. Rimase a guardare Yona intento a prendere appunti, con le guance che si coloravano ancora di più e un sorriso dolce. Quel ragazzo era meraviglioso in tutto. Aveva dei difetti? Improbabile.
Non si lamentava mai di nulla, dormiva con un adorabile mascherina e abbracciato ad una copertina. Era carinissimo. E Sealtiel si era perfettamente accorto di essersi preso una cotta per uno studente inarrivabile...non che gli altri fossero più accessibili. Ma Yona era su un piano superiore.
Sapere che non sarebbe mai stato ricambiato non gli faceva nemmeno poi così male. Era semplicemente rassegnato al fatto che nessuno si sarebbe mai potuto innamorare di un ragazzino con le corna da capra. I professori gli rimproveravano il cappello, ma lui senza si sentiva semplicemente morire. Anzi, era una fortuna che nessuno accennasse a suo padre. Sarebbe morto d'imbarazzo. A dire il vero quasi nessuno nella classe parlava molto dei propri genitori.
Yona, d'altro canto, si era reso conto che Sealtiel lo stesse fissando. Magari voleva degli appunti? Oppure qualcos'altro? O magari non stava fissando proprio lui. Si rivolse verso di lui con un sorriso splendente. «Ti serve una mano?» chiese, ed anche se il ragazzo fece cenno di no con il capo, tracciò in aria un cuore con il dito illuminato. «Guarda che cosa ho imparato a fare!»
«È davvero...figo...» mormorò timidamente in risposta l'altro. Sentì il battito cardiaco aumentare a dismisura nel vedere quel grazioso cuoricino. «Io ancora non riesco molto a controllare incantesimi del genere...»
Yona gli prese la mano, guidandolo nel fare una stellina in aria. «Vedi, non è difficile! Ora devi solo illuminare il dito»
Il ragazzo sentiva le guance prendere fuoco ed inoltre aveva gli occhi di tutti la classe puntati addosso. Hannah se ne accorse. «Come dicevo, c'è il falso mito che una delle emozioni più semplice da usare per la magia sia la rabbia...è vero, in un certo senso. Accendere il dito così è una cavolata, ma la vostra magia sarà incostante, grossolana, imprecisa. Rischiate che le vostre emozioni prendano il controllo e potreste fare... strane. Morticia mi ha raccontato di un alunno che ha dato vita ad una bambola anziché farla esplodere» ridacchiò e Sealtiel la guardò con gratitudine.
«Non mi viene in mente nient'altro. Cercate di non canalizzare le vostre energie negative e non utilizzate la magia su altri studenti. Non fatevi del male tra voi. Se siete molto interessati all'argomento, ho una pila di libri del secondo anno per gregari che possono essere interessanti. Antoniette, tua madre ti ha dato i suoi? Erano dei volumi fantastici. No? Che peccato. In generale per chi decide di prendere la strada per diventare un protagonista abbandona la magia. Sono sempre gli aiutanti a salvare le situazioni» sospirò, mettendosi le mani sui fianchi. «Per piacere, non combinate disastri»
I ragazzi uscirono dall'aula, mentre Alexandra, più lentamente, rimetteva i suoi appunti nella borsa. Aella rimase seduta, aspettando che uscisse la professoressa. Ma dato che Hannah non sembrava muoversi, illuminò il dito e fece cadere un vaso al di fuori della stanza. La professoressa andò a vedere cosa fosse successo e la rossa ne approfittò per girarsi verso la principessa e prendere un bel respiro. «Xandra, posso chiederti una cosa?»
La rosa si voltò verso di lei, fermandosi a metà strada. Aggrottò per un attimo la fronte, perplessa e con un po' d'ansia per ciò che le doveva chiedere l'altra. «Sì, dimmi pure»
Aella prese un bel respiro. «Alexandra, vuoi venire ad un appuntamento con me?»
La principessa rimase un attimo confusa dalla domanda. «Vuoi un appuntamento con me?» ripeté, sicura di aver capito male. «Non avevi detto che io e Khalil eravamo una bella coppia? Non che mi interessi Khal, stavo solo dicendo...cioè, scusami, ho frainteso. Potresti ripetere?»
La rossa fece per parlare, ma le parole le morirono in gola. In effetti non aveva idea di come avesse trovato il coraggio per dirlo la prima volta.
«Ti ho chiesto se vuoi uscire con me...in modo romantico...» mormorò, mentre le guance si coloravano di rosso. Sentiva anche un certo mal di stomaco, come se qualcuno le avesse rivoltato le budella come un calzino. Che cosa diamine le era saltato in testa? Ma perché non aveva tenuto la bocca chiusa? Perché non aveva semplicemente ignorato la sua dannatissima cotta?
Anche Alexandra non stava tanto bene. «Io...ci penserò...te lo giuro!» biascicò, uscendo dall'aula con il batticuore. Qualcuno si era innamorato di lei. Qualcuno si era innamorato della burbera principessa cigno, qualcuno sorrideva pensando a lei...fece una piroetta. Era sicura che ad Aella piacesse solo perché non la conosceva bene. Ma dopo quella dichiarazione le venne naturale sorridere per tutto il resto del giorno.
