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CAPITOLO 11

OMAR

Che razza di cretina patentata!

E sì che in un primo momento mi era persino sembrata interessante quella mattina in tribunale. Evidentemente avevo addosso ancora i postumi dell'alcol se lo avevo pensato. Quella era tutt'altro che interessante. Era soltanto una stronza!

Squilibrata per giunta. Non faceva che gesticolare come una pazza senza un motivo.

Demente!

Non avevo più voglia di andare a quello che sarebbe stato il mio primo incontro. Non avevo più lo spirito adatto.

Era quella serpe che me lo aveva tolto. Era solo colpa sua!

Non mi importavano le conseguenze.

Vaffanculo!

Lei e la De Angeli!

Con un'irritazione addosso mai provata prima guidai senza una meta precisa, spingendo al massimo il motore. Zigzagando tra le auto e i camion, quindi più calmo aspettai che Claudio tornasse a casa dall'università seduto sulle scale davanti al portone di casa sua.

Rientrava sempre per le sette...

"Che ci fai qui?" mi disse non appena mi scorse venendomi incontro.

"Non sapevo dove andare"

Si sedette sui gradini accanto a me.

"Hai fatto bene. Lo sai che mi fa piacere vederti. Allora... Com'è andata? Oggi avevi il tuo primo incontro al Centro, mi pare"

Ecco, quello non doveva ricordarmelo. Mi faceva pentire di essere andato sino a lì...

"Allora?" insistette.

Presi il casco e mi alzai deciso ad andarmene. Mi stava rimontando il nervoso.

"Dove vai?"

"A casa. Ho fatto male a venire"

"Perchè, che ho detto?"

Misi le mani ai fianchi la mascella contratta e lo fissai dall'alto in basso serio.

Ok, voleva sapere com'era andata?

"Non ci sono andato, va bene?" confessai stringendomi nelle spalle, "Mi è passata la voglia"

Corrugò la fronte con rimprovero.

"Che cosa? Che cazzo hai nella testa, Omar! Questa volta finirai nei casini sul serio. Ci devi andare. C'è una sentenza... non devi pensare ad altro. Hai un impegno e lo devi mantenere! Non sarai mai pulito in caso contrario e non potremo mai..."

Non volevo ascoltarlo, "Falla finita, ok?" tagliai corto.

L'avrei mantenuto il mio impegno se non avessi incontrato quella pazza!

"Lo so benissimo, Claudio, ma è comunque una palla assurda. Tu non hai neanche idea di cosa voglia dire..."

"D'accordo, ma non sarà per sempre, giusto? Stringi i denti. Riga dritto per un po' e vedrai che passerà più in fretta di quanto tu creda"

Aveva ragione in fondo: dovevo soltanto resistere per un po'. Che mi costava?

Ma lui non sapeva che per colpa di una stronza mi era passata la voglia di stringere i denti e rigare dritto. Neanche per un po'!

Ancora avevo l'adrenalina addosso per la rabbia che mi aveva fatto trattenere.

Dio, che nervi!

Se avesse avuto lui a che fare con un'esemplare simile di femmina non mi avrebbe neppure chiesto il motivo per cui non avevo assolto al mio dovere!

"Non ho detto che non ci andrò mai, ma oggi non mi andava, ecco..." confessai.

Sospirò rassegnato.

"Speriamo per te non se ne accorga la De Angeli comunque. Se ti hanno segnalato è un guaio"

"Oh, insomma Claudio, non me ne frega un cazzo di quella strega come te lo devo dire?"

"Dico solo che sarebbe un pasticcio. Pensa se andassi di nuovo a processo? Non posso farti combattere se finisci in galera"

E allora? Fu la mia espressione a parlare per me.

Gli interessava solo quello. Non è che me ne importasse molto dei suoi incontri. Clandestini per giunta. Era lui che ci contava e ci guadagnava con le scommesse.

"Lascia perdere!" desistette, "Tanto è inutile con te"

Poggiò i gomiti alle ginocchia e guardò lontano, tirandosi indietro i capelli sulla fronte.

"Sai cosa ti ci vorrebbe?"

"Un wisky?"

Mi lanciò un'occhiataccia.

