CAPITOLO 73
BIANCA
L'unico posto in cui potevo andare era a casa da mia madre. Celine aveva un'altra coinquilina. La trovai pronta ad accogliermi a braccia aperte come sempre.
Le raccontai tutto quello che era accaduto tra me e Omar e lei mi propose di cambiare aria per un po'. Di pensare al mio futuro e di riprendere gli studi.
Forse non aveva tutti i torti.
Potevo fidarmi solo di lei.
Mi era sempre rimasta accanto, come in quel momento. Lei soltanto conosceva quello che era bene e ciò che non lo era per me.
Eppure il vuoto che avevo dentro non si colmava e neppure lo fece nei giorni successivi.
Un nodo doloroso mi bloccava il respiro impedendomi di vivere.
Una parte di me lo voleva disperatamente e una parte di me voleva lasciarlo andare perché se lo era meritato... Ciononostante se avessi chiuso gli occhi avrei visto la vita che desideravo passarmi di fronte e c'era lui in quella vita, perché mi dicevo Omar non poteva essere così.
L'avevo sentito vicino in più di un'occasione; non poteva davvero essere così perfido. Il suo animo era buono; l'avevo avvertito. Perché allora si era comportato così con me?
E il suo sguardo, il suo viso quel giorno... non riuscivo a dimenticarlo... c'era struggimento mentre mi parlava... tormento, angoscia, dolore... non ci sarebbero stati se fosse stato vero quello che mi aveva detto.
Ricordavo quella notte al bar... mi aveva mandato via, ma le sue parole dicevano ben altro: voleva che restassi.
Per non parlare delle sue parole quando mi ero sentita male: "... non potrei mai lasciarti andare, per nessun motivo al mondo, non scordarlo mai"
L'avevo scordato invece, avevo agito impulsivamente.
C'era qualcosa che non tornava, me lo sentivo. Ero stata troppo precipitosa...
Non riuscivo più a dormire da allora, i pensieri mi divoravano, l'idea di lui mi consumava. Non potevo fare a meno di amarlo anche se ci avevo provato, non potevo fare più a meno di volerlo accanto. E quel desiderio era diventato più forte della verità che cercavo. Più potente di ogni cosa.
Ero arrivata persino al punto di chiamarlo e di dargli appuntamento in un bar per potermi chiarire con lui, ma non era venuto nonostante in un primo tempo mi avesse assicurato che lo avrebbe fatto.
Non mi aveva spiegato il motivo di quel cambio di rotta, né mi aveva più cercato ed ero ormai in procinto di partire per l'America come voleva mia madre ed avevo bisogno di vederlo un'ultima volta...
Controllai le valigie all'ingresso e decisa uscii fuori.
Volevo parlare con lui. Avevo bisogno di chiedergli tante cose. Avevo bisogno di sapere.
Arrivata al suo appartamento suonai il campanello con il cuore in gola.
Magari non mi avrebbe nemmeno aperto.
Ma quando la porta si spalancò il mio cuore fermò un battito...
"Signor Fosco!"
"Non dovresti essere qui, Bianca! Omar ce la sta mettendo tutta per starti lontano. Così complichi le cose" furono le parole immediate di suo padre.
Ero confusa.
Ce la stava mettendo tutta per starmi lontano?! Era per quello che non si era presentato al nostro appuntamento? Per starmi lontano?
Eppure quel giorno...
"Perchè? È lui che non..."
"Senti tesoro..." mi bloccò, "Sto cercando di proteggere mio figlio. In questo modo stai rendendo le cose più difficili... rischia la galera ad incontrarti e lo sai"
Stava difendendo suo figlio?! Da chi, da me? E per quale motivo rischiava la galera? Che cosa avrei dovuto sapere?
Non capivo...
"Voglio solo parlargli un minuto se è in casa. Al cellulare non mi risponde e..." sul mio viso si leggeva lo struggimento per non poterlo fare.
"Non ce l'ha più il cellulare... l'ho preso io. Non può permettersi di fare sciocchezze dopo l'ordine restrittivo del tribunale, te l'ho detto... non può avvicinarsi a te oltre i 15 metri o finirà in galera... mi sono trasferito qui anche per questo"
Ordine restrittivo del tribunale?! Io non avevo fatto niente!
Mi girava la testa. Ogni cosa ruotava insieme a lei.
Il mio respiro si affannò.
"Ordine restrittivo?! Non so niente..."
"Non so cosa ci sia stato tra di voi, non voglio nemmeno saperlo... ma Omar non è cattivo e non ti farebbe mai niente di male. Non meritava questo"
Lo sapevo anch'io che non era cattivo... e non mi avrebbe mai fatto nulla di male...
Un sospetto cominciò a riempirmi la testa: e se fosse stata un'idea di mia madre!? Le avevo detto che volevo parlare con Omar prima di partire. Convinta di proteggermi da lui, aveva cercato di tenermelo lontano. Poteva essere!
"Le giuro che non ho chiesto alcun ordine restrittivo. Mi ci faccia parlare solo un minuto, la prego... non lo dirò a nessuno. Glielo prometto!"
Che avevo fatto? Avevo raccontato quello che era accaduto tra me e Omar a mia madre e lei aveva frainteso!
Ero disperata. Ora dovevo parlare con lui assolutamente. E dovevo parlare con mia madre, farglielo ritirare!
Fu allora che una figura si stagliò in piedi dietro suo padre. Il mio sguardo colse quello ferito di Omar. Non si mosse, ma quello sguardo bruciò a lungo su di me.
Anche suo padre se ne accorse, si voltò e sospirò.
"Non è così che vanno queste cose, Bianca. Non sarebbe onesto... Mi dispiace, ma non puoi vederlo..." accostò la porta.
Non sapevo che fare... il mostro ero io, non Omar!
Ecco perché non era venuto, perché non rispondeva al cellulare! Se c'era un'altra spiegazione per quello, allora c'era anche sul perché conoscesse chi fossi da principio e sulle foto che mi aveva scattato a mia insaputa.
I miei occhi si offuscarono di lacrime.
"La prego, signor Fosco! Sto partendo... questa è la nostra ultima occasione" tentai invano bloccando la porta.
"Non posso... gli faresti solo dell'altro male, ve lo fareste entrambi... L'unica cosa che puoi fare è vivere la tua vita, Bianca. Non cercarlo più. È l'unica cosa che puoi fare davvero per lui a questo punto... se nutri ancora un minimo di affetto per Omar... non cercarlo più. Mi spiace..."
Così dicendo questa volta richiuse l'uscio lasciandomi fuori.
Ero distrutta. Non potevo più fare nulla a quel punto, neanche parlare con mia madre per farle ritirare l'ordine restrittivo. Era inutile. Suo padre era stato chiaro: ... gli faresti solo dell'altro male... L:l'unica cosa che puoi fare è vivere la tua vita, Bianca. Non cercarlo più. È l'unica cosa che puoi fare davvero per lui a questo punto... se nutri ancora un minimo di affetto per Omar... non cercarlo più... - aveva detto.
Ed era l'unica cosa che potevo fare ancora per lui: andarmene e non cercarlo più davvero...
***
Non so nemmeno se andare avanti... mi dispiace così tanto
Io aggiungo un capitolo, se avete voglia leggetelo...
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