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Ada, invece, se la stava passando malino. Non aveva mai pensato a quanto fosse meraviglioso saltare le lezioni. Aveva la camera tutta per se e nonostante non fosse nemmeno così accogliente, si era abituata al materasso sgangherato. Era quasi piacevole. Diede un occhiata a uno specchio appeso di fronte a lei. Thisbe lo aveva appeso lì pensando di farle un favore. I capelli stavano ricrescendo, più folti ma bianchi. Anche se al momento erano la cosa di cui le importava meno.
Che illusa che era stata, a pensare che sarebbe riuscita a scappare. Nessuno era mai ritornato indietro, perché lei doveva essere la prima? Diede le spalle allo specchio. Se non altro, cercando il lato meno negativo della situazione, poteva maledire i principi senza conseguenze. Dopotutto era il suo lavoro in quanto strega, no? A casa sua aveva un quadernino con scritte le sue favole rivisitate, ma non aveva mai pensato di avere nuovi protagonisti per le sue storie. Per schiarirsi le idee, prese un foglio e si mise in una posizione più comoda per scrivere. Intinse il pennino nell'inchiostro ed iniziò a tracciare qualche parola.
C'era una volta un principe di nome Keiichi. Era estremamente vanitoso, antipatico e credeva che tutto quanto gli fosse dovuto solo perché era bello, anche se questa era solo una sua convinzione. Metà della sua fantomatica bellezza spariva quando, per un caso o per un altro, il trucco si scioglieva. L'altra metà della bellezza era dovuta ai vestiti lussuosi, tutta roba che però finiva per farlo sembrare un giullare di corte.
Proprio perché era così arrogante, un giorno una principessa di nome — Ada alzò la testa, riflettendo un attimo sul nome da dare alla paladina della giustizia — Emma, decise di dargli una bella lezione. Prima di tutto, tagliò tutti i suoi capelli con delle forbici spuntate, così su quei ciuffetti che erano rimasti si ritrovò pure le doppie punte. Già in quel momento Keiichi stava strillando come una gallina nel bel mezzo di una colica renale, immaginate quando la dolce e carina principessa Emma decise di legargli mani e piedi ad una pietra e gettarlo nel mare.
Di lui rimase ben poco, dato che nell'acqua c'erano dei pesciolini molto affamati e Keiichi sembrava davvero appetitoso. Ad ogni modo, Emma recuperò i suoi resti e gli diede fuoco, poi con la loro cenere ci fece un milkshake.
Sospirò soddisfatta. Ed uno era sistemato. Prossimo!
C'era una volta un ragazzino di nome Sealtiel. Più che ragazzino si poteva definire capretta, con quelle corna e quella risata che potremmo chiamare direttamente belato. Era un ragazzo molto dolce e gentile, ma troppo passivo. Un giorno decise di andare a passeggiare nel bosco, ma un lupo decise di sbranarlo.
Strinse il pennino con talmente tanta forza da farlo spezzare. Era veramente stanca di quella situazione, tutto ciò che faceva la portava a peggiorare la situazione già tragica. E quella specie di dichiarazione di guerra rivolta a Thisbe? Come diamine le era saltata in testa? Si era messa contro la sua unica amica. Poteva fingere che non le importasse, ma era stata l'unica a preoccuparsi di lei a Gavaldon, senza nemmeno conoscerla. Le stava venendo davvero mal di testa. Come se la passavano i suoi compagni in classe? Non che le importasse di loro, ma la preoccupava rimanere troppo indietro con il programma. Altrimenti sarebbe stata bocciata e non ci teneva affatto.
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«Ah wanna die, wanna die
But don't really wanna die
You were there, you would care
You know it really isn't fair»
«Sai, ho conosciuto una persona» sussurrò Harriet, accarezzando la superficie fredda dello specchio. «È stata molto gentile con me». La strega era inginocchiata davanti allo specchio, osservando il proprio riflesso. L'aspetto era migliorato lievemente dopo il bagno che aveva fatto nell'Accademia del Bene. Ciò non toglieva il fatto che fosse comunque decisamente in pessime condizioni. Gli occhi ormai erano costantemente rossi per i pianti e le bruciavano in continuazione, il viso sempre scheletrico e le occhiaie sempre più evidenti. Almeno con tutto quel sapone era riuscita a scrostarsi un po' del sudiciume dalla faccia ed aveva un odore passabile.
«Pensi che mi interessi?» ribatté acidamente Vanagloria. «Non sei più venuta a trovarmi. Non mi vuoi più bene»
La lilla sospirò, cercando di racimolare un po' di pazienza. «Hai detto che tenevi a me. Bene, ho fatto delle cose che mi hanno reso felice. Dovresti essere felice per me»
«Da dove tiri fuori questa sicurezza? Mi hai trattata male e io non voglio più essere tua amica»
Bella domanda. Da dove la tirava fuori tutta questa sicurezza? Una sempre le aveva salvato la vita. E allora? Non significava assolutamente nulla, i sempre sono tali perché si comportano bene, Emma non poteva semplicemente guardarla buttarsi da una torre. Era stata gentile per cordialità, e basta. Se si fosse fatta i cavoli suoi, in quel momento Harriet non avrebbe dovuto sostenere quella conversazione irritante.
«Hai detto che volevi il mio bene. Non sai nemmeno cosa sono andata a fare» rispose, il tono che tradiva nervosismo. Strinse i pugni, nascondendo l'indice illuminato di cremisi. «No e non mi interessa»
«Avevi detto che mi volevi bene!»
