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11 :: Una via di fuga

Thisbe affondò la faccia nel cuscino di piume. Non le era stato nemmeno permesso seguire le lezioni, di conseguenza era completamente sola la mattina. La punizione non era stata dolorosa, ma non certo più dell'umiliazione di essere chiamata strega. Era ovvio che sarebbe finita così. Le cose belle non durano per sempre. Rimase qualche minuto in silenzio, pensando ad Ada. È colpa mia se è finita nelle sale del Malessere, pensò con le lacrime agli occhi.

Sentì le palpebre improvvisamente pesanti e sprofondò in un sonno profondo, con la gola che le bruciava ancora per il pianto.

Eccola di nuovo, la ragazza misteriosa, girata di spalle, seduta ad un tavolino. «Ow, qualcuno ha già mangiato la torta!» esclamò in disappunto, mentre Thisbe cercava di scorgere il suo volto. «Doveva avere molta fame. Non importa, ci sono degli ottimi biscotti al burro»

La bionda si guardò attorno. Come al solito, la luce illuminava delicatamente il prato fiorito, l'Accademia del Bene era in lontananza, scintillante. Il cristallo azzurro e rosa delle torri rifletteva i raggi del sole, creando uno spettacolo di luci. Con una smorfia, si mise a sedere, toccando il terriccio con una mano. «Quindi te ne vai di già?» chiese l'altra, camminando all'indietro e sedendosi dandole le spalle. La lettrice rimase in silenzio.

«Non vuoi che Ada si faccia ancora male, vero?» chiese, lanciandole un sacchetto di biscotti al burro. «Mi chiedo come tu abbia fatto ad instaurare un'amicizia del genere in tre giorni. L'hai vista venire rapita dal Gran Maestro e ti sei intromessa. L'hai vista finire all'Accademia del Male e ti sei intromessa. L'hai vista fare del male ad un principe e ti sei intromessa. Sei così buona, mia cara»
«Non sono buona. Le ho fatto passare dei guai e ora è colpa mia se...» rispose esitante. Non aveva idea di cosa poteva essere successo alla ragazza. «potrebbe...essere...morta?»
«Non credo. All'Accademia di solito non uccidono nessuno. C'è stato qualche spiacevole incidente, ma nulla di più»

Sentì il rumore della tazza posata sul piattino. «Vuoi tornare a casa, Thisbe?» chiese seria.
«Non voglio che Ada si faccia ancora male»
«Tu vuoi tornare a casa, Thisbe?»
Esitante, la ragazza annuí. Rendendosi conto che l'altra non poteva sentirla dopo qualche attimo, le toccò la spalla. «Sì, voglio tornare a casa»

Immaginò che l'altra stesse sorridendo. «Questa notte, a mezzanotte, porta Ada davanti al cancello dell'Accademia del Bene. Sarà aperto, probabilmente. Uscite da lì e raggiungete il Bosco Azzurro. Ci saranno degli stinfalidi addormentati — gli uccelli scheletro che vi hanno portate qui — addormentati. Svegliane uno delicatamente. Non parlare con nessuno. Tornerete a casa, ma solo se lo desiderate entrambe. I desideri non si esaudiscono se non ci credi davvero. Oh, puoi chiamarmi pure fata madrina se vuoi»

La bionda aprí gli occhi, con il cuore a mille. Cancello. Bosco Azzurro. Stinfalide. Casa. Si massaggiò la testa e con la bocca impastata si rese contro di aver dormito tutta la notte. Zhara, la terza compagna di stanza, scriveva un bigliettino pieno di cuoricini. Aggrottando la fronte, Thisbe cercò di sbirciare il destinatario. Oh, è lei l'ammiratrice segreta di Yona, realizzò. Le voci nell'Accademia del Bene correvano velocemente e che Yona fosse il ragazzo più ammirato si era saputo subito. (Le ninfe dovevano sgomberare il corridoio dalle lettere d'amore)

A contatto con le principesse, si era resa conto di una cosa. Tutte — e tutti — sapevano benissimo di avere un unico vero amore, presumibilmente quello con cui si sarebbero sposati, avrebbero avuto bambini e via dicendo. Eppure, non appena si presentava qualcuno di palesemente superiore, come Yona, tutti volevano lui.

