Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO 47

OMAR (seconda parte)

Erano ormai passate tre ore da quando ero entrato in quel locale ed ero scappato dal magazzino. Ormai il pericolo era distante. Avrei potuto rientrare a casa.

Eppure ero ancora lì dentro.

Mi serviva ancora dell'altro wisky. Tanto wisky. Tanto alcol... sfogare la mia rabbia a pugni non era bastato.

Era quello di cui avevo bisogno per mettere a tacere una volta per tutte i miei pensieri.

Ancora un drink e mi sarei sentito meglio. Era questo che mi diceva sempre Claudio: un incontro e un drink. Bello alcolico...

Mi sarei sentito meglio! Dovevo!

Non ti servirà, cercò di opporsi la parte razionale che tentava di emergere. Non sarà così. Servirà soltanto ad arrenderti di nuovo, ma non lo puoi fare! Devi reagire una buona vota!

La ricacciai al suo posto.

Non mi occorreva, non ne avevo bisogno. Quella parte di me non mi sarebbe servita a niente. Non mi avrebbe fatto sentire meno solo.

Avevo bisogno di qualcuno. In quel momento. Accanto a me per sentirmi meno inutile.

Ma non c'era. Non c'era nessuno e adesso non ci sarebbe stata più nemmeno Bianca. Colei che avevo sentito vicino per un breve istante. La sola che forse avrebbe potuto spingermi a reagire.

Non gliene importava niente neanche a lei di me. Solo l'alcol mi era amico...

Continuavo a pensare a lei, dannazione... anche se non l'avevo più sentita. Non l'avevo chiamata dopo il nostro ultimo scontro, né lo aveva fatto lei, ma la mia mente aveva continuato a ricordarmela e a farmi mancare la sua presenza. Avevo fatto sogni addirittura. Sogni su di lei quasi ogni notte per tutta la settimana.

Perchè continuavo a pensare che avremmo potuto finire insieme se lei lo avesse voluto? Continuavo ad avere quell'illogico desiderio di provare a baciarla veramente?

Forse era solo la notte a pormi quelle folli domande. Doveva essere così!

Eppure intanto...

Temevo di perderla... e il pensiero mi bloccava. Non aveva neanche idea di quanto fosse profondo il segno che aveva scavato in me. Ed era tutto assurdo perché la conoscevo appena e non mi era mai accaduto che qualcuno mi tormentasse fino a quel punto.

Avrei tanto voluto sapere se quel sentimento scorreva anche in lei... non mi pareva affatto visto che se ne voleva andare... lontano da me, maledizione! Lontano!

Diedi un pugno al bancone ragionandolo, sfogando in quel gesto la frustrazione che avevo addosso.

Non gliene fregava niente di me! Non importavo a nessuno! - mi ridissi.

Al diavolo lei e tutti gli altri!

I miei occhi si appannarono.

Non ne potevo più; ero distrutto...

Seduto su uno sgabello davanti al bancone del bar aspettavo che Mara si accorgesse di nuovo di me, ma da un po' non mi considerava nonostante fosse il suo lavoro servire i clienti. Mi evitava di proposito.

"Ehi, Mara!" la chiamai, "Puoi portarmi un altro wisky?"

La mia voce uscì impastata nonostante cercassi di controllarla; avevo la lingua intorpidita.

Mi raggiunse accigliata.

Le sorrisi ebete.

"Solo un goccio..." restò impassibile, "Sei carina, lo sai?" tentai di convincerla provando a sorriderle; in realtà non è che la mettessi bene a fuoco, né che la conoscessi. Mi ero ritrovato in quel pub per puro caso. Soltanto per sfuggire ai controlli. Nemmeno ricordavo dove si trovasse.

Comunque sapevo che lo era carina. L'avevo squadrata entrando: mora, capelli lisci, raccolti in una coda ordinata, minuta, ma con le forme nei punti giusti. Speravo quel complimento la sciogliesse invece mi guardò con disapprovazione.

Forse quell'apprezzamento forzato non l'aveva convinta più di tanto, anzi, meditai.

"Che c'è?" le domandai scontroso, "Ce l'ho i soldi" tirai fuori dalla tasca un pugno di spiccioli e li posai sul piano davanti a me facendone cadere alcuni a terra.

Dannazione!

"Ecco! Ora mi toccherà raccoglierli" la rimproverai.

In realtà non lo feci. Sospettavo sarebbe stato arduo riuscirci.

Non spostò lo sguardo dal mio viso, impassibile.

Conoscevo bene quel tipo di occhiata, l'avevo già vista sul volto di mio padre. Era un'occhiata di condanna e di rimprovero.

Poco importava. Ormai c'ero abituato.

"Rischi il coma etilico. Va a casa. Ti chiamo un taxi"

"Tranquilla. So quando fermarmi" le risposi con la voce biascicata che puzzava di alcol, "Sto benissimo" tirai a fatica il pollice in su e tentai di rimanere dritto. Mi costava non accasciarmi sul bancone, mi attirava come un magnete, "E poi... ho una passione per le cose che fanno male"

La testa mi girava. La nausea premeva sullo stomaco, ma non mi sarei fermato solo per quello.

La sua immagine si sfocò in due intanto che si allontanava senza aggiungere altro.

Si era portata via il mio bicchiere ancora con qualche goccio!

"Ehi!" la richiamai, "Non ho ancora finito con quello!"

Mi alzai immediatamente tentando di sporgermi per cercare di riprenderlo e un capogiro mi obbligò ad afferrare il bordo di legno del bancone per non cadere.

Inciampai nei piedi.

Merda!

"Questo bar è una schifezza! Non ci dovevo venire. Non sapete trattare i clienti!" esclamai ad alta voce, "Nessuno dovrebbe venirci!"

Un paio di uomini con le camicie a quadri si voltarono verso di me. Erano seduti poco distanti ad uno dei tavolini rotondi a lato.

"Che avete da guardare? È la verità!" un capogiro mi obbligò di nuovo a restare seduto.

Iniziai a ridere istericamente.

"Oddio! Avete la faccia da cazzoni! Siete tuuu...tti dei cazzoni!" continuai a ridere.

Mi veniva da piangere...

https://youtu.be/eQm3RZEAA_8

Una presenza accanto a me mi bloccò dal farlo...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro