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14 :: Un alleato

Yooo :'D
Scusate l'assenza sob :') mi sembra chiaro che le pubblicazioni si facciano più rade, considerato l'andazzo scolastico lmao
Il compito di matematica è andato malissimo e ho pianto un sacco perciò nice
Altra cosa, che vale per tutto il libro: dato che la favole hanno un CASINO di versioni e non si abbiano sempre le versioni originali mi sembra palese che non siano tutte come le conoscete

Inoltre
Per comodità mia (e anche per estetica lmao) alcuni cattivi come la fata cattiva della bella addormentata, con pace e amore, verranno chiamati con nomi diversi tipo Malefica

VOGLIO DIRE, JASMINE NELLA VERSIONE (teoricamente) ORIGINALE SI CHIAMA BADRU I-BUDŪR
avrei problemi a ricordarmeli nomi come questi ;-;

(Come se non mi dimenticassi randomicamente come si scrive Sealtiel)

I capitoli magari saranno più lunghi :')
Enniente
Buona lettura <3

«Finalmente ti sei svegliata» bofonchiò Ottilie, rovistando nell'armadio della camera numero tredici, cercando una divisa pulita per Ada. «A quanto mi ha riferito cosa, Thisbe era ferita il triplo e si è comunque svegliata prima. Hai proprio voglia di saltare le lezioni, mh?»

Ada si strofinò gli occhi. Ovvio, Thisbe sta bene, pensò infastidita. La sensazione che provava in quel momento era bruciante. La bionda l'aveva ingannata! Le aveva promesso che l'avrebbe riportata a casa ed invece!

Provò a ragionare senza lasciarsi condizionare dalla rabbia. Se Thisbe dovesse vedermi arrabbiata con lei, non cercherà di riportarmi a casa. Ma se le regole sono giuste, cercherà di aiutarmi di nuovo. E questa volta dovrà desiderare sinceramente di tornare a casa.

Ma come poteva Thisbe desiderare di tornare a Gavaldon, se stava vivendo il suo sogno?

Soprappensiero fece per uscire dalla camera, ma le rimase la maniglia della porta in mano. Rimase qualche secondo immobile, incerta sul da farsi. Uscì comunque, infilando le mani nelle tasche della gonna.

Il professore di storia delle favole non era mai venuto nella scuola del Male. La prima settimana era stata dedicata a gestire delle faccende interne ed era riuscito solamente a salutare i Sempre, senza particolare attenzione.

Ada osservò l'occhio sfigurato dell'insegnante e la benda che copriva l'occhio buono. Istintivamente, pensò che Milovan potesse capirla più di chiunque altro. «Salve a tutti» esclamò, sedendosi al contrario, rivolgendo la schiena agli studenti. Pensando fosse per colpa della benda, Ryan glielo fece notare. «Che importanza ha? Tanto non vi vedo lo stesso» rispose lui tranquillamente.

«Probabilmente sarà la materia che odierete di più. Quella che vi perseguiterà perché non sopporterete l'idea di imparare ogni singola data, ogni singola favola e riconoscere dei punti comuni, collegandoli...ai vostri coetanei dell'altra parte ho chiesto di creare un albero genealogico, ma non so se voi disponete di abbastanza materiale per poterlo fare. Mhm, non importa, fate quello che riuscite, anche alcuni dei Sempre hanno problemi a reperire delle fonti» spiegò, ripensando ad Antoniette che gesticolava imbarazzata spiegando la sua situazione familiare, Felix che chiedeva se poteva inserire anche i suoi fratelli, Sealtiel che si copriva la faccia borbottando, Lorina con le braccia incrociate e imbronciata, Jamil che chiedeva se fosse necessario inserire anche i nonni paterni perché lui non ne aveva, Melody che rimaneva in silenzio con uno sguardo indecifrabile, mentre Emma, Ryuu, Khalil e perfino Yona rimanevano a guardare gli altri con aria alquanto confusa.

