Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO 22

BIANCA (prima parte)

...

Posai la penna sul tavolo e mi concentrai su di lui.

"Tu stai di merda e secondo te io dovrei farti uscire di qui?"

"Potrebbe essere un'idea" si strinse di nuovo nelle spalle.

Mi appoggiai indietro allo schienale e intrecciai le braccia sul petto.

Così non andava. Non potevo aiutarlo se non mi diceva di più... doveva ammettere quello che gli era accaduto, diventarne consapevole per superare i suoi problemi...

"Vuoi dirmi cosa ti è successo? La tua faccia intendo... ha i segni di cicatrici" feci un cenno col mento.

"Perchè?"

"Per conoscerci meglio... per sapere qualcosa di te"

"Non hai letto il mio fascicolo? È tutto lì... sono un delinquenteee" ironizzò con voce tremante allargando le pupille.

Sorrise beffardo e continuò a schizzare sul foglio.

"Vorrei fossi tu a parlarmene" insistetti.

"Non mi va di parlarne... magari puoi leggermi la mano... la forma delle linee ti dirà il mio passato, dicono, e magari potrai prevedere anche il mio futuro..." mi fissò ironico, "Chissà?"

Mi stava provocando volutamente.

"Un delinquente che ha paura di parlarne!? Non ci credo!" restò in silenzio, ma la sua mascella si irrigidì.

"Quindi?" perseverai.

"Mi sono trovato in mezzo ad una rissa" confessò scrollando le spalle, "Tutto qua"

"E invece come mai sei finito in tribunale?" incalzai.

Mi fissò serio.

"Per un equivoco. Poi ho incontrato un giudice senza il senso dell'umorismo, convinta che io avessi dei problemi da risolvere. E così eccomi qui"

Una donna quindi...

Non mi era dato sapere il nome del giudice; mi era stata solo comunicata la decisione del Tribunale. Così aveva voluto la Lisbo. In fondo erano informazioni private e non svolgevo ancora a pieno titolo il ruolo di assistente sociale...

Anche mia madre lo era un giudice, capivo quella mancanza di sensibilità che ci stava sotto, comunque... Lei non ne aveva mai con nessuno. Era questo che più le rimproveravo.

"E non ce l'hai i problemi?"

"I soliti giovanili medi. Niente di particolare"

Si vedeva che faticava a discuterne; mi fissava e subito abbassava lo sguardo per tornare al foglio.

"Dammi qualche dettaglio in più. Che intendi per problemi giovanili medi?"

Sospirò annoiato.

"Ad esempio perché alle volte sono stronzo. Questo non piace alla gente. Me ne rendo conto... non sempre sono disposti ad accettarlo Ma credo sia un atteggiamento di noi giovani, non credi? Almeno io sono così"

Evitai di rispondere.

In effetti anche con me era stato stronzo al parcheggio...

"E perché sei stronzo?"

Ci pensò su.

"Ormai ho la fama di stronzo. Quando si aspettano che tu lo sia è quasi scontato diventarlo. Non faccio che accontentarli. Soprattutto con mio padre sono stronzo... con lui non potrei mai essere altro" sorrise amaro continuando a scrivere.

Suo padre... dovevo indagare meglio...

Comunque era vero quello che aveva detto in fondo. Si finisce per diventare quello che gli altri vedono in noi.

"Solo questo intendi per problemi giovanili medi? Per me c'è dell'altro"

Emise un profondo respiro fissandomi ancora.

Capiva che volevo di più.

"Beh, alle volte mi dicono anche che sono sbagliato... la gente ha sempre da dire qualcosa. Hai notato?" fece stanco "Lo so, ma mi dà fastidio e reagisco. Darebbe fastidio a chiunque..."

"Perchè pensano che tu sia sbagliato?"

Mi bloccò cogli occhi e parve pensare prima di tornare a disegnare, stringendosi nelle spalle.

"Forse perché non faccio quello che vogliono gli altri" ammise, "Così finisco per litigare e mi ritrovo nei guai... tutto qua"

"Beh... non è mai facile comportarsi in un certo modo. Hai ragione... ma qualche volta è necessario"

Attesi che continuasse, ma non lo fece. Concentrato sul foglio.

"Su andiamo aiutami. Dimmi qualcosa di più"

"Magari se tu rispondessi alle mie domande potrei rispondere alle tue. Un rapporto alla pari insomma... una domanda a testa... del resto hai detto tu che dobbiamo conoscerci"

Non mi aspettavo una proposta simile, però aveva ragione: dovevamo conoscerci. Non era una pratica comune.

Che dovevo fare? Accettare o meno?

Quello era di certo uno dei momenti in cui non avrei voluto essere sola a decidere.

"Pensi che ti servirebbe?"

"Mi sentirei più a mio agio... sì"

Se poteva essere conveniente a farlo stare più tranquillo e ad aprirsi con me, perché no? Si poteva fare. In fondo non c'era niente di male... no? - pensai.

"D'accordo"

Abbassò il viso sul foglio e sorrise sotto i baffi tornando a scribacchiare...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro