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04 :: Vanagloria

Si sa che il primo giorno di scuola è sempre emozionante ed importante. Le prime impressioni contano (i Sempre si sarebbero dovuti dar da fare il doppio per farsi perdonare) e tutti i nuovi studenti all'Accademia erano determinati a fare del loro meglio.

La prima notte di Thisbe fuori casa era stata tormentata quasi quanto quella di Ada. Nel sonno la bionda correva per la foresta, mano nella mano di quella che era l'apparizione fatata del sogno precedente, che la trascinava in avanti. Riusciva a sentire il profumo inebriante dei fiori che crescevano tutt'intorno, i tiepidi raggi di sole che attraversavano l'intricato intreccio di rami le accarezzavano il viso, mentre rideva e sentiva il cuore pieno di gioia sentendo la risata cristallina dell'altra. Eppure c'era qualcosa di profondamente sbagliato, che rendeva quella scena lugubre. Come se qualcosa fosse fuori posto. Sentiva l'erba bagnata di rugiada sotto i propri piedi nudi, ma non era infastidita. Voltandosi vedeva le torri splendenti dell'Accademia del Bene, che piano piano scomparivano dalla sua visuale. Tutto ciò la fece rabbrividire, anche se non sapeva esattamente spiegarne la ragione. Nel sonno, iniziò a scalciare leggermente, con poca energia.

Nel sogno provava ad avvicinarsi all'altra, ma lei continuava a starle davanti, in modo da impedire alla lettrice di vederle il viso. Fu questo a mettere in allerta Thisbe.
Perchè non ti fai vedere?
Perchè se ti mostrassi il mio viso, avresti paura e non mi vorresti più vedere.
Non mi farai paura, qualunque possa essere la tua forma.
Non mi sento ancora pronta a farti vedere come sono fatta.

La ragazza si svegliò nel cuore della notte con una sensazione di amaro sul palato. Ancora mezza assonnata, convinta si trattasse di casa sua, si diresse dove credeva ci fosse la cucina. Fortunatamente, realizzò in tempo di essere in un posto diverso da casa sua. Affacciandosi al balconcino della propria camera, prese un bel respiro e per la prima volta si rese conto di essere lontana dalla sua famiglia, da Gavaldon, dalla realtà in cui aveva vissuto fino a quel momento.

Osservò la luna, nostalgica. Si sentiva in colpa per non aver pensato nemmeno una volta a sua madre. Mettendo le mani nell'abito ormai distrutto in cui era arrivata, ritrovò i biscotti. Ne prese uno, mezzo sbriciolato, e lo mise in bocca, cercando di masticare nel modo più silenzioso possibile. Non riusciva nemmeno a piangere, perchè non si sentiva triste. Sentiva un mix di emozioni contrastanti. Si sentiva in colpa perchè non aveva sentito affatto la mancanza dei propri genitori. Si sentiva finalmente al suo posto. Si sentiva nel posto sbagliato. Era contenta per aver lasciato il villaggio. Era triste per la sua famiglia. Si sentiva estranea. Si sentiva a casa. Tutto questo pensare, le fece salire la nausea e finì per vomitare i biscotti giù dal balcone.

Ada, rannicchiata contro il muro, senza lenzuola e tantomeno coperte, tremava e cercava di riscaldarsi con il proprio fiato. Le due compagne di stanza dormivano senza emettere alcun suono, probabilmente abituate al non disturbare i propri genitori o le persone che - Ada ne era certa - abitavano nei loro villaggi. Aveva un dolore alla testa lancinante ed era stanca. Dopotutto non chiudeva occhio da un giorno o due. Il tempo nella selva Infinita sembrava dilatarsi e comprimersi a proprio piacimento. Provò a ripetersi qualcosa di rassicurante, cercando di consolarsi e tristemente realizzò che l'Inferno era appena iniziato. Sarebbe stata bocciata o qualcuno dei Mai l'avrebbe uccisa. Scoppiò in un pianto disperato, cercando di fare il meno rumore possibile, dato che come Samael e Harriet, non voleva dare fastidio. Pianse finchè non si sentì più la gola e finalmente si addormentò.