«Probabilmente vi siete già sorbiti il discorsone sul fatto che non siete i vostri genitori e che quindi non dobbiate seguire le loro orme, ma avete il loro stesso sangue e sarebbe sciocco non ripercorrere i loro passi, inteso leggendo la loro favola, senza imparare dai loro errori» continuò, sfogliando un libro. «Vediamo se sapete dirmi dove hanno sbagliato. Su, su, non siate timidi»

Harriet si morse le labbra. «Doveva uccidere Clara subito»
«Molto bene» la incoraggiò Milovan, facendo il pollice in sù. «Harriet di Paese Bruciato, giusto?»
«Mio padre doveva tagliare la gola a Wendy»
«Doveva fare in modo che le fate non intervenissero a modificare la maledizione!»
«Doveva tagliare la testa ad Alice»
«Doveva uccidere Gerda, prima di prendersi Kay»

L'insegnante ascoltò con attenzione. «In pratica mi state dicendo che i vostri genitori avrebbero dovuto uccidere le loro nemesi, nulla di nuovo. Però, se avessero vinto, voi sareste nati? Siete cresciuti per riscattare il nome della vostra famiglia, ma non volete, giusto? Dopotutto è una squallida storia di fallimenti. Quindi mettete un nuovo c'era una volta e riscrivete tutto, uccidendo la vostra nemesi»

La parola uccidere fece storcere il naso a Yu Hong. Non sarebbe mai stato in grado di pugnalare, avvelenare, rovinare la vita a qualcuno. In fondo, cosa gli avevano fatto i Sempre? Quale torto avevano commesso nei suoi confronti tale da volerli maledire per l'eternità per ripristinare il suo onore?

«Spesso le motivazioni sono futili e sono in poche parole la rappresentazione della mancanza di autocontrollo e di amore dei Mai...nella maggior parte dei casi si parla di un qualcosa che ha ferito il loro orgoglio. Oppure cercano il potere»

Ad esempio, non comprendeva le ragioni di Malefica. Semplicemente per non aver avuto un invito? Seriamente?! Chissà cosa aveva passato Rosaspina...non che gli interessasse, naturalmente.

«Da quello che dice l'orario, dopo avete una lezione di sopravvivenza nelle favole. Mi è stato riferito che siano successi un po' di disordini nell'altra». Ada si sentì gli occhi puntati addosso ed evidentemente Milovan capì che qualcuno si sentiva a disagio, perché fece cadere una pila di libri a terra, distraendo la classe.

In quel momento Ada capì che l'unico che poteva aiutarla a tornare a casa era proprio quell'insegnante così strano.

«Felix, ti si vede ancora la coda» commentò Emma, con la bocca piena. «Cavolo, questi sandwich sono proprio impegnativi»
Il ragazzo riapparve, mettendo le mani sui fianchi. «Secondo voi com'è andato il test?» chiese, cercando di non dilungarsi troppo, ma finendo per fallire. «Quella domanda sui draghi mi ha lasciato perplesso perché è vero che in generale sono cattivi, ma se non lo fossero? Voglio dire, cosa ci assicura che non stiano tenendo una principessa prigioniera ma che la stiano proteggendo? Magari il drago è una femmina ed è la migliore amica della principessa e stanno tipo facendo un raduno tra ragazze! Le ragazze secondo me sono come dei draghi»

«Ossia?» chiese Antoniette, pulendosi con il tovagliolo e guardando male Khalil, che distolse lo sguardo.

«Che fate paura. Ma non in senso cattivo, ma che ho la sensazione che potreste picchiarmi ma anche coccolarmi, tipo una scure a due facce. Non che le scuri di solito facciano le coccole»
Antoniette sorrise. Stava morendo dalla voglia di accarezzare la testa al ragazzo, ma si trattenne, visto che non era certa che a lui facesse piacere.

«Ryuu, che stai disegnando?» chiese Jamil, osservando il rosso che sembrava molto impegnato con delle matite. «Mia madre e mio padre, per l'albero genealogico» esclamò fiero, mostrando il disegno. Melody aggrottò la fronte. «Perché tua madre ha tre occhi?»
«Non è mica un occhio, è un naso, quello»
«Non si capisce tanto...»

