08 :: Pomeriggio di studio
Voglio tornare a casa.
Ada aprí gli occhi, allungando le mani verso l'alto, sdraiata sul suo letto. La camera numero tredici era completamente vuota: le sue compagne di stanza erano nella sala comune a studiare. Con i peggiori dolori allo stomaco che avesse mai sperimentato, si rigirò più volte, cercando di addormentarsi. Alla fine rimase con la schiena contro il muro. Troppo stanca per alzarsi ed inginocchiarsi, si mise semplicemente a pregare. Chissà come procedeva la vita al villaggio. Forse per la famiglia di Thisbe era cambiato qualcosa, ma Gareth non poteva che essere felice per la sua scomparsa.
«Ada?» domandò Thisbe, bussando. Stupita, la mai scese dal letto in fretta e fece entrare la ragazza, chiudendosi rapidamente la porta alle spalle. «Che ci fai qui?» chiese affannata. «Ho scoperto un passaggio segreto, cercato il piano delle ragazze ed eccomi qui» sorrise la bionda, mentre si guardava attorno ed infine si sedeva sul letto di Harriet. «Macabro. Mi piace»
Ada colse la palla al sbalzo. «Dobbiamo tornare a casa» sussurrò, incrociando le braccia. E per un breve attimo, realizzò una cosa. Non so come si chiama. Impacciata, si portò le mani alla testa. Meglio continuare a far finta di niente. «Ho parlato con uno specchio...so che sembra strano, ma mi devi credere. E quello specchio prima era una persona. Questo posto è un incubo. Solo qualcuno diventerà una principessa o un principe o una strega. Il resto dei ragazzi qui diventerà uno schiavo di un Bene o un Male superiore».
Thisbe ascoltò l'altra attentamente. «Sei sicura?» mormorò. «Non può essere, che ne so, uno specchio parlante o qualcosa del genere? Perché dovrebbe essere una studentessa?». Deglutì. La ragazza che aveva davanti era una mai, una strega per definizione. Quante erano le possibilità che stesse dicendo la verità?
«Devi credermi. Diventeremo oggetti senza dignità, perderemo tutto, a partire dal corpo. Lo specchio mi ha detto che solo le anime pure al 100% possono parlare con loro. Quindi devi credermi, sono buona!»
«Io ti credo. Ma come facciamo a fuggire?»
Ada si mise le mani tra i capelli. Ho una possibilità. «Il Gran Maestro. Ci ha portato qui. Ci riporterà indietro. Almeno credo»
«Non ci riporterà indietro, se ci ha portate qui è per farci rimanere qui. Non avrebbe senso. Dobbiamo farlo da noi. Dobbiamo scappare noi due solamente e non farlo sapere a nessuno. Dobbiamo sparire e basta» sospirò e si morse la lingua. Lei non vuole rimanere qui ed io non voglio tornare a Gavaldon.
«Finché non troviamo un modo per tornare a casa, non facciamoci bocciare e nel frattempo raccogliamo informazioni» disse Thisbe sorridendo. Non me ne andrò di qui. Vide l'altra annuire e si sentì una vipera a mentirle così spudoratamente.
Dopodiché la sempre sgattaiolò silenziosamente fuori dalla stanza e corse verso l'Accademia del Bene, sperando che nessuno notasse la sua temporanea scomparsa.
La sala da tè dei Mai era affollata di studenti intenti a fare i compiti. «È davvero necessaria tutta questa robaccia prima di imparare ad usare la magia?» chiese Alexis, mentre Felis, profondamente distratto, continuava a versare tè nella tazza del ragazzo, che ormai traboccava da ben dieci minuti. «Voglio dire, abbiamo davvero bisogno di sapere quali denti sono i più sviluppati nella bocca dei demoni?»
Il figlio del cappellaio, intento a guardare fuori dalla finestra i fulmini, continuò a non ascoltare, finché l'amico non gli mise la mano sulla spalla, facendolo sussultare. «Oh! Mi sono distratto» esclamò, girandosi e vedendo la tazza ormai traboccante. Nonostante ciò evitò di asciugare il pavimento e guardò negli occhi Alexis. «Vuoi un po' di limone?»