«E tu che mi avresti liberata dallo specchio? L'hai fatto?»
La lilla si morse il labbro. «No»
«Ecco, vedi? Sei inutile. Inutile. Non sai fare niente e solo perché una principessina ti dice che sei carina tu ti monti la testa! Sei semplice da manipolare, non vedi come sono riuscita a farti credere fossi carina?»
Harriet non volle più stare a sentire quelle parole. Sembrava che il mondo la stesse sbeffeggiando per il fatto di essere stata messa al mondo e si era scocciata di rimanere ad ascoltare gli insulti, le prese in giro e tutto quello che le tiravano addosso. Si mise in piedi e illuminò le mani di una luce rossastra. Poteva sentire il sangue bollire. Morticia aveva detto che la rabbia era il modo migliore di canalizzare la magia e indirizzarla verso la propria vittima.
Vanagloria rimase in silenzio, mentre la strega inspirava profondamente. Da tutta la vita sognava di essere una principessa, con i capelli lunghi, una corona scintillante ed un castello enorme. Ma lei non era una principessa, ma una strega. E forse era il momento di accettare di essere un'antagonista. Il vetro andò in frantumi ed alcuni frammenti la colpirono in faccia. Chiuse gli occhi e quando li riaprì osservo quello che rimaneva dello specchio. Poteva ancora vedere la sua immagine, anche se non era piacevole vedersi spezzettata.
Prese tra le mani Vanagloria, che emise una specie di ronzio. Osservò i suoi occhi cremisi riflessi nel vetro stringendo i rimasugli della cornice. Dopodiché lanciò lo specchio fuori dalla torre con tutta la forza che aveva, guardando sparire l'oggetto magico. Non l'aveva fatto perché nessun altro lo prendesse in mano. L'aveva fatto perché voleva vendetta. E a pensarci bene, Harriet di buono non aveva proprio niente.
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«Alexandra, vuoi venire ad un appuntamento con me?»
Quelle parole continuavano a risuonarle nella testa. Doveva accettare? Doveva rifiutare? Non era mai andata ad un appuntamento con nessuno e cosa avrebbero pensato tutti se il suo primo bacio fosse stato con una ragazza? Probabilmente tutti si aspettavano che si trovasse un elegante principe.
La rosa si rigirò nel letto, mettendosi di fianco. Il cuore le batteva così forte. Andare ad un appuntamento con una ragazza non è un crimine, ma allora perché mi sento come se stessi commettendo uno sbaglio? Diamine, pensarci per scherzo o sognando una vita con una ragazza le era sembrato così delicato e meraviglioso...e adesso che ne aveva l'opportunità le sembrava tutto così grigio e triste.
Come l'avrebbe presa sua madre? Si sarebbe arrabbiata? Sarebbe stata delusa? Era sicura che Odette nutrisse molte speranze in lei. Non l'aveva allenata per anni senza ragione, non poteva essere così cattiva. Si rigirò e affondo la faccia nel cuscino. Voglio solamente dormire.
Quella notte Alexandra ebbe il sogno più intenso che le fosse mai capitato. Inizialmente non vedeva nulla se non colori caldi e sentiva solamente delle voci femminili.
«Come al solito sei una stronza»
Era una voce di una ragazzina in piena adolescenza, o almeno suonava come quella che la rosa immagina fosse una voce di una ragazzina in piena adolescenza. Non era molto acuta, anzi, per essere quella di una fanciulla era piuttosto bassa, ma allo stesso tempo non pareva quella di un ragazzo.
«Vera, non parlare in questo modo a tua madre»
Questa voce, invece, le suonava quasi familiare. Come se l'avesse sentita in precedenza, ma in modo differente. Un po' come vedere un amico d'infanzia cresciuto: riconoscerlo era un'impresa ma allo stesso tempo riusciva quasi facile. Immaginò appartenesse ad una regina o ad una donna potente, piena di energia e carismatica.
Finalmente la scena iniziava a schiarirsi, lasciandole vedere cosa effettivamente stesse succedendo. Una ragazza della sua età, circa, era seduta su una sedia in modo scomposto, con una mano tra i capelli ramati corti e scombinati. «Non sei mia madre. E nemmeno lei lo è, non voglio sentire nemmeno un'altra parola da voi» sibilò acida, guardando torva le due donne in piedi.
La prima, presumibilmente quella che aveva parlato in precedenza, aveva le braccia incrociate e i capelli rossi legati in una cosa bassa. L'altra, decisamente più alta, aveva i capelli rosa e un vestito che la faceva sembrare una creatura eterea. Mise una mano sulla spalla alla rossa.
«Aella, non è il caso di insistere. Se Vera vuole litigare, niente la fermerà. Sei d'accordo?»
«Ma! Non puoi lasciarti trattare in questo modo da una ragazzina, Alexandra!»
«Prima mi chiami figlia e poi ragazzina? Aw, fottiti»
La rosa voleva strangolarsi. Probabilmente pensare a tutta quella roba prima di addormentarsi l'aveva condizionata ed ora stava sognando un futuro in cui lei era insieme ad Aella! Argh.