Stava bevendo una tazza di tè dolcissimo. Il calore della bevanda la riscaldava da dentro, facendole passare tutto il dolore. Non aveva più la benda sull'occhio e i vestiti che indossava le piacevano da morire. Senza nemmeno essersene accorta stava sorridendo raggiante. Sua madre, di fronte a lei, le sorrideva di rimando. Vuoi altro tè? chiedeva dolcemente e la ragazza sorrideva, annuendo energicamente. La donna le passò un piattino con una fetta di torta che Ada mangiò in fretta, dato che si sentiva particolarmente affamata. Non ti ingozzare, Ada. Ce n'è quanta ne vuoi, rideva Dorotea e la lettrice si puliva la bocca (notò con stupore che le labbra screpolate erano incredibilmente morbide) con un tovagliolino di seta e ridacchiava.

Fu Harriet a svegliarla, scuotendola leggermente. Svegliandosi, Ada si rese conto di avere le stesse labbra secche e screpolate di prima, l'orribile divisa dell'Accademia del Male addosso ed una fame tremenda. Si mise in piedi a fatica a causa dei crampi allo stomaco e si rese conto della cosa più brutta. Mia madre è morta.

Yu Hong aprì gli occhi lentamente, svegliato dal rumoroso russare di Ryan. Lo guardò accigliato e si alzò dal letto sporco di cenere, prendendo la divisa ed indossandola silenziosamente. Pensò di svegliare il compagno di stanza con una secchiata d'acqua gelida e sicuramente sporca proveniente dai bagni, ripagandolo con la stessa moneta. Ma non aveva voglia di uscire nel corridoio e dover incrociare lo sguardo dei poveri illusi che pensavano di potersi lavare, nel bagno. Con aria mogia pensò alle tele che era riuscito ad introdurre nella struttura e che Maia aveva bruciato con un fiammifero, davanti ad i suoi occhi. Poco male, riflettè poi. Ne aveva nascoste altre. E dato che la sorvegliante aveva già lasciato perdere il suo lavoro, era sicuro che almeno quelle sarebbero rimaste dov'erano.

Wendy si sveglió comunque poco dopo, rotolando giù dal letto. Mettendosi in piedi aveva sentito per qualche attimo la terra muoversi sotto i piedi, ma rimase tranquillo. Succede sempre a chi è abituato a vivere in mare, dopotutto! Mise anche lui la divisa, ma aggiunse delle bandane colorate per rallegrarla un po' e probabilmente anche per attirare l'attenzione su di sè. Non rivolse una parola al compagno di stanza. Si rivolsero qualche sguardo freddo ma anche curioso ed uscirono dalla stanza con in mano alcuni libri che il giorno prima erano nuovi di zecca e attualmente già distrutti dalle infiltrazioni dell'edificio e mordicchiati dai ratti.

Nella torre delle principesse c'era molta più agitazione. Emma si pettinava i folti capelli castani, con un sorriso sulle labbra. «Non sei emozionata?» chiese alla compagna di stanza, ancora avvolta tra le candide lenzuola con aria un po' assonata. «È il grande giorno» aggiunse mentre abbottonava l'uniforme che le stava a pennello ed andava a tirare fuori dalle coperte Antoniette. L'azzurra si costrinse, ancora mezza addormentata, a lavarsi i denti, mentre l'amica, per fare prima, le stringeva il corsetto per far apparire la vita magra dell'azzurra ancora più stretta e di conseguenza più bella. Anche se effettivamente la poverina stava semplicemente soffocando.

Yona si era svegliato allegramente ed aveva aperto lentamente la finestra, facendo in modo che i raggi di sole illuminassero tutta la camera, ma che non svegliassero Felix e Sealtiel ancora addormentati. Dopodiché aveva spazzolato l'uniforme e si era cambiato in fretta, non volendo saltare la colazione ed anche per fare bella figura il primo giorno di scuola. Visto che nessuno dei due compagni di classe si accingeva ad alzarsi, decise di svegliarli nel modo più gentile possibile.