Kay, a disagio, era seduto nella panchina dei Sempre dove erano seduti gli altri tre. Dopo l'incidente (tutt'ora in corso) dell'incontro con Morticia, avevano preferito trascinarsi dietro il mai che avventurarsi nella parte del Male.

«Kay, fa vedere il tuo!» esclamò la ragazza togliendogli di mano il foglio. «Beh, è meglio di quello di Ryuu sicuramente»
Il ragazzo arrossì. Non era abituato ai complimenti. «Tua madre è così bella?» chiese Melody e il mai annuí.
«Ryuu, mi passi l'azzurro?» chiese Jamil, intento a colorare alquanto concentrato gli occhi del suo ritratto.
«Sembri un albero di Natale disegnato così»
«Ohhh, scusami tanto Picasso»
«Pi-che?»
«Lascia perdere, roba del diciannovesimo secolo...»

Thisbe masticava lentamente il suo sandwich stracolmo di formaggio, mentre ascoltava Lorina e Khalil discutere delle news. Era ancora troppo stanca per sostenere una conversazione decente, quindi rimase ad ascoltare. «Naturalmente manterrò il segreto, dolcezza, ma so benissimo che Thisbe è precipitata nella camera di Yona e compagnia bella. Ho sentito le urla»
«Se diffondi la voce giuro che ti infilo la testa nel gabinetto dei Mai» lo minacciò la ragazza, puntandogli l'indice contro. Si ricordò che stava insultando un principe e sorrise imbarazzata, ma il ragazzo non sembrava essere chissà quanto impressionato. «Capisco che tu voglia proteggere la tua fidanzata, zuccherino, ma il fatto è che l'informazione è già di dominio pubblico e non per colpa mia»

Yona ogni tanto alzava il capo, intento a disegnare sua sorella per l'albero genealogico. Sorrise nel sentire gli altri bisticciare, non perché fosse contento che stessero discutendo, ma perché sapeva che lo facevano con tono giocoso e di presa in giro. Probabilmente una vera famiglia lo faceva in continuazione. Diede un'occhiata al lavoro di Sealtiel e si stupì, perché era davvero molto bello. «Wow, ma sei bravissimo!» esclamò indicando il suo ritratto. «Oh, ehm, grazie» mormorò lui arrossendo come un peperone. Il suo incarnato pallido non gli lasciava scampo: aveva le guance rossissime e non poteva nasconderlo.

Aella, mangiucchiando una mela, si era resa conto di aver dimenticato i suoi colori in camera ed era risalita a riprenderli, ignara del fatto che anche Alexandra fosse lì. Sentendo della musica provenire dalla stanza, aprì lentamente la porta, tanto quanto bastava per vedere cosa stesse succedendo.

Alexandra ballava aggraziata, piroettando di tanto in tanto. La rossa guardò il corpo flessibile ed elegante dell'altra, l'aria concentrata, la fronte imperlata di sudore ma che allo stesso tempo aveva il suo fascino. Aella serrò le labbra, sentendo il battito cardiaco accelerare.

Chiuse la porta cercando di essere silenziosa, ma la rosa la sentì. «Oh, ciao Ella!» esclamò salutandola con la mano mentre si sedeva sul letto e si slacciava le scarpette. La rossa annuí rapidamente, portandosi una mano sul petto, giusto per assicurarsi di essere ancora viva.

Alexandra aggrottò la fronte. Perché ha quella faccia da pesce lesso? Sorrise, più imbarazzata e confusa. Magari Aella si era trovata davanti un ragazzo senza maglietta di ritorno dagli allenamenti o qualcosa del genere? Trovava la sua compagna di stanza simpatica — rispetto a tutto il resto della scuola, ovviamente — ma non poteva caderle proprio su un ragazzo. Non che ci fosse qualcosa di male nell'innamorarsi, ma non avrebbe retto delle poesie d'amore scritte di pegno dalla rossa. O peggio, eventuali pianti per un rifiuto. Assolutamente no.

Vide l'altra infilarsi delle matite in tasca e correre via, coprendosi il volto. Sospirò, piegando le labbra in una smorfia.

