CAPITOLO 33
OMAR (prima parte)
Chiusi la porta d'ingresso e mi diressi verso il divano una volta a casa. Non ero rientrato subito; avevo girato un po' in sella alla mia moto per schiarirmi le idee.
Finalmente ero arrivato comunque.
Posai le chiavi, accesi la luce e mi lasciai cadere fiaccamente a sedere sul divano.
Poggiai la testa all'indietro sulla spalliera e guardai il soffitto assorto.
Non riuscivo a non pensare a Bianca e a quello che era successo. Mi aveva sorpreso e smarrito allo stesso tempo con quel bacio. E le sue parole al Centro... erano suonate sincere al mio cuore. Non mi ero mai sentito confuso fino a quel punto con una donna.
Tirai fuori dalla tasca il postit che mi aveva dato col suo numero di telefono e lo studiai.
Chi diavolo sei davvero Bianca Malagola? - mi domandai sovra-pensiero.
Perché continuo a pensare a te?
E per quale motivo continuo ad imbattermi in te?
Presi il cellulare per appuntarlo, ma invece di aprire la rubrica istintivamente pigiai sull'icona di instagram aprendo la pagina del mio profilo.
...
Forse anche lei era social...
Digitai il suo nome nella lente ed attesi di indagare le persone col suo appellativo finché non la trovai.
Profilo pubblico...
Una fitta mi si accese in petto.
Mi concentrai sulla foto nel tondino: il suo sorriso mi fissava insieme ai suoi occhi verdi. Quelli che mi avevano colpito da subito e che avevo riconosciuto immediatamente.
Toccai quella foto quasi avessi potuto toccare lei e si aprì immediatamente una nuova schermata...
Bianca Malagola
Assistente sociale
25 anni
Italia
32 post... 154 follower... 141 seguiti...
Seguivano foto di tramonti, Firenze all'alba da una finestra, fiori... e poi c'era lei. Di profilo, di spalle, con delle amiche... ed ogni volta nella mia mente rivedevo i suoi occhi e risentivo sulle mie labbra le sue. Non potevo farne a meno.
Era assurdo.
Non era così che dovevano andare le cose. E non era così che mi succedeva con le ragazze!
Non ne capivo il motivo. Era da quella mattina in tribunale che si era insinuata tra le pieghe dei miei pensieri se proprio volevo essere sincero e nemmeno me ne ero reso conto. Solo adesso iniziavo ad averne veramente coscienza.
Che diavolo voleva il destino da me?
Io non potevo interessarmi ad una ragazza fino a quel punto. Non mi importava. Il mio cuore non avrebbe mai sprecato i suoi battiti per una ragazza, mi ero detto. Ne ero fermamente convinto.
E poi quel sentimento che provavo quando pensavo a lei non era affatto attrazione; perché l'avevo pensata tale?
Quel giorno non ci stavo più con la testa.
Ero nervoso e spazientito allo stesso tempo.
Il fatto era che quel bacio arrivato a bruciapelo mi aveva destabilizzato. Non doveva darmelo anche se era stata spinta da un nobile motivo. Come si era permessa? Si era spinta troppo, ecco!
Eppure... non facevo che pensarci. Che pensare a lei...
In quel momento il campanello della porta trillò.
Incontrollabilmente guardai l'orologio appeso alla parete: le 21.15
Chi cavolo era a quell'ora? Non aspettavo nessuno.
Mi alzai stanco ed andai ad aprirla...
***
Domani vedremo chi è che suona alla porta...
Per ora mi basta che quel bacio abbia sconvolto entrambi. Fa ben sperare.
Ho l'impressione che si cercheranno ancora.
Non perdete i prossimi capitoli!
Grazie e buona domenica a tutti!
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