Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO 8

BIANCA

Il giorno dopo...

Anche quella mattina ero in orario per fortuna. Dovevo assolutamente organizzare le questioni lasciate in sospeso il giorno prima. Alla fine non ero più stata al Centro, avevo cercato di lavorare da casa. L'incontro con mia madre come al solito mi aveva messo di cattivo umore e non era certo il caso mi occupassi di altro. Avevo rimandato alla giornata dopo, insomma...

Il Centro si trovava al piano terra di un imponente palazzo medievale. Occupava l'intero livello.

Non era facile trovarlo: non c'erano grosse insegne all'esterno che lo indicassero; soltanto una targa dorata appesa accanto all'ingresso, nemmeno troppo grande.

Questa era la cosa che avevo sempre rimproverato alla signora Lisbo, la direttrice, e per la quale mi battevo ancora. Ma lei sosteneva che non ce n'era bisogno; che chi ne aveva necessità sapeva dove trovarci e alla fine avevo desistito.

Non ne ero così convinta comunque; esistevano ragazzi fragili anche al di fuori dei tribunali e per loro sarebbe stato difficile rivolgersi a noi. Ne sarebbero rimasti esclusi anche se saremmo stati per loro una seconda possibilità.

Riflettevo queste cose intanto che fissavo l'imponente stabile che lo custodiva, prima di attraversare la strada trafficata di macchine.

Stretta nel mio giubbotto di pelle nera aspettavo sul marciapiedi che il semaforo diventasse verde per poter raggiungere il lato opposto.

L'aria era umida di pioggia quella mattina; l'asfalto bagnato che avevo sotto i piedi emanava un odore inconfondibile di un acquazzone caduto nella notte e che avrei respirato per tutto il giorno.

Un bimbetto dai ricci castani mi sorrise fermandosi di fianco a me. Gli sorrisi a mia volta e lo salutai con la mano. Mi restituì il saluto solare e si aggiustò il pesante zaino sulle spalle. Andava a scuola a giudicare dal grembiule nero che gli spuntava sotto la giacca rossa.

Guardai la madre seria e concentrata che lo teneva per mano.

Sospettavo che tutte le madri lo fossero ripensando alla mia.

Forse la solarità era una qualità che si perdeva nel tempo. Erano rare le persone che da adulte riuscivano a trarre benefici e grinta da ciò che la vita gli aveva riservato in precedenza creando per sé e per gli altri gioia di vivere.

Sospirai riflettendoci.

In quel momento il semaforo diventò verde e la seguì dall'altra parte della strada voltandomi indietro un'ultima volta.

Anche io ero spensierata e felice a quell'età, considerai raggiungendo l'altro marciapiedi. E anche mia madre era sempre stata seria e concentrata su altro con me, proprio come la sua.

Ma anch'io ero cambiata, non ero più spensierata e felice come allora anche se cercavo di non dimenticarmene.

La vita aveva cambiato rotta all'improvviso. Mutando in me il modo di sentire...

Raggiunsi il grosso portone di legno e suonai il citofono.

... e dare priorità alle cose.

La porta con uno scatto immediatamente si aprì.

La signora Lisbo con un fascicolo di fogli in mano mi passò di fronte arrestandosi non appena mi scorse.

I suoi capelli corti scalati dalle ciocche bionde, ordinati come sempre, si intonavano perfettamente al suo tailleur crema, valutai.

"Bianca! Finalmente. Speravo di riuscire a vederti oggi... Volevo parlarti prima che arrivasse Giorgio. Vieni..." entrò celere nel suo ufficio.

Raggiunse la scrivania bianca, posò i fogli e si sedette sulla sedia nera che c'era dietro facendomi segno di accomodarmi davanti a lei e chiudere la porta.

Chissà che voleva, mi chiesi dubbiosa.

"Buongiorno comunque..." fece prima di iniziare il suo discorso.

"Buongiorno, mi dispiace per ieri, ma..."

"Non importa, non è di questo che ho bisogno di parlarti..." mi bloccò.

Sembrava agitata, ansiosa.

Aggrottai la fronte.

"Mi dica" le restituii.

"Ci tenevo a parlartene prima che arrivasse Giorgio perché volevo te ne occupassi tu" aprì un cassetto e mi mise un cartellina con la prima facciata trasparente davanti, voltandola verso di me.

C'era scritto O. Fosco nella prima pagina. Un dorsino rilega-fogli rosso li teneva insieme.

L'aprii.