Sebbene entrambi sulle prime volessero ribellarsi all'ingiustizia di alzarsi alle sei, il sorriso gentile di Yona fece cambiare loro idea e anche se con aria leggermente svogliata si misero a prepararsi. «Tu da dove vieni?» chiese Sealtiel, mentre dava una forma ai suoi capelli bianchi, cercando tuttavia di non mostrare le corna. Certo, erano comunque fra compagni e si sarebbero visti comunque nello spogliatoio, ma preferiva rimandare il momento. «Intendi la favola o il luogo di nascita?» domandò di rimando Felix mentre si allacciava gli stivali. «La favola, il paese di provenienza è scritto nella graduatoria»
«Alice nel Paese delle Meraviglie. Trovo che sia una bella favola, anche se a volte mi chiedo cosa sarebbe successo se la regina avesse davvero tagliato la testa ad Alice...sapete che si rimane coscienti per qualche secondo quando si viene decapitati? Chissà cosa si pensa...magari si ripercorre la propria vita, oppure si vede la prossima! Voi ci credete nella reincarnazione e...» continuò a chiacchierare.

Già, la graduatoria. I nomi di centoventi studenti apparivano in bella grafia su una pergamena appesa nell'atrio. I primi sessanta erano scritti in inchiostro dorato, gli ultimi sessanta in nero, a significare la cattiva condotta — per quanto un Sempre possa essere cattivo. Costantemente aggiornata, valutava la condotta effettiva di ognuno, contando buone e cattive azioni. Insomma, anche calpestare volontariamente una formica può far scalare di ben dieci posti. Inutile dire chi occupava l'ultimo posto e che probabilmente sarebbe finito anche più sotto se fosse stato possibile!

In effetti, la pergamena magica aveva contato cantare al mattino come cattiva azione. Ryuu si era alzato poco dopo l'alba e affacciandosi alla finestra aveva pensato che intonare una melodia per battezzare la nuova giornata fosse una buona idea, questo finché non gli era arrivato un cuscino in faccia, proveniente addirittura da un altra camera. Determinato a far notare a tutti il crimine, si era messo a strillare, svegliando tutta la torre del Coraggio e probabilmente anche quella della Purezza. E la pergamena se l'era segnato.

«Ora mi verranno le occhiaie» aveva sospirato Khalil, mentre metteva sul mobile con lo specchio tutti i suoi trucchi ed iniziava a sistemarsi i capelli. «Non è colpa mia» piagniucoló il rosso, nascosto in un angolino, mentre guardava curioso i trucchi dell'altro. Moriva dalla voglia di chiedergli di truccarlo, ma preferí restarsene zitto, perché dopotutto, i maschi non si truccano. Almeno questo è quello che ha detto suo padre. «Lo sappiamo splendore, è che non tutti apprezzano la tua bellissima voce» rispose con voce roCa e presumibilmente dal tono pseudo sensuale l'altro, mentre sistemava l'eyeliner, anche se Ryuu lo vedeva perfetto. Ma Khalil sapeva che c'era un imperfezione e detestava vederla...o meglio, detestava sentire che c'era qualcosa che non andava con il suo trucco.

«Secondo te cosa ci danno da mangiare a colazione?» domandò Jamil, con la testa sprofondata nel cuscino. «Ho fame e ci state mettendo troppo»
«Tu sei ancora in pigiama!»
«Chi è che si veste per mangiare?»
«Tutti? Più che altro perché Khalil si trucca senza maglietta?»
«Perché così vi potete godere la sublime vista di un principe a petto nudo»

Alla fine nessuno si presentó in tempo per la colazione. La treccia di Lorina non veniva mai decentemente e la poverina aveva speso più di due ore per non sembrare un mocho vileda. Thisbe aveva un po'di nausea e aveva preferito passare, Antoniette non era riuscita ad infilarsi nulla nello stomaco stretto dal corsetto, Emma, temendo di ingrassare, preferí passare...

Alla fine le principesse si erano presentate a lezione di Imbellimento. La principessa Maha era sdraiata sulla scrivania in mogano, con un abito che forse qualcuno avrebbe trovato eccitante, ma le ragazze pensarono subito ad un tacchino quando la videro. «Buongiorno care» le salutò mettendosi seduta sulla scrivania, stando bene attenta a mostrare le calze che si era messa. «Benvenute nella materia migliore di tutte. Direi di partire con la cosa più semplice» cinguettó e sorrise. «Forza, un bel sorriso da principessa!»

Mentre la donna passava tra i banchi osservando le ragazze e correggendo eventuali errori ("Alexandra, regalami un sorriso meraviglioso, non un broncio!") e complimentandosi con altre ("Melody, sei magnifica, tesoro!") Thisbe sentiva il suo cuore battere più rapidamente. Era solo un sorriso, ma comparato a quello delle altre appariva come un ghigno malvagio... se finisco ultima per tre volte verrò bocciata, ricordó nel panico. Ed al suo turno sorrise in modo così tirato e falso che la professoressa scoppió a ridere, pensando che stesse scherzando...ma la graduatoria di classe non mentiva ed un "20" nero pece le apparve in testa. La prima in classifica era Emma, seguita da Antoniette, Aella, Melody e Alexandra. Lorina era nel mezzo. Amareggiata, la lettrice aprí il libro sulla pagina che diceva come avere un girovita più magro e si mise a leggere annoiata aspettando la fine della lezione. Quando la magica campanella si era messa a suonare, si era trovata davanti Emma, che la squadrava. Pensò volesse prenderla in giro, ma la principessa scosse il capo. «Mi sembra che tu abbia bisogno di risalire il classifica! A pranzo siediti con noi, ti diamo una mano» e se ne andò sistemandosi il caschetto color cioccolato.

Decisamente sollevata Thisbe si rilassò sulla sedia, sperando che Comunicazione con gli animali fosse leggermente più facile...

La classe di Ottilie puzzava da far schifo. O meglio, puzzava perché profumava troppo. La strega, nella speranza di togliere l'odore di ratto morto, aveva spruzzato varie fragranze che, mescolandosi, facevano salire la colazione non fatta su per l'esofago. Ada si sedette in disparte, sperando di non essere disturbata...Samael si sedette accanto a lei. Il suo sguardo venne interpretato dalla lettrice come un "vorrei stare da sola anche io, ma i posti sono questi". Tossendo, l'insegnante si era seduta sulla cattedra. «Buongiorno» disse facendosi aria con un fazzolettino. «Benvenuti alla lezione di Imbruttimento. Dio, perché mi è venuta in mente questa cosa? Ma poi è normale una fragranza melograni e mele? Comunque. Chi mi sa dare una definizione di brutto?»
Qualcuno fu tentato di alzare la mano e rispondere "lei", ma l'espressione palesemente nervosa della donna fece desistere i pochi temerari.

«Visto che Felix vi ha mangiato la lingua, risponderò io. Brutto è qualsiasi cosa sia diverso dal normale. Sono certo che sareste disgustati da una principessa calva o da un principe con il naso troppo grosso. Ecco i Mai sono brutti perché sono diversi, perché pensano a loro stessi e ad i loro obbiettivi anziché cercare il vero amore, che non esiste poi. Cioè almeno per i Mai perché io ho preso pali fin dalla nascita» prese in mano uno specchio. «Questo è Vanagloria, il mio specchio magico. Chi lo prende in mano può vedere il suo riflesso...e non parlo di quello che siete fisicamente, parlo della vostra anima e del vostro futuro. Comunque Vanagloria un tempo era la mia compagna di banco, lol» osservò la superficie dello specchio e sorrise. Lo mise in mano a Kay. «Cosa vedi?» chiese.