"Non pensavo a quello" mi guardò di traverso, "Dico solo che ti ci vorrebbe uno che perorasse la tua causa con la De Angeli a tuo favore per stare tranquillo. Anzi... non è che per caso tuo padre conosce qualcuno che..."

Lo bloccai subito.

"Mio padre lascialo fuori, Claudio. Non lo deve sapere d'accordo?"

Alzò le mani in segno di resa.

"D'accordo, d'accordo... sta tranquillo" guardò lontano sovra pensiero, "Però dobbiamo trovare una soluzione ammettilo. Alla prossima che combini sei un uomo morto... e questo non te lo puoi permettere. E sai che accadrà, lo sappiamo entrambi"

"Sono stanco, Claudio. Stanco di prediche, ok?"

Non ne potevo più sul serio. Di lui e di tutto il resto...

Non mi prestò attenzione. Guardò a terra e parve concentrarsi su qualcosa.

Un'idea...

"Aspetta un momento..." si illuminò, "Ma certo! Perché non ci ho pensato prima?!"

Pensato prima a cosa? - mi chiesi corrugando la fronte.

Solo gente fuori di testa dovevo trovarmi intorno.

Aveva un'espressione troppo trionfante sul viso. Non prometteva niente di buono.

Attesi che mi svelasse la sua folle soluzione. Conoscendolo era un controsenso dei suoi...

"Sottraile la cosa più preziosa che ha!"

Ecco lo sapevo...

"A chi?"

"Alla De Angeli! A chi altro se no?"

Oddio...

"Che dici, Claudio? Io non le rubo proprio niente. Non sono un ladro! Mi ci manca un'accusa per furto. Scordatelo!"

"Non devi rubarle niente. Che hai capito? Devi solo conquistare la cosa a cui tiene di più"

Non lo capivo.

Chissà cosa aveva partorito la sua mente malata. Non ci arrivavo. E manco lo volevo per la verità.

"Amico mio, hai risolto i tuoi guai!" disse vittorioso, "Non ci crederai? Sono troppo un genio!" allargò le pupille.

Quando si gasava era insopportabile...

"Non ci crederai cosa, Claudio? Mi fanno paura le tue genialate"

Sorvolò sul mio commento e continuò.

"Lei ha una figlia!"

Wow!

Sprofondai di nuovo a sedere accanto a lui.

Presi tempo. Non poteva averlo detto...

"La stronza psicopatica che ti sta rovinando la vita. Il tuo incubo peggiore..." proseguì, "Ha una figlia, capisci?"

Con una mano mi coprii il viso.

Che cosa poteva importarmi se aveva una figlia. E allora?

"E che dovrei fare secondo te? Rapirla e torturarla di domande come ha fatto sua madre con me? Non so se ne sono capace. Ci vuole talento a fare certe cose"

Mi fissò stranito.

"No, certo che no! Che stai dicendo?"

Appunto...

"Se la rapissimo dove la nascondiamo poi? Sarebbe più complicato. Dovremmo organizzare meglio le cose"

"Non stai parlando sul serio vero?"

"Certo che parlo sul serio. Un rapimento va pianificato nei minimi dettagli. Il luogo dove nascondere l'ostaggio è la prima cosa"

Che cretino!

Era il luogo il problema. Solo quello...

Una cosa era certa: non era tutto in bolla. Per tante cose.

Del resto non è che essere interessato ai soldi faceva di lui una persona intelligente.

"Claudio... sto scherzando. Ti pare che rapirei qualcuno?"

"Appunto, non si può fare. Dico solo che potresti andare da lei, che ne so... magari ti presenti, ci esci un paio di volte, usi il tuo fascino da seduttore, la fai innamorare, andare fuori di testa e poi... cambi rotta all'improvviso"

"Che significa cambi rotta all'improvviso?" arricciai le sopracciglia, "Vuoi parlare in maniera più comprensibile, mi sta ronzando il cervello"

"Voglio dire che potresti farla diventare la tua schiava, capisci? Che ne so... farle fare quello che vuoi, farla soffrire, vendicarti e poi ricattare la madre al punto che lasciarti in pace sarà una necessità. Cerca di essere fantasioso... potresti riprenderla col cellulare in pose osè magari...  o renderla ridicola e poi scattarle delle foto compromettenti... Non è geniale! Eh?"

