OMAR (seconda parte)

...

Strinsi più forte la fune attorcigliandola intorno ad un braccio e tirai calci all'acqua per rimanere in superficie. Ma era troppa la sua forza: di nuovo dovetti trattenere il fiato.

La pioggia continuava a colpirmi in volto quando riuscivo ad emergere, confondendomi la vista, soffocandomi insieme all'acqua del fiume. Era una lotta continua.

Fu allora che risentii le parole di mio padre... rialzati e combatti per lei! Lo hai sempre fatto! Combattere non è solo massacrare un avversario, non è solo scontro fisico, è superare ogni ostacolo, ogni difficoltà per un ideale o una persona. E questa persona è Bianca...

Mi ripresi.

Dovevo combattere e dovevo farlo per lei! Ce la potevo fare!

Ricominciai a scalciare con la forza della disperazione e raggiunsi di nuovo l'abitacolo dell'auto.

Era ormai completamente affondato.

Trattenni il fiato e mi immersi.

Una luce era puntata su di me.

Lottai sott'acqua e trovai la portiera.

Provai ad aprirla.

Non si spalancava. La forza dell'acqua premeva al contrario.

Riemersi per prendere fiato al limite ancora una volta e scrollai il capo dai capelli.

Ripresi fiato e andai ancora sotto.

Affondai di nuovo e questa volta a stento riuscii finalmente ad aprirla.

Il corpo inerme di Bianca era piegato sul volante. La strattonai in vita e reggendomi alla fune riemergemmo.

Mi sembrava che i polmoni stessero per scoppiare.

Tenni la sua testa il più possibile in alto.

In quell'istante Bianca tossì fuori l'acqua che aveva ingerito.

Il suv scomparve del tutto inghiottito dall'acqua.

Con gli ultimi brandelli di forza che avevo ancora mi tenni saldo alla fune che si tese trascinandoci a riva.

Ti prego Dio, solo ancora un po'... solo per lei... prendi me piuttosto, ma non lei! - pregai, "Se invece uscirò da questo inferno, te lo giuro... le starò lontano, le permetterò di rifarsi una vita, ma salvala! - promisi.

Il Signore mi ascoltò stavolta perché toccammo terra.

Due militi l'afferrarono sollevandola e facendola uscire dall'acqua. Ero stremato.

La fune che tenevo arrotolata al braccio lentamente si slegò portata dall'acqua. Tentai di riprenderla senza successo.

Nessuno pareva prestarmi attenzione fino a quando qualcuno allungò una mano verso di me.

"Aggrappati!"

Ma era troppo distante.

Allungai un braccio, ma niente. Ero stanchissimo.

Tornai con la testa sott'acqua.

"Aiutatemi! Si sta allontanando!" gridò.

Di nuovo mi lanciarono la corda.

"Cerca di afferrarla, forza!"

Non ce la facevo...

Era finita!

Crollai il corpo consegnandomi di nuovo alla corrente del fiume.

Non ce la facevo più... ero stremato...

"Oh, oh, oh... non mollare amico!"

"Presto! Da quella parte!"

Lo strepitare velocemente si confuse col fruscio della pioggia che scorreva insieme al fiume.

Bianca era salva, il resto non contava, non contava più...

Le voci concitate della gente divennero lontane.

La mia testa scura a poco a poco divenne una macchia sempre più indistinta... sempre più piccola, mano a mano che l'acqua mi trascinava via con sè... lontano...

***

Non so cosa dire a questo punto.

Ci leggiamo domani...