«Non dire le parolacce, per cortesia» la rimproverò Aella. «Kami le dice in continuazione e non la sgridano. Probabilmente i suoi genitori le vogliono bene e non le rimproverano ogni cazzo di cosa»
«Infatti Kamila non è un buon esempio. E poi sai che finisce in punizione in continuazione? Non tutto è come sembra»
La regina Alexandra si massaggiò le tempie. «Ecco, vedete! Giudicate anche la mia migliore amica! Siete delle stronze senza cuore! Vi odio, urgh! Ci sono tante bambine perfette, prendete una di quelle e non rompete il cazzo a me» esclamò infine la ragazza, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la porta, spostando Aella con una spallata.
«Dove hai intenzione di andare?»
«In camera mia»
Il punto di vista si spostò assieme a questa fantomatica Vera e la spettatrice della scena potè osservarla meglio. Era molto snella, ma aveva l'aria di essere anche abbastanza allenata dalla camminata. Era una ragazza molto carina, con gli occhi rosa e voglia di ribellarsi che sprizzava da tutti i pori. Aprì una porta con un calcio, entrando nella stanza. Sembrava trovarsi su una torre.
Hey! Ma quello era il castello in cui era cresciuta! Quella è casa mia! Sono diventata regina?
«Vera, posso entrare?»
La ragazzina rimase in silenzio.
«Per favore.»
«Solo se stai per dirmi che posso passare la notte a casa di zio Khalil»
«Innanzitutto no, perché quell'allegra famigliola è un pessimo esempio, secondo: chiami zio lui e non riesci a chiamarmi mamma?»
«Sapevo che saresti arrivata a questo punto. Non puoi semplicemente apprezzarmi anche se non ti chiamo la mia adorata mamma, perché non lo sei? Tu ti saresti arrabbiata con la tua se l'avesse fatto»
«Mia madre mi costringeva a trasformarmi in un cigno in modo doloroso per farmi abituare ad un destino che non si è mai realizzato, pensi le interessasse cosa volevo fare o dire?»
Vera affondò la faccia nelle ginocchia. «Scusa. Non lo sapevo»
«Non è colpa tua. Mi dispiace se non sono la madre che volevi, ma mi ci sto impegnando»
«Io...io ci provo ad apprezzare il tuo sforzo e mi dispiace se non sembra affatto che io lo stia facendo! Ma io ci sto provando, proprio come te»
Alexandra le accarezzò il viso. «Scusa se ho provato a forzarti per quel corso di ballo. È che hai un talento innato. Mi piacerebbe vederti sbocciare»
«Ma non è il mio sogno! È il tuo»
La regina rimase in silenzio. «Hai ragione» esordì infine. «È che...ho sempre voluto poter ballare, ma alla fine ho dovuto lasciar perdere. A volte i sogni non si realizzano. È stato egoista da parte mia cercare di convincerti a farlo solo perché io non ho potuto»
Vera sbuffò. «Scuse accettate»
Le due si guardarono un po' a disagio, non sapendo bene cosa dire. «Vuoi sapere come abbiamo sconfitto la nostra nemesi?» provò a domandare Alexandra. «Perché non mi racconti il primo appuntamento tra te ed Aella?»
«Mhm, in realtà, prima di uscire con lei, ero molto indecisa. Sai, non c'è nulla di male ad amarsi tra due donne, ma mi sentivo così strana in quel momento e non sapevo cosa fare. Poi sognai una cosa strana, francamente non ricordo bene cosa, ma fu decisiva per me e per scegliere se accettare o meno»
Nonostante sua madre non avesse risposto alla domanda, Vera sorrise. «Ne è valsa la pena?»
Alexandra guardò dolcemente la fede al dito. «Direi proprio di sì»
Improvvisamente la scena parve svanire, con le voci che si affievolivano e i colori che sbiadivano. Alexandra aprì gli occhi e si guardò il dito.
Non c'è nessun anello.
Si mise seduta, guardando Aella che dormiva. Ne varrà la pena?
🏹
Melody stava dondolando le gambe, seduta alla panca, chiedendosi perché dovessero mangiare all'aperto anche a gennaio. Si strinse nelle spalle, non trovando risposta. Alzò lo sguardo verso Khalil, che tentava di scongelare la sua insalata con il fiato e Kay con un'aria troppo colpevole per non c'entrare qualcosa.
«Oh, mi sono ricordata di avervi sognato questa notte!» esclamò improvvisamente, indicando i due più alti.
«Era un sogno erotico?»
«Cosa facevamo?»
Melody si morse le labbra per non ridere. «Era la competizione per la reginetta del ballo, ma partecipavate solo voi due...»
«Magari era la finale» suggerì Ryuu, prendendo un boccone dell'insalata.
«Ecco, probabilmente era la finale per chi era vestito meglio»
«Chi ha vinto?» chiesero i due principi all'unisono. «Questo non me lo ricordo...Jamil, mi passi il peperoncino?»
«Heh, non è difficile capire chi ha vinto» borbottò l'azzurro.
«Ovvio» cinguettò Ryuu.
«Wow, se siete d'accordo deve essere una vittoria schiacciante~ la mia, ovviamente. Senza offesa Kay, ma i miei vestiti sono su un livello superiore»
«Questo fallo decretare ai giudici. Almeno io non abbino oro e argento»
«Bene, il vincitore è...» iniziarono insieme.
«Khalil»
«Kay»
Ryuu e Jamil si guardarono.
«Scusami? Preferisci dei banalissimi occhi azzurri a quelli grigi di Khalil? Sei per caso cieco?»
«Perdonami tu, hai visto i lineamenti di Kay oppure eri troppo impegnato a mangiare? Non si possono nemmeno paragonare»
«I capelli di Khalil sono più folti e decisamente più belli, sembra un vecchietto con tutti quei capelli bianchi. E poi si può fare le trecce!»
«Ohhh, certo, quindi vuoi ignorare il fatto che Kay abbia una corporatura snella ed elegante, a differenza di quello là?»
«Khalil è allenato, mentre mister osso di pollo laggiù non ha nemmeno traccia di muscoli»
«Ma hai visto il suo naso? È stupendo, e poi ha un fascino gelido e misterioso, insomma è molto più figo»
«Aehm, occhi grigi...pronto? Ci sei con la testa?»
Khalil arrossì. «Wahh, sapevo di piacergli ma non così tanto!»
«Ma quindi chi ha vinto?»
«Ragazzi, era solo un sogno...calmatevi»
«VOGLIO SAPERE CHI HA VINTO, PROVA A RICORDARTELO»
Melody si mise la mani sulle tempie, cercando una scusa che calmasse tutti. Poi il suo sguardo cadde su Keiichi.
In quel momento i capelli corvini del ragazzo erano sciolti sulla schiena e nonostante avesse la divisa, aveva quell'aria elegante che la convinse. «Keiichi» proclamò infine.
«Non era nemmeno tra i partecipanti!»
«Beh, innanzitutto non si lamenta come voi due, non è uno spilungone e soprattutto è un vero gentiluomo!»
«Ma nemmeno lo conosci!»
«Però conosco voi e siete delle bestiacce!»
Ryuu si mise in piedi. «Io e Jamil abbiamo trovato un modo imparziale per decidere!» esclamò, mettendosi le mani sui fianchi. «Abbassatevi i pantaloni» aggiunse l'altro.
«MA VI SIETE FUMATI IL CERVELLO, TUTTI E QUATTRO?!»
«PERCHÉ KEIICHI?»
«ANNIENTIAMOLO»
«ANCHE ELIS HA DELLE SCARPE DA FAVOLA»
«MA IL SUO TAGLIO DI CAPELLI È OSCENO»
«ORA RASO I CAPELLI A ZERO A QUELLO LÀ»
«KHALIL, STAI BUONO CON QUEL RASOIO»
«PERCHÉ DIAMINE HA UN RASOIO?!»
«Nel caso mi ritrovassi in disordine durante il pranzo, ovviamente...»
«Tutta la scuola ci guarda, deficenti»
«Ahem, non ho tutto il giorno, vi abbassate i pantaloni oppure devo dare per scontato che il più bello sia io?»
Melody sospirò. «Per piacere, non litigate. Lo sapete com'è finita l'ultima volta, no?»
Calò un silenzio imbarazzante e la ragazza si pentì leggermente di aver ricordato quanto Kay era stato crudele. Anche a Ryuu tornò in mente. «Sai, forse sono d'accordo con Jamil. Kay è troppo meschino per i miei gusti»
«Miracolo! Siete d'accordo»
Il principe delle nevi rimase in imbarazzo. Non che fosse pentito, ma sentire i suoi unici amici sparlare male di lui lo faceva sentire parecchio a disagio. «Uhh, qualcuno qui ha una cotta per Khalil» bisbigliò Jamil all'orecchio del compagno di stanza, che fece un salto all'indietro. «NON SONO GAY! COME TI VIENE IN MENTE! MA POI CON KHALIL, CIOÈ BLEAH!»
«Che pagliaccio»
Khalil si leccò le labbra. «Ora che ci penso, qualcuno qui mi aveva promesso un bacio...»
«Melody?»
«No, Jamil~ vieni qui a darmi un bacino, zuccherino~»
«Col cavolo!» strilló l'azzurro, saltando sul tavolo e rovesciando il pranzo di Kay per terra. Il proprietario guardò la sua zuppa venire assorbita dal terreno. Tanto non l'avrebbe mangiata lo stesso.
«Guarda che le promesse si mantengono! Soprattutto quelle dei sempre, un principe che non mantiene le promesse non è un vero principe!»
«Non sono nemmeno un principe, io!»
«Ma potresti diventarlo, quindi vieni qui e dammi un bacino~»
«No, sono un uomo libero. Mi rifiuto»
Khalil sospirò. «Non pensavo di dover arrivare a questo punto, splendore...allora desidero avere un bacio»
«Ragazzi smettetela di fare gli omosessuali o dovrò chiedere di cambiare stanza»
«Questo! Non è valido!»
Jamil si avvicinò al principe, aggrottando le sopracciglia. Essere un genio fa schifo. «Almeno abbassati, no? Non ci arrivo»
«Ai tuoi ordini~»
L'azzurro gli afferrò la faccia, stringendola con un po' troppa forza. L'altro avrebbe voluto dirgli di non graffiarlo, dato che la cura della pelle era fondamentale, almeno per lui, poi pensandoci si rese conto che era una posizione un po' strana per un bacio sulla guancia.