Yu Hong, coperto dal libro di Maledizioni e Trappole Mortali, dipingeva e dava sfogo a tutta la sua rabbia. Le prime lezioni erano state praticamente inutili e non aveva trovato niente di interessante in una strega che blaterava quanto fossero stupidi gli altri.
Fortunatamente Maia quel giorno era stata trascinata via dalla Scuola del Male da Maha, che aveva in mano un kit di spazzole e forbici per unghie, quindi non temeva che qualcuno potesse scoprire la sua passione. Anche perché la gente si teneva bene a distanza. Eccetto lui, il fastidio numero uno.
Ryan lo fissava, abbassando ogni tanto lo sguardo sul libro quando si accorgeva di essere fissato di rimando. Nessuno dei due negava di essere incuriosito dall'altro, ma al contempo stesso nessuno dei due pareva voler iniziare una conversazione ed andava bene così.
Continuarono a rivolgersi occhiatacce e a rivolgerle a chi si avvicinava finché Alexis e Felis, cacciati a calci dal loro tavolo e letteralmente, non si sedettero ignorandoli. Per quanto tutti avessero origini in qualche favola, gli stereotipi rimanevano belli saldi. L'idea di condividere il tavolo con il cappellaio matto non era allettante e Wendy si aspettava che, da un momento all'altro, il ragazzo potesse iniziare a parlare il gergo del Wonderland o a prendersi confidenze. O peggio, organizzare una festa di Non-compleanno.
Invece il ragazzo tirò fuori una tazza e la riempì di tè verde, mettendola davanti a Yu Hong, senza parlare. «Felis, ascoltami e dimmi se sto sbagliando qualcosa» disse Alexis sbattendo il libro sotto al suo naso. «Non voglio finire ultimo. Mi fa ancora male il didietro per la lezione di talenti speciali-»
Samael sfogliava il libro di storia delle fiabe. Avendo già finito i compiti, non le restava molto da fare. Si soffermò sull'immagine della bella addormentata e fu tentata di strappare la pagina. Notò con disappunto che perfino in un libro che, teoricamente, doveva esaltare la malvagità e la crudeltà dei Mai, i Sempre erano ritratti nei minimi particolari, a partire dalle labbra rosa fino alle punte dei capelli. Tutto perfetto e scintillante, mentre era già tanto se i cattivi avevano il naso disegnato.
Dal punto di vista di Harriet, Samael prendeva le forme di un drago. Sebbene fosse terrorizzata da lei, non potè fare a meno che pensare al lato pratico. Mi servirebbe la protezione di una come lei. Fino a quel momento si era limitata a starle vicino senza parlarle, dato che la ragazza sembrava isolarsi di sua spontanea volontà. Avrebbe voluto essere più coraggiosa per poterle parlare senza timore. Cercando di consolarsi, pensò che a volte le relazioni non hanno bisogno di parole.
Sbirciò curiosa il libro che stava leggendo la corvina e poi riportò lo sguardo sui suoi compiti. Aveva una lista di domande sui demoni che non finiva più. In effetti, aveva leggermente perso tempo a fissare l'altra anziché studiare.
Anche nella camera di Lorina si studiava. La ragazza era china sui libri da un po', anche se quelle domande la lasciavano alquanto perplessa. Nel test a crocette che aveva lasciato Hannah da fare, le risposte erano così palesi e ovvie che sarebbe riuscita a rispondere correttamente anche ad occhi chiusi. Voglio dire, quale Sempre sceglierebbe "uccidi l'uccellino" al posto di "cura l'uccellino"?!
Thisbe aprì la porta ed entrò sorridendo, salutò le compagne di stanza (anche Zhara stava studiando) e tirò fuori il suo libro. «Questo è nuovo?» chiese Lorina indicando un livido sul braccio della bionda. «Sì, sono andata a sbattere al vaso in corridoio. Anche questi cinque sono nuovi» rispose indicandone alcuni disseminati su entrambe le gambe.