«Ti sei svegliata» disse Lorina, leggendo un libro. Il suo tono era più duro del solito, ma non sembrava particolarmente arrabbiata. Dal lato pratico, Thisbe era l'unica a conoscere della scappatella nel passaggio dell'Accademia del Male, quindi magari non si rivolgeva male a lei per quello. «Ti ho portato i compiti di ieri» aggiunse senza alzare lo sguardo dal libro.

«Grazie» mormorò Thisbe, prendendo i vari fogli posati sulla scrivania di mogano. Con amarezza, notò che la maggior parte degli studenti aveva scritto cattiverie. «"Tornatene a casa, strega"» lesse ad alta voce. «Ma i Sempre non dovrebbero amarsi incondizionatamente o qualcosa del genere?»

«I Sempre sono più perfidi dei Mai, alle volte» mormorò Zhara. «Scusa se mi sono intromessa, mhm. A me non sembri una strega...» abbassò progressivamente il tono della voce, intenta a spruzzare il suo profumo sulla lettera.

Lorina si alzò e la prese per un braccio. «Dobbiamo parlare» disse trascinandola in bagno. «Maya capirà se devi andare in bagno». Ma l'insegnante non capì e le ributtò in stanza.

«Come ti senti?» chiese Harriet, accarezzando la fronte di Ada. «Quando Maia ti ha riportato in camera eri svenuta e piena di capelli, quindi ti ho dato una sciacquata alla testa...scusa se ora puzzi...però sono stata attenta a non fartela entrare in bocca, quindi non dovresti avere virus intestinali!» esclamò. «Mhm, sei un po' calda. Forse hai la febbre»

Samael, silenziosa, era seduta sul letto, intenta a sistemarsi con cura i capelli sulla nuca. «Che ore sono?» mugugnò la lettrice rivolta alla corvina, ignorando totalmente Harriet, che si mise da parte. «È quasi ora di lezione» rispose lei, mentre la strega che si era presa cura di Ada si mangiucchiava le unghie, in un angolino.

Vi comportate così solo perché siete belle, pensò con invidia. «Allora io vado, ci vediamo a lezione!» esclamò con il solito tono allegro, mentre sgattaiolava per i corridoi. Guardandosi attorno, con cautela, cercava di non farsi notare da nessuno. Salì per le scale fino al piano degli insegnanti e andò dritta alla camera di Ottilie, notando che come sempre l'insegnante aveva lasciato la porta aperta.

«Vanagloria?» sussurrò, avvicinandosi allo specchio appeso al muro. Aveva scoperto per caso la camera dell'insegnante di imbruttimento ed aveva fatto fatica a scoprire come funzionasse lo specchio: enorme se appeso, quasi tascabile se preso in mano. «Scusa, volevo dire Vanilla»

«Ora va meglio» bofonchiò lo specchio. «Non so neanche come mi fai a sentire, mocciosetta. Non mi sembri il tipo da avere un'anima cattiva al cento per cento»
«Magari è perché sono buona» rispose la ragazza, accarezzando la superficie, in cerca del proprio riflesso. «Vanagloria, mostrami la vera me stessa» ordinò. Sapeva che l'ormai ex studentessa detestava le persone che esitavano.

Rimase a contemplare la regina che mostrava lo specchio. Sua maestà Harriet! Suonava benissimo. I capelli lilla, lunghi fino alle caviglie, erano folti e luminosi, gli occhi profondi e saggi, il nasino all'insù, i denti perfetti, il sorriso dolcissimo, le gote arrossate ispiravano tenerezza. «Questa sono io» cinguettò contenta, posando la mano su quella del riflesso. «Ho solo bisogno di tempo, ma dimostrerò a tutti che sono una principessa, a differenza di Antoniette, Emma e tutte le altre. Io sono regale, ho sangue blu nelle vene, sposerò un principe e diventerò la regina più bella di tutte»

Vanagloria osservò gli occhi pieni di cupidigia della ragazza. «Oltre ad essere regale, sei anche in ritardo» commentò secca. «E non diventerai mai una regina se ti farai bocciare». Vide Harriet precipitarsi giù dalle scale con i libri in mano. Con un mezzo sorriso, sprofondò nel suo torpore.