Axelle si strofinò le mani. «L'ultima lezione è stata un po' complicata. Diciamo che mi sono reso conto di come siate totalmente incapaci di riconoscere il bene dal male»

Sospirò. «Tentativo numero due. È un'esercitazione più complicata, ma immagino abbiate studiato. Vi chiedo di distinguere un Sempre da un Mai e se riuscite, anche un ragazzo da una ragazza. Ma ho basse aspettative. Visto che cambierò totalmente le vostre fattezze e probabilmente anche il sesso, vi chiedo di non fare espressioni troppo strane. Sarebbe palese capire chi è chi, poi» esclamò e metà degli studenti sparì in uno sbuffo di fumo rossastro.

Istintivamente Ryan strinse le gambe. Manca qualcosa, pensò nel panico, ma cercando di non rendere troppo palese il suo essere un ragazzo. Osservò le sue nuovi mani affusolate, con tanto di unghie colorate.

Alzò lo sguardo e si rese conto di essere decisamente più basso del solito. Essere in un altro corpo era strano e nemmeno gli altri sembravano trovarsi a loro agio. Antoniette, nel corpo di un ragazzo snello con i capelli verdognoli, si stava stiracchiando. Le spalle non le facevano più male, anche se sentiva una presenza sospetta nelle mutande.

Melody, che aveva preso le sembianze di un ragazzino basso e abbastanza muscoloso, continuava a cercare di trattenere le risate, perché Ryuu la stava cercando con lo sguardo fallendo miseramente.

Kay si sentiva estremamente a disagio. Mise una mano sul petto piagnucolando. Se le ragazze mettevano il reggiseno tutti i giorni dovevano proprio essere delle sante. La cosa positiva è che almeno non era calvo.

Okay, okay, le principesse di solito non sono calve, ma metti che Axelle si fosse dimenticato di dargli i capelli? Sarebbe stato strano ed imbarazzante.

Keiichi fortunatamente era rimasto un ragazzo, anche se aveva i capelli rasati ed era decisamente meno bello. Il naso era troppo grosso per il viso e le mani troppo tozze. Ciò nonostante rimase comunque piuttosto contento di non essere diventato una squallida ragazza.

Lorina si rese conto di aver perso almeno quaranta centimetri di altezza e che la sua lunghissima treccia arancione era sparita, lasciando il posto a dei capelli viola e secchi. Sembravano paglia e sperò di tornare il prima possibile al suo aspetto originario.

Alexis si diresse verso una ragazza altissima e dalla pelle verdognola, con i capelli che le sfioravano le caviglie. Non riusciva a capire perché, ma quella persona lo inspirava. «Lei...è una...uhm...sei una sempre» mormorò, socchiudendo gli occhi.

«Esatto!» esclamò l'insegnante, asciugandosi le lacrime di commozione e facendo ritornare Emma allo stato originario. «Da cosa l'hai capito?» chiese la ragazza, arrossendo un pochino. «Perché mi ispiravi antipatia»

Khalil era indeciso tra un ragazzo con i capelli castani abbastanza lunghi ed una ragazza con un vestito rosa. Erano entrambi molto attraenti a parer suo (in quel momento la sua bisessualità gli impediva di scegliere). Alla fine indicò il ragazzo. «Sei un Mai e sei un ragazzo» urlò e Yu Hong riprese le sue sembianze. «Te l'ho detto, splendore, sei così bello che ti riconoscerei tra mille persone» commentò.

Sealtiel fissava Melody negli occhi e lei cercava di non scoppiare a ridere. «Mhm...credo tu sia una sempre» mormorò poi, arrossendo un po'. «Corretto!» esclamò lei, tornando ad essere la ragazza di sempre ed arrossendo un po' anche lei. Ryuu intanto cercava Kay o almeno qualcuno che conosceva. Alla fine si avvicinò alla principessa che gli sembrava più familiare. «Kay?» chiese toccandogli la mano. «Cioè, mai»
Il ragazzo riprese le sue sembianze, annuendo. MI SEI MANCATO CORPO.

Thisbe indicò correttamente Felis, trasformato in una ragazza con i denti davanti troppo lunghi e tantissime lentiggini. Il ragazzo le sorrise e mentre faceva per andarsene inciampò — o almeno così apparve — e quasi non le cadde addosso. Si scuso, con aria mortificata, e se ne tornò da Alexis.