Dopodiché si misero a studiare. Questo, naturalmente, finché non sentirono un foglietto di carta strusciare sotto la porta. Si guardarono confuse, poi Lorina lo prese in mano. La calligrafia era quella di Antoniette.
Siete ufficialmente invitate al pigiama party delle ragazze Sempre questa notte! Non mancate! Camera mia e di Emma.
P.s. Se volete venire, ovviamente.
P.s.s. Abbiamo l'autorizzazione di Maya, ma non ditelo in giro vi prego 。゚(゚'Д`゚)゚。
P.s.s.s. Al cibo ci pensa Aella!!
Thisbe venne scossa da un brivido, probabilmente dovuto all'adrenalina. Non era mai stata ad un pigiama party e le ragazze a Gavaldon si sparlavano alle spalle in continuazione, quindi fare amicizia era veramente complicato. «Dobbiamo metterci qualcosa in particolare?» chiese Lorina, aggrottando la fronte. «Sono state ben poco chiare»
«Credo si indossi il pigiama, dopotutto è un pigiama party. I ragazzi andranno di matto quando scopriranno che non sono stati invitati!»
Dopo aver spedito gli inviti, Antoniette aveva preso una scopa in prestito da una ninfa e aveva ripulito la camera da capo a fondo, per poi mettere cuscini colorati e coperte ovunque. Aveva perfino spostato i due letti a baldacchino uno vicino l'altro in modo da avere una specie di tetto, completato poi da una coperta stesa su entrambi.
Soddisfatta, osservò Emma, che invece aveva passato tutto il pomeriggio a scegliere i giochi da fare e aveva composto una playlist di musica da ascoltare grazie agli strumenti incantati (portarli fino in camera senza farsi scoprire, sebbene con la complicità di Maya, era stato difficile). «Speriamo vengano tutte, voglio conoscerle!» esclamò stringendo il foglio con su scritti i nomi di tutte al petto.
«Non vedo l'ora sia mezzanotte!» sospirò poi, lasciandosi andare sulla poltroncina di velluto. «Arriverà presto. Piuttosto, hai già deciso cosa fare?» chiese l'azzurra, mentre sceglieva se indossare la camicia da notte celeste o un pigiama rosa. «Ovvio. Ho pensato al gioco della bottiglia, ma senza ragazzi non è divertente. Quindi segreti, gossip, sacrifici alla dea della luna, pettegolezzi, vestiti, armi di distruzione di massa. Insomma, le solite cose da ragazze»
«Aella» esclamò Alexandra con tono polemico nel vedere il cesto di mele che la rossa aveva preparato per il pigiama party. «Sai che le principesse potrebbero aver paura delle mele? Voglio dire, pensa a Biancaneve. Deve aver sviluppato un disturbo da stress post traumatico per colpa di quella mela. E poi io speravo di mangiare qualcosa di carino come una torta alle fragole, non una mela. Tra l'altro con la buccia». L'altra sospirò affranta. «Va bene, Xandra, prenderò qualcosa dalle cucine di diverso dalle mele. Che ne so, cioccolata?» domandò grattandosi il mento. «Ora inizi a ragionare!» esclamò Melody. Le due la guardarono che sfilava allo specchio in cerca del pigiama perfetto.
Ridacchiarono, perché a Melody era stato detto di venire due ore prima, in modo da farla arrivare più o meno in orario. Avevano scoperto di questa sua passione per i ritardi quando si era presentata a lezione di comunicazione con gli animali tre ore dopo.
Felix, appisolato sul letto, stava cercando davvero di studiare. Ma gli riusciva difficile, considerando i suoi istinti felini e beh, l'odore di pesce grigliato che proveniva dalle cucine e che gli faceva venire fame, nonostante il pranzo fosse stato parecchio abbondante. E anche perché quei mille modi di proporsi ad una ragazza gli sembrano uno più stupido dell'altro.