«Questo taglio è osceno» affermò Ottilie, mettendo una mano sulla testa rasata di Ada. «Brutto come pochi. Forse secondo solo al caschetto fatto in casa»

La lettrice non cambiò espressione. Come se l'avessi scelto io, questo taglio, razza di tacchino! Spero ti colpisca un fulmine e ti lasci pelata per sempre, pensò la ragazza, senza lasciar trapelare nulla. I ragazzi la guardavano quasi tutti in modo strano. Keiichi e Kay parevano giudicare non solo il taglio di capelli, ma perfino la benda. Smettetela di fissarmi, razza di idioti. Sento i vostri sguardi addosso, non sono stupida. Rgh, detesto i principi! Non vedo l'ora di poter usare la magia, così vi trasformerò in un paio di ratti e vi darò in pasto ad un gatto.

La irritava soprattutto che nonostante fosse arrivata zoppicando, nessuno le avesse dato una mano, anzi! Le avevano perfino chiuso la porta in faccia. Lesse l'argomento del giorno scritto sulla lavagna. "La bellezza è emancipazione"

Ottilie si mise seduta sulla cattedra. «Perché, secondo voi, la bellezza è emancipazione?» domandò strofinandosi il mento.

Keiichi alzò la mano. «Perché così i Sempre non possono ritenersi superiori sul piano fisico?» propose. L'insegnante annuí. Anche Harriet, tutta tremolante, alzò la mano. «Perché i Mai sono sempre associati al brutto e trasmettono l'idea che si è felici solo se si è belli?»

«Mi avete dato delle risposte interessanti. Ma spesso nelle favole, brutto e cattivo vanno a braccetto. E se c'è una principessa o un principe brutto, è sempre qualche incantesimo che si risolve alla fine. Pensate alla Bestia! La favola si chiama letteralmente la Bella e la Bestia, eppure nonostante il principe sia un ammasso di difetti, ha comunque trovato il suo vero amore ed è ritornato bello»

Lanciò un'occhiata a Felis, intento a guardare il pavimento, con aria molto interessata. Alexis stava cambiando le scarpe a Lilith, canticchiando. La donna alzò gli occhi al cielo.

«Ma un bacio può avere anche l'effetto inverso. Se due Sempre si baciano, non succede niente, a meno che non sia il Vero Amore. Di solito con il bacio si scrive il "per sempre" sulla propria favola, quindi...se due Mai volessero darsi un bacio, non succederebbe assolutamente niente. Anche perché trovo disgustoso un bacio tra due mai. Se un Sempre e un Mai volessero darsi un bacio...» fece una pausa, soppesando Nova con lo sguardo. «Probabilmente succederebbe un disastro. È successo che il Sempre, o la Sempre, è invecchiato alla velocità della luce ed è morto, oppure è semplicemente diventato brutto. O cattivo. Insomma, se amate qualcuno, miei cari mai, ed è un sempre, fate di tutto! Ma non baciatelo»

«Ci si può davvero innamorare di un Sempre?» chiese Keiichi, con aria disgustosa. «Cos'hanno di affascinante?». Ottilie tossì. «Devo farti un elenco in ordine alfabetico o casuale?»

Melody, trionfante e con due cestini del pranzo, si mise seduta accanto a Ryuu. «Sono o non sono magica? Vai a parlare a Kay, il tuo vero amore» esclamò prendendolo in giro. Il rosso, impegnato a rimescolare la zuppa, aggrottò la fronte. «Non mi sembra stargli simpatico» mormorò. «Chissà perché» aggiunse Alexandra, dondolando i piedi.

«Sono sicuro che non sta apprezzando quel brodino, quindi vai lì e dagli questo dannato cestino del pranzo, zuccone»
«Hai pure i capelli dello stesso colore di una zucca»
«Aella, anche tu hai i capelli color zucca»
Ryuu sospirò, vedendo Melody così determinata. «E va bene, ma tu vieni con me»
«Secondo voi mi lascia mangiare le patate del brodo?»