Ho specificato bacio sulla guancia? Pensò, prima che Jamil premesse le labbra contro le sue. Okay, questo era davvero imbarazzante per una lunga serie di ragioni: era il suo primo bacio, lo stava ricevendo dal suo compagno di stanza per cui nemmeno aveva una cotta, era successo davanti a tutta la scuola e soprattutto non aveva preso lui l'iniziativa.
Sentì le guance andare a fuoco. «Io...ehm...devo andare in b...bagno» esclamò non appena si staccò dal bacio, correndo verso la scuola. Ryuu si sentì un attimo mancare. «No Melody, io cambio camera. Non posso stare con due ragazzi che si sono baciati tra loro...» fece qualche passo indietro, perdendo l'equilibrio per colpa di una fossa e cadendo all'indietro, mentre Kay lo guardava inciampare senza dargli una mano.
Il rosso rimase un attimo incantato a guardare la figura dell'altro, con le ciglia lunghe, l'espressione confusa ed innocente. Kay è totalmente il mio tipo...di ragazza. Finì per sorridere come un imbecille.
«Che schifo. Vado a farmi un bagno in qualsiasi acido»
«Prova l'acido citrico, ho sentito che tonifica la pelle»
«Non è il momento per sarcarmizzare la situazione!»
«Ryuu, quel verbo non esiste»
«Ti rendi conto di quanto sia grave la situazione? Pensi che mi cambieranno camera?»
«Lo spero» borbottò l'azzurro, passandosi una mano tra i capelli. «Ho già in mente cosa fare con lo spazio vuoto»
«MA COME!»
«Ti divertirai nella nuova camera. Vado a impacchettare tutta la tua roba» esclamò, saltellando verso il castello.
«Quello lì non sta proprio bene» commentò il rosso, pulendosi la divisa dalla terra. «Il primo bacio è qualcosa di importante ed è tra ragazzo e ragazza! Sicuramente finirà per strada a drogarsi»
Melody prese un bel respiro. «Più che altro mi domando come l'abbia presa Khalil»
«Un po' se l'è cercata, eh»
Rimasero tutti e tre in silenzio, realizzando la triste verità. «Speriamo che Khalil non si prenda una cotta, o dovremo sorbirci tutti i suoi discorsi su quanto siano perfetti l'uno per l'altro...»
«L'altra volta ha calcolato la compatibilità con i nomi»
🏹
Alla fine la ragione per cui i cactus erano così messi male era che Hannah li annaffiava ogni singolo giorno. Elis si domandò come poter essere così ignoranti in materia. In quel momento era, come tutti i giorni, sotto il suo albero preferito. Non che avesse qualcosa di particolare, ma non ci andava mai nessuno e tacitamente tutti si erano accordati sul fatto che fosse l'albero di Elis. Lucilla si stava arrampicando da qualche parte.
Yona si avvicinò, posando un cestino in mezzo e sedendosi accanto al rettiliano (sto cercando di usare termini neutrali btw). «Visto che sembri così affamato, ti ho portato un pezzo della mia torta preferita!» esclamò, tirando fuori una fetta di torta di mele. Aveva un profumo invitante e il principe la mise sul piattino con l'acquolina in bocca, salvo schizzare indietro di tre metri per colpa dell'altro.
«Perché hai in mano uno scara...uno scarafaggio!»
Elis lo guardò con la sua solita espressività paragonabile a quella di una colata di cemento. «Non stiamo pranzando?» domandò perplesso, staccando le zampe all'insetto. Il più alto sembrò sul punto di svenire. «Hai...hai intenzione di mangiare quel povero animaletto?»
«Sì»
Yona lo guardò masticarlo, scioccato. «Perché non provi a cambiare alimentazione? C'è una fantastica torta di mele qui davanti» disse, cercando di sembrare il meno terrorizzato possibile. «Assaggiane un pezzo!»
«Non ho mai mangiato le mele» rispose Elis, socchiudendo gli occhi e cercando di distinguere l'odore della torta da quello della zuppa, dello scarafaggio e qualunque cosa riconducibile alla scuola del male.
Il principe scoppiò a ridere. «Ma davvero? Cosa sei, il figlio di Biancaneve?». Si coprì la bocca, mentre il corvino rimaneva fermo e riposava la torta nel cestino. «No. E non credo sia di mio gusto»
«Figurati, prendine un pezzo! Se ti piacciono gli scarafaggi — rabbrividì un po' dicendolo — sicuramente amerai questo dolce!»
Elis guardò quella fetta di torta e la toccò con l'indice. Non era più molto calda. In realtà non aveva paura di mangiarla perché non gli piacesse, più che altro perché non voleva privare il principe del suo pranzo. «Tu non mangi?» sviò quindi il discorso. «Oh, ho mangiato un sacco di insalata oggi! La scuola del Bene abbonda fin troppo nelle porzioni. E poi molti miei compagni di classe non amano le verdure... Mi sono ricordato di te, quindi. Sembri il tipo di persona che adorerebbe un dolce simile»
«Davvero?». Yona annuì ed Elis divise la fetta in due parti, mangiandone la più piccola lentamente. Non era nulla di particolare. Il sapore non era così diverso da quello dello scarafaggio, ma forse era la sua bocca ad essere abituata ad altro. Al principe scintillavano gli occhi. «È...buona» commentò infine. Il suo intento era di dire „mediocre„ ma l'espressione dell'altro lo convinse a cambiare aggettivo.