"Aspetta!" mi fermò con una mano, "Voglio che tu la legga con attenzione a casa. Ci è stato segnalato ieri dal Tribunale. Non è il solito caso... è un ragazzo di 25 anni con già due condanne alle spalle per combattimenti e scommesse illegali, oltre ad essere stato segnalato per danni a proprietà privata e disturbo della quiete pubblica, pare sia stato trovato tra l'altro ubriaco al cimitero... insomma è un ragazzo particolare che ha bisogno di aiuto"

Annuii.

"Vorrei che te ne occupassi tu comunque, Bianca" continuò.

La guardai stordita.

"Io! Da sola intende?"

"Ho fiducia in te. E sarebbe un trampolino di lancio. Tra poco finirà il tuo servizio qui. Sarebbe un'ottima opportunità... Non dirmi di no, Bianca. Questa volta è particolarmente importante. Lo sento a pelle. Quel ragazzo ha un disperato bisogno di noi"

"Ma io non sono ancora in grado. Non ho tutta quell'esperienza. Non credo di essere capace di un compito del genere. Va bene aiutare, ma da sola..."

"Invece sì, Bianca. Hai più esperienza di quanta te ne serva. E poi hai la sensibilità giusta. Avete la stessa età e tu sei portata più di Giorgio per queste cose. Lo sai com'è freddo, per questo ragazzo ci vuole qualcosa di più e lui non ne è capace..."

"Ha più professionalità di me però"

"Ma per essere una bella persona basta un briciolo di cuore, un po' di gentilezza, un pizzico di generosità e un poco di umiltà e lui ne è sprovvisto, credimi. Sto imparando a conoscerlo"

Ero basita. Non avevo mai pensato a Giorgio in questi termini.

"Deve avere un assistente sociale che lo segua e lo aiuti e questo braccio destro puoi essere solo tu" continuò, "Deve ritrovare la fiducia in se stesso e tu sai cosa vuol dire. Deve tornare a credere in ciò che vale"

"Ma io sto ancora facendo..."

"Per me sei un'assistente sociale, Bianca. Sei laureata... mi basta quello legalmente. E poi prenderesti qualsiasi decisione insieme a me, non saresti completamente sola... Facciamo così se ti fa stare più tranquilla: parlagli soltanto e fattene un'idea. Riferirai ogni cosa solo a me, però... Non puoi abbandonarlo. Pensaci almeno"

Guardai un'altra volta quel plico anonimo.

Volevo davvero continuasse a sentirsi tale?

Anonimo anche quel ragazzo?

Perché ero certa che era quello che provava se si era comportato a quel modo.

Soltanto i deboli commettevano crimini e lui lo era debole e fragile più di quanto dimostrava col suo comportamento. Cercava solo di farsi notare e aiutare perché non sapeva come altro fare.

Aveva ragione... quel ragazzo aveva bisogno di noi.

Ma avrei avuto il coraggio di prendermi quella responsabilità? Ne ero davvero capace?

Sarebbe stato un compito gravoso il mio. Non si trattava solo di inquadrarlo come sosteneva lei, ma parlare con lui significava scontrarsi col suo vissuto e provare a risistemarglielo. Lo sapevo perfettamente e lo sapeva lei.

Sarei stata capace di farlo questo? - mi chiesi di nuovo. Perché se anche avessi preso le decisioni finali con lei, sarei stata sola di fronte a quel ragazzo.

Ero combattuta.

Che dovevo fare? Accettare o meno?

Non riuscivo a decidermi.

Fissai il suo viso implorante.

La verità era che avevo paura e forse anch'io avevo bisogno di credere di più in me stessa prima.

Non avevo affatto la stessa fiducia in me che aveva lei.

La signora Lisbo si sporse in avanti per prendermi una mano e attirare la mia attenzione.

"Bianca, ho bisogno di te... sei la sua seconda possibilità. Credici!"

Pareva così sincera.

Aveva intuito i miei dubbi.

"Ci penserò" decisi.

Volevo pensarci bene prima. Era una vita comunque, una vita che si affidava a me per essere recuperata.

"Fallo in fretta però. Domani ha il primo incontro qui al Centro"

"Domani!"

"Facciamo così: io ti aspetto. Se arriverai per tempo te ne occuperai tu, altrimenti capirò e lo seguirà Giorgio, ma spero vivamente di trovarti qui domani"

"A che ora?"

"Alle 17"

17... Solo fino alle 17...

Dovevo valutare la cosa in fretta. E non era una decisione da poco...

Avevo solo una notte per decidere, solo quella notte.

La notte portava consiglio, no?

Dovevo mettercela tutta per trovarlo quel consiglio.

Lo dovevo a quel ragazzo...

***

O. Fosco... interessante...

Che si incontrino di nuovo sul serio?

Ci leggiamo domani.

Chissà che farà quella notte Omar?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro