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CAPITOLO 63

OMAR

Mi era costato dirglielo. Ma era la verità: dopo mia madre avevo cercato di anestetizzare le emozioni e non mi ero più affezionato a nessuno. Ma lei aveva annullato tutto. Stavano risalendo come il magma infuocato di un vulcano. Aveva raccolto il mio cuore spezzato da terra e mi stava insegnando ad usarlo.

Quanto avrei voluto rifare l'amore con lei...

In quel momento. Mentre mi guardava così confusa, così incerta...

La desideravo con tutto me stesso. Era l'unica che riusciva a farmi star bene quando l'avevo vicino e non avevo mai provato qualcosa di simile.

Volevo una ragazza da cui tornare alla fine delle mie giornate. E Bianca era quella ragazza. Sapevo come si stava quando lei c'era e sapevo come stavo quando lei non c'era.

Mi faceva venire voglia di comportarmi bene, di vedere la mia vita in un altro modo. L'avevo trovata e non volevo perderla.

Quando avevo toccato il fondo lei c'era lo stesso. Mi aveva aiutato a rialzarmi e lo aveva fatto insieme a me.

Lei era non UNA ragazza qualunque, ma LA ragazza. Quella che inconsciamente avevo sempre cercato senza trovarla.

La vita forse aveva davvero cambiato i suoi progetti su di me. E forse quella frase... riprenditi la tua vita... poteva diventare una realtà insieme a lei. Con lei accanto...

I suoi occhi non si staccavano dai miei, così come non riuscivo a fare io.

Ma cosa avrebbe detto a questo punto lei?

Ero nervoso: forse non gliene importava niente, forse ciò che ero diventato sarebbe stato un ostacolo comunque. Non lo sapevo.

"Dì qualcosa, ti prego... anche parolacce, ma dì qualcosa"

Fece un passo verso di me lentamente. Non una parola, solo silenzio. Un'espressione seria in viso.

Mi scoppiava il cuore.

Abbassai il capo sconfitto.

Non era lo stesso per lei... me lo sentivo...

"Non puoi non dire niente... io..."

"Sta zitto! Smettila!" mi bloccò severa, "Hai parlato abbastanza"

Alzai gli occhi delusi su di lei.

Inaspettatamente fece l'ultimo passo verso di me, mi afferrò la nuca e le sue labbra trovarono le mie.

Labbra contro labbra.

Respiro contro respiro.

Era la sua risposta...

Per la prima volta il mio cuore si capovolse del tutto.

Le circondai la vita con le mani e l'avvicinai a me rispondendo a quel dolce bacio.

Non era cambiato niente. Lei mi voleva ancora.

Mi voleva!

Quell'amore trattenuto esplose libero in noi.

Il sole per troppo tempo spento in me spuntò come l'alba. L'avevo persa solo un secondo, ma l'avevo ripresa subito.

Sospesi in un tempo che non aveva più tempo da ricordare, ma che gli restava ad un passo perché non poteva fare nient'altro. Tutti gli sbagli e gli scatti d'ira che avevo provato quando qualcosa mi agitava erano lontani. Tutti gli schiaffi che avevo preso, non li ricordavo più. Non arrivavano più sino a me.

Lei aveva visto la parte peggiore di me e me l'aveva mostrata facendomi vedere anche quella che non conoscevo appieno.

In un istante mi aveva donato il mondo. Quel mondo che sentivo contro.

Mi era bastato solo un minuto per incontrarla per caso e un'ora passata a parlare con lei per capire che era diversa da tutti gli altri. Nessuno mi aveva mai guardato allo stesso modo.

Dopo nemmeno un giorno avevo sentito già la sua mancanza, quasi l'avessi conosciuta da anni. Come se la stessi aspettando da sempre.

E se adesso la sua bocca era sulla mia, di nuovo significava che le mie parole le avevano saputo spiegare quello che provavo per lei dentro me stesso.

Avevo avuto sempre tutte le ragazze che avevo voluto, ma ad una sola avevo pensato: a lei.

Adesso sapevo che si poteva tornare indietro in qualche modo e ricominciare da capo. Non lo avevo fatto mai.

Mi ero ucciso per poter ricominciare quel domani di speranza di cui parlava Bianca. Quel vuoto che avevo dentro si stava colmando e si stava colmando di lei...

Ci staccammo a fatica. Feci scivolare le mie mani nelle sue e le strinsi forte. Appoggiai la mia fronte sulla sua.

"Non ti sei avvicinata per schiaffeggiarmi o prendermi a pugni. Quindi non sei più arrabbiata?" arrischiai a mezza voce.

Si scostò per fissarmi meglio.

Mi indirizzò un sorriso.

"Non sono più arrabbiata" sostenne guardandomi fisso.

"Allora devo dedurre che sei..."

"Cosa?"

"Beh, sì... insomma che sei d'accordo. Che mi dai il tuo consenso... Che accetti di essere davvero la mia ragazza?"

Ci pensò su, ma non parlò subito. Un sorriso bellissimo sulle labbra. I suoi occhi non lasciarono i miei.

Era un sì, mi chiesi.

"Allora?" insistetti, "Ti ho appena fatto una dichiarazione, giusto?"

Volevo sentirglielo dire.

"Mmm..." approvò, "Che sei innamorato di me. Per la prima vollta pazzamente innamorato"

"Appunto..." rimase in silenzio, "E allora? Che cosa ne pensi? Non so... ti andrebbe? Che ne dici? Non hai niente da dirmi?"

Ero sulle spine: che avrebbe replicato?

Il suo sorriso si sciolse in un abbraccio. Mi gettò le braccia al collo e il suo verde imprigionò i miei occhi.

"Ti risponderò a due condizioni"

"Tutto quello che vuoi"

"Andrai alla Family House e proverai a cambiare per te..." la fissai scettico, "Omar, le persone lo possono sempre fare, sul serio... crescono, fanno errori, le cose della vita le cambiano, ma... qualsiasi cosa tu abbia vissuto, o tu abbia commesso, ogni cosa ha fatto la persona che ora ho davanti e che non cambierei per niente al mondo, ma che ha bisogno di aiuto"

I suoi occhi non lasciarono i miei.

"Ok... Va bene. Te lo prometto"

"E poi c'è ancora un'altra cosa..." mi sorrise.

"Cosa?"

"Non mi tratterai mai più come hai fatto"

Aveva ragione: dovevo cambiare e lo volevo. In quanto a trattarla male avevo imparato la lezione. Non volevo farlo prima e non lo avrei fatto ancora.

"Me ne sono pentito subito... Te lo giuro! Farò ogni cosa pur di averti al mio fianco"

Il suo sorriso si allargò.

"Allora?" non mi aveva ancora dato il suo assenso apertamente.

"Possiamo provarci e vedere come va... " fece alla fine.

Finalmente tornai a respirare.

Ero al settimo cielo!

L'abbracciai stringendola stretta e tirai un sospiro di sollievo baciandola di nuovo.

Non era un definitivo, ma comunque non era un no.

"Ti prometto che non te ne pentirai"

Sarei cambiato. E l'avrei fatto per lei. Desideravo diventare una persona migliore di cui potesse andare fiera. Desideravo farlo per Bianca.

Ora avevo una ragione per tornare a vivere...

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