Lucilla saltò in faccia al principe e i successivi sette minuti furono spesi cercando di levargliela di dosso. Ad ogni modo, quando Yona tornò in classe, Elis si sentì meglio. Forse le mele non erano granché, ma il principe era la definizione di un angelo.
🏹
«Quindi come sono le lezioni con la magia?»
Nova gonfiò le guance, distribuendo le carte. Aveva la sensazione che il ragazzo che si trovava dinnanzi non stesse prestando affatto attenzione al gioco. «Nulla di particolare. Ti vuoi concentrare, per favore?» borbottò, mentre Felix guardava una farfalla svolazzare. «Come fanno a non essere nulla di particolare? È magia! Una volta uscito da qui potresti scatenare una tempesta di neve senza battere ciglio!»
Il rosso pensò a Kay. «Ho già la mia magia»
«Ma quella che ci insegnano qui è anche più figa! Pensa, dei miei compagni di classe hanno fatto esplodere una porta e l'hanno rimessa a posto! È fantastico! A proposito, oggi ho fatto amicizia»
«Meraviglioso» commentò Nova sarcasticamente. «noi di magia non abbiamo parlato proprio»
«Ma come, hai detto che le lezioni a riguardo non erano nulla di particolare!»
«Pensavo non mi stessi prestando attenzione e non volevo stare in silenzio. A proposito, hai le carte scoperte»
«Ma dai! Non me n'ero accorto! Grazie! Tu stai facendo amicizia?»
Il rosso si grattò la fronte. «Non proprio. I mai non fanno amicizia»
«Non è vero, noi siamo amici! E poi ci sono anche altre prove, tipo quello alto e pallido, è amico di Ryuu, Jamil e Melody! E quello che sta sempre con la schiena storta è amico di Khal, poi c'è quello basso che parla con Yona laggiù»
«Intendi Kay, Yu hong ed Elis?»
«Vedi che sai i loro nomi! Siete amici!»
«Sono in classe mia e due di loro sono nella mia stessa stanza. Sarebbe preoccupante non saperli!»
«È un primo passo»
«Se lo dici tu. Felix! Guarda le carte, le posso vedere tutte!»
«Ops. Stavo pensando che è un po' tardi...credo. Che ore sono?»
«Ma che ne so...ah! I miei compagni di classe sono spariti! Devo andare!» Nova si guardò attorno. «Tutta colpa tua, zuccone, mi hai fatto perdere il senso delle realtà!»
«Prima dici di concentrarmi sul gioco, poi di guardare attorno...chi ti capisce»
Il rosso saltò in piedi, riordinando le carte, illuminate da un debole bagliore viola. «Vado. A domani»
Felix lo afferrò per un braccio. «Aspetta»
Per un attimo l'azzurro pensò di baciarlo. Proprio come un film romantico, in cui il protagonista afferra la ragazza e la limona a caso.
Lasciò perdere. «Ti voglio bene»
«Anche io, ma se per colpa tua finisco nelle sale del malessere a cena mangerò stufato di gatto»
🏹
Se c'è una cosa che tutti detestano, sicuramente è essere i terzi incomodi. Melody capiva cosa si provava con tutto il cuore. Inizialmente aveva pensato di farci l'abitudine, visto che erano solo Aella ed Alexandra. Erano brave persone, ma quando si guardavano con quegli occhioni lucidi da primo amore le veniva da sbattere la testa al muro.
Se non altro, Ryuu doveva capirla di sicuro, visto che aveva in camera una nuova coppietta. Era certa che il rosso sarebbe venuto a lamentarsi da lei di quanto fossero romantici e omosessuali i suoi compagni di stanza. Poi pensò allo sguardo che il migliore amico aveva rivolto a Kay cadendo. Decisamente fatti l'uno per l'altro. Ma se tutti avevano qualcuno di speciale, lei per chi era speciale?
Aprì gli occhi e tese la mano verso il soffitto e sospirò. Stava facendo troppi drammi, dopotutto erano solo al terzo mese di scuola. O al quarto? Il tempo sembrava scorrere diversamente da quando era arrivata all'Accademia. Il giorno prima era Natale ed ora si ritrovavano la sfida delle fiabe alle porte. Si chiese se gli insegnanti di sopravvivenza intendessero inserirla tra i partecipanti.
Era certa che tutti i ragazzi fossero in lista — era un po' perplessa riguardo all'istinto di sopravvivenza di Ryuu — ma riguardo alle ragazze?
Facendo un elenco, avrebbe messo di sicuro Antoniette. Aveva una forza fisica non indifferente, capacità magiche superiori alla media e un bel faccino. Lorina anche era piuttosto forte, ma forse la sua altezza sarebbe stata un ostacolo. A meno che non si fosse morfizzata in qualcosa di piccolo. Alexandra era molto allenata, ma anche lei era troppo alta per passare inosservata. Da questo punto di vista, Melody era avvantaggiata.
Si chiese perché prima di dormire stesse analizzando punti deboli e punti forti di ognuno dei suoi compagni di classe. Ovviamente la sfida era ad esclusione ed era un tutti contro tutti, ma era una pessima cosa non sapere i punti deboli dei mai. La ragazza si mise a sedere e accese una candela, annotando ciò che le passava per la testa.