«Sei Nova! Non mi posso sbagliare! Cioè, dovevo dire Mai maschio? Sì. No, era mai ragazzo? O ragazzo mai? Effettivamente l'ultima suona meglio. Ad ogni modo devi essere tu»
Il rosso riprese le sue sembianze e Felix si morse la lingua, per non dire che era decisamente più alto sotto forma di ragazza che da ragazzo. Ma dato che ci teneva alla pelliccia, non disse nulla.

«Alexandra, si fa notte» borbottò Aella, controllando un orologio da taschino. «Che sia un ragazzo ne sono sicura perché stringe le gambe come se gli mancasse un pezzo, però devo capire se è un mai o un sempre»

Ambroise, a petto nudo, le si avvicinò. «È questo il punto dell'esercitazione, Alexandra» disse con tono gentile.

Alexandra, datti una mossa, perché io starei anche un po' morendo dentro, pensò Jamil cercando di suggerirle chi era mimando il gesto di accendere una lampada. «Oh, ci sono! È un sempre!» esclamò lei.

Yona indicò Keiichi. Era piuttosto sicuro che fosse maleducato puntare le persone. «Sei un mai, vero?» chiese con tono gentile. «Sì» rispose lui incrociando le braccia.

«Bene, ora che tutti sono tornati normali possiamo...»
Alexis alzò la mano. «Quella ragazza là è ancora trasformata, non vede come ha il petto deforme?»

Indicò Antoniette. L'ultima cosa di cui ebbe coscienza fu una scarpa con tacchetto azzurro che volava a 273 kilometri orari arrivargli in fronte.

«Thisbe» disse Ada, affiancandosi alla sempre. «Come ti senti?». Detestava quelle stupide domande di cortesia, sperava che la bionda capisse che non le interessava minimamente il suo stato di salute in quel momento, cosicché potesse arrivare dritta al punto.

«Meglio, ti ringrazio. La fronte fa molto male» rispose lei, con un sorriso sulle labbra. La strega pensò di volerla prendere a pugni. «Immagino. Mi dispiace. Forse sono stata egoista a pensare di tornare a casa». Aveva letto sul libro di Maledizioni e Trappole Mortali che il modo migliore per fregare un sempre era fare leva sui sensi di colpa.

«Ma no, è naturale voler rivedere la propria famiglia» commentò la ragazza, accelerando il passo. Ada sapeva che era la sua unica possibilità di usare la sua tragica storia familiare per qualcosa di utile. «Io sono orfana» mentì. Era vero in parte: Dorotea era morta e per lei Gareth doveva morire e sarebbe morto. Vide il sorriso gentile della bionda diventare un'espressione triste. «Mi dispiace» mormorò, sinceramente triste per l'amica dal profondo del cuore.

Ada deglutì. «Io voglio tornare a Gavaldon per ricominciare...»
Thisbe le prese una mano. «Allora ti ci riporterò, fidati»
«A proposito di questo, credo di aver trovato qualcuno che possa aiutarci...»
Non riuscì a finire la frase perché Khalil le mise un braccio sulle spalle. «Ma guarda un po' che splendore abbiamo qui...una ragazza gotica! Io amo le ragazze che si vestono così». Thisbe si allontanò lentamente.
































Harriet, approfittando dell'assenza di tutti gli insegnanti nelle loro camere, aveva deciso di saltare la lezione. Nessuno si sarebbe accorto della sua assenza. Seguì il percorso che conduceva alla stanza di Ottilie ed entrò. Non salutò nemmeno Vanagloria, le si mise direttamente davanti e fissò il suo riflesso. «Specchio, servo delle mie brame...chi è la più bella del reame?» domandò accarezzando le guance di Harriet Riflessa.

«Ancora un po', Harriet, e sarai succube dei tuoi desideri senza via di ritorno»















Enniente
Comunque stavo rileggendo "un mondo nuovo" che sarebbe un libro versione twisted macabra triste depressa di Aladdin e nulla

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