Voglio dire, chi fa svenire la propria dama di proposito per prenderla in braccio e vantarsene? Probabilmente sua sorella Dolly avrebbe graffiato qualcuno del genere e lui le avrebbe dato perfettamente ragione. Osservò Yona, anche lui intento a studiare. Prima aveva ascoltato attentamente tutto ciò che aveva detto e pur essendo consapevole di essersi completamente distratto dall'argomento iniziale, aveva notato con piacere che il principe aveva continuato ad ascoltare senza farsi problemi.
Anche Sealtiel sembrava un ragazzo a posto, semplicemente un po' timido. Quando, incuriosito, gli aveva chiesto cosa ci fosse sotto al cappello, lui era semplicemente arrossito e non aveva risposto. Magari ci voleva solo un po' più di confidenza. Alla fine, il degrado. I compiti, fatti per metà, erano rimasti sul letto e Felix aveva iniziato a giocare con un gomitolo, distogliendo completamente l'attenzione che fino ad allora aveva provato a rivolgere al libro.
Sealtiel, unico dei tre a svolgere i compiti seduto ad una scrivania, ogni tanto riservava delle occhiate curiose ai due compagni di stanza. Avrebbe voluto aprirsi, davvero! Ma quelle corna che gli crescevano gli ricordavano semplicemente che veniva da Borgo degli sfigati e che di certo non poteva competere con un principe altolocato come Yona o con Felix!
Sì, perché Sealtiel si era ritrovato ad invidiare un ragazzo cresciuto tra le terre dei Mai e come biasimarlo? Il figlio dello stregatto! Un personaggio famoso come quello. Pensò che gli sarebbe piaciuto essere figlio di qualcuno di importante come loro due, ed invece gli era toccato come padre il settimo capretto. Finì per sentirsi in colpa. Dopotutto era stato cresciuto comunque con amore e la sua famiglia di certo non si aspettava di essere così segretamente disprezzata da lui.
Yona, invece, stava semplicemente andando avanti con il programma. Studiare come salvare una principessa in difficoltà inevitabilmente lo portava a pensare a quel maiale di suo padre. Aggrottando leggermente la fronte, cercava di distrarsi pensando agli uccellini che cantavano alla finestra e si rasserenò un po'. Prese un pezzettino di torta di mele che aveva portato un'ammiratrice segreta davanti alla camera e lo masticò pensoso. «Credo che stasera non mangerò la cena. Vado ad avvertire le ninfe di preparare una porzione in meno» disse, mettendosi seduto.
Felix approfittò dell'occasione. «Me la mangio io la tua porzione, non ti preoccupare. Avranno contato già le porzioni da fare e sarebbe un peccato doverne fare una in meno e far avanzare qualcosa» esclamò, mollando il gomitolo.
«Non ti verrà fame a saltare la cena?» chiese Sealtiel, mentre riponeva i suoi libri sulla mensola. «Ho già mangiato un po' di torta, peccato che il mittente non abbia firmato il bigliettino. Avrei potuto ringraziare»
Khalil, seduto alla scrivania, cercava di studiare. Sarebbe stato un bello smacco per un principe delle Cascate di Cristallo finire ultimo. Anzi, si malediceva da solo per perdere tempo, perché quando sarebbero rientrati in camera Ryuu e Jamil, di sicuro non avrebbe avuto il silenzio necessario per concentrarsi.
Però aggrottava la fronte dinnanzi a quel libro. Era veramente stupido e bigotto. Talbot aveva spiegato che purtroppo era una vecchissima edizione e che dovevano accontentarsi, perché nessuno scriveva più come conquistare damigelle (si era anche definito contro l'autore). Si era domandato anche come fare a conquistare un ragazzo — non che lui avesse bisogno di una guida, aveva un repertorio di battute d'approccio non indifferente — ma qualcuno negato come i suoi compagni di classe non ci sarebbe mai riuscito. Magari poteva chiedere ad una ragazza di farsi prestare il libro "come conquistare il tuo principe".