Kay sarebbe svantaggiato da qualcuno che sa usare magia associata al calore...forse Khalil e Jamil lo metterebbero in difficoltà, ma anche lui metterebbe in difficoltà loro.
Felix e Sealtiel sarebbero teoricamente avvantaggiati dai loro istinti animali — ammesso che ne abbiano? — ma in questo caso potrei domarli con il piffero.
Antoniette è la migliore candidata, ed essendo una fata ha alcuni vantaggi...se tra le trappole ci fossero altre fate o creature fatate in generale, potrebbe percepirle. O, mi pare che Keiichi sia figlio di un drago, quindi forse anche lui potrebbe sentire la loro presenza. Oh, magari anche Felix le vede, i gatti sono noti per percepire gli spiriti. Anche Jamil potrebbe farlo.
Aella potrebbe volare ed essendo abbastanza minuta potrebbe anche passare inosservata, ma chiunque potrebbe buttarla via con una manata...stesso discorso vale per me. Emma sembra più piantata a terra, così come Thisbe, ma non credo sarebbe capace di combattere, almeno con la magia.
Uffa, i ragazzi si allenano e noi no! Avremo anche gli animali dalla nostra parte, ma Yona sicuramente riuscirebbe a far cambiare loro fazione. Khalil fa parkour, quindi sarebbe difficile da evitare anche lui. Ryuu al massimo potrebbe scappare via sperando che qualcuno non lo elimini...
Scrivere tutte quelle cose la mise su di giri. Spero di partecipare anche io! È la mia occasione per farmi valere!
🏹
Anche Yu Hong non riusciva a dormire. In qualsiasi posizione si girasse, tutto quello che otteneva erano nuove fitte alla schiena. Per un attimo pensò di stendersi sul pavimento, che al contrario del letto, era piano e avrebbe potuto dargli una mano con il mal di schiena. In quel momento non gli sembrò nemmeno una brutta idea, tant'è che si calò sul pavimento gelido.
Sotto al letto c'erano anche le tele perfette che aveva paura di rovinare. Non riusciva proprio a non pensare a cosa dipingerci sopra. Un ritratto forse? Una natura morta? Per un ritratto gli serviva qualcuno che gli facesse da modello. Avrebbe chiesto a Khalil, ma quel ragazzino non riusciva a stare fermo.
Osservò Ryan dormire, illuminato dalla debole luce di una lanterna. Oggettivamente parlando, c'erano fare tanti complimenti alla mamma. E questo non lo pensava solo lui, ma tutta l'accademia. Sapeva per certo che buona parte delle principesse che l'avevano visto durante sopravvivenza delle fiabe erano letteralmente cadute ai suoi piedi.
Non riuscì a capire se fosse geloso dei suoi capelli biondi oppure del fatto che avesse così tante spasimanti...non che gli interessasse, le sempre si innamoravano di chiunque maschio nei paraggi. In realtà avevano buon gusto. Se fosse stato una principessa, anche lui si sarebbe preso una cotta per Ryan.
Il fascino dei pirati...
Che apparentemente era più comune di quello che sembrava.
D'altro canto, il ragazzo non si era nemmeno vantato per un secondo di avere la fila dietro. Era talmente elegante e allo stesso tempo figo, e poi aveva una forza che wooooah. Yu Hong sognava di poter sollevare qualcosa che Ryan alzava senza battere ciglio.
Allo stesso tempo, gli occhi abituati a percepire i piccoli dettagli per poterli disegnare, sapevano delle cicatrici sulla schiena — ora che ci pensava, era una cosa che avevano in comune — di quelle sulle braccia, perfino del bustino che indossava. A quel punto il corvino si rese conto di essere rimasto sul pavimento a guardare il suo compagno di stanza con la bocca semiaperta. Nemmeno le ragazzine si comportano così.
🏹
MELODY SUPREMACY ‼️
Comunque 🧍🏻♀️
Questo capitolo ci ha messo diecimila anni ad uscire ma sono successe davvero tantissime cose e la maggior parte nemmeno piacevoli ma finalmente ho dato gli esami e spero che quello di scienze sia andato bene altrimenti faccio la fine di Emily oow
Mi dispiace non essere riuscita a mettere tutti i personaggi. Il mio intento era di scrivere altre parti ma dato che non sono particolarmente ispirata rischiavo di scrivere un abominio e grazie ma no grazie.
Magari arriviamo ad una svolta? 🤔🤔🤔
Comunque proverò ad essere più regolare negli aggiornamenti oof
Inoltre oggi sono stata (cioè sto) male quindi se vedete errori di battitura probabilmente è per quello 🤸🏻
OKAY GIURO SOLO ALTRE DUE COSE
I personaggi moriranno. CIOÈ non tutti tutti, ovviamente, ma è un'opzione sempre aperta. E giusto per mettere in chiaro, non faccio preferenze 😩
Comunque ecco la lista dei colori delle dita:
E niente, ho finito di ciarlare. Ci si becca al prossimo capitolo?
🤼♀️
Io vado a continuare Helya 🤡
Also memini vecchi perché sì (potrebbero esserci spoiler molto velati)
I pirati dei Caraibi me li ricordavo diversi...
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