Il ragazzo strinse gli occhi, osservando il proprio riflesso. L'unica cosa che vedeva era una specie di tempesta di neve. Provó a guardare meglio, alzando poco la testa per guardare l'insegnante, che alzò le spalle. «Ognuno vede il suo riflesso. Non posso aiutarti» commentò. «Sbrigati, questa è la mia valutazione»

Nervoso, il principe delle nevi cercò di guardare oltre la tempesta...e piano piano vide qualcos'altro. Una bara. Ma non la sua, quella di qualcuno a lui caro evidentemente, perché lui, visibilmente più adulto, vi era accanto e piangeva. Cacciò un urletto e lasciò andare Vanagloria. «Ecco quello che mi aspettavo!» esclamò soddisfatta. Fortunatamente la strega non chiese di descrivere ciò che aveva visto. Chissà chi c'era nella bara, però, si chiese Kay.

Vanagloria finí tra le mani di Harriet. Anche lei parve avere parecchie difficoltà nel vedere oltre la cenere che vedeva piovere nel riflesso. Poi urlò, lanciando lo specchio contro la parete e si rannicchió contro il muro urlando. Non poteva essere il suo riflesso. Non era il suo riflesso, palese. No, non era il suo. Dopo aver raccolto il proprio oggetto fatato, Ottilie lo mise davanti ad Ada, ignorando le urla dell'altra studentessa. Nonostante sapesse di essere l'unica a vedere il suo riflesso, la lettrice si sentí estremamente violata. Come fa qualcosa a conoscermi?, pensò terrorizzata, mentre guardava Vanagloria cambiare colore. Bianco. Nero. Nero. Verde. Azzurro. Rosso. Azzurro. Bianco. Nero. Rosso. Infastidita dal continuo cambio di tonalità, provó a distogliere lo sguardo, finché non vide la piacevole fiammella di una candela che la convinse a guardare il suo  futuro.

Quella donna era lei? Però, riflettè, sono cresciuta parecchio. Seduta su un trono, accendeva una miriade di candele. Chissà perché. Le sembrava di essere nel riflesso di Vanagloria. Poteva allungare le mani e prendere una candela...

Puoi toccarle, se vuoi. mormorò una voce dolce. Chi sei? chiese Ada, tranquilla. Vanilla di bosco sanguinolento, ma adesso sono Vanagloria. Prima ero una studentessa qui all'Accademia.

Sei stata maledetta?

Sono finita ultima in classifica. Chi finisce tra gli ultimi quaranta verrà trasformato in un animale, una pianta od un oggetto. Ero la 116esima in classifica.

Com'eri fatta?

Avevo i capelli bianchi e gli occhi color cioccolato. Ed i canini troppo grandi.

Parli con tutti?

Se mi senti, hai un anima al 100% pura.

Buona o cattiva?

Non lo so.

Vanagloria è indistruttibile?

Sì, sono chiusa qui in eterno, a quanto pare. Fa schifo, ma che ti aspetti? Potresti finirla di fare tutte queste domande? Mi sto imbarazzando.

Scusami.

Ottilie le tolse lo specchio dalle mani. «Stavi parlando con Vanagloria? Fufu, gli oggetti non parlano» strinse a sè lo specchio. «Chi non ha provato?» domandò passando tra i banchi. Avrebbe voluto salutare Vanilla, ma a quanto pareva l'insegnante non voleva che il segreto del suo specchio magico fosse divulgato.

Ed apparentemente, pensò con un brivido, questo è il destino di chi non studia.

**Rumore di pianti** soB - sto provando a dare spazio a tutti i personaggi ma mi è difficile in un solo capitolo scUSATE q.q
(È anche vero che sfiorano la trentina però okay)

Comunque sì - spero che il capitolo vi sia piaciuto?? Ditemi se c'è qualcosa che non va- a proposito lmao
Da adesso in poi sarò seria (c i r c a) a raccontare tutto quindi-
Also, ho provato a mettere i nomi dei pg su Google Traduttore per vederli in lingua originale e oof sto morendo

Aspetto i memini :^
+++++ giuro che ogni personaggio avrà un capitolo dedicato
+++++++ i capitoli dovrebbero uscire una volta ogni due giorni a meno che non cambi lol

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