Khalil continuava a mandare occhiate curiose a Yu Hong. Durante il pranzo il ragazzo se ne stava tutto scomposto a dipingere, anziché mangiare. E poi era decisamente carino, quindi: perché no?

Si avvicinò a lui di soppiatto, in modo da non destare l'attenzione di Morticia, impegnata a discutere con Brice. «Hey, raggio di sole!» esclamò, mentre il mai alzava lentamente lo sguardo, squadrandolo. Improvvisamente in imbarazzo, il principe sentì un brivido attraversargli la schiena. Questo mi ammazza.
Invece Yu Hong rimase in silenzio per qualche secondo, cosa che Khalil interpretò come un "sono troppo timido per fare il primo passo, quindi ti guardo male". Si sedette accanto a lui. Fortunatamente aveva il suo aspetto "da cattivo" dalla sua, quindi la preside non notò il Sempre in incognito.

«Che bei capelli che hai» commentò il principe, allungando le mani verso la chioma dell'altro. Ma Yu Hong non aveva voglia di farsi acconciare la chioma. Non si mosse nemmeno. «Te le cionco quelle mani. E dopo avertele tagliate, le butto nel brodo. Così magari combini qualcosa di utile»
«Oh» rispose semplicemente Khalil, abbastanza ferito.

«Sai, credo che dovremmo variare un po' la nostra dieta» commentò Alexis, bevendo del tè ed osservando le tazze vuote poste davanti a Liselotte e Lilith. «Non credo faccia loro bene. Devono andare molto spesso in bagno ultimamente»
Felis rimase in silenzio. «Mi sento offeso» mormorò, rimescolando per l'ennesima volta il brodo. «Il primo incantesimo che farò quando ci sbloccheranno la magia sarà quello di far parlare Liselotte. Così potrà scusarsi per aver detto che vorrebbe variare la dieta»

L'azzurro sospirò. «Puoi dirle che non è un problema. È che so fare solamente il tè, non sono neanche capace di creare una festa di non-compleanno come si deve»
«Una festa di...non-compleanno?»
«Non la conosci?!»

Ryan, arrampicato su un albero, osservava dall'alto la situazione. Tralasciando i cinque sempre nel territorio dei mai, sembrava tutto in perfetto ordine. Osservò con odio Aella, appoggiata ad Alexandra, che mangiava una mela. Non poteva che detestare la figlia dell'acerrimo nemico di suo padre e nonostante Morticia avesse chiesto di dimenticare i rancori tra le famiglie, era davvero difficile!

Cercando di consolarsi, pensò che anche Yona e Antoniette guardavano leggermente accigliati Samael, quindi probabilmente non era l'unico ad aver vecchi rancori sulle spalle. Per non parlare di Nova, che sembrava voler decapitare Lorina solo con lo sguardo.

«Come va nella scuola del Bene?» chiese il rosso, accarezzando la testa di Felix, alquanto distratto e senza accorgersi di cosa stava facendo. Il sempre lo trovò molto buffo, ma non si lamentò. «Bene, credo. I miei compagni di stanza sono gentili con me, il cibo è decisamente meglio di quello che mangiavamo a casa, pensa che ieri - o era avantieri? A proposito, sai che alcuni sempre non usano la parola "avantieri"? Non è strano? Sembra che non l'abbiano mai sentita! Magari è un gergo della terra dei matti...»

«È una pessima idea» borbottò Ryuu, scuotendo la testa. «Fidatevi»
«È una pessima idea, però la stai mettendo in pratica lo stesso» aggiunse Melody. «Nel dubbio ho portato con me il piffero, quindi se Kay dovesse darti fastidio, chiamo dei ratti»
«Grazie per il supporto» rispose il rosso. «Ryuu, non ti stiamo portando a farti decapitare» intervenne Jamil, con delle patatine in mano. «E sbrighiamoci, perché io ho fame»
«Ma se ti sei mangiato anche le patatine di Alexandra!»
«Gliel'ho chiesto io di alzarsi e di lasciarle incustodite?»

Kay, seduto sotto un albero, divideva le carote dalle patate dal prezzemolo nel suo brodino con aria annoiata. «Mi fa paura» piagniucolò Ryuu, prima che Melody lo spingesse verso il principe dei ghiacci.