E quando si decise finalmente ad iniziare il test a crocette, Ryuu entrò in camera canticchiando e con il libro sotto il braccio. «Cool, but...i don't want to be like that! I want to live without having to...mhm»
Perfino lui sembrava confuso sul testo, quindi il ragazzo immagino che stesse scrivendo lui la canzone. Fortunatamente le domande erano piuttosto semplici e poteva farle anche se non perfettamente concentrato. E poi la canzone di Ryuu aveva un ritmo abbastanza incalzante, quindi non se la sentì di farlo smettere.
«Mi sto leggermente preoccupando» commentò Khalil un po' di tempo dopo. «Jamil dov'è finito? Di solito siete sempre a litigare, è successo qualcosa?». Il rosso alzò le spalle. «Non ho idea di dove sia finito»
Jamil entrò dalla porta starnutendo. «Parli del diavolo e spuntano le corna» esclamarono all'unisono. «Dov'eri finito?»
«Stavo dando da mangiare ad un anatroccolo, ma poi è arrivata sua madre e mi ha tirato per la divisa e sono caduto nel laghetto»
Si guardarono. «Ma i compiti?»
«Li faccio dopo, adesso mi devo asciugare o mi verrà il raffreddore. Maledetta papera»
Keiichi, nella sua camera, stava sfogliando il libro con ben poca voglia. Non aveva altro da fare e nessuno nella scuola sembrava apprezzare i suoi gusti in fatto di moda, tranne Kay, ma non aveva intenzione di avvicinarsi a lui per primo.
Nonostante tutti commentassero il suo modo di fare, non si accingevano a distogliere lo sguardo da lui. In effetti, più che odio, sembrava ammirazione. E se gli sparlavano dietro, tanto meglio. Voleva dire solamente che non riuscivano a toglierselo dalla testa. Prese uno specchio e controllò che tutto fosse in ordine, prima di uscire per i corridoi.
Uscendo, vide Harriet a terra. Un ragazzino le urlava contro e a quanto riuscì a capire Keiichi, l'unica colpa della strega era stata guardarlo in modo strano. Si chiese perché i Mai non riuscissero a collaborare nemmeno per un istante. Sconfiggere i Sempre in quel modo sarebbe stata una completa passeggiata.
Guardò male il ragazzo e aiutò Harriet ad alzarsi, per poi lasciarla tornare in camera, anche se l'espressione che aveva stampata in faccia tradiva solo il desiderio di vendicarsi.
Calò la notte. Mentre le ragazze ridacchiavano, contente di avere un segreto tutto loro (e di Khalil) ed emozionate all'idea di fare qualcosa di illegale, i ragazzi dormivano. Ryuu, abbracciato al cuscino e al suo peluche a forma di cigno, russava.
Questo finché qualcuno non iniziò a tirargli il bracco. «Ryuu. Ryuu. Ryuu. Ryuu.» gli sussurrò nell'orecchio Jamil più volte, finché il rosso non aprì gli occhi, abbastanza seccato. «Cosa c'è?» chiese stropicciandosi gli occhi e guardando il pigiama a stelline dell'azzurro.
«Mi fai copiare i compiti?»
YOoooO
Come state?? uwu
Io ascolto le nuove canzoni di Mel in loop :'^
Anche questo è più o meno un capitolo filler (?) e boh che dire
Succederà qualcosa di interessante al pigiama party? Lo scoprirete nel prossimo episodio~
Stavo pensando a come ti vesti per colpa di una serie di eventi e sono arrivata a pensare a Keiichi e Kay che chiedono allo specchio magico chi è il più fascinoso del reame e lo specchio risponde Khal 😔✌🏻
Tutti con la K.
Sempre perché devo ciarlare, stamattina ho fatto la torta in tazza migliore dell'universo e sono troppo contenta-
bEh CIao :D
(Ho provato ad inserire tutti i personaggi apprezzate :'))
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