Mi allontanai per studiarlo meglio. Erano tutti impazziti quel giorno. La sua faccia esultante era quella di un matto.

Pareva quasi affetto da una sorta di delirio, quasi avesse delle allucinazioni, il suo era un comportamento bizzarro: alzava e abbassava le arcate sopraccigliari ad intermittenza.

"Certo geniale..." il mio sopracciglio scattò in alto, "E' folle, Claudio lasciatelo dire. Tu sei folle! Dovrebbero sbatterti in un manicomio solo per principio se fossero ancora aperti"

Sospirò abbattuto.

"Almeno conoscila. L'ho vista l'altra sera; frequenta il Burger Queen, quello vicino alla metro... so chi è. Dieci minuti e ci siamo... andiamo vediamo se c'è, le parli e torniamo..."

"Scusa, ma tu come fai a conoscerla?" sorvolai sull'andiamo.

"Non la conosco, non di persona almeno. Ma l'ho vista con la De Angeli la mattina che ti ho accompagnato in Tribunale; ero già seduto fuori dell'Aula quando sei arrivato, ricordi?"

Era vero. Lui mi aveva preceduto; io avevo dovuto rispondere al cellulare a Ivan...

"E quindi?"

"Ebbene c'era anche lei... L'ho sentita chiamarla mamma mentre si salutavano. Poi lei se n'è andata, la madre è rientrata e poi sei arrivato tu con l'avvocato... vi siete evitati per poco..."

E prima mi ero imbattuto in quella sconosciuta... ricordai col pensiero.

"È sua figlia capisci! E poi l'ho riconosciuta... una sera al Burgher. Ero lì con delle amiche e guarda caso c'era anche lei"

Un investigatore dilettante!

Non c'era altro modo per definirlo...

"Ok, ha una piccola strega. E allora? Non mi interessa, Claudio..."

"Cerca di fartela amica. Potrebbe farti comodo. Magari funziona. Risolvi i tuoi problemi una volta per tutte" continuò, "E' un'idea. Almeno provaci"

"Sì... vista la madre sarà una vipera uguale. Io passo, grazie"

Si alzò per guardarmi con disapprovazione.

"Perchè? Dimmi che non ti vuoi vendicare di quella stronza con tutto quello che ti ha fatto e ti lascio stare"

Ci pensai su: non volevo altri guai, volevo solo finirla.

"Non mi voglio vendicare di quella stronza" feci sicuro puntando i suoi occhi.

Aggrottò il viso.

"Sì, che vuoi! Conoscila e basta che ti costa? Andiamo al Burgher adesso e vediamo se c'è... magari siamo fortunati" perseverò.

E insisteva pure! Gli avevo detto di no. Che cosa non aveva afferrato di quelle due semplici lettere?

ENNE... O...

"No, ti ho detto che non mi va, Claudio. È inutile che insisti, non cambierò idea"

"Ma è persino carina, che ti costa?"

Che mi interessava se era carina o meno, non cambiava niente. Non volevo conoscerla. Punto.

"Non mi importa. No!"

"Conoscila e basta per ora"

"Ti ho detto che non voglio" mi alzai anch'io per averlo di fronte.

"Si che vuoi!"

"Ti ho detto di no, non voglio!"

"E dai..." piagnucolò, "Incontrala e basta. Poi vedrai cosa fare"

"Dio, che stress, Claudio! Che vuoi che cambi? Mi metto solo un altro grattacapo tra i piedi e non lo voglio"

"Facciamo così: considerala una scommessa"

"Che stai blaterando, Claudio? Di che scommessa parli?"

"Scommetto 10 euro che se riuscirai a far innamorare di te la figlia risolverai i tuoi guai con la madre"

"No! Come fai a scommettere sempre, Claudio? Ho detto di no!"

"Così mi piaci!"

Così mi piaci?! Ma se gli avevo detto di no!

"Non ho detto che va bene, Claudio. Non hai capito niente"

"Sì, che ho capito invece. E' la stessa cosa. Andiamo prima che cambi idea. Devo vincere una scommessa"

Alzai gli occhi al cielo mentre mi passava un braccio sulle spalle trascinandomi al Burgher Queen...

***

La figlia della De Angeli! 

Questa è proprio bella. Adesso voglio vedere come finisce...

Ci leggiamo domani, prevedo scintille...

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