I due si fissarono per qualche secondo. Ryuu, rosso come un peperone, gli porse il cestino del pranzo. «Quel brodo non sembra buono, quindi ho pensato di...ecco...portarti questo dei sempre- avrei voluto portarlo avantieri però ecco ero nervoso e me lo sono mangiato?» si girò verso Melody e Jamil, nascosti dietro un cespuglio. Loro gli fecero cenno di continuare, mentre Kay li fissava confuso.

«Sì» rispose. «Ma sono io o fa freddo oggi?» cercò di vivacizzare la conversazione Ryuu, strofinandosi le braccia. Aveva avuto la pessima idea di provare a tingere l'uniforme di rosso. Non avendone una pulita invernale, Maya gliene aveva data una estiva. A novembre. «Grazie»

«Grazie cosa?» piagniucolò il rosso. Stava diventando imbarazzante. Perfino Kay era arrossito. Melody saltò fuori dal cespuglio. «Visto che non riuscite a parlare in modo normale, vi faccio da traduttore. Quello che Ryuu sta cercando di dire è che vorrebbe fare amicizia con te, Kay...però è vero che fa freddo»

Il mai incrociò le mani. «Ehm, potrebbe essere colpa mia...voglio dire...ehm» distolse lo sguardo. «Ho capito, è perché tua madre è la regina delle nevi, vero?» esclamò Ryuu. «Quindi devi avere il cuore congelato? Ti piacciono i pupazzi di neve? Ooo, sai fare le magie con il ghiaccio?»
«Si vede che sei quello intelligente della famiglia» bofonchiò Jamil, uscendo dal cespuglio. «Le mangi quelle?» chiese indicando le patate nella ciotola e non appena Kay scosse la testa, gli tolse il piatto di mano. «Graaaaazie, fratello»

«È l'ora di pranzo. Non possono vederci ora» cinguettò Lorina, trascinando Thisbe per un braccio nel bagno dei ragazzi. «E soprattutto non qui». Per evitare che qualcuno entrasse, chiuse la porta spostando il mobile con gli asciugamani davanti ad essa, mentre la bionda la guardava confusa.

«Cosa devi dirmi?» chiese innocentemente, mentre si torturava le mani. Devo avvertire Ada, devo avvertire Ada, devo avvertire Ada. Sperò che Lorina non avesse da recitare un monologo completo, in modo da poter sgattaiolare via rapidamente ed avvertire l'altra lettrice. «So che le persone che hai qui attorno sembrano giudicarti come una strega, ma sappi che io sarò sempre dalla tua parte...» troppo distratta per ascoltare il resto del discorso, Thisbe ripercorse mentalmente la strada per la camera di Ada.

Alla fine, annuí sorridente, mentre Lorina, genuinamente convinta che Thisbe avesse ascoltato il suo discorso su come credeva di essersi cotta per lei al primo sguardo e di come ci sarebbe passata sopra per non rovinarle la vita, la vide andare via di corsa.

La bionda corse fino al laghetto, ci si buttò dentro, guardandosi attorno, cercando di non farsi vedere. Superando di corsa la galleria del Male, salì le scale che portavano al piano delle ragazze, con il fiatone. Non era abituata a correre così e l'unica volta che l'aveva fatto era stato per correre dietro ad Ada. Ironico.

Bussò alla porta. «Ada» sussurrò con voce rotta, poggiandosi alla porta tutta sudaticcia. Ad aprire la porta fu, fortunatamente, la lettrice. Thisbe sussultò nel vedere la testa rapata dell'amica, ma non disse nulla. «Possiamo tornare a casa» ansimò, cercando di riprendere fiato. «Stanotte»

Nonostante la mai avesse in programma di non parlare mai più a Thisbe, il suo viso si illuminò, quando sentì la parola "casa". «Dici davvero?»
La bionda annuí. «Stanotte, mezzanotte. Alle dieci fatti trovare davanti alla tua camera. Nessun altro lo deve sapere»

Emozionata, Ada intrecciò le mani. «Sì!» esclamò e nonostante non stesse affatto sorridendo, si ritrovò a fantasticare sulla sua casetta per nulla accogliente.

Peccato che niente va mai come deve.

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